TAGLI, LACRIME E SANGUE: PER LA COPERTURA DEGLI 80 EURO PER NON PERDERE LE ELEZIONI EUROPEE, SI DELINEA IL REGALO DI RENZI AGLI ITALIANI
COTTARELLI FINISCE IL SUO LAVORO: “ORA DIPENDE DALLE SCELTE POLITICHE”
“Al cento per cento”. Carlo Cottarelli non ha dubbi, dal salvadanaio della spending review Matteo Renzi potrà recuperare sicuramente almeno tre miliardi, “anche di più se ci si muove con notevole energia”, fino a 5, cominciando a tagliare da maggio.
Il commissario incaricato per la revisione della spesa, completando oggi l’audizione in Senato interrotta mercoledì , ha chiarito alcuni dei punti rimasti in sospeso la scorsa settimana.
A partire soprattutto dalle risorse effettivamente utilizzabili per il provvedimento su cui Matteo Renzi ha detto di giocarsi tutto, il taglio del costo del lavoro da 10 miliardi per cui il premier è alla ricerca di adeguate coperture.
E se il presidente del Consiglio in conferenza stampa aveva parlato di sette miliardi teoricamente disponibili per coprire la maggior parte del provvedimento, oggi Cottarelli ha fortemente ridimensionato le aspettative, abbassando appunto l’asticella ai 3/5 miliardi (sette, se si fosse cominciato a tagliare da gennaio), lasciando intendere però che in quei due miliardi di differenza ci sono “scelte politiche” che in ultima istanza sarà il governo a dovere compiere.
Tra queste la più rilevante, e più temuta, è rappresentata da un contributo di solidarietà per le pensioni più alte.
Una misura che, nei conti di Cottarelli, varrebbe sull’intero anno 1,4 miliardi di euro, poco più della metà ipotizzando il taglio a partire da maggio, ma su cui il premier ha già rassicurato di non volere per il momento intervenire.
Ed è proprio questo il filo conduttore dell’intervento di oggi del commissario, che ha fatto chiaramente intendere che se il taglio delle pensioni rappresenta soltanto uno “scenario illustrativo” che può essere “modulato secondo i parametri che si decidono”. Quindi l’affermazione chiave: “Sono scelte politiche, si può anche decidere che non si devono toccare”.
Insomma il commissario ha presentato tutto il ventaglio di possibilità sulla revisione della spesa, ma l’ultima parola spetterà al governo e – quindi – al presidente del Consiglio Renzi.
Per il premier ora la sfida delle coperture rischia di complicarsi.
Se vorrà utilizzare al massimo il margine concesso da Cottarelli, dovrà superare parecchie resistenze, andando dritto per la sua strada sul massiccio taglio ipotizzato per il pubblico impiego, con un piano da 85mila esuberi nel pubblico impiego – fino proprio dall’intervento sulle pensioni.
Ed in serata è stato lo stesso sottosegretario all’Economia Giovanni Legnini a non scansare completamente questa possibilità : “Penso che sulla fascia alta si possa fare qualcosa da subito”.
Diversamente, le risorse a disposizione per il taglio del costo del lavoro in arrivo dalla revisione della spesa rappresenteranno meno della metà di quanto deve mettere da parte Renzi, visto che il taglio del cuneo – a valere da maggio – costerà meno dei dieci miliardi spesso citati, circa sette.
Il resto, più della metà se utilizzerà “soltanto” tre miliardi dalla spending review, andrà trovato altrove.
E in fretta.
(da “Huffingtonpost“)
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