TARANTO, OPERAI SENZA PAGA OCCUPANO LA CHIESA E IL PARROCO COMPRA I MATERASSI PER TUTTI
NON C’E’ SOLO L’ITALIA CHE RENZI RACCONTA IN TV… I DIPENDENTI DI UNA PARTECIPATA DELLA PROVINCIA SENZA STIPENDI DA SETTE MESI
Gli operai occupano la chiesa e il parroco acquista i materassi per dare loro una sistemazione dignitosa di notte.
Prosegue nella parrocchia del Carmine a Taranto il presidio di un gruppo di operai di Taranto Isolaverde, la società partecipata della Provincia e messa in liquidazione, che non ricevono lo stipendio da sette mesi.
Don Marco Gerardo ha acquistato materassi nuovi per allestire la cappella in cui i lavoratori stanno trascorrendo giorno e notte in attesa di avere risposte positive in merito alla loro vertenza.
I lavoratori, in tutto sono 230 quelli senza stipendio e a rischio del posto di lavoro, hanno incontrato il presidente della Provincia, Martino Tamburrano, nella sede dell’Inps per tentare una rateizzazione del debito.
“Toccherà poi vedere cosa può fare la Regione col decreto delegato e sperare che il ministero del Lavoro conceda i contratti di solidarietà . A noi interessa soprattutto la continuità dei posti di lavoro”, dice Franco Brunetti della Uil. Il tentativo di salvataggio di stipendi e posti di lavoro si è concretizzato anche con una riunione in prefettura invocata dal vescovo, monsignor Filippo Santoro, al quale i lavoratori si sono rivolti chiedendo aiuto.
Isolaverde è una società partecipata della Provincia che si occupava di servizi, pulizie, manutenzione di strade e verde pubblico.
Da qualche mese è stata messa in liquidazione e gli operai sono stati licenziati.
La vertenza sembra in un vicolo cieco. Senza soldi la Provincia può far poco.
Le proteste sono cominciate diversi mesi fa ed hanno raggiunto toni esasperati quando alcuni lavoratori sono saliti sul tetto dell’edificio che ospita gli uffici della Provincia minacciando di lanciarsi nel vuoto.
Venerdì scorso l’appello al vescovo, subito accolto, e poi l’occupazione, pacificamente accettata dal parroco, della chiesa del Carmine.
Gli occupanti hanno anche presenziato a un paio di matrimoni. Ora attendono di conoscere quale sarà il loro futuro occupazionale.
I più realisti, al momento, non vedono facili soluzioni nell’immediato. I lavoratori che hanno superato i cinquant’anni hanno poche speranze sul futuro.
“Una cinquantina al massimo potrebbe essere occupata nella manutenzione delle caldaie e in alcuni lavori di pulizia dalla Provincia”, dicono i sindacati.
Ma per gli altri al momento sembrano non esserci molte soluzioni.
Vittorio Ricapito
(da “La Repubblica”)
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