SENZA INFAMIA E SENZA “LODOâ€: LA VIA CHE IL CENTRODESTRA NON VUOLE PERCORRERE
COME UN MILIONE DI EURO DESTINATI A GIAMPILIERI SONO FINITI ALLE EOLIE PER FAVORIRE IL TURISMO…COME NEL PDL LA RINUNCIA DI FINI AL LODO ALFANO ABBIA PROCURATO MOLTI MAL DI PANCIA….L’IPOCRISIA DI ATTACCARE SANTORO E DIFENDERE MINZOLIN
Sembra una battuta, ma se in Italia una coalizione politica riuscisse a governare “senza infamia e senza lodo”, ovvero senza commettere errori pacchiani, perseguire interessi personali e senza fare leggi a tutela della casta, avrebbe già raggiunto un risultato apprezzabile: quello di rendersi sopportabile agli occhi degli elettori.
Certe volte sarebbe almeno sufficiente non essere ipocriti.
Primo caso: la tragedia di Giampilieri e Scaletta Zanchea.
Il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo, siciliana, viene intervistata dai Tg, mentre in auto blu arriva a Messina sul far della sera, a distanza di ore dal fatto, e sparge frasi di circostanza: “si sarebbe dovuto fare qualcosa prima, bisognava che lo Stato intervenisse, siamo tutti addolorati”. Uno già si chiede: “ma lo Stato non lo rappresenta lei, che fa a fare il ministro allora?”.
E’ cosa nota che già due anni prima, quei due paesi erano stati colpiti da un’alluvione con gravi danni: che cosa è stato fatto per metterli in sicurezza?
La Prestigiacomo dice “ci sono stati stanziamenti, ma non sono stati coordinati”.
Ora vi spieghiamo quello che ci sta dietro.
In seguito alle proteste dei cittadini delle due località , costituitisi nel “comitato 25 ottobre”, all’indomani del disastro del 2007, e all’interessamento di due politici bipartisan ( un assessore Pdl e un deputato Pd), fu chiesto 1 milione di euro al Ministero dell’Ambiente per mettere in sicurezza i due paesi.
Ma i soldi di Giampilieri sapete dove furono invece dirottati, al momento della decisione?
Per interventi ambientali alle isole Eolie, come reclamato dalle esigenze dell’industria turistica delle isole, un business evidentemente più importante della vita degli abitanti di Giampilieri.
Passiamo al secondo caso: per una vecchia querela di tre anni or sono da parte del pm John Woodcock, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, avrebbe potuto avvalersi del lodo Alfano ed evitare il giudizio.
Come aveva anticipato mesi fa, non intendeva avvalersi di questo privilegio e lo ha reso noto, dichiarandosi processabile ( che non vuol dire condannabile, poteva anche essere assolto).
Il magistrato a sua volta apprezza il gesto “di leale collaborazione tra le istituzioni e la fiducia nell’azione della magistratura” da parte di Fini e ritira la querela.
Un esempio di serietà da parte del presidente della Camera che invece viene commentato da Berlusconi con un “poteva risparmiarsi questo colpo basso, ora sono il solo a ricorrere allo scudo e diranno che è la riprova che il lodo Alfano è una legge ad personam”.
A parte che non c’era bisogno della rinuncia di Fini per capire a chi dovesse servire il lodo Alfano, il rimedio è semplice: che Silvio faccia come Gianfranco, ci rinunci e con questo atto toglierebbe argomenti agli avversari, invece che cercare nemici dietro ogni angolo.
Chi è causa del suo mal, pianga e stesso, diceva un vecchio proverbio, inutile essere ipocriti anche in questo caso.
E finiamo con un terzo accadimento: la giornata per la libertà di stampa, occasione regalata alla sinistra per ricompattarsi in piazza del Popolo, nonostante le divisioni interne.
Il festival dell’ipocrisia, commentato sagacemente da Beppe Grillo ( “i giornalisti che manifestano per la libertà di stampa mi fanno pensare a una puttana che cerca di tornare vergine”), da Antonio Polito (“ quando si sostiene che mai in Italia vi è stata una tale ingerenza sui media, qualcuno dimentica quarant’anni di regime democristiano”), da Piero Sansonetti (“difficile dare credibilità a una manifestazione per la libertà di stampa convocata da uno degli oligopolisti dell’informazione, come il gruppo De Benedetti”) e da Emma Bonino (“i partiti, di destra e di sinistra, occupano la Rai, con la differenza che chi ha più potere occupa due canali, chi ne ha meno uno solo”).
Se poi leggiamo le controdeduzioni dei giornali di destra, c’è di che tapparsi il naso: la solita logica della sinistra catto-comunista, della massima libertà di stampa nel nostro Paese, del gradimento personale al 68,2%, i soliti servizi da lacchè che stando danneggiando Berlusconi più di quanto lui non ci riesca da solo ( il che è tutto dire).
Come si possa accusare Santoro di faziosità e poi negare che la stessa non sia usata da Minzolin sul Tg1 sinceramente è sconcertante.
Per essere più chiari: di “ragazze offerte al sultano” e di “ciarpame” aveva parlato la moglie del premier non la sinistra, sul caso Noemi è stato Berlusconi a dare troppe versioni poco credibili, una diversa dall’altra, la D’Addario non è arrivata nel lettone di Putin passando dalla grondaia del tetto, l’ha invitata il premier a Palazzo Grazioli con tutti gli onori del caso.
Tutti comportamenti suoi personali, di che ora si lamenta?
Invece di chiedere scusa agli italiani, ha messo il centrodestra in una posizione difficile, sputtanato su tutta la stampa mondiale.
Invece che mostrare umiltà e pentimento, ha sguainato arroganza e presunzione, attaccando tutti, dalla Chiesa ai magistrati, da Fini alla stampa “comunista.
In altri Paesi si chiedono come sia possibile che non sia stato costretto a dimettersi, ma in Italia abbiamo un direttore di giornale che, ad Anno Zero, alla D’Addario insisteva a chiedere che entrate avesse, con che soldi vivesse.
Rispondiamo noi: saranno affari suoi, aspettate la dichiarazione dei redditi.
Nel mondo c’e’ chi vive facendo la puttana, chi il servo.
Se a destra ( come a sinistra) si vivesse “senza infamia e senza lodi”, senza oligopoli sull’informazione, dando spazio alle minoranze, concependo la politica “come servizio” al proprio popolo e non per arricchirsi o fini personali, se si privilegiasse l’onestà e la competenza, non le veline e i giullari di corte, l’Italia non avrebbe l’immagine internazionale che ha.
Di un paese disastrato dove regna principalmente l’ipocrisia dei potenti.
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