UNIVERSITARI FUORI SEDE
POCHI ALLOGGI E PREZZI DA USURA… TROPPO SCARSI I POSTI LETTO MESSI A DISPOSIZIONE DALLE UNIVERSITA’… AFFITTI PRIVATI SEMPRE PIU’ ALTI E SPESSO IN NERO… A ROMA UN POSTO LETTO COSTA 500 EURO
Che studiare sia diventato un lusso si evince già nelle scuole medie e alle superiori. Ma laddove si rimane allibiti è indubbiamente di fronte ai costi universitari, tra tasse di iscrizione, testi e dispense. Con l’imminente inizio del nuovo anno accademico, ritorna poi la corsa agli alloggi per gli studenti fuori sede.
Ogni anno sono messe a disposizione degli studenti residenze da parte delle Università , delle aziende regionali e degli istituti religiosi, variabili a seconda della disponibilità .
Stando ai dati ufficiali del Ministero della Pubblica Istruzione relativi al 2007, le regioni con il più alto numero di fuorisede sono Lombardia ( circa 94mila su 200mila totali), Lazio ( circa 75mila su 185mila), Emilia Romagna ( circa 80mila su 121mila) e Veneto ( circa 59mila su 92mila).
In tutti questi casi il numero di posti letto messi a disposizione è nettamente inferiore a quello di chi studia fuori dalla propria regione d’origine: sono circa 10mila per la Lombardia, circa 6mila per l’Emilia Romagna, 4.200 circa per il Lazio e 5.030 per il Veneto.
In nessun’altra Regione i posti letto sono sufficienti a soddisfare la domanda dei fuori sede. La conseguenza inevitabile è che si ricorre sempre più alle offerte di alloggi privati.
E si ripropone il vecchio problema di affitti in nero e sempre più alti. In base a una ricognizione sui siti dedicati agli studenti, al vertice della classifica delle città più care c’è Roma, seguita da Milano e Firenze.
Se nella capitale il costo medio di una stanza singola è di 500 euro, variabile a seconda della zona e della metratura, a Milano e Firenze la media è di 400 euro.
A seguire Bologna che, con un costo medio di 350 euro, in aumento rispetto all’anno precedente, è la città universitaria più cara dell’Emilia Romagna, mentre Parma e Modena si attestano sui 300 euro.
Questa cifra ( 300 euro) si riscontra anche a Torino, Genova, Verona e Venezia, mentre leggermente più economiche sono Padova ( 250 euro), Udine e Trieste ( 200-220 euro).
Ancora più economiche sono Umbria, Marche, Abruzzo e Molise: per studiare negli atenei di Perugia, Ancona, Camerino, l’Aquila, Chieti e Campobasso, occorrono mediamente 200 euro per una stanza.
Più abbordabili si rivelano le città meridionali: se affitti un po’più alti si riscontrano a Napoli ( 300 euro), per le altre città si oscilla intorno ai 200 euro di Bari, Potenza, Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria.
Resta il nodo irrisolto, cui il Governo dovrà mettere mano, di provvedere a rendere disponibili un maggior numero di alloggi pubblici nei principali Atenei, al fine di garantire che le possibilità di accesso agli studi universitari sia consentito anche ai ragazzi che hanno meno possibilità economiche.
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