SAVIANO: “NON CREDO PIU’ NELLA GIUSTIZIA”
“NON HO SPERANZA IN ISTITUZIONI, POLITICA E MEDIA”
“Non ho speranza verso le istituzioni, verso la politica o nei media. E non credo nella giustizia: in nome della giustizia vengono fatti i peggiori crimini. Credo invece nella bontà , parola oggi impronunciabile, e nel rapporto uno a uno”.
Lo ha detto Roberto Saviano in un’intervista a Sky Tg 24. Nel corso del colloquio lo scrittore e autore di Gomorra ha parlato del mondo criminale delle organizzazioni mafiose e della loro evoluzione.
“Oggi la camorra è governata da adolescenti e giovanissimi. Credo sia l’unica organizzazione in Italia che punta sui giovani. Le vecchie famiglie sono ancora dietro a questi giovani, con tutte le strutture dell’organizzazione. Ma il controllo militare, il braccio armato, invece. viene gestito dai ragazzini affamatissimi di potere e identità “.
Saviano parla anche dell’intervista di Bruno Vespa a Salvo Riina a Porta a Porta: alla domanda se secondo lui andasse fatta, lo scrittore risponde: “L’intervista andava fatta ma non così. Certo, è complicato fare questo tipo di interviste. Quando Sean Penn ha intervistato il boss El Chapo si è reso strumento. Stesso discorso per Vespa, quando fai queste interviste rischi di diventare un megafono”.
Perchè, dice Saviano, “nessun mafioso va in tv se non ha un messaggio da dare. Se Riina jr si è esposto così tanto lo ha fatto per lanciare messaggi. Oggi il problema non sono i professionisti dell’antimafia ma i dilettanti dell’antimafia”.
Quanto all’attività di riciclaggio, le grandi città sono l’ambiente migliore. “Roma è la piattaforma migliore per riciclare denaro per le organizzazioni mafiose, che sanno sfruttare il buco delle banche, ovvero la mancanza di liquidità “.
Infine, Saviano ha parlato dei punti in comune tra organizzazioni criminali e quelle jihadiste: “I jihadisti dell’Isis vengono da ambienti criminali, sono pusher e rapinatori che impiegano poco tempi a radicalizzarsi. In questo senso il mondo criminale da cui provengono li addestra alla morte. Diversamente da Al Qaeda, i terroristi dell’Isis producono metanfetamina, ma basta pensare alla produzione di Hamas di hashish, o dei talebani di eroina. Quando le consideriamo strutture islamiste facciamo loro un regalo”.
(da “Huffingtonpost”)
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