ZAIA HA GIA’ CAMBIATO IDEA SUL NON RICANDIDARE I TRE CONSIGLIERI DELLA LEGA CHE HANNO PRESO I 600 EURO
“CI SONO CASI E CASI, DEVO PARLARE CON LORO”… PERFETTO, VUOLE SALVARE IL SUO VICE
Dopo aver ostentato sicurezza e pugno duro, oggi Luca Zaia ha fatto un mezzo passo indietro sul caso dei consiglieri leghisti in Veneto che hanno chiesto e ottenuto il bonus Covid da 600 euro riservato ai lavoratori autonomi e alle Partite Iva.
Lunedì e martedì, infatti, il Presidente veneto aveva annunciato la non candidatura — alle elezioni Regionali in programma il prossimo 20 e 21 settembre — degli esponenti coinvolti in questa vicenda che ha indignato l’Italia intera, seguendo la linea definita anche dal Carroccio a livello nazionale.
Oggi spiega che prima di prendere una decisione definitiva vorrà confrontarsi con le tre persone in questione, spiegando che ci sono «casi e casi».
Quel vecchio ‘celodurismo’ leghista appare, oggi, ammorbidito rispetto agli scorsi giorni. Nelle prossime ore, prima di una decisione ufficiale, Luca Zaia incontrerà i consiglieri veneti Riccardo Barbisan ed Alessandro Montagnoli per ascoltare le loro giustificazioni (già rese pubbliche nei giorni scorsi attraverso interviste e post social). Stesso discorso, ma con una delicatezza ben differente, vale per il suo vice Gianluca Forcolin.
E l’indicazione dei «casi e casi» viene fornita dallo stesso Luca Zaia, a margine di un evento con la Protezione Civile a Marghera: “Stiamo parlando di scelte che non sono state illegali, ma il tema è quello dell’opportunità . Noi abbiamo tre casi molto differenti tra loro: due consiglieri hanno chiesto il bonus e lo hanno ottenuto, prima di documentare la loro beneficenza; poi c’è quello del vice presidente, che è socio di minoranza di uno studio associato che ha presentato domande per i soci e i clienti».
Basta credere alla versione e il gioco è fatto.
Abbiamo capito.
(da agenzie)
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