Maggio 26th, 2016 Riccardo Fucile
OTTAVO GIORNO DI PROTESTA, GOVERNO NEL CAOS… VALLS: “MODIFICHE POSSIBILI”
Ottavo giorno di mobilitazione, il blocco delle raffinerie e dei depositi di carburante, da ieri lo sciopero anche in 19 centrali nucleari.
La riforma del lavoro rischia di paralizzare la Francia per le proteste dei lavoratori e dei sindacati. Così ora il governo va apparentemente in ordine sparso.
Da una parte c’è il premier Manuel Valls che a Bmf-Tv dice che se il ritiro della riforma “non è possibile”, ammette però che “possiamo sempre apportare delle modifiche, dei miglioramenti”: esclude modifiche all’articolo 2, il punto più controverso perchè prevede di far prevalere gli accordi aziendali su quelli di categoria per ferie e orari di lavoro.
E dall’altra parte c’è il ministro delle Finanze Michel Sapin, intervistato a una radio, che sostiene il contrario: “Forse bisognerà ritoccare l’articolo 2 su alcuni punti”.
Una situazione di imbarazzo dalla quale lo stesso Valls, ancora in diretta, è uscito ribadendo che “non toccheremo l’articolo 2″.
Il premier francese ha evocato la possibilità di “modifiche” e “miglioramenti”. Ma non ci sarà nessun ritiro della riforma. “Ritirare la riforma significherebbe impossibilità di governare — ha detto il capo del governo socialista — Questo Paese muore dell’impossibilità di riformarsi“.
Valls ha definito “irresponsabile” l’azione della Cgt, il principale sindacato francese alla guida delle proteste, garantendo che il governo continuerà nelle opere di sgombero delle istallazioni petrolifere e industriali bloccate dalle proteste.
Alla domanda se si potrà ricorrere a misure di precettazione in caso di forza maggiore, il primo ministro ha spiegato che “tutte le possibilità sono sul tavolo”.
Secondo Valls il progetto di legge verrà approvato quest’estate e non si può scartare la possibilità di ricorrere al voto di fiducia, proprio a causa delle spaccature interne al partito socialista. “Come si può pensare che io voglia minare il modello sociale francese?”.
Due giorni fa la Cgt aveva lanciato un appello al personale di Edf — il colosso energetico della Francia — a bloccare o rallentare la produzione nelle centrali nucleari, oggi, in occasione di un’ennesima mobilitazione.
“Ma siamo responsabili: non lasceremo l’Europa al buio”, assicura un sindacalista. Quanto alle raffinerie e ai depositi di carburante, il presidente Franà§ois Hollande ha garantito che “sarà fatto tutto il possibile per garantire l’approvvigionamento” di benzina.
“Il governo non ritirerà la riforma del lavoro. Il sindacato non detta le leggi di questo Paese” aveva rincarato Valls, sottolineando a chiare lettere che l’esecutivo non cederà al “ricatto”.
Secondo un sondaggio realizzato dall’Istituto Elabe per Bfm-Tv, 7 francesi su dieci vorrebbero il ritiro della contestata legge “per evitare la paralisi”.
Fino a ieri le immagini degli automobilisti in fila davanti ai benzinai per il terrore di rimanere a secco hanno dominato media e canali all news.
Intanto si moltiplicano gli interventi delle forze dell’ordine contro le barricate.
Ieri, all’alba, è avvenuto un nuovo assalto della police nationale a un deposito strategico bloccato da circa 80 militanti della Cgt a Douchy-les-Mines, nel nord del Paese. Una ventina di blindati con agenti in assetto antisommossa sono stati mobilitati per l’operazione, la terza del genere da due giorni.
Quasi contemporaneamente, i manifestanti hanno bloccato il Ponte di Normandia, che collega Le Havre — porto dove i blocchi si moltiplicano da giorni — a Honfleur.
La situazione è tesa, la penuria di carburante, dopo Nantes, Rennes e Le Havre, si avverte anche a Parigi.
Francis Duseux, presidente dell’Unione industrie petrolifere, sostiene che da due giorni sono intaccati gli stock di riserva.
Ai microfoni di Rmc, Duseux ha parlato di “situazione tesa” alla quale “contribuiscono anche i consumatori”. I quali, presi dal panico di restare a secco, hanno aumentato i consumi medi di tre-cinque volte.
Attualmente un benzinaio su tre lamenta una penuria parziale o totale, incluso a Parigi, dove c’è chi è rimasto anche un’ora in fila per fare il pieno.
Al caos benzina si aggiunge anche lo sciopero di due giorni indetto dai ferrovieri della Sncf, che incroceranno le braccia anche dal 31 maggio.
Atteso invece per il 2 giugno lo sciopero “illimitato” di metro e bus parigini (gestiti dalla Ratp), a cui seguirà dal giorno dopo quello dell’aviazione civile.
Il tutto a pochi giorni dal fischio d’inizio dell’Euro 2016.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Maggio 26th, 2016 Riccardo Fucile
VIA VIRUS, IN BILICO BALLARO’, UNA SERATA IN MENO PER PORTA A PORTA
Talk show completamente reinventati. Più vicini a quello che gli addetti ai lavori chiamano
“infotainment” che all’informazione pura.
Più brevi, magari divisi in una prima e una seconda serata molto diverse tra loro.
Sono questi i progetti della nuova Rai, quella che – il 28 giugno – presenterà la rivoluzione dei palinsesti.
A cambiare molto saranno soprattutto Rai2 e Rai3.
Rai1 preferisce affidarsi alla tradizione: rimane il salotto bianco di Bruno Vespa, anche se con una seconda serata in meno (saranno tre invece di quattro).
Rimangono i programmi che l'”infotainment” lo fanno già , da Uno Mattina a La Vita in diretta.
Sulla terza rete arriva invece un programma di approfondimento di mezz’ora, tra le otto e le nove di sera. Una sorta di Otto e mezzo in salsa Rai o anche – dice chi ha la memoria più lunga – un ritorno alla tradizione di cui facevano parte Il fatto di Enzo Biagi o La cartolina di Andrea Barbato.
Le novità sono in mano a Ilaria Dallatana e Daria Bignardi.
Chiamate da Campo Dall’Orto a ridisegnare Rai2 e Rai3 con mission molto diverse: la prima deve guardare ai giovani e sperimentare il più possibile.
È quello che ha annunciato lei stessa quando – confermando l’addio al Virus di Nicola Porro – ha detto che al suo posto ci sarà un programma che parte dalla vita vissuta.
E che quindi, sulla sua rete, i talk scomparirano.
La seconda ha il compito di trovare un nuovo modo di raccontare la realtà . Meno vintage, come ha detto lei stessa al primo giorno a viale Mazzini.
L’unico talk politico di Rai3 è Ballarò, ed è quello che rischia. “È un format che ha fatto il suo tempo”, dice chi lavora ai nuovi progetti.
E qui cominciano le incertezze. Perchè l’idea che tenta Antonio Campo Dall’Orto e Daria Bignardi è quella di abbandonare perfino il marchio per sostituirlo con qualcosa di completamente diverso.
Il problema non è la competizione con il Di Martedì di Giovanni Floris, che ha battuto l’anno scorso e che nella media di quest’anno supera sia per share che per spettatori.
Il punto è creare qualcosa che si smarchi e richiami un altro pubblico: tra i nomi più accreditati per condurre il nuovo format c’è Pif. Che non è solo un intrattenitore di Mtv, ma anche un regista e un autore impegnato, come ha dimostrato nel film La mafia uccide solo d’estate.
Massimo Giannini quest’anno è stato più volte attaccato dai parlamentari del Pd di fede renziana. Accusato di dare troppo spazio all’opposizione dei 5Stelle, di fare servizi troppo duri con il governo, di aver rappresentato troppo criticamente l’affaire Banca Etruria e il coinvolgimento del padre del ministro Maria Elena Boschi.
Ma non è detto che l’epilogo sia un addio alla Rai. Il direttore editoriale Carlo Verdelli è dalla sua parte. E i vertici non hanno dimostrato ostilità nei confronti del suo lavoro e della sua squadra.
A Rai3 ci saranno delle seconde serate di approfondimento giornalistico, una di queste potrebbe essergli offerta da Daria Bignardi già nei prossimi giorni.
L’ultima parola spetta però ad Antonio Campo Dall’Orto. Tutte le proposte dei direttori di rete passerano dal suo tavolo. Così come accadrà per i telegiornali, cui pure lavorerà la struttura di Carlo Verdelli.
La prima nomina dovrebbe essere quella del vicedirettore del Tg1 Fabrizio Ferragni a RaiParlamento. Le altre arriveranno a fine giugno, massimo inizio luglio.
Con Mario Orfeo pronto a restare e gli altri ad andar via. In tempo per la campagna referendaria sulle riforme.
Annalisa Cuzzocrea
(da “La Repubblica”)
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Maggio 26th, 2016 Riccardo Fucile
SONO L’ORGOGLIO DELLA NOSTRA MARINA, HANNO SALVATO CENTINAIA DI PROFUGHI DOPO CHE IL BARCONE SI ERA ROVESCIATO: “LA SALVAGUARDIA DELLA VITA UMANA E’ SACRA”
Anche su una linea satellitare, la voce del capitano Francesco Iavazzo tradisce l’orgoglio per il suo
equipaggio.
Il comandante del pattugliatore d’altura “Bettica” e i suoi uomini hanno appena concluso la giornata della missione Mare Sicuro con un bilancio non comune: 540 vite strappate al Mediterraneo, una nuova prova della solidarietà italiana verso i più sfortunati.
Comandante, com’è andata? Come avete intercettato la barca dei migranti?
«Il comando ci aveva avvertito molto presto, indicandoci il punto dove fare rotta. Abbiamo intercettato la barca attorno alle 10».
E che cosa le si è presentato davanti?
«Un peschereccio di tredici metri, chiaramente troppo affollato».
Quante persone si possono caricare su una barca del genere?
«Non so quanto sia normale, so che da quella barca abbiamo recuperato 432 persone, cioè 341 uomini, 48 donne e 43 minori. Una decina erano bambini piccolissimi, di pochi mesi. In più, abbiamo recuperato cinque salme, anche se non posso escludere che ci siano altri annegati. Più tardi, da un gommone, ne abbiamo recuperate altre 108».
Com’è avvenuta l’operazione?
«La situazione richiedeva un intervento rapido. Abbiamo calato in mare i nostri gommoni, attrezzati di motori a idrogetto proprio per situazioni come questa, così da non correre il rischio che le eliche possano ferire le persone in mare. Prima di tutto abbiamo distribuito salvagenti, poi abbiamo cominciato il trasbordo».
Chi partecipava al salvataggio?
«In situazioni come questa ognuno fa la sua parte, abbiamo personale molto qualificato e anche l’assistenza di una ostetrica esterna ».
Che si fa quando le persone arrivano a bordo?
«Li rifocilliamo, con il classico tè caldo e la coperta. Ma ancora più importante è lo screening sanitario, in caso di necessità possiamo anche evacuare via elicottero chi avesse bisogno di cure urgenti».
Poi però la barca si è rovesciata. Come mai?
«Avevamo già recuperate 240 persone, tutte le donne e i bambini, ma quelli che erano rimasti sulla barca avevano paura, non stavano fermi. Il barcone rollava, lo spostamento di peso a bordo lo rendeva ancora più instabile. E alla fine si è capovolto».
Che cosa avete fatto allora?
«Ho fatto avvicinare la nave il più possibile, a un centinaio di metri, mentre i gommoni continuavano il lavoro di recupero. Dalla nave abbiamo buttato giù qualsiasi cosa galleggiasse, salvagenti individuali o collettivi, funi. Alcuni marinai si sono buttati fra le onde per aiutare i profughi, ne hanno preso qualcuno per i capelli. E a bordo soccorrevamo chi aveva bevuto, magari dandogli l’ossigeno».
Come stanno adesso i profughi?
«Abbastanza bene, direi. Nella tragedia, abbiamo la piccola consolazione di aver salvato tutti i bambini. Ora sono lì, contenti, con in mano gli orsacchiotti che i miei marinai hanno tirato fuori chissà da dove. Ho visto una bambina piccolissima che ne stringeva uno bianco più grande di lei».
È in grado di dire la provenienza dei migranti?
«La barca era salpata con tutta probabilità dalla Libia. I passeggeri, a giudicare dall’aspetto, sembrano maghrebini o siriani. Ma a bordo non abbiamo un mediatore culturale, comunicare non è facile».
Dove li portate?
«Siamo diretti verso la Sicilia, a porto Empedocle ».
E i suoi marinai, che bilancio fanno della giornata?
«Il lavoro dei militari, dei marinai specialmente, non si fa pensando al contratto. E in mare la salvaguardia della vita umana è qualcosa di sacro».
(da “La Repubblica“)
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Maggio 26th, 2016 Riccardo Fucile
INDUBBIO SUCCESSO DI RENZI: “CON NOI IL 2 GIUGNO”… PER LA DURATA DEL PROCEDIMENTO ARBITRALE I DUE MARO’ RESTERANNO IN ITALIA IN ATTESA DELLA SENTENZA
La Corte Suprema indiana ha accettato di rendere immediatamente esecutivo l’ordine del Tribunale arbitrale internazionale dell’Aja di far rientrare in Italia il fuciliere di Marina Salvatore Girone per tutta la durata del procedimento arbitrale. Lo ha deciso una ‘sezione feriale’ della Corte di New Delhi riunitasi oggi.
“Confermiamo la nostra amicizia per l’India, il suo popolo, il suo governo. E diamo il benvenuto al marò Girone che sarà con noi il 2 giugno”, ha scritto subito dopo la notizia il premier Matteo Renzi in un tweet.
Stessa cosa ha fatto il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni: “Girone torna in italia. Premiato impegno governo con sostegno Parlamento. Sempre al lavoro per affermare ragioni dei nostri due fucilieri”, ha scritto su Twitter
Anche la ministra della Difesa, Roberta Pinotti, ha affidato alla Rete la sua soddisfazione: “La Corte suprema indiana ha deciso: finalmente il marò Girone potrà tornare a casa. L’ho sentito al telefono, siamo felici e soddisfatti”, mentre il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, ha commentato: “È una giornata di grande soddisfazione, il governo questa volta ha fatto le cose per bene”. E lancia una frecciata al precedente esecutivo: il risultato, dice “è anche la prova, e non ci vuole uno scienziato per comprenderlo, che visto che tutto si è risolto, le cose adesso sono state fatte meglio di come erano state fatte prima”.
Subito a casa. Girone potrà fin dai prossimi giorni tornare in patria e sarà accompagnato dal generale Carmine Masiello, consigliere militare di Palazzo Chigi e dall’ambasciatore italiano in India, Lorenzo Angeloni.
La conferma dei tempi rpidi arriva dall’avvocato Diljeet Titus, che guida il team legale indiano, dall’uscita dell’udienza della Corte Suprema a New Delhi.”Già oggi depositeremo alla Corte un nuovo undertaking (garanzia scritta firmata dall’ambasciatore a nome del governo italiano) – ha spiegato – e poi domani avvieremo le pratiche per il rimpatrio”.
Le procedure prevedono in particolare che i legali di marò si rechino all’Ufficio per la registrazione degli stranieri (Frro) per chiedere il permesso di residenza e il visto in uscita.
Il governo indiano dovrà quindi informare le autorità aeroportuali di New Delhi (Migrazioni e Polizia) della decisione che autorizza l’espatrio di Girone.
Moglie modifica stato su WhatsApp.
“Felicissima!!!Finalmente insieme!!”. Così Vania Ardito, moglie di Girone, ha modificato il proprio stato su WhatsApp, dopo la notizia. Al suo stato Vania Ardito aggiunge anche la emoticon di una famiglia: un uomo, una donna e due bambini, proprio come il proprio nucleo famigliare.
La soddisfazione del governo.
Grande la soddisfazione della Farnesina, che negli ultimi giorni aveva intensificato il pressing, affinche i tempi del ritorno fossero brevi .
Italia e India, dopo una lunga trattativa che ha visto anche momenti di tensione, “hanno cooperato nelle ultime settimane per definire le condizioni e le modalità del rientro e della permanenza nel nostro Paese del marò, in pendenza della procedura arbitrale sul caso della Enrica Lexie.
Il governo, nell’attesa di accogliere finalmente in patria Girone, rinnova l’impegno a conformarsi alle condizioni e modalità stabilite dalla Corte Suprema indiana”, si legge in una nota del ministero degli Esteri.
“La decisione odierna è un risultato importante che riconosce l’impegno intrapreso dal governo italiano con il ricorso all`arbitrato internazionale per far valere le ragioni dei nostri due fucilieri di Marina. Con lo stesso impegno l’Italia si presenterà ai prossimi passaggi previsti dal procedimento arbitrale”, prosegue la nota.
Garanzia scritta.
La decisione della Corte Suprema non è, però, senza condizioni: i giudici hanno chiesto ai legali del fuciliere di depositare una nuova garanzia scritta dell’Italia in cui ci si impegna a far rientrare il marò entro un mese dall’eventuale decisione favorevole all’India sulla giurisdizione da parte del tribunale arbitrale dell’Aja.
La svolta.
Il 29 aprile scorso il tribunale arbitrale dell’Aja aveva autorizzato il rientro in Italia del fuciliere della Marina fino alla conclusione del procedimento arbitrale, avviato dal governo, sulla vicenda dei due marò (Girone, appunto, e Massimiliano Latorre, già in Italia con un permesso speciale per gravi motivi di salute, a cui è stato concesso a fine aprile da un tribunale indiano di restare in patria almeno fino al 30 settembre) accusati dall’india di aver ucciso due pescatori ala largo delle sue coste nel 2012.
La compagna di Latorre, Paola Moschetti, riferisce la gioia del marò per le sorti del cololega: “Massimiliano è felice, anche ieri su Facebook, nel post pubblicato in occasione del suo compleanno, aveva ribadito il grande desiderio che Girone rientrasse in Italia”.
Le reazioni.
“Finalmente la notizia che attendevamo da quattro anni. La tua Puglia ti aspetta Salvatore!”, ha scritto su Twitter il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.
Come lui, anche il sindaco di Bari non vede l’ora di riabbracciare il fuciliere: “È una bella giornata. Ti aspettiamo Salvatore. Qui c’è il sole”, ha scritto Antonio Decaro.
(da “La Repubblica”)
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