DI PIETRO: “SIAMO NOI IL VERO CENTROSINISTRA”
E POI L’ANNUNCIO: “VIA IL MIO NOME DAL SIMBOLO”
«Via il nome dal simbolo dell’Idv, primarie online per i candidati alle politiche e una nuova linea strategica in vista del voto: soli o ben accompagnati». Antonio Di Pietro sterza a sinistra e avverte Pierluigi Bersani: «Basta corteggiare il conservatore Casini e le misure inaccettabili di Elsa Fornero sul lavoro e sulle pensioni».
È questo il sorpasso proposto dal leader dell’Idv all’assemblea generale del partito, convocata per fare il punto della situazione dopo lo tsunami politico che ha travolto le aspettative di voto dei dipietristi.
«Il vero centro sinistra – dice l’ex pm davanti ad una platea di 2500 persone – siamo noi». Una vera e propria sfida a Bersani, «abbandonato» per scommettere sull’alleanza con Oliviero Diliberto del Pdci, Paolo Ferrero di Prc e soprattutto il movimento arancione di Luigi De Magistris.
Proprio gli ultimi due raccolgono l’offerta dipietrista e si dicono pronti a dare vita ad una lista «rosso-arancione».
Di Pietro, infine, dal palco esprime «solidarietà al pm di Palermo, Antonio Ingroia, per gli attacchi subiti», dando l’impressione di star dando vita al cosiddetto “Quarto polo”.
Vera e sincera scelta politica?
La svolta dell’Idv sembra dettata anche da un’emergenza elettorale. Il partito che si ispira ai «valori» rischia infatti di essere espulso dal Parlamento se non riuscirà a superare la soglia del 4% dei consensi, quota attualmente negata dai sondaggi più accreditati.
Di qui la scelta di una strategia diversa: dare vita ad una lista civica per la quale il Porcellum prevede una soglia al 2% perchè trattasi di partiti coalizzati; il tutto in ossequio al principio della governabilità , messa in discussione dalla frammentazione impazzita dei nuovi partiti.
Tutto questo non significa affatto – sottolinea Di Pietro – che non sia percorribile la scelta della autonoma candidatura dell’Idv in Parlamento.
Ma è anche il momento del regolamento di conti interno. L’ex pm replica a duro muso a chi, come Fabio Evangelisti, gli chiede «un passo indietro»: «Non ci sto a fare lo scalpo da offrire al Pd per entrare nell’alleanza».
È un messaggio rivolto anche all’ex capogruppo Massimo Donadi, ora leader di Diritto e Libertà che, invece, imputa a Di Pietro la responsabilità politica di aver rotto l’alleanza con Pd e Sel.
La linea di Di Pietro riceve l’approvazione dell’assemblea che fischia, impedendogli di parlare, proprio Evangelisti quando sale sul palco.
L’ex pm però annuncia la data per il congresso: il prossimo anno la “Festa di Vasto” lascerà il posto all’assise del partito.
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