TRUMP METTE D’ACCORDO MUSULMANI ED EBREI, TUTTI CONTRO LA NOMINA DI UN LOSCO FIGURO A SUO CONSIGLIERE STRATEGICO
IL NUOVO STRATEGA E STEVE BANNON, UNO CHE HA PICCHIATO PERSINO LA MOGLIE URLANDO INSULTI ANTISEMITI PERCHE’ VOLEVA MANDARE LA FIGLIA IN UNA SCUOLA FREQUENTATA ANCHE DA FAMIGLIE EBREE… GUIDA UN SITO RAZZISTA DOVE SI PROPAGANDA LA SUPREMAZIA RAZZIALE DEI BIANCHI
La comunità ebraica e quella musulmana negli Stati Uniti protestano contro la nomina di Steve Bannon come chief strategist del presidente eletto Donald Trump: “È una scelta che rende l’appello all’unità una presa in giro”, afferma il Council on American-Islamic relations.
L’accusa a Bannon è quella di aver trasformato il suo sito Breibart in uno strumento di “propaganda etnica e di nazionalismo bianco”, con posizioni “razziste” e, aggiungono gli ebrei, “antisemite”.
“Bannon deve andare via – attacca infatti anche l’Anti-Defamation League – se Trump vuole davvero essere il presidente di tutti”.
Associazioni in difesa dei diritti civili, commentatori e parlamentari democratici hanno accusato Bannon di essere razzista, antisemita e misogino.
Per Adam Jentleson, portavoce di Harry Reid, leader della minoranza democratica in Senato, con la nomina di Bannon si dà il segnale che “i suprematisti bianchi saranno rappresentati ai più alti livelli alla Casa Bianca, con Trump”.
A rincarare la dose ci pensa anche la leader dei democratici al Congresso, Nancy Pelosi: “Non bisogna edulcorare la realtà . E la realtà è che un nazionalista bianco è stato nominato capo stratega dell’amministrazione Trump”.
Accuse simili sono arrivate, come già detto, dalla Anti-Defamation League, gruppo di pressione contro la discriminazione degli ebrei, dalla National association for the advancement of colored people (Naacp), associazione a difesa dei diritti civili degli afroamericani, da altri membri democratici del Congresso e da alcuni commentatori repubblicani, critici con Trump, come b Bill Kristol, direttore del Weekly Standard.
Cos’è Breitbart, il sito della discordia.
Con un nuovo ufficio di corrispondenza a Parigi, la longa manus di Donald Trump tende un braccio a Marine Le Pen.
Breitbart, la ‘velina’ dell’ultradestra che ha sostenuto la campagna del tycoon aprirà avamposti in Europa dove sono imminenti elezioni e dove l’ondata populista sta crescendo.
Regista dell’operazione dal superattico della Trump Tower è Stephen Bannon, il Ceo di Breitbart che Trump ha nominato “senior counselor” e capo stratega della West Wing: segnale che l’abbraccio con l’ideologia nazionalista bianca e spesso razzista di cui Bannon con Breibart News si è fatto vettore è tutt’altro che finito.
Aprire Breitbart significa entrare in un mondo parallelo dove l’ideologia distorce i fatti trasformandoli come attraverso uno specchio deformante.
Un commentatore è David Horowitz, figlio di comunisti ed ex leader della New Left diventato negli anni Ottanta crociato anti-Islam, anti-immigrati e anti-neri.
Breitbart ha paragonato il lavoro dell’organizzazione per il controllo delle nascite Planned Parenthood all’Olocausto, definito il commentatore conservatore Bill Kristol “un ebreo rinnegato” e sparso falsi gossip come quello che la collaboratrice di Hillary Clinton, Huma Abedin, era una spia dei sauditi.
Per Breitbart scrivono esponenti dell’estrema destra mondiale, come l’olandese Geert Wilders che ha proposto il bando del Corano.
Articoli dai titoli incendiari sono regolarmente seguiti da commenti sul “nemico tra noi”, la “feccia” dei migranti e “i media in mano alla lobby ebraica”.
Lo stesso Bannon è accusato dall’ex moglie di averla picchiata gridando insulti antisemiti perchè lei voleva mandare i figli a una scuola frequentata da famiglie ebraiche.
(da “Huffingtonpost”)
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