TRUMP VALUTA AZIONE MILITARE IN SIRIA, C’E’ LA PROVA DAI SATELLITI CHE A COLPIRE E’ STATO ASSAD
ORA NON RESTA CHE AVVISARE I SOVRANISTI GRILLINI E PADANI DEL CONTRORDINE
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sta considerando l’ipotesi di un’azione militare in Siria in risposta all’attacco chimico di martedì.
Lo ha detto lo stesso presidente a membri del Congresso. A riportarlo è la Cnn, citando una fonte bene informata secondo la quale, però, Trump non ha ancora deciso, e sta discutendo delle possibili azioni con il capo del Pentagono, James Mattis.
A oltre due giorni dall’attacco chimico che ha colpito Khan Sheikhoun, nella provincia nordoccidentale di Idlib, mentre il Consiglio di sicurezza dell’Onu non ha ancora messo al voto una risoluzione di condanna, ad accelerare sono gli Stati Uniti.
Cosa è accaduto per questo improvviso cambio di rotta.
Lo aveva anticipato il ministro degli esteri israeliano all’ora di pranzo quando aveva detto di essere “certo al 100% che era stato Assad a ordinare il bombardamento con armi chimiche su Khan Sheikhoum e gli israeliani si sblilanciano solo quando hanno le prove in mano. Nella fattispecie non solo informatori atttendibili nell’entourage di Assad, ma anche l’analisi dei satelliti. Insieme agli esperti Usa è stato appurato che le bombe sono partite dagli aerei di Assad su precisa direttiva del regime siriano.
Lo stesso Putin ha parlato con il premier israeliano e ha poi cambiato linea: “la fiducia ad Assad non è eterna”.
Sull’attacco chimico in Siria (e sulle conseguenze politiche) è intervenuta in giornata anche la cancelliera tedesca Angela Merkel secondo cui la mancata approvazione di una risoluzione Onu è una «vergogna».
Senza nominare direttamente Mosca, ha poi aggiunto che chi lo ha impedito deve assumersene la responsabilità . «È stato un attacco barbaro sulla quale bisogna assolutamente aprire una indagine», ha detto ancora la cancelliera, secondo la quale vi sono sfortunatamente indicazioni che l’attacco sia stato perpetrato dal regime di Bashar al Assad.
In un’intervista al Washington Post il capo dell’Alto comitato per i negoziati dell’opposizione siriana, Riad Hijab, che era a Washington nelle ore della strage di Khan Sheikhoun, chiede «fatti, non parole»: «Vogliamo fatti per proteggere i civili siriani e per proteggere l’intera regione e anche il popolo americano – ha detto Hijab – Questa è una sfida per il presidente Trump di fronte al popolo americano e al mondo intero».
«Queste armi vanno distrutte – ha detto Hijab, che è stato primo ministro del governo di Damasco dal giugno all’agosto 2012 – I velivoli e le piste devono essere distrutti. Vanno distrutte tutte le armi che stanno uccidendo il popolo siriano».
Non solo, secondo l’opposizione l’Amministrazione Trump deve anche trovare un modo per superare il “blocco” russo al Consiglio di Sicurezza e gli Usa devono sostenere un processo politico che porti all’insediamento di un governo transitorio, a una Siria senza Assad.
Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha invitato il proprio omologo americano Donald Trump «a non far cadere nel vuoto» la condanna espressa nei confronti del regime del presidente siriano Bashar Assad dopo l’attacco con armi chimiche a Idlib di due giorni fa e ad «intervenire concretamente».
«Dia un seguito alle sue parole, la Turchia è pronta a fare la propria porta e assumersi le proprie responsabilità ».
Il presidente turco ha poi confermato che la Turchia ha inviato alle Nazioni Unite un dossier con i risultati delle autopsie dei 3 siriani morti ieri in Turchia che confermano l’utilizzo di armi chimiche, e in particolare del gas Sarin, da parte del regime di Assad, nell’attacco a Idlib dello scorso 4 aprile.
Il cerchio si è stretto, ora non resta che avvisare i sovranisti patacca di stampo sia grillino che padano che i loro amichetti Trump e Putin stanno scaricando il boia di Damasco.
Contrordine trinariciuti !
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