UNA INACCETTABILE SECESSIONE MASCHERATA DA “AUTONOMIA DIFFERENZIATA”
COME LA LEGA VUOLE DISGREGARE L’UNITA’ NAZIONALE, FAVORENDO LE REGIONI PIU’ RICCHE
Ancora una volta, siamo di fronte all’assalto di avventurieri che si improvvisano statisti e tentano di modificare, in modo pericoloso, le basi del nostro stesso sistema di convivenza, ignorando che la bussola di ogni navigazione civile è la nostra Costituzione, quell’insieme di garanzie e finalità che i cittadini italiani hanno già affermato e poi hanno ripetutamente difeso, con successo.
E oggi siamo di fronte a una vera secessione mascherata da autonomia, che non può essere accettata, dato che creerebbe un’insanabile frattura del vincolo di solidarietà nazionale, imprimendo una forza centrifuga tale da portare a una irreparabile lacerazione della comunità statale, violando in maniera evidente e irreparabile il fondamentale principio stabilito all’articolo 3, comma 1, della Costituzione, quello dell’eguaglianza formale dei cittadini dinanzi alla legge.
Questo principio fondamentale vieta qualunque discriminazione da parte dello Stato, il quale non può creare differenze ingiustificate tra i cittadini italiani. Il successivo comma 2 precisa che ”è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che limitando di fatto eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del paese”.
Rispettivamente base di partenza e programma. Quelle fondamentali statuizioni sono poste proprio per scongiurare quello che si realizzerebbe se venisse davvero approvato il progetto di “autonomia differenziata”, ossia di secessione (s)mascherata.
Il progetto di autonomia differenziata non è il solo elemento disgregante della comunità . La Flat tax, infatti, ha lo stesso effetto, in quanto avvantaggia molto di più i benestanti e sposta tutto il peso fiscale sul lavoro dipendente.
È necessario riaffermare che se la tassazione non si articola su diverse aliquote si causa evidentemente la sostanziale lesione del principio cardine della progressività , affermato dall’articolo 53 comma 2 della Costituzione: “Il sistema tributario è informato a criteri di progressività .”.
È quest’ultimo che impone una contribuzione giusta, secondo le possibilità del proprio reddito (comma 1 dello stesso articolo 53), garantendo le risorse per le esigenze vitali dello Stato, e quindi dei cittadini, quali, ad esempio, la Sanità e l’Istruzione, ma anche la Sicurezza e la Giustizia.
Non si tratta di questioni formali; i principi fondamentali affermati dalla Costituzione, infatti, (quali, tra gli altri, l’unitarietà dello Stato, la solidarietà , la progressività della tassazione), sono elementi essenziali del vivere civile e garantiscono la coesione sociale rispetto a quelle forze centrifughe che portano alla disgregazione, non lasciandosi inquadrare in una cornice comune, ma dando spazio a egoismi e privilegi inaccettabili.
Deve essere chiaro che, prima di consentire qualunque forma di differenziazione che favorisca coloro che già oggi ottengono di più dalle risorse pubbliche, in una situazione di privilegio di fatto, i diritti fondamentali – diritto alla salute, diritto all’istruzione, diritto alla sicurezza, personale e sociale e diritto alla giustizia – devono essere resi effettivi ed eguali dallo Stato e dalla Pubblica Amministrazione in ogni parte del Paese, cosa che oggi non è. Occorre quindi preventivamente incrementare i trasferimenti perequativi, adeguandoli alla finalità e commisurandoli ai parametri obiettivi.
I diritti fondamentali, inoltre, costituiscono l’elemento di resistenza di ciascuno e di tutti noi, al contempo, contro la prepotenza e l’arbitrio di chi detiene ora e domani il potere.
Tra i diritti fondamentali deve essere riaffermato quello relativo al diritto d’asilo, che è garantito dalla Costituzione.
Diritto d’asilo non è affatto il “dovere di accogliere tutti”, come alcuni insensati e altri mistificatori affermano, bensì è proprio l’accogliere in modo selettivo la singola persona che ne abbia diritto, per garantirgli il rispetto della dignità di uomo che non ottiene protezione nel Paese di origine. Esso significa anche, imporre a questa persona gli stessi obblighi e doveri che competono a ogni italiano.
Si è citato il diritto all’istruzione, che viene messo in discussione dal progetto di autonomia differenziata. Si deve sempre tener presente che l’istruzione è direttamente legata al livello di democrazia del Paese, poichè educa al pensiero critico e all’opportunità di alimentare il senso di appartenenza a una comunità , con la spontanea accettazione delle sue regole e dei diritti e dei doveri che ne discendono.
La bussola costituzionale è, dunque, necessaria garanzia del corretto orientamento della direzione assunta rispetto ai riferimenti cardinali, i valori assoluti. E allora, momento per momento, occorre controllare se qualche forza esterna non interferisca, provocando una deviazione non auspicabile al nostro cammino e in tal caso, come nel presente, occorre intervenire a correggere la direzione assunta, con scelte politiche e aggiustamenti coerenti.
In questo senso, la costituzione è un progetto a formazione progressiva di giustizia sociale e libertà dal bisogno, che trova attuazione attraverso lo strumento della democrazia rappresentativa.
Affermare, come fanno i partiti oggi al governo del Paese, che i valori e le ideologie non debbano più costituire la meta tendenziale verso cui far camminare la nostra società , significa rinunciare ai livelli di civiltà e di welfare raggiunti, muovendosi alla cieca, errando senza una visione complessiva, con un destino incerto e il concreto pericolo di perdersi.
Al contrario, la nostra Costituzione ci indica ancora oggi una direzione concreta nel tempo, fondandosi sulla lungimiranza dei padri e delle madri fondatrici della Repubblica parlamentare italiana.
Una Costituzione che non invecchia, perchè i valori fondamentali che la innervano sono universali ed essa deve essere sempre più attuata e non stravolta con iniziative evidentemente avventurose.
Gregorio De Falco
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