Novembre 21st, 2013 Riccardo Fucile
“L’ITALIA UTILIZZA CONTRATTI DI LAVORO A TERMINI CONTINUATIVI CHE DURANO ANNI E LASCIANO I DOCENTI ETERNI PRECARI”… E GLI STIPENDI VANNO ADEGUATI
L’Italia rischia una multa di minimo 10 milioni di euro dall’Europa per i precari della scuola, che rappresentano un esercito di 130 mila persone, secondo Cgil Cisl e Uil, addirittura di 137 mila secondo l’Anief.
L’altolà è arrivato ieri da Bruxelles, dove è stata aperta una procedura di infrazione per il mancato rispetto da parte del nostro Paese della direttiva sul lavoro a tempo determinato. L’Italia, scrive la Commissione Ue nella lettera di messa in mora, utilizza i supplenti con contratti a termine «continuativi», che durano anche molti anni e li lasciano così «in condizioni precarie nonostante svolgano un lavoro permanente come gli altri».
Non solo: anche gli stipendi vanno adeguati, visto che i precari «svolgono lo stesso lavoro ma hanno un contratto diverso» rispetto agli immessi già in ruolo.
A questo punto, l’Italia ha due mesi di tempo per rispondere alla Commissione europea altrimenti la procedura verrà portata davanti alla Corte di giustizia europea che, nel caso di condanna e mancato rispetto della sentenza, può sanzionare il nostro Paese con multe che vanno da un minimo di circa 10 milioni e possono salire (da 22mila a 700mila euro) per ogni giorno di ritardo nel pagamento.
LA LINEA DI DIFESA DEL MIUR
Il ministero dell’Istruzione ha già pronta la sua linea di difesa per rispondere al monito dell’Ue: «Spiegheremo la particolarità delle mansioni svolte dal personale della scuola in considerazione delle esigenze del territorio e di funzioni specifiche come quella del sostegno — spiegano da viale Trastevere —. Sarà pure ricordato che non si può prescindere da una rigidità nell’obbligo di garantire a tutti il diritto all’istruzione imposto dalla Costituzione e neppure dalla forte variabilità della domanda dettata da una pluralità di fattori, immigrazione inclusa».
Ai commissari Ue sarà anche sottolineato che sulla questione si sta lavorando: «Aver trasformato le graduatorie fisse in graduatorie ad esaurimento è una scelta destinata a sgonfiare le sacche del precariato e non certo ad alimentarle – scriveranno i tecnici ministeriali a Bruxelles -. E le assunzioni in ruolo decise con il recente decreto istruzione contribuiranno a riportare a un livello fisiologico il ricorso ai precari».
Se queste spiegazioni basteranno alla Commissione, la procedura si fermerà , altrimenti passerà alla Corte di giustizia, con il rischio di condanne pesanti.
SINDACATI IN TRINCEA
I sindacati rivendicano l’intervento dell’Europa sulla vicenda precari.
«La Flc-Cgil, oltre ad essere stata protagonista delle tanti mobilitazioni, ha promosso un ricorso alla Corte di giustizia europea -ricorda il segretario Domenico Pantaleo -. Adesso il governo metta in campo un piano pluriennale che consenta la stabilizzazione dei precari andando oltre gli stessi contenuti della legge sull’istruzione recentemente approvata dal Parlamento».
Anche l’Anief l’anno scorso aveva presentato a Bruxelles e Strasburgo una denuncia, a nome di migliaia di precari, proprio per la reiterata violazione nel pubblico impiego della direttiva comunitaria 1999/70/CE.
«Dopo la messa in mora dell’Italia sul personale Ata della scuola, quello di oggi è un altro segnale importante», dice il presidente Marcello Pacifico.
Incalza pure la Uil: «Nonostante i continui richiami, la risposta data con il piano di immissioni in ruolo è —osserva il segretario Massimo Di Menna — una soluzione parziale perchè ci sono ancora posti in organico di diritto coperti con contratti annuali reiterati di anno in anno. La soluzione — ribadisce Di Menna- è nell’organico funzionale».
Stabilizzare i rapporti di lavoro, secondo la Cisl, risolverebbe anche gli aspetti economici su cui interviene la Commissione Ue: «Chi è assunto a tempo indeterminato- sottolinea il segretario Francesco Scrima — può far valere anche ai fini economici l’anzianità accumulata con il lavoro precario, come da sempre avviene quando si entra in ruolo».
Mentre l’Ugl sottolinea: «I contratti a tempo determinato dovrebbero trovare applicazione solo in caso di supplenze brevi e saltuarie.
Il monito dell’Ue -conclude il segretario Giuseppe Mascolo — non resti inascoltato».
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Novembre 21st, 2013 Riccardo Fucile
DALLA SCUOLA AI MEDICINALI, UNA LUNGA SERIE DI INFRAZIONI… E GIA’ SI APRONO ALTRE SEI PROCEDURE: ITALIA CAMPIONE DI INDISCIPLINA
Un record di cui non si può andare fieri.
L’Italia, in appena 24 ore, è stata destinataria di ben 11 infrazioni da parte della Commissione Ue: le procedure riguardano scuola, sanità e ambiente.
Tra i rilievi di Bruxelles c’è anche un ricorso alla Corte di Giustizia per il mancato recupero di aiuti di Stato illegali concessi negli Anni 90
Ne abbiamo mancate 11, questa volta, noi della Repubblica Italiana.
Per esempio, non trattiamo i precari della scuola pubblica come gli assunti a tempo pieno, ma siamo anche in ritardo nell’adeguarci alle norme contro la tratta degli esseri umani.
I nostri medicinali sono privi della tutela dal rischio falsificazione e i passeggeri che viaggiano in treno non possono contare su un’autorità che tuteli i loro diritti, cosa che invece l’Italia ha promesso a Bruxelles.
Per questo la Commissione ci richiama, ci minaccia e in un caso ci manda alla Corte di Giustizia. È successo 11 volte, ieri, in un giorno solo.
Roba da primato anche nella storia infinita di un Paese da sempre maglia nera nel recepire il diritto Ue.
I numeri sono contro di noi. L’ultimo rapporto sull’applicazione del diritto comunitarie pone l’Italia in testa alla classifica delle infrazioni, erano 99 alla fine del 2012, comprese 17 procedure da ritardato recepimento.
Per fare il confronto, la Francia ha 63 contenziosi aperti, la Germania 61, l’Olanda 41. La differenza è palese, come pure si evince dalle denunce dei cittadini, altra graduatoria su cui il sistema italico svetta: ne abbiamo incassate 438; la Spagna, seconda, è quota 309.
Sono statistiche pessime, eppure stiamo facendo meglio di un tempo.
In febbraio il quadro di valutazione del mercato interno segnalava come «degna di particolare nota» la prestazione dell’Italia, capace di ridurre il deficit di recepimento delle normative europee dal 2,4 allo 0,8% in sei mesi.
Un passo avanti che impone ulteriori sforzi. «È una priorità accelerare, perchè non è sopportabile avere record negativi di infrazioni», ha ribadito a più riprese il premier Enrico Letta.
L’impegno è di arrivare al semestre di presidenza italiano di Ue, nel giugno prossimo, con un recupero, netto e consolante
Sinora ha avuto la meglio la lentezza delle Camere e una qualche disattenzione ad ogni livello per le questioni comunitarie.
Il meccanismo della legge omnibus comunitaria ha dimostrato parecchie carenze e solo di recente si è cominciato ad accelerare.
Ciò non toglie che il mostro mostri la sua faccia peggiore ogni mese, quando la Commissione apre il dossier infrazioni.
Ora ci ritroviamo gli undici «pareri motivati», seconda fase della procedura europea, che guarda caso non vengono da soli. Ieri ne sono state aperte altre sei, con lettere di messa in mora, in teoria confidenziali.
Fra queste, secondo quanto risulta a La Stampa, ce n’è anche una per l’inadeguata gestione delle scorie radioattive sul territorio nazionale. Il fantasma di Caorso, per intenderci
Il resto è una bestiario normativo.
Rischia di costarci salato il rinvio alla Corte di giustizia Ue per la mancata esecuzione di una precedente sentenza con cui la Corte confermava che certi sgravi degli oneri sociali concessi alle imprese dei territori di Venezia e Chioggia costituivano un aiuto di Stato illegale e, pertanto, dovevano essere recuperati presso i beneficiari.
È una questione che risale agli Anni Novanta, soldi sociali erogati a chi non ne aveva diritto. Bruxelles propone una mora giornaliera di 24.578 euro per ogni giorno trascorso dalla sentenza della Corte e la piena conformità da parte dello Stato o la seconda sentenza della Corte.
Nonchè il pagamento d’una penalità decrescente di 187.264 euro per ogni giorno trascorso dalla sentenza fino all’attuazione.
C’è poi che entro gennaio dovevamo recepire le norme per proteggere i farmaci.
Che entro marzo erano da attuare quelle in materia di stoccaggio del mercurio metallico considerato rifiuto.
Che abbiamo due mesi per rendere uguale part-time e assunti a tempo indeterminato nella Pubblica istruzione.
Che è aperta anche la norma sulla prevenzione delle ferite da taglio o da punta nel settore ospedaliero e sanitario.
E via dicendo, così non è forse un caso se stamane il Consiglio dei ministri deve esaminare otto norme di attuazione comunitaria.
La tratta degli umani è compresa. Sarebbe una di meno.
Un passo avanti, importante non solo in nome dell’Europa.
Marco Zatterin
(da “La Stampa”)
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Novembre 21st, 2013 Riccardo Fucile
DE LUCA FINISCE NEL MIRINO, NEL PARTITO SI DISCUTE DI ANNULLAMENTO
Non c’è pace a Salerno per il Pd. Non bastasse il ricorso interno dei democratici, lo scandalo delle tessere gonfiate al congresso democratico è finito sul tavolo della Procura antimafia di Salerno che indaga su centinaia di tessere di partito in bianco, trovate in mani evidentemente poco pulite.
Nelle stesse ore arriva la notizia che il sindaco e sottosegretario alle Infrastrutture Vincenzo De Luca, gran portatore di voti tra gli iscritti per Matteo Renzi, è stato indagato con altri nella vicenda che riguarda il cantiere «Crescent».
Tra le accuse, abuso d’ufficio, falso in atto pubblico e violazioni in materia urbanistica.
Il caso Salerno rischia di esplodere.
In serata la Commissione congresso del Pd discute sul ricorso avanzato dal coordinatore del comitato Cuperlo Patrizio Mecacci.
Un eventuale annullamento del congresso non rovescerebbe le sorti del voto tra gli iscritti, togliendo in sostanza soltanto un punto a Renzi, ma avrebbe un forte valore simbolico. «Vogliono sporcare il voto – denuncia un renziano –. È una manovra per delegittimare le primarie».
Non la pensano così i sostenitori di Cuperlo. In testa, Mecacci, che ieri è stato sentito per tre ore dai magistrati della procura antimafia di Salerno.
L’indagine nasce dal ritrovamento nel corso di alcune perquisizioni nell’agro sarnese nocerino, avvenute un mese fa, nell’ambito di altre indagini, di un cospicuo numero di tessere originali del Pd in bianco con la firma del segretario nazionale Pier Luigi Bersani e relative al 2012.
Tessere che non apparterrebbero al «pacchetto» consegnato dalla struttura nazionale per la campagna dello scorso anno.
Il sostituto procuratore della Dda Vincenzo Montemurro ha letto del ricorso del Pd e ha convocato Mecacci. La prossima settimana sentirà anche Simone Valiante, deputato sul territorio, e avrebbe intenzione di andare a Roma e di sentire anche Bersani.
Mecacci racconta: «Il magistrato mi ha chiesto notizie sul funzionamento del tesseramento e del congresso. E dei casi che ho denunciato nel ricorso».
Eccone un campione: «A Eboli, il presidente di seggio esce quando ci sono 100 voti e, dopo un’ora, al ritorno, ce ne sono centinaia per Renzi. Ad Atena Lucana ci sono stati più voti nel congresso del partito che al Pd alle Politiche. In un circolo di Salerno le operazioni di voto sono cominciate in assenza del presidente. In un altro caso ci sono risultati di un seggio, che però risulta inesistente».
Quanto basta, secondo Mecacci, per annullare il voto della provincia di Salerno, che ha dato a Renzi la percentuale più alta d’Italia.
Lo sostiene anche Guglielmo Vaccaro, tra i deputati più vicini a Enrico Letta: «C’è un’articolazione del partito in cancrena, bisogna amputare subito. Bisogna espellere dalla comunità politica questa cricca. A cominciare da De Luca, che ormai è il Cito del Tirreno e tra tessere gonfiate, abusi e spese faraoniche spadroneggia da troppi anni».
De Luca, però, sia pure da poco, appoggia Renzi. E i renziani lo difendono: «Spero che Renzi ci aiuti – dice Mecacci – È l’occasione giusta per dimostrare che è davvero un difensore della moralità , come dice. Altrimenti la predica è buona, ma il prete è sbagliato».
De Luca su Facebook decide di snobbare le polemiche sul congresso e si concentra sul caso Crescent. Oltre al sindaco sono indagate una trentina di persone tra assessori e funzionari, oltre ai responsabili delle imprese interessati alla costruzione del Crescent. Si tratta di un edificio a forma di mezzaluna, alto 30 metri, non lontano dalla spiaggia di Santa Teresa.
Opera simbolo della trasformazione urbana, contestata dagli ambientalisti. De Luca replica con rabbia e ironia: «Sequestro di cantiere. Duecento operai senza lavoro. E un formidabile impulso agli investitori a lasciare l’Italia».
E ancora: «Ogni opera pubblica, un procedimento giudiziario. Ogni variante urbanistica, un avviso di garanzia. Oggi arriva quello relativo al Crescent. Tranquilli. Siamo in perfetta media inglese».
Alessandro Trocino
(da “il Corriere della Sera“)
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Novembre 21st, 2013 Riccardo Fucile
ALTRO CHE ROTTAMARE, VINCE LE PRIMARIE CON I VOTI DEI CAPIBASTONE
Il primo tempo l’ha vinto il fu rottamatore, e non era scontato. Ma viene da chiedersi a quale prezzo: soprattutto se vorrà dilagare l’otto dicembre, quando gazebo e circoli saranno aperti a tutti i cittadini.
Matteo Renzi ha vinto la prima fase delle primarie del Pd, quella riservata agli iscritti, e via Twitter annuncia già che non farà prigionieri: “Non ci sarà un vicesegretario. Non servono incarichi di consolazione, ma un modello di partito diverso”.
Per poi promettere: “Non pagherò dazi alla vecchia politica, accetto scommesse”.
I dati diffusi da Sant’Andrea delle Fratte parlano di oltre 310 mila votanti. Renzi è primo con il 46,7 per cento, davanti a Gianni Cuperlo (38,4 per cento), Giuseppe Civati (9,2) e Gianni Pittella, che con il suo 5,7 non accede alla seconda fase (dovrebbe convergere su Renzi).
Il sindaco di Firenze ha vinto in 14 regioni su 20, sfondando anche al Sud, dove nella sfida con Bersani per la premiership del 2012 aveva pagato dazio.
Un cambio di verso, per citare lo slogan della sua campagna, su cui ha inciso parecchio il sostegno dei ras locali.
Caso esemplare, la Campania, dove l’anno scorso Bersani lo aveva più che doppiato. Questa volta Renzi ha fatto incetta di voti: il 52 per cento, a fronte del 33 di Cuperlo.
Un boom, nella regione con il maggior numero di votanti: 53 mila, il doppio dell’Emilia Romagna.
Insomma, al sindaco che prometteva tabula rasa di tutti i dinosauri dem sono serviti, eccome, i voti e le lodi pubbliche di “giovincelli” come il sindaco di Salerno e sottosegretario alle Infrastrutture, Vincenzo De Luca, e l’ex primo cittadino di Napoli, Antonio Bassolino.
Si passa in Sicilia, e si trovano altri renziani nuovissimi.
Certo, c’è Enna, dove Mirello Crisafulli ha portato in dote a Cuperlo il suo dominio bulgaro. Ma c’è anche Messina, dove il luogotenente siciliano di Renzi, Davide Faraone, ha accettato l’intesa su un unico candidato alla segreteria provinciale, Basilio Rodolfo. Soluzione benedetta dal deputato Francantonio Genovese: signore delle preferenze, indagato per associazione a delinquere per peculato e truffa, finalizzati al conseguimento di erogazioni pubbliche.
Nell’isola Renzi ha perso: ma rispetto al 2012 ha guadagnato parecchi punti.
Ha vinto invece in Puglia, dove si è convertito al renzismo persino Nicola Latorre, ex dalemiano di stretta osservanza.
E dove i congressi sono stati agitati (a Lecce hanno dovuto mandare un commissario). Ma tanti notabili hanno scelto Renzi anche al Nord. Per esempio a Torino, dove Renzi ha vinto di diversi punti su Cuperlo
Un successo anche della filiera formata dal sindaco attuale Piero Fassino, e dal suo predecessore Sergio Chiamparino, da qualche giorno indagato per abuso in atti di ufficio. Con queste cifre legittimo porsi domande , anche in prospettiva otto dicembre.
In Sicilia, per dire, tanti del Pdl si sono già reinventati renziani: dal sindaco di Agrigento Marco Zambuto all’ex vicecapogruppo a Palermo, Stefania Munafò. Che ne pensa Renzi? Finora la risposta facsimile era: “Sul carro non si sale, si spinge”.
Su Twitter, molti l’hanno pungolato: “L’appoggio di personaggi discutibili nel Pd non le provoca imbarazzo?”. E Renzi è andato in slalom: “Io vado avanti per la mia strada”. Poi, rassicurazione: “Pd o non Pd, i loschi li facciamo sloggiare, lo prometto”.
Sullo sfondo, l’ombra scissione: “Quando ho perso non sono scappato e non credo avverrà se vinco io. Siamo un partito democratico, dove si discute e si decide ma non si scappa”.
Al limite si tratta.
Luca De Carolis
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Novembre 21st, 2013 Riccardo Fucile
RINVIATA L’ABOLIZIONE DELLA RATA DELL’IMU
Eni, Stm e Enav per le partecipazioni dirette e Sace (Cdp), Fincantieri (Cdp), Cdp Reti (Cdp), Tag (Cdp) e Grandi Stazioni (Fs): queste le società che vedranno la dismissione di partecipazioni da parte pubblica.
A comunicarlo con una nota ufficiale è Palazzo Chigi. «Abbiamo deciso di intervenire nelle partecipazioni dirette e indirette con la cessione di quote non di controllo, tranne il caso della Sace, per la quale la presenza privata, come per le consorelle eueopee, sarà maggiore», ha detto il premier Enrico Letta in conferenza stampa spiegando che «complessivamente questa operazione» di cessione di quote societarie «dovrebbe far entrare tra i 10 e i 12 miliardi di euro» nelle casse dello Stato, di cui la metà andrà a ridurre il debito nel 2014 e il resto a «ricapitalizzazione della Cassa depositi e prestiti».
Il piano mira anche ad «ottenere margini di flessibilità in più da parte della Commissione europea» nel 2014 soprattutto per avere la possibilità di procedere a investimenti produttivi, ha specificato il premier Enrico Letta.
A precisare l’operazione di privatizzazioni è il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni: «Le dismissioni arriveranno fino al 60% della quota per Sace e Grandi Stazioni; per Enav e Fincantieri è prevista una cessione del 40%; per Eni la cessione è del 3%.»
SLITTA IL DECRETO IMU
Rinviato al consiglio dei ministri di martedì il decreto che abolisce la seconda rata dell’Imu.
«Lo slittamento – ha spiegato il premier Enrico Letta – è dovuto a ragioni formali, cioè al fatto che il decreto deve essere varato contestualmente al decreto sulla rivalutazione delle quote di Bankitalia, per il quale il governo attende una lettera con il parere della Bce. Al Cdm di martedì sarà anche affrontato il nodo dell’esenzione dei terreni agricoli».
Sarebbero proprio la mancanza di coperture per i terreni agricoli la causa del rinvio. Confermata invece l’esenzione dell’Imu sui fabbricati rurali. «Chiuderemo martedì l’iter legato ai due decreti dell’Imu e sulle quote di Bankitalia», ha detto Letta al termine del Cdm.
«La seconda rata dell’Imu non sarà pagata dai cittadini, questo impegno sarà rispettato».
«Il rinvio» del via libera dei due decreti «è esclusivamente dovuto ad un fatto formale, i due provvedimento devono andare in parallelo. Le banche – dice il premier – saranno toccate da entrambi i provvedimenti e quindi» occorre, per quanto riguarda il tema della rivalutazione delle quote di Bankitalia, è «necessario il parere della Bce che arriverà nelle prossime ore».
Lo slittamento è stato salutato come «necessario» da Coldiretti. Positiva anche la reazione della Copagri che però ora attende «atti concreti» senza i quali minaccia l’agitazione.
La Consulta dei Caf lancia l’allarme: sull’Imu si sta creando «una situazione di gravissimo e generale disagio». I Caf hanno deciso che calcoleranno l’imposta prendendo a riferimento le aliquote e i regolamenti contenuti nelle delibere emanate e pubblicate (nel corso del 2013) entro il 15 novembre; nonchè le aliquote e i Regolamenti fissati per l?anno 2012, in assenza di delibera pubblicata entro il 15 novembre.
MALATI SLA, C’È L’EMENDAMENTO
Per quanto riguarda la legge di stabilità , il Cdm ha deciso di presentare un emendamento che riguarda il «ripristino completo delle somme legate alla non autosufficienza» e fra queste quelle per i malati di Sla, ha annunciato il premier Enrico Letta, dicendo di comprendere le proteste, ma ricordando anche che era già previsto un «completamento del percorso».
Altra decisione, quella sugli acconti fiscali. «Si sposterà la tempistica dei pagamenti degli acconti dal 30 novembre al 10 dicembre per dare agio a tutti coloro che devono operare in questo campo e a farlo senza corse», ha concluso Letta.
(da “La Repubblica“)
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Novembre 21st, 2013 Riccardo Fucile
IN REGIONE PIEMONTE FRANCO MARIA BOTTA HA USATO I FONDI DEL GRUPPO PER RISTORANTI, PROFUMI E FIORI…COINVOLTI ALTRI ESPONENTI DI PDL E FRATELLI D’ITALIA
«Quale consigliere regionale della Regione Piemonte e capogruppo del gruppo consiliare … e per ciò pubblico ufficiale, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, avendo la disponibilità dei fondi derivanti dal contributo di funzionamento per i gruppi, erogati dal Consiglio Regionale e versati sul conto corrente IT…, se ne appropriava utilizzandoli per finalità personali e comunque estranee alla previsione normativa».
È la formula che tutti i capi gruppo indagati si sono ritrovati nella mail inviata dalla procura come informazione di «chiusura indagini».
Oltre alla proprie contestazioni, i «responsabili» del gruppo concorrono alle accuse rivolte ai singoli consiglieri. Luca Pedrale, capo gruppo del Pdl, si è ritrovato con 22 capi d’imputazione, uno per sè e gli altri condivisi con i colleghi e gli ex berlusconiani perchè ha autorizzato le spese anomale.
I ristoranti
Il Pdl ne esce strapazzato dall’inchiesta sui rimborsi regionali.
Come politici amano soprattutto i ristoranti. È la prima voce nell’elenco delle contestazioni in serie.
Franco Maria Botta (passato a Fratelli d’Italia) ha speso tra giugno 2010 e settembre 2012 (periodo contestato a tutti i consiglieri), 41.472,23 euro.
Marco Botta (passato a Fratelli d’Italia), ha chiesto il rimborso di 36.372,20 euro. È un mago degli scontrini: oltre ai pasti in ristorante, le accuse che lo riguardano comprendono spese «anomale» per cibi da asporto e generi alimentari vari (come salumerie, macellerie, panifici) e consumazioni al bar.
Sotto questa voce, Valerio Cattaneo (passato a Fratelli d’Italia) ha «spese» da gourmet per 38.218,34 euro. Alberto Cortopassi (sta per passare con Alfano), tra tramezzini e piatti della tradizione, lo supera di gran lunga: ha collezionato contestazioni culinarie per 48.131,97 euro.
In coda, i virtuosi del piattino, sono Girolamo La Rocca, con 6.809,80 euro; Pietro Francesco Toselli, 9.824,16 euro; Angelo Burzi, 10.161,08 euro, la cui voce racchiude quasi l’intera contestazione mossa a suo carico dai pm.
Abbigliamento
L’immagine, si sa, è il primo biglietto da visita per un politico. I look prima di tutto. Anche qui la procura ha contestato una raffica di spese non consone con l’attività politica.
Luca Pedrale ha fatto acquisti in negozi di abbigliamento per un importo complessivo di 2.790 euro.
Franco Maria Botta ha speso 12.210 euro, parte presso la boutique «Olympic». Acquisti di qualità .
Marco Botta ha fatto tappa anche da Hermes per chiedere il rimborso alla Regione Piemonte, 3.515,79 euro.
Anche Valerio Cattaneo è stato cliente di «Olympic», aggiungendo nel suo elenco «Louis Vuitton»: per lui la voce abbigliamento ha raggiunto quota 6.154 euro.
Rosa Anna Costa, per arricchire il guardaroba da consigliere, ha fatto acquisti per 2.968,70 euro.
Angiolino Mastrullo, in questo campo, ha superato la collega, collezionando spese di «charme» per 3.796,82 euro.
Roberto Boniperti, esperto di eleganza, si è spinto fino 7.049,68 euro.
Spese varie
Sotto questa voce compaiono richieste di rimborso tra le più fantasiose.
Durante la prima fase d’indagine, qualche consigliere aveva cercato di dare una spiegazione plausibile alle fatture messe in elenco.
Adesso queste spese se le ritrovano nell’atto conclusivo delle indagini, passo che precede la richiesta di rinvio a giudizio.
In cima alla classifica, si ritrova Franco Maria Botta, con i suoi 79.051,94 euro di contestazione finale.
Per spese varie di gioielleria, traslochi, cd, articoli per la casa, ha speso 2099,99 euro; fiori, per 2.319 euro, accessori e prodotti di valigeria per 2.192 euro; rimborsi di profumi per 2.174,96 euro.
A stretto giro lo segue il suo omonimo, Marco Botta: ha speso 4319,40 euro in fiori, parrucchiere, abbonamento doccia solare, articoli per la casa, articoli per fumatori, attrezzatura da golf.
La somma comprende anche il pagamento di contravvenzioni al codice della strada. I politici sono sempre di corsa.
Non è il solo tra i consiglieri del Pdl o ex, ad accollare le multe alla Regione.
Anche Carla Spagnuolo, che ha contestazioni complessive per 66.847,37 euro, ha inserito il rimborso di multe, oltre a bigiotteria e articoli per la casa: 3.757,41 euro. Pietro Francesco Toselli, tra omaggi natalizi di natura alimentare, vino e centro benessere, 2.823,69 euro.
Nel suo caso deve rispondere di una contestazione complessiva di 23.073,68 euro.
Finanziamento illecito
Alcuni consiglieri sono accusati di aver utilizzato il denaro della Regione per finanziare attività elettorali. Errori, sostengono gli indagati.
È il caso di Girolamo La Rocca. Secondo il capo di imputazione che lo riguarda, ha chiesto il rimborso di una fattura di 2.000 euro «emessa dalla società Italgrafica di Novara, a favore del gruppo Pdl, per la fornitura di manifesti e volantini elettorali». Alcuni dal titolo «Difendi il tuo voto, consigliere La Rocca», gli altri «Una fiaccolata per Cota».
Stessa accusa è stata mossa nei confronti della Spagnuolo, per una fattura del 30 marzo 2011, importo 1.002 euro, relativa alla campagna elettorale delle comunali di Torino, e di Angelo Burzi, per una fattura del 7 ottobre 2010, importo 3.600 euro, , emessa dalla società «Maverick» di Milano, in occasione delle regionali del 2010.
Massimiliano Peggio
(da “La Stampa“)
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Novembre 21st, 2013 Riccardo Fucile
LE MOTIVAZIONI DELLA SENTENZA: “BERLUSCONI SAPEVA CHE LA RAGAZZA ERA MINORENNE: FU INSERITA NEL SISTEMA PROSTITUTIVO DI ARCORE”
L’ex premier Silvio Berlusconi fece sesso con Ruby, all’epoca minorenne, in cambio di denaro, e questo “è stato provato”.
Così come risulta che Berlusconi fosse consapevole della minore età della ragazza.
I giudici della quarta sezione penale di Milano hanno depositato le motivazioni della condanna del Cavaliere a sette anni di reclusione per concussione e prostituzione minorile. “Risulta innanzitutto provato che l’imputato abbia compiuto atti sessuali con El Mahroug Karima in cambio di ingenti somme di denaro e di altre utilità , quali gioielli”, si legge nei documenti.
“Il sistema prostitutivo di Arcore”.
Il tribunale di Milano ha ritenuto che “la valutazione unitaria del materiale probatorio illustrato evidenzi lo stabile inserimento” di Ruby “nel collaudato sistema prostitutivo di Arcore”. E “la cronologia degli accadimenti oggetto del presente processo e il chiaro contenuto dei dialoghi captati convergono nel fornire la prova, al di là di ogni ragionevole dubbio, della consapevolezza dell’imputato della minore età ” di Ruby.
“Niente carte ai giornalisti”.
Il presidente del collegio, Giulia Turri, aveva ha autorizzato i giornalisti ad avere una copia delle motivazioni. Nei giorni scorsi sei cronisti, “in qualità di rappresentanti dei giornalisti giudiziari del palazzo di giustizia di Milano”, avevano chiesto di poter estrarre copia, “trattandosi di un caso di interesse pubblico e di stringente attualità “.
Il giudice ha respinto la richiesta dei giornalisti, però, spiegando che ai sensi dell’articolo 116 del Codice di procedura penale non sono “soggetti legittimati” a prendere visione delle motivazioni: la norma stabilisce che possano ottenere le motivazioni solo le parti processuali.
“Silvio regista del bunga bunga”.
Berlusconi era il “regista delle esibizioni sessuali delle giovani donne” che “dava il via al cosiddetto bunga bunga, in cui le ospiti di sesso femminile si attivavano per soddisfare i desideri dell’imputato, ossia per fargli provare piaceri corporei”.
I giudici spiegano che il bunga bunga, “come chiarito dalla stessa El Mahroug” Karima, ossia Ruby, consisteva in “balli con il palo da lap dance, spogliarelli, travestimenti e toccamenti reciproci”.
Spiegano quindi che “a tale preludio faceva poi seguito la notte ad Arcore con il presidente del consiglio in promiscuità sessuale, ma soltanto per alcune giovani scelte personalmente dal padrone di casa tra le sue ospiti femminili. Certo è che, fra queste, egli scelse El Mahroug Karima in almeno due occasioni”.
Le pressioni sulla questura.
“Deve ritenersi” che il premier “intervenne pesantemente sulla libertà di autodeterminazione del capo di gabinetto e, attraverso il superiore gerarchico, sul funzionario in servizio quella notte in questura (…) al fine di tutelare se stesso, evitando” che Ruby “svelasse l’attività di prostituzione” ad Arcore, scrivono ancora i giudici milanesi.
(da “La Repubblica“)
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Novembre 21st, 2013 Riccardo Fucile
“VOTIAMO NO ALLA MANOVRA”… L’IPOTESI CAPOGRUPPO
Andrà in aula a difendersi coi denti. La prossima settimana Silvio Berlusconi si presenterà a Palazzo Madama per tenere di persona l’»arringa difensiva », in parte messa a punto a inizio settimana con Ghedini e gli altri avvocati.
Prenderà la parola pochi istanti prima che l’aula voti la decadenza.
Fuori, in piazza, la manifestazione che falchi e Esercito di Silvio stanno già pianificando per quelle ore.
Il Cavaliere vuole un impatto mediatico forte, in concomitanza col 27 novembre (o al più un paio di giorni dopo)
Allo stato maggiore di Forza Italia, riunito a sorpresa ieri pomeriggio nella nuova sede di Piazza San Lorenzo in Lucina, confessa tutta l’angoscia per il momento in arrivo, ma rivela anche di confidare molto nelle nuove carte in arrivo sui diritti tv.
Vuole andare a difendersi in tv ma prima del voto al Senato potrebbe maturare lo strappo definitivo col governo.
«La legge di stabilità così com’è non la votiamo» ha rassicurato a Denis Verdini e Marcello Dell’Utri, con cui ha pranzato a Palazzo Grazioli appena rientrato a Roma (rinunciando al galà del Milan in serata).
Proprio per condurlo su quella strada, un passaggio immediato all’opposizione prima della decadenza, Fitto, Gelmini, Carfagna, Gasparri, Matteoli, Romani e tanti altri lo hanno convinto a tenere il vertice nella sede del partito.
Quasi a voler confermare da che parte stia il capo, dopo le notizie sui contatti perduranti con Alfano.
Una nota intanto ha smentito la partecipazione di Berlusconi alla kermesse del Nuovo centrodestra il 7 dicembre. L’ipotesi caldeggiata da Verdini, Brunetta, Capezzone, Santanchè tra gli altri, è di votare no alla manovra già in commissione questa settimana e poi alla fiducia in aula.
Sembra che lealisti e falchi non siano riusciti invece a convincerlo ancora del tutto ad accettare l’elezione alla carica di capogruppo (al posto del fuoriuscito Schifani), proprio alla vigilia della decadenza.
Ma a fine serata, a vertice quasi concluso, la soluzione che porta a Paolo Romani capogruppo reggente era ritenuta la più probabile (la Bernini ancora in corsa).
Non titolare ma “reggente”, dato che su questa partita si è consumato uno scontro pesante con Nitto Palma, sponsorizzato dai campani.
Oggi pomeriggio riunione di gruppo decisiva al Senato
C’è parecchia fibrillazione nella nuova Forza Italia, la corsa alle poltrone che contano fa sentire tutti insicuri.
Ancor più dopo il video diffuso dal sito del quotidiano Europa.
Risale a lunedì, quando il Cavaliere ha ricevuto a Villa Gernetto 120 giovani dei circoli di Dell’Utri. In quella sede è tornato sulla scissione («La minoranza in democrazia ha sempre accettato la decisione della maggioranza, non questa volta: se ne sono andati »). Ma soprattutto ha teorizzato la necessità di affiancare «i giovani ai veterani superstiti», ipotizzando lo “spacchettamento” del movimento: «Da una parte la struttura del partito che risente moltissimo dell’età », dall’altra le giovani leve. Che poi animeranno i club “Forza Silvio”.
Insomma, «c’è bisogno di linfa nuova per la rivoluzione liberale». Non ci sono più, ricorda, Urbani, Baget Bozzi, Melograni e Tremonti, «che era dotto ed esporto ma non sapevamo che era pazzo» si sente in video. «In tutti i partiti a poco a poco la passione iniziale di trasforma in assuefazione al mestiere, alla professione della politica, al piccolo potere».
È la storia della scissione vista da Berlusconi. Volti nuovi l’ex premier li esige soprattutto sul piccolo schermo.
Adesso Deborah Bergamini, neocapo della comunicazione, gestirà le presenze nel talk. Il direttore del Tg4 Giovanni Toti ora è il volto-tv in cima alla classifica del Cavaliere.
Altri seguiranno.
Carmelo Lopapa
(da “La Repubblica”)
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Novembre 21st, 2013 Riccardo Fucile
CRESCONO LE TENSIONI INTERNE A FORZA ITALIA: IL CAVALIERE PENSA A UNA SUA REGGENZA IN ATTESA DELLA SEDUTA CHIAVE SULLA DECADENZA… IMMAGINI DI UNA RIUNIONE RISERVATA IN CUI PARLA DI “FACCE NUOVE”
Crescono le tensioni nella neonata Forza Italia dopo l’uscita di Ncd.
Il primo problema che Berlusconi non riesce a sciogliere è quello del nuovo capogruppo in Senato al posto del dimissionario Renato Schifani che ha aderito alla formazione di Angelino Alfano.
Mentre si diffonde una malcelata irritazione nei “forzisti di vecchia data” per un video di una riunione riservata di qualche giorno fa nella quale Berlusconi parla esplicitamente di facce nuove da affiancare a una struttura in cui ormai prevale la “assuefazione al mestiere, alla politica, al piccolo potere”.
Serve – dice – “linfa nuova, passione giovane”.
Il Cavaliere ha presieduto ieri sera in Lorenzo in Lucina una lunga riunione con lo stato maggiore azzurro, preceduta dalle voci sulla sua tentazione di assumere in prima persona la presidenza del gruppo, in vista del voto della decadenza – che è ormai chiaro essere l’unico tema che assorbe tutte le sue forze – e del passaggio in aula a palazzo Madama della Legge di stabilità , sulla quale il leader di Forza Italia annuncia battaglia minacciando di non votarla.
Comunque sul rebus del Senato avrebbe deciso di prendere ancora del tempo, avanzando la possibilità di affidare la ‘reggenza’ del gruppo a un fedelissimo della vecchia guardia azzurra come Paolo Romani.
Mentre i senatori azzurri sono stati di nuovo convocati, domani, a palazzo Madama. Ma secondo alcune indiscrezioni la scelta definitiva del neo capogruppo potrebbe arrivare successivamente, anche dopo il voto sulla decadenza dell’ex premier.
Berlusconi, infatti, ha la testa sempre al 27 novembre, giorno della sua possibile espulsione dal Parlamento, che considera quasi un ‘giorno del giudizio’, una sorta di spartiacque per la tenuta delle larghe intese e del suo rapporto con gli alfaniani.
E pensa a una manifestazione di piazza e a un intervento in tv per spiegare la sua verità .
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