VANNACCI IN RITIRATA? DOPO LE CRITICHE DI MOLINARI, ROMEO, CENTINAIO E ALTRI ATTIVISTI ALL’IPOTESI DI CANDIDARE VANNACCI CON LA LEGA ALLE EUROPEE, SALVINI HA ALLENTATO IL CORTEGGIAMENTO AL GENERALE, QUESTO RISCHIA DI FAR PERDERE VOTI AL CARROCCIO
RIUSCIRA’ IL VIRILE VANNACCI, NEL SUO “MONDO AL CONTRARIO”, A FARSI SPEDIRE DALLA LEGA A BRUXELLES O RESTERA’ FUORI PER LA RIVOLTA DEGLI STESSI ELETTORI DEL CARROCCIO?
La candidatura offerta da Matteo Salvini al generale Vannacci ha innescato una rivolta nella Lega e soprattutto nei gruppi parlamentari, guidati da Riccardo Molinari e Massimiliano Romeo. I due non hanno perso occasione di bersagliare la tanto evocata discesa in campo del militare, considerato un corpo estraneo sia dalla base che dai dirigenti del Carroccio.
Romeo, in un’intervista “Libero”, ha mostrato il suo scetticismo all’ipotesi: “È una decisione che spetta al Segretario Salvini e al Consiglio federale. Noi sicuramente abbiamo già tanti candidati validi del territorio. Se verrà candidato o meno, spetterà a chi ha il compito di farlo. Mi spiace, però, che si stia parlando incessantemente solo di questo e molto poco delle tante figure che abbiamo sul territorio e degli eurodeputati uscenti”.
Il capogruppo a Montecitorio Molinari si è mostrato sulla stessa “freddezza d’onda”: “Le elezioni europee? Precedenza ai militanti storici. Vannacci? È una valutazione che deve fare il segretario”.
Visti anche i siluri anti-Vannacci sganciati dall’ex ministro Centinaio (“Non lo voterò. Sceglierò uno della Lega che si è fatto il mazzo sul territorio”) e da 21 esponenti del Carroccio con una lettera polemica (“Perché fare accordi con chi non ha la nostra naturale repulsione nei confronti di fasci e svastiche?”), Salvini ha allentato il suo corteggiamento al generale. Della serie: ok, non lo sollecito più. Chissà se alla fine Vannacci, in un “mondo al contrario” dopo tanti rumors e indiscrezioni, finirà fuori dalle liste della Lega per la rivolta dei suoi stessi elettori…
D’altronde che i veri esponenti del Carroccio non vedano di buon occhio la candidatura del generale più chiacchierato della penisola non è certo un segreto, ma a questo negli ultimi tempi si va aggiungendo l’ostentata riluttanza dell’autore de ‘Il mondo al contrario’, attualmente alle prese con la presentazione in giro per l’Italia del suo secondo libro, nei confronti di una discesa in campo con la Lega.
Insomma, nell’analisi costi-benefici, la scelta di arruolare il Vannacci nella speranza che le sue sparate in prosa facciano guadagnare qualche voto in più, porta con sé due contro non da poco: indispone il ceto politico doc (in una fase in cui l’insofferenza nei confronti della linea del segretario è già alta) e sposta il partito all’estrema destra di Giorgia Meloni, rendendolo sempre meno plausibile come soggetto centrale di un’eventuale esperienza di governo.
Se poi in termini di numeri, l’azzardata investitura non fosse nemmeno remunerativa, i detrattori del generale sarebbero doppiamente giustificati ad infierire.
(da agenzie)
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