Giugno 30th, 2016 Riccardo Fucile
LA POLITICA STA IMPLODENDO, L’ECONOMIA INCERTA, IL PAESE DIVISO… E SONO AUMENTATI GLI EPISODI RAZZISTI DEL 57% IN POCHI GIORNI
La politica sta implodendo, l’economia è incerta e il Paese è diviso.
Da quando il Regno Unito ha deciso di uscire dall’Ue, sono emersi vari video e testimonianze di casi di razzismo.
Forse il più scioccante è successo martedì mattina alle 07:40 su un tram a Manchester, nel nord dell’Inghilterra.
Ora di punta, il tram è pieno e 3 ragazzi, che sembra stiano bevendo birra, iniziano ad abusare verbalmente un uomo che li aveva criticati per il loro comportamento turbolento. Il tono è aggressivo e gli insulti pesanti. “Scendi da questo tram! Tornatene in Africa” e “Non rompere se no ti deportiamo”.
L’uomo in questione ha un accento chiaramente americano o canadese ed è un professore universitario che vive in UK da 18 anni. Ha anche 7 anni di esperienza nell’esercito americano e non si fa intimidire facilmente.
Gli altri passeggeri sono visibilmente impauriti ma alla fine cacciano i ragazzi dal tram gridando “Siete una vergogna per l’Inghilterra”. I tre giovani sono stati arrestati poco dopo.
Scioccante ma apparentemente non un caso isolato negli ultimi giorni. Sima Kotechi, giornalista per la BBC di origine asiatica, durante una intervista si è sentita dire la parola Pa*i – termine molto offensivo per descrivere una persona di origine pakistana. La reporter, che era nella sua città natale di Basingstoke a un’ora da Londra, ha detto che non sentiva quella parola dagli anni ’80.
Un centro culturale polacco a Londra è stato vandalizzato, e dei volantini con la scritta ‘fuori dall’UE – niente più carogne polacche’ sono state distribuite a Huntingdon, nella provincia di Cambridge.
Una reporter araba, che stava facendo una diretta TV fuori dal parlamento, è stata accostata da una donna di mezza eta’ che le ha detto “Abbiamo votato OUT e ora voi musulmani dovete andarvene”.
Una mia conoscente americana e’ scesa da un taxi in lacrime dopo che il tassista le ha detto in faccia che stranieri come lei non erano benvenuti in Inghilterra. Sempre per strada, in un litigio fra autisti uno dice all’altro di ‘tornare a casa” anche dopo che quest’ultimo spiega di essere nato in Gran Bretagna.
È difficile stabilire se ci sia veramente un aumento di razzismo o se sia aumentata l’attenzione.
Il Consiglio Nazionale dei Capi di Polizia (National Police Chiefs Council) ha detto che sul loro sito c’è stato un aumento di segnalazioni di Hate Crimes (crimini di odio – una categoria specifica in UK che include razzismo, omofobia, attacchi verso i disabili o qualsiasi crimine che sia specificamente motivato dal pregiudizio) del 57% dopo il referendum paragonato al mese precedente.
Ma anche loro ammettono che questi dati non sono abbastanza ampi o dettagliati per rappresentare il quadro nazionale.
Indubbiamente e’ in aumento la paura. Dagli italiani su Facebook che non si sentono più i benvenuti, alla signora anziana nata in Germania che si e’ messa a piangere in diretta telefonica con la radio LBC di Londra, dicendo che dopo aver vissuto qui per decenni ora aveva paura di uscire di casa.
Il Regno Unito non è cambiato il giorno dopo il referendum. Non sono nati nuovi razzisti, ma quelli che già lo erano si sentono sicuramente giustificati dalla decisione di uscire dall’Unione.
La loro ignoranza è evidente. Americani e britannici di origine musulmana non c’entrano niente con l’immigrazione massiccia dai paesi UE degli ultimi anni.
I gruppi più numerosi sono polacchi, rumeni e italiani, tutti prevalentemente cristiani. E questi esempi di ignoranza sicuramente non fanno di tutti quelli che hanno votato OUT dei razzisti.
Anche se le analisi del voto mostrano che la maggior parte del 52% OUT erano anziani, fuori Londra e con un livello basso di istruzione, conosco tantissimi londinesi benestanti, giovani e multiculturali che hanno comunque votato per uscire.
C’è sempre stato un forte sentimento anti-europeo nel Regno Unito e per quanto la questione dell’immigrazione abbia giocato un ruolo chiave, non e’ l’unica ragione per la quale il paese ha deciso di lasciare l’Unione Europea.
Il problema ora è che il risultato, e mesi di campagna elettorale controversa sull’immigrazione, sembrano aver aperto lo scrigno di Pandora.
C’è una sottile ironia nel vedere certi giornali che per mesi hanno urlato titoli allarmisti sull’immigrazione ora chiedere che tutti mantengano la calma.
Ma la calma è scarsa nel Regno Unito in questi giorni.
La politica sta implodendo, l’economia è incerta e il Paese è diviso. Ci sono tensioni e litigi per strada, al lavoro e anche in famiglia.
Chi voleva rimanere è disperato. Chi ha votato per uscire non apprezza l’etichetta di vecchio razzista ignorante.
Manifestazioni e petizioni per un secondo referendum sono inutili e potrebbero ulteriormente infiammare le tensioni visto che il risultato del referendum è chiaro e incontestabile.
Gli inglesi hanno vari difetti ma solitamente sono molto pragmatici.
Speriamo che questa qualità li aiuti nei prossimi mesi. Ne avranno bisogno.
Barbara Serra
Conduttrice Al Jazeera English
(da “Huffingtonpost”)
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Giugno 30th, 2016 Riccardo Fucile
“CHI E’ DI SPIRITO LIBERALE DEVE PENSARE AL DIALOGO”
È stato sempre vicino all’amico Silvio Berlusconi, ancora in fase di convalescenza dopo l’operazione al cuore.
Ora Fedele Confalonieri può sorridere e dire che “Berlusconi si sta riprendendo bene” ed è pronto a rientrare in campo. “Non è vero niente” replica il presidente di Mediaset a chi gli chiede di commentare le voci insistenti di una sua gestione diretta di Forza Italia insieme con Gianni Letta e Niccolò Ghedini.
In un’intervista alla Stampa, Confalonieri fa capire che la carriera politica di Silvio Berlusconi non è al capolinea. Anzi, può vivere una nuova stagione, anche bisogna vedere se la fatica e lo stress della politica saranno compatibili con le sue condizioni di salute.
“Penso che il Cavaliere debba tornare al suo ruolo di leader politico. So che tanti che gli sono vicini non la pensano così, ma sono convinto che il Paese abbia ancora bisogno di lui” […] “È stata un’operazione davvero impegnativa, ve lo immaginate che cosa vuol dire essere squartati per un intervento al cuore? Però è andata bene e la ripresa è incoraggiante. Guardi, conosco una persona di 75 anni che ha avuto lo stesso problema e dopo due mesi guidava l’auto. Altri ci hanno messo di più, però tutti dopo 6 mesi stavano meglio di prima”.
Confalonieri non entra nel merito delle cronache che parlano dello smantellamento del cerchio magico. Ma riflette sulle responsabilità di chi ha chiesto troppo a Berlusconi.
“Hanno abusato delle sue forze, facendogli fare comizi anche in piccoli centri quando già aveva problemi alla valvola mitralica” […] “Immagino un partito strutturato in maniera più tradizionale, con un’organizzazione chiara, un Congresso in cui far confrontare le varie posizioni. Un’arena in cui ci sia competizione e faccia emergere i più capaci. Con Berlusconi a fare il coach, un po’ come Antonio Conte” […] “Il ct della Nazionale si è dimostrato un bravissimo leader. Con giocatori abbastanza normali, a parte i difensori della Juve, sta ottenendo ottimi risultati. A Milano c’è un proverbio che lo esprime bene, “anca i moron fann l’uga”, anche i gelsi fanno l’uva”.
Non solo il ritorno in campo, ma anche un nuovo sostegno a Matteo Renzi.
“Credo che in questa fase si debba sostenere il governo. Il Cavaliere non la pensa così, ma io sarei per qualcosa che somigli al Nazareno. Per fronteggiare i grandi problemi che abbiamo ci vuole una base ampia. Chi, come noi, è di spirito liberale, in una fase come questa deve pensare al dialogo. Non mi spingo a evocare la “grosse koalition” alla tedesca, ma guardiamo soltanto a che cosa succede in Spagna. Per uscire dalla paralisi i due partiti tradizionali dovranno lavorare insieme, è l’unica strada”. […] “Ho sentito D’Alema in tv, molto duro contro Renzi. Io invece dico che dovremmo dargli ancora fiducia, in fondo non ha fatto male. Penso a esempio al Jobs Act. E poi, con tutti i comunisti che ha tolto dalla scena, quelli di Forza Italia dovrebbero ringraziarlo. Battute a parte, oggi governare è diventata un’impresa complicata, come districarsi nel Labirinto di Creta”.
Sostenere Renzi, secondo Confalonieri, è un dovere anche per evitare che vincano i 5 Stelle.
“Chi vota Cinquestelle o auspica collaborazioni con loro ha letto i programmi che hanno? Penso al reddito di cittadinanza e agli aumenti automatici di tasse che servirebbero per finanziarlo. È un programma dirigistico e totalitario” […] “I limiti che vogliono mettere alle televisioni sono incredibili, potremmo avere il 10% di un canale e basta. Un canale, si rende conto?”.
(da “Huffingtonpost”)
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Giugno 30th, 2016 Riccardo Fucile
NCD PRONTO AD ABBANDONARE RENZI…FORMIGONI: “FINITO IL NOSTRO TEMPO AL GOVERNO”
Se Matteo Renzi non cambia linea, il Nuovo Centrodestra è pronto a guidare la crisi. È quanto
emerge da un retroscena pubblicato su Repubblica, in cui viene raccontato un vertice tra il segretario Angelino Alfano e i colonnelli di Forza Italia in Sicilia.
Ed è quanto dice, in chiaro, il senatore Ncd Roberto Formigoni in un’intervista al Corriere della Sera.
Scrive Repubblica:
“Vorrei continuare a collaborare con il Pd anche dopo le Politiche, ma questa legge elettorale non lo consente. I miei senatori, preoccupati, mi chiedono del futuro, e io cosa dovrei rispondere? È ovvio che se non introduciamo il premio di coalizione dovremo guardare al centrodestra. Non si tratta di fare la crisi domattina, ma se l’Italicum non cambia il nostro impegno si può considerare concluso con il referendum”.
Due sere fa, ristorante Pipero al Rex. Intorno al tavolo più defilato della sala Angelino Alfano si confida con Gianfranco Miccichè, plenipotenziario di Forza Italia in Sicilia. Con loro altri due politici isolani. Hanno chiesto di incontrare il ministro dell’Interno per proporgli la road map della riunificazione: «Angelino, candidati come governatore per il dopo Crocetta, e ricostruiamo assieme l’area moderata».
Sulla prima ipotesi, riferiscono, il leader sospende il giudizio, ma si impegna a ragionare comunque di un nome unitario. L’idea di tornare alleati, invece, non lascia indifferente il responsabile del Viminale.
Secondo Repubblica, sarebbero già una decina i senatori di Ncd pronti a scaricare il governo Renzi anche senza il benestare di Alfano.
Il parere di Formigoni è categorico: “Se Renzi non cambia, non possiamo più essere alleati, visto che non lo saremo alle elezioni”
Così Formigoni al Corsera:
“Credo che il tempo del Ncd al governo sia finito. Oggi, non in ottobre. Spero che anche Alfano se ne convinca. Diamo a Renzi un appoggio interno […]. Noi siamo rimasti al governo per fare le riforme. Compito finito, le riforme ci sono. E la nostra alleanza con il Pd era dettata solo dalla gravissima situazione dell’Italia. Ora, con Renzi le prospettive divergono”.
Il problema — spiega Formigoni — è il premio alle liste, ma non solo. “È chiaro che mai entreremo nelle liste Pd.: il nostro compito è organizzare il centro. Oppure, con le condizioni di Milano, potremmo far parte di un centrodestra a guida moderata”.
(da “Huffingtonpost”)
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Giugno 30th, 2016 Riccardo Fucile
IL CALVARIO DEL SEN. VACCIANO: “VOGLIO TORNARE A FARE IL BANCARIO, MA NON MI FANNO DIMETTERE”
Giuseppe Vacciano è senatore. Da un anno e mezzo chiede di lasciare il suo seggio a Palazzo Madama ma le sue dimissioni fino ad ora sono sempre state respinte.
Il Corriere della Sera racconta la storia del senatore del Movimento 5 Stelle che non riesce a dimettersi
Si legge sul Corriere della Sera:
“Giovedì potrebbe arrivare il sì tanto atteso. Giuseppe Vacciano lo aspetta dal 22 dicembre 2014, giorno in cui ha presentato le dimissioni da senatore, dopo aver lasciato i 5 Stelle. Dimettersi dall’Aula, però, non è così semplice. Non basta una lettera, serve il voto dell’Aula. Che finora le sue dimissioni le ha sempre respinte”.
Vacciano vorrebbe tornare al suo lavoro da impiegato della Banca d’Italia, da tempo lo chiede ma senza successo.
Oggi, per la terza volta, ci sarà il voto sulle sue dimissioni.
“Per lui si tratta di un ‘gesto di coerenza’. Ha lasciato i 5 Stelle nei giorni (novembre 2014) in cui veniva lanciato il direttorio: ‘Una mutazione irreversibile del Movimento dell’uno vale uno, che non prevedeva sovrastrutture’.
E ha deciso di lasciare pure il seggio: ‘Hanno votato il simbolo, non me. Voglio restituire agli elettori un rappresentante di quel simbolo, non restare attaccato alla poltrona’”.
La Costituzione, all’articolo 67, tutela tutte le scelte dei parlamentari, anche quella di lasciare il seggio, ricorda Vacciano, per il quale però l’odissea non ha ancora avuto fine.
(da “Huffingtonpost”)
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