Maggio 22nd, 2016 Riccardo Fucile
ORMAI SI RASCHIA IL FONDO DEL BARILE SENZA PUDORE… LA PRENDE SUL SERIO SOLO LA COMUNITA’ EBRAICA
“Il 22 maggio ricorre l’anniversario della scomparsa di Giorgio Almirante. Io sono qui per dire che, quando sarò eletta sindaco (cioè mai…n.d.r.), uno degli impegni che mi prendo è quello di intitolare una strada di Roma a un uomo che è stato fondamentale nella storia della destra italiana e nella storia della politica italiana. Un patriota e una persona che amava gli italiani, che credeva nella democrazia e nell’onestà della politica”.
Lo ha detto il presidente di Fratelli d’Italia e candidato sindaco di Roma, Giorgia Meloni, interpellata dalla stampa a margine dell’iniziativa “Ciliegiata, un voto tira l’altro”, organizzata dalle liste che sostengono la sua candidatura a sindaco e che si sta svolgendo in tutti i Municipi di Roma
“Esattamente come la sinistra in questi anni ha potuto intitolare ai suoi padri fondatori delle vie o delle piazze nella Capitale, vogliamo farlo anche con un uomo che è stato importante nella storia della destra”, ha aggiunto.
Nel gioco delle parti, ecco che la presidente della comunità ebraica di Roma, Ruth Dureghello, liquida la proposta della leader di Fdi: “mai una via a Roma per chi come Almirante collaborò alla ‘Difesa della Razza’ senza pentirsene”.
A parte che sono 150 i comuni d’Italia che senza tanto clamore hanno intitolato una via o una piazza ad Almirante e quindi l’idea sembra più la solita boutade propagandistica elettorale, quello che non quadra è ben altro.
D’accordo che l’annuncio è stato dato a margine dell’iniziativa “Ciliegiata, un voto tira l’altro” che potrebbe anche sottointendere che una “sciocchezza (per usare un eufemismo) tira l’altra”, ma un po’ di memoria storica non guasterebbe.
Si dà il caso che gli ex An, oggi in Fdi, abbiano governato Roma con sindaco Alemanno per 5 anni e non abbiano provveduto a titolare alcuna strada a Giorgio Almirante, quando sarebbe stato sufficiente un semplice atto amministrativo da approvare in Giunta.
Quindi di che parlano?
Di quello che avrebbero potuto fare e che non hanno fatto?
E che ora usano per carpire il voto di qualche sprovveduto dalla memoria corta?
Meloni? Eh sì, siamo proprio alla frutta.
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Maggio 22nd, 2016 Riccardo Fucile
ALLA FACCIA DELLA TRADIZIONE: NEL PROGRAMMA DELLA MELONI “I REPERTI ARCHEOLOGICI DOVRANNO ESSERE SACRIFICATI SULL’ALTARE DEI LAVORI PUBBLICI”
D’accordo che i programmi elettorali dei candidati sindaci spesso rappresentano solo un “libro dei
sogni” e che alla fine del mandato è già tanto che venga realizzato il 10% di quanto promesso, ma la loro lettura spesso consente anche di verificare la coerenza del candidato rispetto al progetto ideale di città che porta avanti.
E’ noto che le forze politiche che appoggiano Giorgia Meloni quale candidata “prima cittadina” della Capitale non perdono occasione per richiamarsi ai “natali di Roma”, alla tradizione con T maiuscola, all’orgoglio “identitario”, al grande patrimonio storico e culturale della città che tutto il mondo ci invidia e che, grazie a questo, porta milioni di turisti a visitarne i reperti archeologici .
Mai ci si aspetterebbe quanto tra poco andrete a leggere e che riproduce le esatte parole contenute nel progranma di “Meloni sindaco”.
Altro che tutela ambientale, storica e archeologica della città , quello che conta è non avere impicci nella costruzione della linea metropolitana.
Nel caso in cui, durante i lavori, venissero ritrovati resti archeologici o reperti storici, potranno essere “sacrificati” sull’altare dell’efficienza a meno che non si tratti di opere “assolutamente eccezionali”.
Il meccanismo per stabilire quali ritrovamenti varrà la pena distruggere e quali no manca però dal programma.
Si legge:
“Una volta deciso e concordato un tracciato, solo ritrovamenti archeologici assolutamente eccezionali possono rimetterne in discussione la realizzazione. Altrimenti, meglio pagare il prezzo di qualche sacrificio nel patrimonio inesplorato del sottosuolo”
Insomma la Meloni-sindaco si farebbe prestare la ruspa da Salvini per radere al suolo anche i reperti archeologici che un domani dovessero venire alla luce duranti gli scavi.
Ovviamente in nome della Tradizione.
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Maggio 22nd, 2016 Riccardo Fucile
IL PARTIGIANO EROS: “SI VEDE CHE NON CONOSCE I PARTIGIANI VERI, SIAMO TUTTI PER IL NO”… BERSANI SBOTTA: “MA COME SI PERMETTE?”
“I partigiani veri voteranno sì”. Dieci giorni dopo la polemica su CasaPound Maria Elena Boschi torna sul luogo del delitto.
Ospite di In mezz’ora su Rai3 il ministro parla del referendum costituzionale e volendo chiarire finisce invece per aprire un nuovo fronte con l’Associazione nazionale partigiani. “L’Anpi come direttivo nazionale ha preso una linea, poi ci sono molti partigiani, quelli veri, e non quelli venuti delle generazioni successive, che voteranno sì alla riforma” ha detto, citando il 97enne partigiano “Diavolo” che ha annunciato che voterà sì al referendum.
“Anche nell’Anpi — guidato da Carlo Smuraglia, classe 1923, contrario alla riforma del Senato — molti voteranno sì come anche molti nel M5s”, ha insistito la Boschi.
In realtà l’associazione è schierata chiaramente per il no e molti nomi storici (cioè quelli della generazione che ha fatto la Resistenza) sono su questa posizione.
Lo conferma Umberto Lorenzoni, nome di battaglia “Eros“, che definisce la ministra “una dama bellina” e aggiunge: “E’ chiaro che il ministro Boschi non ha conosciuto i partigiani veri perchè i “partigiani veri” voteranno tutti per il No. Non consentiremo che una dama bellina storpi la Costituzione conquistata con il sangue di migliaia di partigiani. L’Anpi ha votato e ha deciso all’unanimità (solo 3 contrari) di dire No alla riforma. E la nostra posizione — conclude il partigiano Eros — la porteremo avanti fino in fondo“.
BERSANI: “MA COME SI PERMETTE?”
“Come si permette la ministra Boschi di distinguere tra partigiani veri e partigiani finti? Chi crede di essere? Siamo forse già arrivati a un governo che fa la supervisione dell’Anpi? È evidente che siamo a una gestione politica sconsiderata e avventurista”. Così Pierluigi Bersani su facebook. “In nome di una mezza riforma del Senato si rischia di creare una frattura insanabile nel mondo democratico e costituzionale. Ieri Renzi è stato alla Brembo. Spero si sia fatto dare un freno di quelli buoni. E lo usi subito”.
Da Sinistra Italiana, Alfredo D’Attorre commenta così le frasi di Maria Elena Boschi: “La ministra Boschi, dopo la brillante trovata di equiparare i sostenitori del “No” a CasaPound, oggi ci ha offerto un’altra vetta del suo pensiero politico, sostenendo che i veri partigiani sono quelli che sosterranno la sua riforma. Non si sa ormai davvero se ridere o piangere”.
Anche Pippo Civati (Possibile) interviene in merito alle affermazioni della ministra sui partigiani: “Non basta a questo governo avere diviso e abbandonato la sinistra, no, deve avviare un’operazione anche verso coloro che non ci sono più (operazione volgare come poche altre) e dividere anche gli anziani (ora, ma sempre giovanissimi) che combatterono per la Resistenza. Mi chiedo fino a dove vogliano spingersi. E quando tutti quanti chiederemo quel minimo rispetto che ci vuole. Così diventa una campagna oscena e dissennata“.
LA RETROMARCIA (CON BUGIA) DELLA BOSCHI
Dopo le polemiche politiche e le prese di posizione dei partigiani (anche “veri”) schierati per il No, la ministra per le Riforme è costretta a fare marcia indietro: “Vedo evidenti strumentalizzazioni di una mia frase sui partigiani, detta durante la trasmissione “In mezz’ora”. Non mi sono mai sognata di dare patenti ai partigiani, nè di distinguere tra i partigiani veri o meno veri. Ho solo detto che fra i partigiani che hanno combattuto la Resistenza, fra chi ha fatto la guerra ce ne sono molti, come ad esempio il comandante Diavolo, Germano Nicolini, 97enne, che hanno annunciato il loro sì al referendum”.
Al li là dei toni piccati della ministra nella sua nota, ripubblichiamo la trascrizione letterale della sua frase sui partigiani pronunciata a In Mezz’Ora: “Anpi come direttivo nazionale ha preso una linea, poi dentro Anpi ci sono molti partigiani, quelli veri, quelli che hanno combattuto la Resistenza, non le generazioni successive, che votano sì alla riforma”.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Maggio 22nd, 2016 Riccardo Fucile
PER ORA IL LEADER XENOFOBO IN TESTA PER SOLI 144.000 VOTI, MA SECONDO GLI EXIT POLL PERDERA’ PER 3.000 VOTI
Nulla di fatto oggi per le presidenziali in Austria: l’atteso voto della domenica sarà deciso di lunedì e
solo grazie al voto per corrispondenza.
Norbert Hofer, favorito dopo il trionfo al primo turno, ha 144mila voti di vantaggio sullo sfidante ecologista Alexander Van der Bellen.
In percentuale: 51,9% contro 48,1%. Ma le proiezioni, che considerano anche il voto per posta, danno i due candidati in assoluta parità : 50% a 50%.
Decisivi nella volata finale tra i due candidati saranno quindi i voti per corrispondenza che rappresentano il 14% degli elettori, circa 850mila persone.
Ma questo voto per corrispondenza è solitamente sfavorevole al’Fpà¶: al primo turno Hofer aveva ottenuto solo il 25% (dieci punti in meno del suo 35% complessivo).
Ma l’exit poll degli 800.000 voti per corrispondenza, che saranno scrutinati solo domani, danno il verde in testa nel computo finale globale di circa 3.000 voti.
Si sono recati alle urne il 70% dei 6,4 milioni aventi diritto
Hofer ha vinto in gran parte dei land, le Regioni austriache, con l’eccezione della zona di Vienna e nel Voralberg, il land più occidentale, al confine con la Svizzera.
Ma Vienna naturalmente porta gran parte dei voti, rappresentando quasi un sesto della popolazione nazionale, e qui Van der Bellen in molti quartieri ha superato il 70% dei consensi.
Prima del voto i sondaggi davano Hofer in vantaggio di 14 punti: se dovesse perdere per la destra xenofoba sarebbe una sconfitta bruciante e anche se dovesse vincere per una manciata di voti sarebbe una vittoria mutilata.
(da agenzie)
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Maggio 22nd, 2016 Riccardo Fucile
DA BERTOLASO ALLA ATRIPALDI, DA BARTOLOMEI A MANUELA DI CENTA
La sala Protomoteca del Campidoglio è gremita, l’aria condizionata non funziona, i supporters di Alfio Marchini e Silvio Berlusconi scandiscono i loro nomi e sventolano le bandiere.
Loro due, l’ex premier e il candidato sindaco di Roma passano dai “corridoi” interni di Palazzo Senatorio per evitare microfoni e telecamere e si presentano direttamente al tavolo coi busti dei poeti dietro (da Petrarca ad Ariosto) per presentare “la squadra” di Marchini, se l’imprenditore vincerà le elezioni.
Bertolaso applaudito calorosamente
Naturalmente c’è Guido Bertolaso, a cui va l’applauso più caloroso della sala, che per il momento coordina il gruppo di lavoro e che dovrebbe poi essere a capo di un’unità di crisi metropolitana.
Poi Alessandra Atripaldi (avvocato presso la Consob), Pier Luigi Bartolomei (preside della scuola Elis), l’ex campionessa di sci di fondo Manuela Di Centa, il professor Cesare Greco (cadiologo e membro del consiglio scientifico Eurispes), l’urbanista Francesco Karrer, il consigliere di Stato Antonio Malaschini, l’ingegner Manuela Manenti esperta di edilizia scolastica, l’ex vicecomandante della Finanza Ugo Marchetti, Agostino Miozzo, esperto dei processi migratori nel Mediterraneo, l’ex sottosegretario all’Economia Gianfranco Polillo, l’esperta di pianificazione sostenibile Mary Prezioso.
Manca in sala Michele Placido, a cui Marchini affiderà un ruolo sulle periferie.
«Tutta la giunta, tutta la squadra lavorerà gratis – ha detto Marchini – sono tutte persone della società civile, sono circa 11 e hanno dato la loro disponibilità a farlo in modo assolutamente disinteressato. Questo è il nostro progetto civico che prende finalmente forma come proposta concreta per far rinascere questa città »
Dice Marchini: «Questa squadra serve a dare subito risposte precise e puntuali ai cittadini. Ad esempio stamattina abbiamo fatto una riunione sulle buche. Io non sono Superman, serve una squadra di fuoriclasse per rivedere il modello di Roma».
«La nostra con Berlusconi è un’alleanza tra liberi. Non ho mai visto un leader accettare una scelta del genere senza porre alcuna condizione ma Berlusconi è un uomo coraggioso e appassionato. Noi dimostrato che il movimento civico non si scioglie come neve al sole ma resta in campo».
E ribadisce: «Senza di noi Marino sarebbe rimasto. A firmare non c’era nè la destra nè i Cinque Stelle. Noi abbiamo un piano ventennale per Roma, la vogliamo riportare ad essere una grande Capitale».
Poi Berlusconi: «Abbiamo trovato un accordo sul movimento civico, perchè non ha altra ambizione se non quella di aiutare Roma a liberarsi dal degrado per farla tornare quella che deve essere: una Capitale. E poi solo Marchini può battere al ballottaggio la candidata dei Cinque Stelle.”
(da agenzie)
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Maggio 22nd, 2016 Riccardo Fucile
EX MILITANTI: “QUESTI SIGNORI HANNO ESPULSO 36 VALIDI ATTIVISTI, NON SANNO COS’E’ LA DEMOCRAZIA, FANNO SCHIFO”
Gli attivisti espulsi dal M5S hanno contestato i deputati pentastellati Roberto Fico e Alessandro Di
Battista intervenuti a Napoli per un comizio a Piazza Bellini per il candidato sindaco Matteo Brambilla.
Militanti ed ex militanti durante l’intervento di Di Battista quasi sono venuti alle mani.
“Io ormai li schifo — dice Vincenzo Russo, uno degli espulsi — ma sono venuto a contestarli perchè ho sentito il milanese (il candidato sindaco Michele Brambilla n.d.r) parlare del mio quartiere, Pianura”.
Russo non ci sta: “Mi da fastidio perchè io da attivista ci ho rimesso anche una roulotte di 17mila euro (incendiata da ignoti a luglio 2015) per le denunce che ho fatto e questi signori hanno espulso 36 validi attivisti”.
“Non sanno cos’è la democrazia, la giustizia e la libertà — dice un altro ex M5S — comanda solo quel piccolo capetto che sta li sul palco, il signor Fico, e non bisogna contraddirlo”
(da “il Fatto Quotidiano“)
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Maggio 22nd, 2016 Riccardo Fucile
NEL COMUNE DEL BRINDISINO UN CASO PARADOSSALE: INSERITO IN UNA LISTA CIVICA SENZA IL SUO PERMESSO
Gli hanno telefonato invitandolo a ritirare il materiale elettorale, ossia i classici ‘santini’ con tanto di nome e cognome dei candidati.
Solo così, il 13 maggio scorso, un cittadino di Fasano, in provincia di Brindisi, ha saputo di essere tra i 416 nomi in corsa per un posto in consiglio comunale. Rimanendo di stucco, perchè prima di quel momento non ne aveva la minima idea, nè aveva mai firmato alcun modulo.
Dopo aver chiesto spiegazioni al responsabile della lista nella quale compariva il suo nome, ‘Fasano Popolare’, una delle quattro civiche a sostegno dell’aspirante sindaco ‘centrista’ Antonio Clarizio, il candidato a sua insaputa ha presentato denuncia attraverso il legale di fiducia, l’avvocato Mariangela Vinci.
Che, a sua volta, è candidata nella lista ‘Fasano democratica’ a sostegno di un altro aspirante sindaco, Giacomo Rosato.
Ecco l’ultimo coup de thèà¢tre di una campagna elettorale senza esclusione di colpi tra i cinque aspiranti alla fascia tricolore e che ora rischia di concludersi con l’apertura di un’inchiesta da parte della magistratura.
“Fa parte del gioco della politica sul territorio” commenta a ilfattoquotidiano.it Antonio Clarizio, imprenditore nel settore dei rifiuti.
Che annuncia: “Se ci sono delle irregolarità siamo pronti a mettere in debita considerazione questo errore”.
LO STRANO CASO DELLA FALSA CANDIDATURA
Il 18 maggio scorso, dunque, il diretto interessato — attraverso l’avvocato Vinci — ha presentato una denuncia ufficiale presso il comando della polizia municipale di Fasano, che ha già trasmesso gli atti alla procura della Repubblica di Brindisi. Nell’esposto si racconta della telefonata ricevuta e dell’immediata richiesta di spiegazioni. “Ho rintracciato il responsabile della lista ‘Fasano Popolare’ — racconta il querelante — al quale ho chiesto delucidazioni in merito alla commissione dei santini riportanti il mio nome quale candidato della lista in questione”.
La risposta ricevuta? “Probabilmente — si legge nella denuncia — una delle segreterie preposte alla compilazione dei moduli, notando il ‘campo’ relativo alla firma dei candidati vuoto, lo aveva firmato”.
LA DENUNCIA
Questa la premessa. Che ha portato il cittadino a proporre “formale querela nei confronti del candidato sindaco Antonio Clarizio, in qualità di responsabile delle liste a lui collegate e del responsabile della lista ‘Fasano Popolare’”.
Di più: l’esposto è indirizzato anche a chi “materialmente ha apposto la mia firma sul modulo di accettazione della candidatura” alle elezioni comunali in programma il prossimo 5 giugno, “nonchè della persona incaricata di autentificarla”.
Oltre che a eventuali ulteriori responsabili che l’autorità giudiziaria individuerà nel corso degli accertamenti. Già , perchè la legge prevede che l’accettazione alla candidatura venga sottoscritta davanti a un pubblico ufficiale o a chi ne abbia titolo. Come un notaio, un giudice di pace o amministratori, consiglieri e funzionari di enti locali comunque incaricati dal presidente della Provincia o dal sindaco. Cosa che, stando ai fatti raccontati nell’esposto, non è avvenuta.
LA RISPOSTA DEL CANDIDATO SINDACO
Nonostante il querelante abbia raccontato nella denuncia di aver chiesto lumi già nei giorni scorsi al responsabile della lista ‘Fasano Popolare’, Clarizio dichiara di non averne saputo nulla fino a questa mattina.
E va oltre: “Il candidato sindaco non può controllare tutti gli aspiranti consiglieri”. Sottolineando poi che l’avvocato che ha materialmente presentato la denuncia è a sua volta candidata in una lista che sostiene un altro candidato sindaco, mentre il querelante — sostiene Clarizio — “sarebbe stato notato mentre partecipava ad alcuni comizi”.
Che sia questo il reato?
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Maggio 22nd, 2016 Riccardo Fucile
IL RAGAZZO SCOPERTO AL CARA DA DUE POLIZIOTTI CHE LO HANNO ALLENATO: “LO SPORT E’ VEICOLO DI INTEGRAZIONE”
Alì vuole diventare un campione. Italiano. E sventolare sul podio la bandiera tricolore.
“Per ringraziare il Paese che mi ha accolto, con una medaglia alle Olimpiadi”.
A lui, maliano di ventitre anni, il Centro per richiedenti asilo di Bari ha regalato la possibilità di tornare a correre.
I due poliziotti che lo hanno allenato hanno scoperto un talento, che da due anni colleziona coppe e premi. Ora Alì, all’anagrafe Drame Fousseni, potrà tesserarsi davvero, ed entrare a far parte di team di atletica leggera italiani.
“Il nuovo giudice che segue le cause dei migranti a Bari gli ha riconosciuto la protezione umanitaria, con una motivazione davvero originale”, spiega il suo avvocato, Loredana Liso. Oltre alle difficoltà che sta vivendo il Mali, va considerato che Alì “ha intrapreso attraversolo sport agonistico — si legge nel dispositivo — un percorso di integrazione nel nostro paese, che va tutelato”.
Lo sport, dunque, è per il giudice “valutato come veicolo di integrazione, visto che Drame è tesserato alla Federazione italiana di atletica leggera e ha già impegni per la stagione estiva”.
“In Italia però correre significa essere libero”, è la più grande vittoria di Alì.
Silvia Dipinto
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