SCIOPERO BALNEARI, PRIMI DATI SULL’ADESIONE:IN VERSILIA IL 25%, NELLE MARCHE IL 50%. MA ALLE 9.30 E’ GIA’ TUTTO FINITO (E ANCHE PRIMA I CLIENTI POTEVANO ENTRARE)
LOBBY SENZA VERGOGNA: NON HANNO NEANCHE IL CORAGGIO DI RINUNCIARE A UNA GIORNATA DI INCASSI
Primi bilanci dello sciopero degli stabilimenti balneari, che stamane, per due ore hanno tenuto gli ombrelloni chiusi (quando i turiti fanno ancora colazione). La categoria protesta da un lato contro la direttiva Ue (confermata da sentenze della magistratura) che impone di mettere a gara i lidi e le spiagge in base al principio della concorrenza; dall’altro contro la mancata risposta del governo il quale – dopo aver ripetutamente promesso che le gare non sarebbero scattate – sembra ora rassegnato a seguire le indicazioni di Bruxelles.
In Versilia, secondo i dati diffusi poco dopo le 9.30 ha aderito allo sciopero un imprenditore su 4, ma con punte del 100% al lido di Camaiore. Più basse le percentuali a Viareggio, Forte dei Marmi, Pietrasanta. Chi è arrivato in riva al mare durante la «serrata» ha comunque potuto aprirsi l’ombrellone da sè e l’assistenza dei bagnini è stata garantita.
Nelle Marche circa il 50% degli operatori ha incrociato le braccia. «Ma le prossime due agitazioni in programma potrebbero essere revocate» fa sapere Marco Scarpetta, vicepresidente dei balneari di Civitanova Marche.
A Rimini l’agitazione ha avuto toni soft. Come preannunciato, più che una serrata è scattato un happining, con gli operatori che hanno dato appuntamento alle 12 ai turisti: verrà offerto loro un brindisi per compensare il disagio provocato. «Aderiamo alla protesta ma in una maniera più vicina al nostro spirito» dice il delegato di Sib-Confcommercio Riccardo Ripa. Alla resa dei conti, i disagi per la clientela sono stati ridotti ai minimi termini.
Anche in Liguria gli imprenditori parlano di uno «sciopero gentile». Il rappresentante della categoria Enrico Schiappapietra parla di una adesione del 90%, «ma c’è chi ha offerto la colazione, chi ha accolto i bagnanti spiegando le ragioni della protesta, chi ha lasciato un fiore sui tavolini».
Situazione sui generis invece a Genova, dove tanti ombrelloni sono rimasti aperti: «Qui hanno già fatto le gare, quindi i giochi sono fatti – spiega Rodolfo Baratti, titolare dei Bagni Oasis dal 1996 – proprio perché la situazione è questa, siamo esentati, ma comunque sposiamo le motivazioni dello sciopero».
La protesta è stata pressoché totale invece a Ostia, secondo quanto informano gli imprenditori locali. «Il governo va in ferie e noi chiudiamo gli ombrelloni» proclama il rappresentante locale della categoria Edoardo Moscara.
Come prevedibile è subito partita la «guerra dei numeri» tra i rappresentanti delle varie categorie. Confesercenti parla di «grande adesione»: «una partecipazione quasi totale, con punte dell’80% in Toscana e in Romagna». Per il Codacons la protesta si è già rivelata un flop: «Le adesioni sono sotto le attese e la categoria è divisa» è il giudizio formulato a caldo dall’associazione dei consumatori.
La disparità di vedute stavolta potrebbe avere una spiegazione: la quasi totalità dei concessionari condivide le ragioni della protesta ma la modalità con cui è stata espressa variano. La chiusura degli ombrelloni per due ore di primo mattino è stato un gesto poco più che simbolico e in più località – come si è visto a Rimini – si è cercato di contenere il più possibile gli effetti pratici per la clientela.
(da agenzie)
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