Maggio 7th, 2016 Riccardo Fucile
IL CENTRO DELLA CAPITALE BLOCCATO PER ORE DAL CORTEO… “SI’ ALLA UE, NO ALLA SVOLTA AUTORITARIA”… LA PIU’ GRANDE MANIFESTAZIONE DOPO LA CADUTA DEL COMUNISMO
Almeno duecentoquarantamila in piazza. Per l’Unione europea e i suoi valori costitutivi, per le regole della democrazia, contro il governo di maggioranza assoluta neoconservatore e il suo euroscetticismo.
Varsavia sabato pomeriggio ha vissuto quella che con ogni probabilità è stata la più grande manifestazione dal 1989 della caduta del comunismo.
La dimostrazione è stata organizzata da “Libertà , uguaglianza, democrazia”. Così si chiama, evocando il motto della rivoluzione francese, la nuova alleanza delle opposizioni democratiche.
Una contromanifestazione dei nazionalisti che appoggiano in strada da destra il governo ha raccolto appena un migliaio di persone.
“Siamo in Europa, siamo nella Ue e vogliamo restarci, siamo contro gli attacchi alla Ue e alle libertà di questo governo”, erano gli slogan dei manifestanti.
La dimostrazione è stata organizzata dai due nuovi leader dell’opposizione.
Cioè Mateusz Kijowski, il giovane imprenditore che ha fondato il KOD, Comitato per la difesa della democrazia (la sigla evoca il KOR, antico movimento dissidente non violento in Polonia sotto la dittatura comunista) e da Nowoczesna, ‘I moderni’, il partito liberal guidato da Ryszard Petru che è seconda forza in Parlamento.
E infine ma non ultimo da Platforma Obywatelska (PO), il partito liberal sconfitto dal PiS di Kaczynski alle elezioni del 25 ottobre scorso.
Sì all’Europa, no alla svolta autocratica, hanno detto i due oratori alla manifestazione. Per ore, l’intero centro di Varsavia, dalla città vecchia al nuovo quartiere degli affari stracolmo di grattacieli, sono rimasti bloccati dal corteo.
La protesta è rivolta in primo luogo contro le leggi governative, che secondo l’opposizione e anche a detta della Ue hanno di fatto esautorato la Corte costituzionale, dopo le epurazioni nei media pubblici.
Secondo ma non ultimo, le opposizioni chiedono di negoziare con Bruxelles sia sulle libertà sia sul nodo della ripartizione dei migranti, che Varsavia rifiuta. “Questo governo indebolisce e isola la Polonia sia sui mercati mondiali sia in Europa, minaccia di gettarci nell’isolamento o in braccio a Mosca”, ha detto Grzegorz Schetyna, leader di PO, parlando ai dimostranti.
La crescita delle manifestazioni antigovernative — più affollate da un weekend all’altro nei grandi centri urbani del ceto medio colto ed europeista, ignorate nelle campagne conservatrici e nell’est più povero — costituisce un problema innegabile per la maggioranza di governo.
Una prova arriverà nei prossimi giorni con le revisioni dei rating, anche per la Polonia, da parte delle agenzie internazionali.
In questi giorni Varsavia ha fatto fronte con Budapest nel pronunciare il no più assoluto alle decisioni della Ue (ispirate anche dalle proposte di Renzi) per un’equa ripartizione delle quote di migranti da accogliere.
Polonia, Ungheria e resto dell’Est di Ue e Nato, pur dovendo in parte la loro prosperità agli aiuti di Bruxelles, rifiutano ogni solidarietà all’Ovest della Ue, soprattutto ai paesi come Germania Svezia Italia Austria e Grecia che affrontano l’emergenza del massimo numero di migranti.
Le opposizioni polacche non lottano per uno scontro frontale: al contrario, sia Kijowski leader del KOD sia Petru numero uno di Nowoczesna lanciano ogni giorno appelli al dialogo costruttivo col governo di maggioranza.
Ma in risposta ricevono accuse di tradimento o al minimo di ‘posizioni antipatriottiche’. L’esecutivo guidato dalla premier Beata Szydlo, fedelissima all’uomo forte della destra nazionalconservatrice maggioritaria, Jaroslaw Kaczynski, insiste che “con la maggioranza assoluta gli elettori ci hanno dato un mandato preciso”.
Instabilità e imprevedibilità polacche pesano oggettivamente su presente e futuro della Ue, visto anche il peso geopolitico, economico, politico e militare del paese.
(da “La Repubblica“)
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Maggio 7th, 2016 Riccardo Fucile
IL CONDUTTORE DELLA GABBIA FA CAMPAGNA CONTRO IL CARROCCIO: “QUANDO HO ROTTO I PONTI CON IL CENTRODESTRA MI SONO DIMESSO PER COERENZA, RINUNCIANDO A UN CONTRATTO A TEMPO INDETERMINATO, OGGI SONO LIBERO DI DIRE QUELLO CHE PENSO”… “”HANNO MESSO MARONI CAPOLISTA PER FARGLI AVERE LA SOSPENSIONE DEL PROCESSO”
“Perchè è la città che amo, perchè ci sono nato e ci vivo. Ecco perchè ho deciso di entrare nel pieno di questa campagna elettorale con Varese Blog”.
L’incipit è vagamente berlusconiano ma parla Gianluigi Paragone, il conduttore de La Gabbia su La7, nel primo video auto-realizzato che apre la sua campagna da “attivista” per le amministrative alle porte.
“L’ho aperto perchè i cittadini capiscano che cosa è stato il potere del centrodestra. E mi auguro che perda”.
Sì perchè anche a Varese si vota e Paragone, che da 44 anni ha sempre vissuto nella roccaforte del Carroccio, ha deciso di usare una pagina Facebook per catalizzare il malessere che cova nel popolo che vendette l’anima alla Lega. A chi lo contesta per l’iniziativa giura di essersi poi ripreso la sua.
“Sul blog mi danno del “voltagabbana” se attacco il centrodestra”, risponde, prevenendo l’obiezione più ovvia.
“E’ vero che sono stato cooptato in Rai su indicazione della Lega, ma quando ho rotto col centrodestra mi sono dimesso lasciando un contratto da dirigente a tempo indeterminato. Non ero entrato lì per concorso o per merito e ho pareggiato i miei conti. E oggi sono libero di dire quel che penso”.
Chiarito il “chi” tocca al cosa, Varese caput mundi.
Così l’han sempre venduta i duri e puri del movimento per l’indipendenza della Padania che dal Sacro Monte dovevano calare su Roma ladrona per poi bruciarla. E non sono più tornati.
Paragone parla di questa lunga stagione come di una “grande illusione”. Varese, dice, è governata dalla Lega ininterrottamente dal 1993. Ventitrè anni.
“Il primo sindaco fu Raimondo Fassa, arrivarono anche le antenne della Cnn alla Città Giardino. Per dire come il fenomeno Lega Nord che sembrava rivoluzionario avesse gli occhi puntati addosso. E’ stato rivoluzionario? Neppure lì, nella roccaforte simbolo di tutto il movimento. A un certo punto questi avevano il Comune, la Provincia, la Regione e lo Stato centrale: se neppure in questa condizione sei stato capace di fare delle cose per la tua città e la tua gente prendi atto del tuo fallimento e riparti da capo. E invece ripartono con le stesse facce e i soliti slogan”.
E siamo già al come. “Io mi incazzo quando oggi vedo i manifesti del candidato del centrodestra Paolo Orrigoni che promette “più sicurezza”. Ma come, hanno amministrato per un quarto di secolo la città facendo della sicurezza il loro cavallo di battaglia e ora dicono che se li voti te la garantiscono? Sono loro che hanno governato finora, se non c’è neppure sicurezza devono fare ammenda e non chiedere altri voti”. E’ solo un esempio perchè poi c’è il verde pubblico, i trasporti, le auto in centro, gli spazi per i bambini. Tutti temi e spunti critici sul governo della città che il blog di Paragone conta di convogliare per dare un messaggio chiaro: “Varese è bloccata da 23 anni, bisogna cambiare”.
“Insomma — sbotta Paragone — è poi tanto difficile fare delle piccole cose di buon senso a favore dei cittadini? Perchè Piazza Repubblica è un buco nero? Perchè la caserma Garibaldi cade a pezzi? Perchè non ci sono le piste ciclabili? Perchè manca un progetto di città che evolva per dare benessere a chi decide di restare?”.
Neppure gli scappa quando alla domanda risponde che tra gli ultimi benefattori di Varese primeggia ancora un “terùn” come Salvatore Furia, geniale meteorologo e poeta di Caltanissetta che in cima al Sacro Monte riuscì a fare l’osservatorio astronomico.
“Ecco, lui aveva un sogno, un’idea. Gli altri non hanno neppure quella, solo piccolo furbizie, come candidare Maroni come capolista in città solo per ottenere la sospensione del processo a suo carico per tutto il periodo elettorale”.
Non sa chi votare, il perchè lo dice pure.
“Purtroppo i Cinque Stelle non sono riusciti ad avere una lista unica… Mi è dispiaciuto perchè avrei voluto vedere la città amministrata con logiche diverse”. Non per fare il Paragone, ma questa convergenza grillina sembra la riedizione degli esordi in salsa verde, al tempo della Padania…
“In realtà sono più grillino del M5S, lo sono sempre stato. Molte cose di Grillo, soprattuto sul versante del trasporto pubblico, delle rinnovabili io lo seguivo al tempo degli spettacoli, ancora oggi mi riascolto quello al teatro delle Vittorie in Rai. Mi convertì lui alla macchina ibrida. Mi sarebbe piaciuto vedere la declinazione di quegli argomenti su scala cittadina e li avrei anche votati molto volentieri”.
Chi c’è, con quali forze e come finirà . “Varese ancora guarda al centrodestra, probabilmente farà vincere Paolo Orrigoni che viene dalla cosiddetta società civile che in questo caso è imprenditoriale. Questo è il padrùn dei supermercati. Siccome il Comune rilascia licenze commerciali ed edilizie questo ha conflitti di interesse in entrambi i settori”.
Poi c’è il Pd che qui non tocca palla da una quarto di secolo. “Hanno candidato un giovane ma ahimè è renziano, per me sarebbe difficile. Potrei anche votarlo — turandomi naso, orecchie e bendandomi tutto — se mi convince che per lui è prioritaria la buona amministrazione delle città ”.
Come capolista di Forza Italia c’è Piero Galparoli: “E’ il presidente della squadra di calcio con una cordata molto discussa, uno che si è fatto un bar in centro. E molti a chiedersi se sia normale avere amministratori o politici che possano godere di facilitazioni e permessi. Non cambia nulla. E’ come se la città fosse sempre roba loro”.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Maggio 7th, 2016 Riccardo Fucile
ECCO COME SALVINI DIFENDE I LAVORATORI PADANI: LEGHISTI IN MEZZO A UNA STRADA, E LUI PRENDE 10 COLLABORATORI SENZA ASSUMERLI
Matteo Salvini ha lanciato in questi giorni il suo blog con commenti, articoli e video di attualità , chiamato ‘Il Populista’.
Ma gli ex giornalisti del quotidiano leghista ‘La Padania’ che sono in cassa integrazione dopo la chiusura della testata nel 2014 lamentano di non essere stati coinvolti nella nuova iniziativa editoriale di via Bellerio, “nonostante i chiari e inequivocabili accordi sindacali per la loro ricollocazione”.
Una decina di persone per il momento lavorano alla testata, tutti collaboratori. Nessuno è stato assunto.
Il direttore è Alessandro Morelli, già direttore di Radio Padania, il sito è stato lanciato giovedì scorso, 5 maggio.
Mentre la diffusione sarà tutta incentrata su Facebook, compito è stato affidato a Luca Morisi che cura il profilo social di Salvini, della Lega e di Noi con Salvini, considerato “il Casaleggio” del segretario.
“I giornalisti cassaintegrati della Padania – si legge in una nota del cdr che fa il verso agli slogan di lancio del sito – ‘liberano la bestia’ che è in loro e con ‘audacia e istinto’ si rivolgono per l’ennesima volta a Salvini, che da tempo, nonostante le ripetute richieste, tace, almeno su questo fronte, e chiedono a gran voce: come la metti con i ‘tuoi’ lavoratori?”.
“Noi cassa integrati – conclude la nota – stiamo al Populista come i taxi stanno a Uber, perchè non abbiamo da Salvini lo stesso trattamento che riserva ai taxisti? E’ ora di dare risposte anche a noi”.
(da “la Repubblica”)
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Maggio 7th, 2016 Riccardo Fucile
IL TIMORE PER UN EFFETTO SUL VOTO INDUCE I CINQUESTELLE A FAR QUADRATO CON IL SINDACO DI LIVORNO… STAVOLTA NON GRIDANO ALLE DIMISSIONI… I GUAI POSSONO ARRIVARE DALL’AVER ASSUNTO 33 PRECARI QUANDO L’AZIENDA NON ERA IN GRADO DI ASSUMERE PERSONALE
Beppe Grillo alza il telefono e chiama Filippo Nogarin, il sindaco di Livorno raggiunto da un avviso di garanzia legato alla richiesta di concordato per l’Aamps, l’azienda municipalizzata che si occupa della raccolta dei rifiuti.
Da diversi giorni la notifica dell’atto era nell’aria ma per i 5Stelle è una bomba, che arriva nelle ore in cui scade il termine ultimo per presentare le liste per le amministrative.
Tutto ciò è infatti destabilizzante in vista di una campagna elettorale che entra sempre più nel vivo. Tanto che è Grillo in prima persona a intervenire, mostrandosi garantista, sminuendo quanto è successo ed esprimendo solidarietà al primo cittadino.
Il pensiero – tra i 5Stelle – va però al caso Quarto, con le dovute differenze ma come allora si temono gli sviluppi delle indagini, che in quel caso portarono alla cacciata di Rosa Capuozzo dal Movimento.
“Ti sosteniamo, siamo con te. Tieni duro, non ti lasciamo solo”, avrebbe detto il leader pentastellato a Nogarin. È questa la prima mossa che si registra, dopo che lo stesso sindaco si è detto pronto a dimettersi se “dalle indagini preliminari dovesse emergere una condotta contraria ai principi del Movimento”.
La fiducia, nei confronti di Nogarin, viene assicurato, è stata rinnovata anche dal Direttorio. Nessuno però, almeno per ora, ci ha messo la faccia, nonostante gli attacchi a raffica arrivati dal Pd.
Il fuoco di fila è partito da Ernesto Carbone della segreteria dem: “Di Maio, dopo Lodi (dove è stato arrestato il sindaco Pd ndr) passa da Livorno, c’è posta per M5S. Noi sempre garantisti, voi due pesi e due misure”.
Il fatto che l’avviso di garanzia ricalchi perfettamente quello ricevuto dall’assessore al Bilancio Gianni Lemmetti, lascerebbe qualche speranza ai 5Stelle.
Sia Nogarin che Lemmetti, infatti, sono indagati per concorso in bancarotta fraudolenta, ma la speranza è che l’accusa venga meno nel momento in cui il piano che il cda dell’Aamps sta mettendo a punto verrà consegnato in tribunale.
Il consiglio di amministrazione dell’azienda di raccolta di rifiuti livornese ha infatti ottenuto dal giudice la proroga per la consegna delle carte sul concordato.
Secondo quanto apprende l’Adnkronos, il cda sta ultimando il piano e dovrebbe portarlo in tribunale già la prossima settimana.
La speranza, dunque, è che il ‘restyling’ dell’Aamps venga promosso dai giudici, facendo decadere le indagini che vedono sotto accusa i due esponenti M5S. Se così fosse, i 5 Stelle ne uscirebbero senza macchie e Nogarin resterebbe saldo alla guida di Livorno.
Ma la vera preoccupazione riguarda l’assunzione dei 33 precari storici fatta prima della richiesta di concordato. È qui infatti che potrebbe essere ravvisata una responsabilità penale del sindaco, quindi concorso in bancarotta fraudolenta, poichè l’Aamps non era nelle condizioni di assumere personale.
C’è grande nervosismo, quindi, malgrado si millanti un clima tranquillo e sereno.
In fondo Livorno, nonostante la vittoria di Nogarin sia stata salutata due anni fa con grande entusiasmo dai 5Stelle, è sempre stato un terreno scivoloso per loro.
Tanto per cominciare ci sono voluti tre mesi per comporre la Giunta tra veti e scontri tra i grillini locali.
E sempre per restare in tema di grillini contro grillini, mesi fa il bilancio presentato dal sindaco M5S era stato bocciato da una parte del gruppo consiliare del Movimento. Adesso i 5Stelle devono fare i conti con i giudici e la vicenda potrebbe rivelarsi un boomerang trenta giorni prima del voto delle amministrative.
(da “Huffingtonpost”)
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Maggio 7th, 2016 Riccardo Fucile
“LA MELONI HA ANTEPOSTO L’AMBIZIONE PERSONALE ALL’AMORE PER LA CITTA'”… “E ORA DI GUARDARE AVANTI, ARICHIVIANDO IL ‘900”
“A Roma stiamo sperimentando una svolta centrista. Che può valere ovunque”. Alessandra Mussolini difende così – in una intervista al Messaggero – la sua scelta di correre come Capolista di Forza Italia a sostegno di Alfio Marchini.
Una scelta anche per archiviare anche le divisioni del passato, visto che Marchini viene da una famiglia di partigiani.
“A Roma – dice Mussolini – finalmente in questi giorni abbiamo chiuso il 900 ideologico che ha tanto frenato tutti quanti”.
Un invito quindi ad andare oltre gli steccati perchè – aggiunge – “le vecchie storie sono finite e andiamo avanti. Come dicono le mie figlie: per il bene di Roma, scialla!”
Lui parla di suo nonno partigiano e lei di suo nonno Duce.
“Macchè! Parliamo di buche sulle strade e di asili nido, di trasporti e della questione nomadi”.
E comunque?
Marchini mi ha detto una cosa perfetta, da uomo concreto qual è. Ed è questa: ognuno ha la sua storia, ma per un atto di generosità verso questa città che amiamo ci si mette insieme per un progetto comune”.
Nessuna rottura comunque con Giorgia Meloni. Ma qualche appunto.
Proprio perchè è una leader di partito, doveva avere la capacità di comprendere che una campagna elettorale non è un fatto personale. ma un fatto politico che deve trasformarsi in evento sociale. Giorgia ha ritenuto che la propria candidatura fosse più importante dell’unità del centro-destra. Questo è il suo errore.
(da “Huffingtonpost”)
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Maggio 7th, 2016 Riccardo Fucile
IRINA OSIPOVA VUOLE IMPORTARE IN ITALIA LA “DEMOCRAZIA PUTINIANA”… BASTA STARE ATTENTI A NON PASSEGGIARE SUL LUNGOTEVERE, A MOSCA AGLI OPPOSITORI CAPITA DI ESSERE AMMAZZATI
Lei si chiama Irina Osipova, è un’esperta di relazioni internazionali ed è co-fondatrice del «Rim», l’associazione dei giovani italo-russi.
In molti nella Capitale la conoscono come appassionata sostenitrice dell’azione politica del Presidente russo e per il suo impegno contro le sanzioni alla Russia.
Da ieri è anche candidata al Consiglio comunale nella lista di Fratelli d’Italia.
Sono ormai noti i legami che soprattutto la Lega, attraverso i rivoli di pseudo associazioni culturali, intrattiene con la “democrazia putiniana”.
Non a caso in passato diversi media avevano parlato di prestiti bancari al Carroccio, sul modello Le Pen, da parte di banche moscovite.
In una intervista a “il Tempo”, la Osipova che si trova in Italia dal 2000 afferma: “Ho avuto modo di affezionarmi all’Italia, alla sua cultura. Adesso mi sento parte di questa società e sento il dovere di impegnarmi per questa». E auspica “«un modello “putiniano” applicato all’Italia” ricordando che “Giorgia Meloni condivide diverse battaglie che vengono affrontate in Russia, da quella contro la liberalizzazione delle droghe leggere alla sicurezza”.
Si dichiara infine favorevole alle Olimpiadi: “sono stata a Sochi come volontaria, e ho visto come i giochi hanno aiutato un’intera regione ad attrarre l’attenzione internazionale».
Peccato che la candidata non abbia nulla da dire sul “modello democratico putiniano” e sul trattamento che viene riservato agli oppositori, magari ricordando anche gli arricchimenti improvvisi della oligarchia russa.
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Maggio 7th, 2016 Riccardo Fucile
IL PRIMO CITTADINO: “PRONTO A DIMETTERMI SE DOVESSE EMERGERE UNA CONDOTTA CONTRARIA AI PRINCIPI DEL MOVIMENTO”
Il sindaco di Livorno Filippo Nogarin ha ricevuto un avviso di garanzia nell’ambito dell’inchiesta sull’azienda di raccolta di rifiuti della città .
A confermarlo è lo stesso primo cittadino del Movimento Cinque Stelle: “Come già avevo previsto in questi giorni — ha scritto su facebook — stamattina ho ricevuto un avviso di garanzia legato alla richiesta di concordato per l’Aamps di Livorno del tutto identico a quello dell’assessore Lemmetti”.
Al centro di tutto c’è Aamps, vero nodo politico dell’amministrazione M5s: il caos sulla partecipata aveva portato a uno sciopero dei netturbini, ma anche a una spaccatura all’interno della maggioranza politica a sostegno di Nogarin (con l’espulsione di tre consiglieri ora passati all’opposizione).
Gianni Lemmetti, assessore al Bilancio della giunta Cinquestelle e braccio destro del sindaco, aveva ricevuto la comunicazione della Procura nelle scorse settimane. Secondo quanto era stato ricostruito a lui erano contestate tre ipotesi di reato: il falso in bilancio, la bancarotta fraudolenta e l’abuso d’ufficio.
Da quanto è stato possibile ricostruire sono tre gli atti contestati.
Il primo: il via libera dato al bilancio 2014, preparato dalla dirigenza aziendale nominata dalle giunte di centrosinistra, ma approvato contro il parere del collegio dei sindaci revisori.
Il secondo: l’assunzione di 33 precari di Aamps, avvenuta il 25 gennaio dopo un confronto con sindacati e lavoratori.
Il terzo: l’azzeramento del consiglio di amministrazione deciso all’inizio del 2016 perchè quello precedente (nominato dallo stesso Nogarin) era contrario alla scelta del concordato preventivo in continuità , percorso invece scelto dal sindaco per risanare l’azienda.
Nogarin dice di non conoscere “quale sia la contestazione specifica che la procura muove nei miei confronti: sono fermamente certo di aver sempre agito per il bene dell’azienda e dei livornesi, ma se durante le indagini preliminari dovesse emergere una condotta contraria ai principi del MoVimento 5 Stelle sono pronto a dimettermi”.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Maggio 7th, 2016 Riccardo Fucile
LO STOP ALLA CONSULENZA: NON SONO GRADITI I SUOI LEGAMI CON ISRAELE
Dietro lo stop alla controversa consulenza a Palazzo Chigi per Marco Carrai, l’amico e fedelissimo del presidente del Consiglio Matteo Renzi, ci sarebbero gli Stati Uniti e la Cia in particolare. Lo scrive oggi il Fatto Quotidiano.
Lo stop definitivo, dopo quelli già posti dal Colle, è arrivato su “vigoroso consiglio” dei servizi segreti italiani fatti oggetto di un “costante e crescente pressing” da parte dell’intelligence statunitense.
Il premier ha deciso di assecondare Washington. Almeno per ora.
Dietro allo stop Usa ci sarebbero i rapporti stretti che Carrai avrebbe con Israele e con la sua intelligence in termini sia di amicizie che di rapporti economici.
Come ricorda il Fatto – alcune delle società riconducibili a Carrai vedrebbero come soci anche uomini di affari ed “ex agenti dei servizi israeliani”.
Contestate a Carri anche alcune amicizie pesanti.
Da Michael Ledeen, “già finito in un’inchiesta dell’Fbi che ha individuato e smantellato una rete di agenti legata al Mossad intenta a sottrarre documenti riservati del Pentagono” a “l’attuale ambasciatore di Israele a Roma Noar Gilon” fino a al primo ministro Benjamin Netanyahu “al quale proprio Carrai ha organizzato la visita in Italia e l’incontro fiorentino con il premier Matteo Renzi”.
(da “Huffingtonpost”)
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Maggio 7th, 2016 Riccardo Fucile
E’ DIVENTATO PRIMO CITTADINO CON IL PIU’ VASTO MANDATO PERSONALE DI SEMPRE… “ORA STIPENDI MIGLIORI, MAGGIORE SICUREZZA E CITTA’ PIU’ PULITA”
Sadiq Kahn è diventato ufficialmente il primo sindaco musulmano di Londra vincendo le elezioni con il 56,8% dei consensi, diventando – con un totale di 1.310.143 voti, fra prime e seconde preferenze – il primo cittadino con il più vasto mandato personale di sempre nella storia della politica britannica.
La sua vittoria segna il ritorno dei laburisti dopo otto anni nella capitale.
Figlio di immigrati pakistani e avvocato specializzato in diritti umani, Khan, 45, ha vinto con un ampio margine sull’avvocato conservatore Zac Goldsmith (994.614 preferenze), attuale membro del Parlamento per la circoscrizione di Richmond Park, a sud ovest di Londra. In una dichiarazione, Khan ha ringraziato gli elettori per la fiducia in lui e per aver reso possibile “qualcosa che sembrava impossibile”.
La vittoria di Khan è stato accolta con entusiasmo da Jeremy Corbyn, che si è anche congratulato con lui attraverso il suo account prima della dichiarazione ufficiale. “Non vedo l’ora di lavorare con te per creare una Londra più equa per tutti” ha twittato Corbyn.
Khan ha ammesso di non aver mai “immaginato” di raggiungere la carica di sindaco della capitale britannica a causa della sua umile origine.
“Voglio che ogni londinese abbia le possibilità che questa città ha dato a me e alla mia famiglia”, ha detto Khan.
“Prometto di essere sempre un sindaco per tutti i londinesi, indipendentemente dal background di ogni cittadino”, ha detto il nuovo sindaco.
“Londra oggi ha scelto la speranza sulla paura, l’unità sulla divisione. Spero che non faccia mai più una scelta basata sulla paura”.
Le dichiarazioni di Khan hanno improntato tutta la campagna elettorale sul neccessario cambio di marcia per passare dalla semplice opportunità di sopravvivere, a prosperare; ha promesso stipendi migliori, maggior sicurezza e misure per rendere Londra più pulita e più sana.
Tutta la campagna del suo oppositore si è focalizzata sul suggerire la condivisione di posizioni fondamentaliste. Khan ha ricoperto il ruolo di Ministro dei trasporti (primo musulmano a ricoprire l’incarico, così come il primo asiatico).
I laburisti trionfano dopo la gestione del conservatore Boris Johnson, e otto anni di potere Tories.
La vittoria di Khan è stata una scelta particolarmente rilevante perchè riflette la diversità della popolazione di Londra, una capitale cosmopolita con più di otto milioni di persone.
I laburisti hanno spesso denunciato la campagna diffamatoria attuata da Goldsmith che ha cercato di stabilire legami tra il candidato Khan e gli “estremisti musulmani”.
Ma dopo la vittoria Khan ha ricevuto anche le congratulazioni della sorella di Goldsmith, la giornalista Jemima Khan, famosa nel Regno Unito per essere stato sposata con il politico pakistano ed ex giocatore di cricket Imran Khan.
“Congratulazioni a Sadiq Khan, il primo sindaco musulmano di Londra, una città di tutte le culture, provenienze e religioni un grande esempio per i giovani musulmani” ha twittato Jemima Khan dopo la vittoria del candidato laburista.
Le elezioni amministrative si sono svolte in tutto il Regno Unito nella giornata di giovedi, con il Labour che ha tenuto in tutti i consigli chiave del Paese, e ha mostrato una crescita nella rappresentazione a Exeter nell’Inghilterra sud-occidentale.
Male in Scozia dove ha perso 13 seggi nel parlamento locale, con i conservatori che ne hanno guadagnati 16.
(da “La Repubblica”)
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