VOLANO GLI STRACCI TRA ZAIA E MARONI, IL GOVERNATORE LOMBARDO: “STATUTO SPECIALE PER IL VENETO? PROPOSTA AVANZATA A MIA INSAPUTA, C’E’ UN PROBLEMA INTERNO ALLA LEGA”
SALVINI SI VESTE DA POMPIERE PRIMA CHE LE FIAMME DIVORINO IL CAROCCIO: “C’E UNA SOLA LEGA”… MA AL SUD NON L’HANNO PRESA BENE
All’indomani del referendum, i due alfieri dell’autonomia Luca Zaia e Roberto Maroni sono già divisi.
La richiesta del governatore del Veneto di uno statuto speciale non piace al suo collega e compagno di partito, che in un’intervista a Repubblica esprime tutto il suo disappunto. “Zaia mi ha spiazzato, ha avanzato la sua proposta a mia insaputa”.
I due sembrano aver preso strade completamente diverse: se Maroni vorrebbe continuare a dialogare con il governo, Zaia si avvia a uno scontro istituzionale riassunto dal sottosegretario agli Affari Regionali Gian Claudio Bressa, che ha definito “una provocazione” la sua richiesta di uno statuto speciale per il Veneto.
Il governatore lombardo si dice “spiazzato” dalla richiesta del collega veneto, che considera senza mezzi termini un errore.
Una sorpresa condivisa da buona parte del Carroccio, compreso il leader Matteo Salvini. Che però, intervenendo stamattina a Radio Anch’io, mette subito in chiaro una cosa: anche dopo i referendum di Lombardia e Veneto, “c’è una sola Lega che dà speranza a 60 milioni di cittadini italiani” afferma il leader leghista.
Quando alla richiesta di statuto speciale da parte del Veneto, Salvini rimanda tutto a “una discussione tra persone serie”. “Ci sono due milioni e mezzo di veneti che hanno dato mandato per trattare autonomia. Poi quanta autonomia deve arrivare… da persone serie si discute”.
Dopo i referendum – aggiunge – “gli italiani devono decidere” se continuare a farsi governare da “un centralismo che ha fallito”, pur restando “nell’ottica dell’unità nazionale”.
Insomma Salvini cerca di barcamenarsi perchè è evidente che il referendum gli ha creato grossi casini al Sud.
“Mi ha un po’ spiazzato – spiega Maroni a Repubblica – Non era concordata questa mossa, l’ho appresa stamattina. Domani leggerò la sua proposta di legge e capirò se sarà possibile un percorso comune”.
Maroni dice di non sapere perchè Zaia abbia fatto questa mossa “non concordata”. “Francamente non lo so, se per vicende interne alla Lega o per mostrare i muscoli. Però ogni risposta è lecita perchè è indubbio che ora c’è un problema all’interno della Lega. E un altro con il governo”.
Per il leader leghista, è difficile ora fare una battaglia insieme”.
“Bressa – sottolinea Maroni – mi ha telefonato stamattina (ieri, ndr) dicendomi chiaro che se io gli avessi chiesto lo statuto speciale per la Lombardia non sarebbe stata possibile alcuna trattativa con il governo, visto che la materia è di competenza del Parlamento. Io speravo di fare una battaglia comune, e invece a questo punto non ci faranno sedere allo stesso tavolo. Un conto è andare a trattare in due, un altro andarci da soli. E poi anche per un motivo strettamente tecnico”.
Quale? “Al contrario di quella di Zaia che parlava in modo vago di nuove forme di autonomia senza citare le risorse, la mia richiesta referendaria faceva esplicito riferimento all’articolo 116, il che mi impedisce ora di chiedere lo statuto speciale. Anche se volessi allinearmi al governatore veneto, non potrei farlo. Non potrei seguirlo sulla sua strada. Ecco perchè mi ha un po’ spiazzato”.
(da “Huffingtonpost”)
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