IN ITALIA VI SONO ORMAI VIVENTI SOLO 120.000 REALI INVALIDI DI GUERRA: DOPO 70 ANNI CI VOLEVA RENZI PER RUBARGLI LA PENSIONE
FORZE DELL’ORDINE, INVALIDI, PENSIONATI: E’ RIVOLTA CONTRO I TAGLI IPOTIZZATI DAL GOVERNO
Che non sarebbe stato un lavoro facile, probabilmente Carlo Cottarelli l’aveva ampiamente messo in conto.
Ora però che le carte del commissario taglia spese sono scoperte, il dossier della revisione della spesa si fa ancora più scottante, finendo nelle mani del presidente del Consiglio, che dovrà passare riga per riga i capitoli evidenziati dall’ex dirigente del Fondo Monetario Internazionale.
E per ogni voce che rischia di finire sotto la ghigliottina del governo, c’è già chi è in allarme, preoccupato dai numeri emersi dal documento del commissario.
A partire dai pensionati, spaventati dal possibile contributo di solidarietà ipotizzato da Cottarelli nell’audizione della scorsa settimana in Senato e poi escluso dal presidente del Consiglio Renzi a “Porta a Porta”. La questione però è tutt’altro che chiusa, e il commissario in giornata ha fatto un po’ di luce sulla questione, spiegando che un taglio agli assegni rappresenta soltanto uno “scenario illustrativo” che può essere “modulato secondo i parametri che si decidono”, “sono scelte politiche, si può anche decidere che non si devono toccare”. Insomma, se vogliono quei quasi 1,4 miliardi all’anno (circa 950 milioni a partire da maggio), Renzi dovrà fare una “scelta politica”.
I pensionati, rassicurazioni di Renzi a parte, non si sentono ancora al sicuro.
“Al governo abbiamo chiesto di dirci che cosa vogliono fare sulle pensioni, visto che anche oggi sui giornali leggiamo di tagli e di possibili ulteriori interventi”, ha spiegato il segretario dello Spi Carla Cantone.
“Ci dicono di stare tranquilli e che sono solo fesserie. Gli abbiamo risposto che comunque non stiamo sereni”. Dal governo, fonti sindacali spiegano che sarebbero arrivate comunque rassicurazioni che l’esecutivo non userà questa leva per finanziare il proprio intervento fiscale, ma restano in attesa di un pronunciamento più netto da parte del governo, che escluda qualsiasi ipotesi di ritocco per chi -si spiega – è già stato ampiamente penalizzato dalla Riforma Fornero.
Non ci sono solo i ‘pensionati però ad essere allarmati. In prima fila ci sono i sindacati del comparto sicurezza.
Voci di preoccupazione si levano dal Cocer Carabinieri, che chiede al Governo “un chiarimento sulle voci di una possibile, assurda manovra economica per quanto attiene l’unificazione delle due forze di polizia”, ricordando che in Francia “l’attuato accorpamento della polizia con la gendarmeria non ha portato effetti economici di cassa, anzi semmai li ha aumentati” e spiegando che “i carabinieri sono stanchi di essere attori di copioni scritti da registi e scrittori che poco o nulla sanno sul tema della sicurezza”.
Timori condivisi anche dai sindacati di polizia Siap e Anfp, secondo cui “il risparmio complessivamente richiesto, quindi, andrà ad incidere sia sull’operatività delle forze di polizia sia sugli organici, per cui si sta programmando un’ ulteriore riduzione di personale che annuncia con chiarezza programmi di chiusura di uffici ben più dolorosi di quelli ad oggi prospettati, con un’ evidente riduzione dei livelli di sicurezza”.
Ma se sul contributo di solidarietà sulle pensioni il governo potrebbe decidere di non calcare la mano, sotto la lente di ingrandimento di Carlo Cottarelli ci sono i nostri cronici squilibri sulle spese per altri tipo di indennità , come quelle di invalidità , che registrano enormi differenza da regione a regione “non giustificabile da andamenti demografici”, che a partire dal 2015 potrebbero portare 300 milioni nelle casse dello Stato.
Prospettiva duramente contestata dall’Anmic (associazione nazionale mutilati e invalidi civili): “Gli esperti e i consiglieri economici del nuovo Governo – dice l’Anmic in una nota – si sbagliano se pensano di poter risparmiare molto nella spesa pubblica per le persone con disabilità , di fatto scaricando sulle spalle delle loro famiglie il costo di una vita dignitosa e della necessaria assistenza”
Già a partire da quest’anno, sempre con il via libera del governo, potrebbero già essere operativi tagli anche agli invalidi di guerra, da cui il governo pensa di poter ottenere 200 milioni di euro.
Una parte rilevante riguarda ancora le vittime del secondo confitto mondiale, circa 120 mila persone che oggi percepiscono un assegno. “Tagliare le pensioni di guerra a distanza di quasi 70 anni dalla fine del conflitto – spiega il presidente dell’Associazione Nazionale Vittime Civili di Guerra Giuseppe Castronovo – significa insultare il sacrificio di questi figli dell’Italia, umiliarli e dimenticarli negli ultimi anni della loro già penalizzata esistenza. Mai, neppure nei momenti più difficili del Paese, si è ipotizzato di effettuare tagli sul risarcimento e sulla solidarietà che doverosamente lo Stato ha riconosciuto alle più innocenti vittime della guerra”.
(da “Huffingtonpost“)
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