Marzo 15th, 2016 Riccardo Fucile
“CI SONO PERSONE CHE PER EGOISMO DI PARTITO LA SPINGONO A FARSI DEL MALE”
Silvio Berlusconi stoppa la candidatura di Giorgia Meloni a sindaco di Roma, perchè la leader di Fratelli
d’Italia è incinta e, da mamma, non potrà occuparsi di Roma a tempo pieno.
Matteo Renzi invece la incoraggia, anche se auspica la vittoria del centrosinistra al Campidoglio: “Certo che che una mamma può fare il sindaco! – afferma il premier – Io, poi, mi auguro che il sindaco di Roma lo faccia Giachetti”.
Silvio Berlusconi fa notare che “le donne hanno cinque mesi di lavoro non obbligatorio” quando diventano mamme, “è chiaro a tutti che una mamma non può dedicarsi a un lavoro terribile” come amministrare Roma che “è in una situazione terribile, ci sono persone che per egoismo di partito cercano di spingerla a questo e a fare il suo male”.
Il leader di Forza Italia in diretta a Radio anch’io commenta gli ultimi sviluppi polemici nel centrodestra tra Guido Bertolaso e Giorgia Meloni, dicendo che “fare il sindaco significa stare in ufficio 14 ore al giorno, non credo sia una scelta giusta nell’interesse di Giorgia” ha detto Berlusconi.
“Bertolaso ha chiarito che è stata una battuta fatta per difendere la Meloni da chi la tira per i capelli. È noto quanto io la stimi e apprezzi il suo impegno; sono io che, non a caso, ne ho fatto uno dei ministri più giovani. È una cosa chiara a tutti che una mamma non si può dedicare ad un lavoro terribile, Roma è in un situazione terribile e poi la stessa Giorgia lo aveva escluso, ci sono persone che la stanno spingendo a candidarsi” dice ancora Berlusconi.
“In politica come nella vita la parola va rispettata, confermeremo le nostre scelte nelle città più importanti dove le primarie della sinistra hanno portato i peggiori politici della storia. Se la casa è allagata serve un idraulico non uno che sa fare bene i comizi.
Da una parte c’è la concretezza di Bertolaso, dall’altra le chiacchiere della politica” ha concluso.
Guido Bertolaso aveva chiarito sul Corriere della Sera le sue dichiarazioni nei confronti della Meloni. “Ho parlato a Giorgia come se fosse mia moglie. La campagna elettorale è un impegno gravoso, dalle sei del mattino a mezzanotte, bisogna andare in giro tra buche, topi, sporcizia, campi rom” spiega Bertolaso in un’intervista al Corriere della Sera.
“Mia moglie cercherei di tutelarla, proteggerla, coccolarla, anzichè mandarla in tutti i Municipi romani. Ho parlato in sua difesa,niente altro”, precisa Bertolaso, sottolineando che Meloni “è una donna a cui voglio molto bene e che stimo”.
“Le manderò un mazzo di rose”, conclude l’ex capo della Protezione civile.
(da “Huffingtonpost”)
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Marzo 15th, 2016 Riccardo Fucile
LA LETTERA DI BERTOLASO ALLA MELONI SU “IL TEMPO”: “MIE PAROLE STRUMENTALIZZATE”
Cara Giorgia,
dopo aver letto la tua nota di questo pomeriggio vorrei chiarire, con la schiettezza che mi contraddistingue, che nella mia intervista a «FuoriOnda» di ieri, volutamente strumentalizzata, non ritengo ci fosse nulla di offensivo nei tuoi confronti, nè in quello delle donne che vivono la straordinaria esperienza di «dare la vita».
Non ho mai detto che una donna in gravidanza non può fare la campagna elettorale e non può fare il Sindaco. E un tale pensiero nemmeno mi sfiora.
Oltre a essere da sempre impegnato a combattere pregiudizi e discriminazioni, sono un medico e so bene che la gravidanza è tutt’altro che una malattia, e che non preclude alcun obiettivo a chi si trova nella più dolce delle attese.
D’altronde, gli esempi sono tantissimi e in ogni campo. Anche quando annunciasti la tua gravidanza si discuteva della tua candidatura a Sindaco di Roma e, se non ricordo male, fosti proprio tu a voler riflettere bene sulla possibilità di volerti e poterti impegnare in tale sfida.
Oggi la mia premura, accompagnata da sincere parole di affetto, si rivolgeva a quanti, in queste ore (come allora), ti stanno tirando in ballo strumentalmente, con l’unico scopo di alimentare polemiche che non hanno alcuna ragione di essere, spesso facendo leva proprio sulla tua gravidanza.
È quest’atteggiamento che trovo inqualificabile e degno di speculatori.
Ciò che intendevo dire e che ribadisco oggi è: «lasciate Giorgia in pace e non usatela nel bieco tentativo di metterci uno contro l’altro».
Questo è il mio pensiero e null’altro. In tutte le occasioni ho precisato che riconosco il diritto alla maternità quale priorità da rispettare e tutelare in tutte le sue forme, compresa la libertà di scegliere quali sono gli obiettivi e i limiti che ciascuna donna vuole darsi.
Più volte nelle nostre conversazioni private abbiamo affrontato e convenuto proprio su questo tema.
Colgo quest’occasione per chiederti un impegno comune: battiamoci per dare alle donne la libertà di scegliere il loro presente e il loro futuro; impegniamoci concretamente per costruire una rete di servizi dedicata alle mamme e all’infanzia, degna della Capitale di un Paese civile; promuoviamo norme e regolamenti stringenti che permettano alle donne una reale conciliazione tra gli impegni familiari e quelli di lavoro.
Con questo chiarimento mi auguro si possa mettere la parola fine a questa polemica del tutto fuori luogo e che non giova a nessuno, tanto meno ai cittadini che attendono risposte concrete.
Con affetto e stima, Guido Bertolaso.
(da “il Tempo“)
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Marzo 15th, 2016 Riccardo Fucile
INTRECCI TRA POLITICA E CLAN DEI CASALESI
Beni per sei milioni di euro – quote societarie, 10 immobili, due vetture e 19 rapporti finanziari – sono
stati confiscati dalla Direzione investigativa antimafia (Dia) di Napoli a Luigi Corvino, 49 anni, ex consigliere comunale di Casal di Principe (Caserta), accusato di avere agevolato il clan dei Casalesi.
A Corvino è stato anche notificato un obbligo di soggiorno nel comune di residenza della durata di due anni e sei mesi.
In particolare, il personale della Dia ha confiscato le quote societarie dell’azienda di forniture mediche Medical Campus di San Cipriano d’Aversa (Caserta); il capitale sociale, beni e patrimonio della società edile Cas.Rib. di Caserta; una quota della Building Immobiliare di Aversa (Caserta); due terreni e due fabbricati a Casal di Principe, cinque terreni e un fabbricato rurale a Minturno (Latina); due autovetture e 19 rapporti finanziari.
L’ex consigliere comunale di Casale – eletto nelle fila di Forza Italia nel 2007 con 531 preferenze – venne arrestato nel dicembre del 2011 insieme ad altre 57 persone, a cui sono stati contestati a vario titolo i reati di associazione per delinquere di tipo camorristico, estorsione, turbativa delle operazioni di voto mediante corruzioni e/o concussioni elettorali, truffa ai danni dello stato, abuso d’ufficio, falso in atto pubblico, riciclaggio e reimpiego di capitali di illecita provenienza.
In quell’indagine vennero alla luce gli intrecci tra la politica di Casal di Principe e l’ala militare e imprenditoriale delle fazioni Bidognetti e Schiavone del clan dei Casalesi.
Corvino, secondo gli inquirenti, agevolava la mafia casalese con l’affidamento di appalti, con assunzioni e recuperando voti per politici graditi ai boss. In sostanza, il clan, attraverso Corvino e altri, teneva sotto controllo le istituzioni locali e anche le popolazioni di Casal di Principe e di molti comuni limitrofi.
L’ex consigliere, in cambio dell’appoggio politico, promise assunzioni nel centro commerciale “Il Principe” (mai realizzato e per il quale si prodigò agevolando l’illecito iter amministrativo) in occasione del rinnovo del Consiglio Comunale di Casal di Principe del 27 e 28 maggio 2007 e del successivo ballottaggio del 10 ed 11 giugno 2007.
Anche i terreni su cui doveva sorgere il centro commerciale, sostegno gli inquirenti, vennero ottenuti attraverso minacce ai proprietari.
(da “La Repubblica“)
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