TAGLI ANCHE AI CARABINIERI: 113 MILIONI DI EURO IN MENO, PARCO MACCHINE RIDOTTO DI 9.000 UNITA’
RISPARMI SULLE SEDI DI STAZIONI E CASERME, ELICOTTERI, MOTOVEDETTE, NUCLEI SUBACQUEI, CAVALLERIA, TELEFONIA E AUTO DI SERVIZIO… TUTTO PER “MIGLIORARE IL SERVIZIO”
Anche l’Arma è stata chiamata a fare la sua parte nella “spending review” generale.
E anche se l’imperativo è di mantenere inalterata la capacità operativa, e anzi se possibile aumentarla, questa volta si taglia sul serio.
Il comando generale dei carabinieri conta di risparmiare 113 milioni di euro, ma potrebbero essere di più perchè si stanno esaminando molte opzioni per quanto riguarda le sedi di stazioni e compagnie, abbandonando gli immobili presi in affitto negli anni e trasferendole in edifici demaniali oppure confiscati alla criminalità .
Un esempio per tutti: nei mesi scorsi si dava ormai per scontato che avrebbe chiuso la storica stazione “Via Veneto”, ospite di un immobile privato in via Boncompagni, il retro di una chiesa, in una posizione cruciale perchè a pochissima distanza dall’ambasciata americana, da diversi ministeri e dai grandi alberghi della Dolce Vita.
Troppo oneroso il canone di affitto.
Ma siccome un presidio in quel quartiere è davvero indispensabile, i carabinieri resteranno, sia pure traslocando in un altro edificio, a canone molto più ragionevole.
E’ uno sforzo corale, quello che riguarda gli immobili, in cui sono stati chiamati a darsi da fare sia i generali che comandano le Legioni, sia i comandi provinciali, fino ai marescialli che comandano le stazioni perchè si trovino soluzioni a costo zero o quasi.
Per una volta, insomma, sotto l’urto di una crisi che davvero non ha precedenti, la polizia e i carabinieri stanno affrontando il problema della riorganizzazione sul territorio. E lo fanno assieme.
Al proposito resta memorabile un’istantanea, il 2 giugno, poco prima della Parata: il generale Leonardo Gallitelli, comandante dell’Arma, in grande uniforme, è arrivato sottobraccio con il prefetto Antonio Manganelli, capo della polizia, in grisaglia ministeriale blu.
Confabulavano come vecchi amici che stanno riuscendo in un’operazione titanica.
Gli elicotteri, per dire, sono sempre stati un reparto a sè. Polizia e carabinieri avevano i loro. In nome della “spending review”, l’Arma ha deciso di sopprimere 3 Nuclei elicotteristici e di contrarre i numeri in quelli restanti, costosi in manutenzione e in uso.
Là dove restano i carabinieri, però, chiude la polizia. E viceversa.
Stesso discorso per le motovedette.
In futuro non capiterà più, salvo casi eccezionali, di vedere un’imbarcazione della polizia dondolarsi all’attracco accanto a una dei carabinieri.
L’Arma chiude la metà dei siti e mette in disarmo la metà dei natanti. Sostanzialmente restano attive solo le motovedette d’altura per le esigenze delle isole minori e del contrasto all’immigrazione clandestina.
Anche i reparti di subacquei vengono ridimensionati, in coordinamento con la polizia: ai carabinieri ne resteranno 3 in tutt’Italia.
La sforbiciata non risparmierà alcuni simboli.
La cavalleria ne esce ridimensionata. Viene quindi ridotto l’organico dello squadrone Corazzieri e vengono chiusi anche 4 Squadre a cavallo in giro perl’Italia.
I quadrupedi, purtroppo, costano molto in termini di stalle, veterinari, mangimi.
Ma i risparmi maggiori, quelli che determinano il successo o l’insuccesso dell’operazione, verranno da alcune iniziative che si potrebbero definire “manageriali”.
I nuovi software hanno permesso di sfoltire i reparti di comando, amministrativi e logistici e quindi daqui si risparmiano 2.337 militari che andranno a rafforzare la reteterritoriale.
Complessivamente, poi, i carabinieri fanno a meno di 9000 automobili.
Come tante famiglie qualsiasi, poi, i carabinieri investono sui telefoni cellulari (le cui tariffe convenzionate sono ottime) a discapito dei telefoni fissi; abbandonano le linee Isdn e Adsl private superate da nuovi acquisizioni di reti digitali e satellitari. Infine si sa provvedendo ad ammodernamenti in alcune caserme più significative in termini di risparmio energetico e impianti fotovoltaici.
L’Arma si fa “green” e intanto risparmia anche sulla bolletta.
Francesco Grignetti
(da “La Stampa”)
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