SONDAGGIO COMUNALI MILANO: PISAPIA 35,1% MORATTI 24,8% ALBERTINI 19,6%
SENZA ALBERTINI INVECE, MORATTI AL 37,9%, PISAPIA AL 33,5%… I PARTITI: FUTURO E LIBERTA’ SFIORA IL 5%, IL PDL PERDE IL 6%, LA LEGA IL 2% E SCENDONO AL 30% E AL 12,4%… ALBERTINI FAREBBE RADDOPPIARE I CONSENSI AL TERZO POLO E POTREBBE AMBIRE AL BALLOTTAGGIO
Secondo il sondaggio Lorien, pubblicato un paio di giorni fa, i giochi alle comunali di primavera a Milano sono tutt’altro che scontati, come riportiamo nei titoli.
Letizia Moratti è fuori di sè.
Tutto s’aspettava fuorchè di trovarsi come possibile avversario Gabriele Albertini.
L’ex sindaco, oggi eurodeputato Pdl, è seriamente intenzionato a presentarsi alle prossime amministrative milanesi, forte del sostegno dei tanti delusi della gestione Moratti e di molti partiti politici.
Dall’Udc a Futuro e Libertà , dall’Api a una buona fetta del Pdl lombardo. Persino parte del Pd è pronta a sostenere, non ufficialmente, l’ex sindaco; gli orfani di un candidato moderato che proprio non riescono a ritrovarsi in Giuliano Pisapia.
Ed è corteggiato dall’area cattolica che ha in Roberto Formigoni il faro politico e nel cardinale arcivescovo Dionigi Tettamanzi, da sempre critico dell’operato della giunta Moratti, la guida.
Albertini accomuna tutti.
Gli errori del passato, dai derivati al piano parcheggi che ha trasformato parte della città in un cantiere, sono stati già perdonati o dimenticati.
Nei milanesi sembra essere rimasta maggiormente impressa l’immagine che lo ritrae sorridente in mutande sulla passerella di Armani, piuttosto che quella del sindaco decisionista che diserta il consiglio comunale.
Insomma incarna perfettamente il “si stava meglio prima”.
Moratti lo sa bene, per questo si è rivolta direttamente a Silvio Berlusconi affinchè convinca Albertini a cambiare idea.
Ma neppure il Cavaliere può nulla.
L’eurodeputato è sempre stato uno dei pochi a non rispondere a comando alle chiamate da Arcore.
Lo scorso luglio, quando Albertini condivise pubblicamente le critiche di Gianfranco Fini sulla mancanza di dialettica nel Pdl, il presidente del Consiglio gli telefonò. “Silvio queste cose sono vere”, rispose. “Vieni ad Arcore che ne parliamo con calma”.
E lui: “Sto preparando le valigie, domani vado in vacanza; risentiamoci a settembre”, tagliò corto.
L’uomo è così, tende a smarcarsi.
E’ Casini ad aver “costruito”, insieme a Massimo Cacciari, la candidatura di Albertini. Da aprile stanno lavorando al “progetto Milano”. Poi si è aggiunto Fli.
Il diretto interessato ha inizialmente negato, pur cominciando ad attaccare Moratti. “Città malata, curiamola o muore”, disse in un’intervista a luglio, aggiungendo “sbaglia chi parla di una mia lista civica”.
Ora che Pisapia ha vinto, Albertini può puntare allo scontro diretto con Moratti al ballottaggio.
Il terzo polo dunque sembra prendere corpo a Milano.
Attorno ad Albertini, candidato più che mai trasversale.
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