Giugno 5th, 2016 Riccardo Fucile
EXPLOIT DE MAGISTRIS A NAPOLI, SECONDO LETTIERI… A TORINO FASSINO IN TESTA… CENTRODESTRA ALLA SFASCIO, IL PD REGGE, IL M5S BENE SOLO A ROMA
Chiuse alle 23 di domenica sera le urne per le elezioni amministrative 2016, è partito lo spoglio delle schede.
Secondo i primi exit poll, a Roma Virginia Raggi sarebbe tra il 34 e il 38%, Giachetti tra il 20 e il 24%, Meloni tra il 16 e i 20%, Marchini tra il 9 e il 13%. Fassina non pervenuto.
A Milano, Sala avrebbe ottenuto tra il 41 e il 45%, Parisi tra il 35 e il 39% e Corrado tra 8 e il 12%.
A Torino Fassino sarebbe in testa con una percentuale tra il 39 e il 43%, Chiara Appendino starebbe tra il 28 e il 32%, gli altri sotto il 10%.
A Napoli De Magistris è tra il 43 e il 47%, Lettieri tra il 20 e il 24%, Valemte tra il 15 e il 19% e Brambilla tra il’11 e il 15%.
Al voto 1.342 comuni, di cui 25 capoluoghi di provincia, 7 di regione, per un totale di 13.301.765 di italiani chiamati alle urne, oltre il 25% del totale degli iscritti alle liste elettorali nazionali.
(da agenzie)
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Giugno 5th, 2016 Riccardo Fucile
A POLIGNANO A MARE UN 30ENNE PICCHIA LA RAGAZZA IN PIAZZA, VIENE BLOCCATO DAI PASSANTI, POI LA FOLLA LO GONFIA DI BOTTE
E’ stato necessario l’intervento dei carabinieri e di un metronotte per salvare dal linciaggio un trentenne che sabato sera a Polignano a Mare è stato fermato da alcuni passanti mentre picchiava la propria ragazza.
La coppia era andata a cenare in un ristorante nel centro del paese, nella piazzetta in cui sorge la statua di Domenico Modugno.
All’uscita del locale, però, i due hanno cominciato a litigare. E il giovane ha perso la testa.
Prima ha insultato la fidanzata, poi l’ha presa a schiaffi e ha tentato di morderla a una mano.
La scena non è sfuggita ai passanti che affollavano la piazza di Polignano.
La ragazza ha cominciato a gridare e a chiedere aiuto e ha richiamato, in particolare, l’attenzione di tre cittadini che sono intervenuti per bloccare il trentenne prima che la situazione degenerasse
L’episodio ha destato rabbia tra la gente che ha spintonato e malmenato il fidanzato manesco che veniva salvato solo dall’arrivo di Metropol e carabinieri.
L’uomo, letteralmente gonfiato di botte, si riprendeva a fatica solo grazie alle cure del 118.
Stando a quanto dichiarato dalla ragazza non sarebbe stata la prima volta che il fidanzato l’avrebbe picchiata.
(da agenzie)
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Giugno 5th, 2016 Riccardo Fucile
QUASI TUTTE LE GRANDI CITTA’ SOTTO LA MEDIA NAZIONALE, AD ECCEZIONE DI COSENZA, CROTONE E LATINA
L’affluenza alle urne alle ore 19 nei 1274 comuni in cui si vota, secondo i dati del ministero dell’Interno, è stata del 46,01%, con riferimento alle regioni a statuto ordinario e la Sardegna. In Friuli, nel capoluogo Trieste la percentuale è stata del 42,27%.
E’ l’astensionismo il vero incubo di questa consultazione elettorale.
Difficile fare raffronti, anche nelle altre città , con le elezioni precedenti in cui il voto si svolgeva in due giorni, mentre questa volta si vota solo di domenica fino alle ore 23.
Alle ore 19, secondo i dati forniti dal Viminale, a Roma l’affluenza alle urne per elezioni comunali si attesta al 40,68%.
A Milano alle 19 si è al 42,43% degli aventi diritto alle urne, a Napoli al 40,74%, a Bologna l’affluenza è del 46,44%.
Alle ore 19, a Torino ha votato il 42,98%, a Cagliari il 40,16%, a Trieste, secondo i dati forniti dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, l’affluenza alle urne è del 42,72%, a Cosenza è del 54,60%, a Crotone del 54,16%, a Latina alle 19 ha votato il 53.4% degli elettori.
(da “La Repubblica”)
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Giugno 5th, 2016 Riccardo Fucile
NEL 2011 I VOTANTI FURONO IL 65%, MA ROMA SI FERMO’ POCO SOPRA IL 50%… NON DIMENTICHIAMO CHE A LONDRA HA VOTATO MENO DELLA META’ DEGLI AVENTI DIRITTO… IL VOTO NON E’ PIU’ UN ATTO DI FEDE MA UNA SCELTA DI CAMPO
Alla vigilia di ogni consultazione avanza, minacciosa, l’ombra dell’astensione.
Se ne parla anche in questa occasione, in vista delle elezioni amministrative di oggi, che interessano oltre 1300 Comuni, di cui 150 “superiori”.
Cioè, oltre i 10-15mila abitanti. Compresi tredici “superiori” a 100mila.
In questi Comuni l’affluenza nel 2011 fu del 65%, circa.
Se facciamo riferimento alle città dove si vota oggi, a Milano nel 2011 si recarono alle urne poco più di 2 elettori su 3, come a Torino. A Napoli 6 su 10 e a Bologna oltre 7 su 10.
Al contrario, a Roma (nel 2013) la partecipazione elettorale si fermò poco sopra il 50%.
Dovunque, d’altronde, l’affluenza alle urne è calata in modo continuo e costante, da oltre vent’anni.
Anche se ogni volta, in occasione delle scadenze elettorali che si susseguono frequenti, l’allarme “democratico” risuona.
Ma non c’è nulla di cui allarmarsi. L’astensione non è una minaccia che incombe sulla nostra democrazia. È, invece, fisiologica. Anche se, fino agli anni Novanta, in Italia votavano tutti. Almeno: alle elezioni politiche. Meno – appunto – alle amministrative. Ancor meno alle europee.
Ma allora il voto rifletteva ideologie politiche profonde e radicate. Poi è caduto il muro di Berlino, Tangentopoli ha affondato la classe politica insieme ai partiti di massa della Prima Repubblica.
Così il voto ha cambiato significato. Non più un atto di fede, ma, semmai, una scelta di campo. Pro o contro Berlusconi. E poi: pro o contro i partiti e i politici.
La stessa astensione ha mutato segno. Spesso è una scelta “contro”.
E per votare servono, comunque, buone ragioni. In ambito comunale: occorrono candidati e liste capaci di mobilitare gli elettori. A proprio favore. O contro.
Ma non è facile. Perchè non ci sono più partiti che selezionano i leader. E fanno campagna elettorale.
Dovunque è un fiorire di liste civiche e personali, spesso sconosciute ai cittadini meno informati. Cioè, la maggioranza.
Poi, mancano risorse. Fateci caso: manifesti e volantini sono una rarità . Il “porta a porta”: lo fanno solo i venditori ambulanti.
Invece, spira un sentimento di sfiducia che neppure il M5s e la Lega riescono a trasformare in un clima anti-politico capace di coinvolgere.
Siamo, dunque, lontani dal 1993, quando venne istituita l’elezione diretta dei sindaci, salutata come la rivincita del territorio nei confronti dello Stato centrale. E dei leader locali sui partiti nazionali.
Oggi i sindaci hanno perduto risorse e poteri. Non sono più attori (politici) ma esattori. Per conto dello Stato.
D’altronde, in questa campagna elettorale non si è parlato di problemi del territorio, ma del referendum costituzionale. Pro o contro Renzi.
Così, l’astensione diviene normalità , non un fenomeno in-atteso.
D’altronde, se votare è un diritto e lo è anche non votare. Chi non vota accetta – e subisce – la scelta di chi vota.
A Londra, di recente, è stato eletto sindaco il laburista di origine pachistana Sadiq Khan. Ha votato meno della metà degli aventi diritto. Ma a nessuno è venuto in mente di discutere legittimità del voto.
Nè il fondamento della democrazia in Inghilterra.
(da “La Repubblica”)
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Giugno 5th, 2016 Riccardo Fucile
A ROMA DA ATAC E AMA UNA FOLLA DA RECORD ELETTORALE PER GODERE DI 48 ORE DI RIPOSO
Saranno elezioni sicuramente molto ben monitorate, quelle di Roma.
Dai ranghi delle Municipalizzate è in arrivo un esercito di oltre 1200 rappresentanti di lista. Autisti dell’Atac (830) e spazzini dell’Ama (oltre 400) hanno già avvertito la propria azienda di prepararsi a sostituirli nel turno domenicale e nel lunedì post-elettorale
La condizione di rappresentante di lista non dà un guadagno, ma 48 ore di agognato riposo dal lavoro.
Chi ottiene da un partito la qualifica di rappresentante di lista – da notificare al seggio o sabato pomeriggio o anche domenica mattina prima delle 7 – dovrebbe poi stare ai seggi tutta domenica, anche se nessuno ti controlla, e lunedì ci si riposa.
Così andrà per un dipendente su dieci.
Evidentemente, in due aziende dove si largheggia già con i permessi sindacali, e con l’assenteismo, a molti non è sfuggita quest’ennesima occasione di saltare il lavoro.
Le due aziende capitoline, alle prese con cronici disservizi, devono ora correre ai ripari.
L’Ama mette in conto una spesa supplementare di straordinari festivi, dovendo richiamare in servizio chi non era previsto.
L’Atac, invece, che comunque non potrà rimediare abbastanza autisti per sostituire tutti gli assenti giustificati, ha sospeso i permessi sindacali e quindi conta di mettere anche i sindacalisti al volante.
La storia, a dirla tutta, è ricorrente. Anche alle scorse elezioni amministrative del 2013, l’Atac fu costretta a mettere in permesso elettorale il 20% del personale viaggiante con i prevedibili disagi che questo comportò.
Quest’anno va un pochino meglio, perchè le 850 richieste di permesso elettorale rappresentano una percentuale del 9% sul totale degli 11.696 dipendenti.
Il direttore generale Mario Rettighieri è dovuto comunque correre ai ripari «per limitare quanto più possibile i disagi in rete conseguenti alle attività di seggio dei dipendenti Atac».
Di qui la sospensione dei permessi sindacali per domenica e lunedì, iniziativa concordata con il prefetto di Roma, Francesco Paolo Tronca, e che i sindacati non si sentono di criticare.
«Se c’è l’esigenza di servizio, ci adegueremo», le laconiche parole di Claudia Porzi, Cgil. Si replicherà anche in occasione del ballottaggio.
All’Ama, a loro volta, sono in grande difficoltà .
La città è in ginocchio dopo lo sciopero dei giorni scorsi, che ancora si fa sentire nelle strade; la domenica, peraltro, gli spazzini riescono a raccogliere soltanto 1500 tonnellate di rifiuti, la metà del necessario, con ricadute sul lunedì.
Questa domenica elettorale andrà anche peggio. «Il numero dei rappresentanti di lista tra il nostro personale – commenta il presidente dell’Ama, Daniele Fortini – è abbastanza in linea con le tornate elettorali precedenti. Non c’è dubbio che alle amministrative, essendoci tante più liste, il fenomeno è più marcato».
La corsa dei dipendenti delle Municipalizzate a fare da rappresentante di lista racconta soprattutto l’alto grado di sindacalizzazione e di politicizzazione del personale.
«Non per caso – commenta Riccardo Magi, segretario dei Radicali e capolista di una lista pro-Giachetti – noi stentiamo a trovare qualche rappresentante di lista e altri partiti, che in questi anni rappresentavano il potere a Roma, ne hanno a valanghe. È l’altra faccia delle assunzioni clientelari e della co-gestione sindacale dentro le Municipalizzate».
«Mi piacerebbe che la gente continuasse a lavorare – dice anche un altro consigliere comunale uscente, Stefano Pedica, Pd – e che a fare i rappresentanti di lista, ma soprattutto gli scrutatori, andassero disoccupati e cassintegrati».
Francesco Grignetti
(da “la Stampa”)
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Giugno 5th, 2016 Riccardo Fucile
LE FERROVIE SVIZZERE HANNO AFFIDATO SICUREZZA E MANUTENZIONE DEL GOTTARDO A FEDERICA SANDRONE, INGEGNERE DI 38 ANNI DI IVREA
Come tutti gli angeli custodi sai che c’è, ma non si vede.
E la sua presenza ti rassicura, soprattutto se viaggi in un treno che corre a 200 chilometri dentro una galleria lunga 57,1 chilometri sotto 2000 metri di roccia. Adesso che il tunnel ferroviario più lungo del mondo è stato realizzato nel cuore della Svizzera la squadra in campo cambia: serve qualcuno per analizzare, verificare e, se necessario, intervenire per garantire la gestione e la manutenzione delle due canne.
Un angelo custode anzi, come si definisce lei «il dottore delle gallerie».
Una donna di 38 anni che parla italiano e ha una laurea da ingegnere minerario in tasca conseguita al Politecnico di Torino.
Si chiama Federica Sandrone è nata ad Ivrea ma è cresciuta a Rivarolo, nelle valli del Canavese fino al 2004 quando, subito dopo la laurea, vince un dottorato a Losanna. «Un cervello in fuga? Bah, se vuole possiamo dire così, anche se io all’inizio avevo messo in conto di ritornare in Italia».
E invece, dopo il dottorato, arriva il primo incarico operativo nelle ferrovie svizzere e nel 2008 diventa ingegnere responsabile della gestione e della manutenzione dei tunnel.
Fino all’altro giorno erano 300 gallerie, poi si è aggiunto il Gottardo, dove a regime passeranno 250 treni merci al giorno e 65 convogli passeggeri.
Preoccupata? «No, emozionata. Devo continuare a studiare come gestire la nuova infrastruttura perchè sarà un grande cambiamento rispetto al passato».
Sandrone non lavora sotto i riflettori ma opera dalle retrovie e ha uno sguardo d’insieme che permette di «decidere».
Ammette: «Si, sono una che ha il compito di risolvere i problemi quando si pongono».
Il presidente della confederazione Svizzera, Johann Schneider Ammann, davanti ai grandi d’Europa ha definito il tunnel come l’opera del secolo.
Il «dottore del Gottardo» non ha partecipato alle celebrazioni con Renzi, Merkel e Hollande e nemmeno alla festa popolare che si concluderà nel pomeriggio con almeno cinquantamila persone che hanno pagato da 8 a 30 franchi per salire sui treni nel viaggio inaugurale dedicato ai cittadini.
Dentro il tunnel c’è già stata in fase di costruzione e di collaudo, e ci tornerà ma è fiera di dover gestire «un’opera che unisce l’Europa costruita da uno Stato che non fa parte dell’Europa e realizzata da lavoratori di 15 paesi».
Anche in quel caso alla guida di tutto c’era una donna: Christine Hebenhog.
Un caso? Ride: «Fino a pochi anni fa in questo mondo l’unica donna ben accetta era Santa Barbara poi le cose sono cambiate. Forse è il caso oppure le donne sono diventate brave».
Tutto qui? «All’inizio devi far capire che vali e che hai le capacità è quello che ho fatto perchè mi ha visto, sono piccola, sembro una ragazzina e peso solo 42 chili». Comunque è «rispettatissima» anche perchè nel corso degli anni ha sviluppato competenze che altri non hanno e adesso «mi chiamano a fare consulenze anche in Francia e Gran Bretagna».
Tutto questo, però, a sentire lei è nato per caso: «Avevo scelto ingegneria mineraria perchè ero affascinata dalla geologia, dalla possibilità di approfondire gli aspetti naturali degli scavi. Poi ho fatto la tesi sul rifacimento di una galleria esistente. E nel mio dottorato ho approfondito le patologie delle gallerie esistenti. Allora mi sono detta, questa è la mia strada».
Nel 2004, quando è arrivata in Svizzera, la prima difficoltà da superare è stato il rapporto con la lingua tedesca: «Adesso il problema è fare i conti con un corretto utilizzo dell’italiano».
Il secondo? «Abituarsi agli orari dei pasti, nemmeno mia nonna ormai mangia più così presto».
Maurizio Tropeano
(da “La Stampa”)
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Giugno 5th, 2016 Riccardo Fucile
IL PRESTIGIOSO PREMIO A CARLOTTA ANTONIOTTI DI PISA ED EMANUELA PALMERINI DI BOLOGNA
Ci sono anche due giovani ricercatrici italiane tra i premiati dell’American society of clinical oncology (Asco), il più importante appuntamento annuale dedicato all’oncologia, in corso a Chicago fino al 7 giugno.
Si tratta di Carlotta Antoniotti e di Emanuela Palmerini, due oncologhe under 30 premiate con il prestigioso Conquer cancer Foundation Merit Award Recipients 2016.
Carlotta Antoniotti, 29enne toscana di Podenzana (Massa Carrara), è impegnata nello studio di forme tumorali colon-rettali presso il Polo Oncologico dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana.
Emanuela Palmerini, 30 anni, di Urbino, è invece specialista in forme oncologiche dell’apparato locomotore e sta coordinando uno studio di fase 3 sulla sinovite pigmentosa, all’istituto ortopedico Rizzoli di Bologna.
Il Merit Award è uno dei più prestigiosi premi dell’oncologia internazionale che premia, tra gli altri, i migliori giovani oncologi.
Il premio tradizionalmente rappresenta un’opportunità di lancio verso la ricerca internazionale e risultati sempre migliori per la lotta al cancro.
(da agenzie)
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Giugno 5th, 2016 Riccardo Fucile
MALE ANCHE TORINO AL 15,20%…. BOLOGNA OLTRE IL 20%, CAGLIARI AL 22%
Si è fermata al 17,99% l’affluenza alle urne alle ore 12 nei 1.274 centri chiamati al voto secondo il dato diffuso dal Viminale (che non tiene conto delle comunali in corso nelle “autonome” Friuli Venezia Giulia e Sicilia).
Nelle precedenti omologhe alle ore 12 la percentuale dei votanti si era attestata al 12,93% ma, nella gran parte dei comuni al voto, le urne erano state aperte per due giorni, domenica e lunedì fino alle ore 15.
L’affluenza è stata più consistente nelle città meno grandi, mentre hanno segnato il passo i capoluoghi di regione
A Roma ha votato il 14,81% degli aventi diritto: in un primo momento, l’affluenza segnalata dal sito del Viminale si attestava attorno al 21%.
Affluenza più bassa della media nazionale anche a Torino, dove ai seggi si è recato il 14,05%. A Milano l’asticella si è fermata al 16,13%, a Napoli al 16,49%. Sopra la media Bologna (20,09%).
I candidati sindaco di Roma Roberto Giachetti (Pd) e Stefano Fassina (Sinistra italiana), quelli di Milano Giuseppe Sala (Pd) e Gianluca Corrado (M5) quelli di Torino Piero Fassino (centrosinistra) e Chiara Appendino (M5S) hanno votato questa mattina.
Giachetti è andato al seggio in via Fonteiana, nella Capitale, verso le 10. Come Fassino, che ha votato nel suo seggio alla scuola media Ugo Foscolo del capoluogo piemontese, e la Appendino, accreditata dai sondaggi come la principale sfidante del primo cittadino uscente. che si è presentata alla sezione 335 della scuola Pacinotti, in via Vidua 1, accompagnata dal marito e spingendo la carrozzina con la figlia di pochi mesi.
Fassina ha votato al seggio allestito nella scuola di via Bonghi, a due passi da via Merulana, accompagnato dalla moglie e dai due figli più piccoli.
Davanti al seggio ha incontrato il ministro ai Beni Culturali Dario Franceschini (Pd). Alle urne anche Silvio Berlusconi, che fuori dal seggio di piazza del Collegio Romano a Roma ha sostenuto: “La mia sopravvivenza a 73 processi la definirei eroica. Pensate che invece di andare a donne ho fatto tre pomeriggi alla settimana con i miei avvocati. Non vorrei che qualcuno pensasse…”.
L’affluenza alle precedenti tornate
Alle Europee del 2014 è andato alle urne il 58,69% degli elettori. A Milano l’affluenza è stata del 60%, a Torino del 64,14%, a Roma del 51,99%.
Alle elezioni Regionali, nel 2013, ha votato il 73,63% dei milanesi e il 69,38% dei romani.
Nel 2014, sempre per le Regionali, a Torino si sono espressi il 62,82% dei cittadini, contro il 40,61% dei napoletani. A Bologna l’affluenza si è fermata invece al 39,74%.
Come, dove e quando si vota
Si vota dalle 7.00 alle 23.00, nelle regioni a statuto ordinario e in Friuli-Venezia Giulia, Sardegna e Sicilia, per l’elezione dei sindaci e dei consigli comunali e dei consigli circoscrizionali.
Rinnovo delle amministrazioni, oltre che nei sette capoluoghi di Regione, anche per 18 comuni capoluogo di provincia: Benevento, Brindisi, Carbonia, Caserta, Cosenza, Crotone, Grosseto, Isernia, Latina, Novara, Olbia, Pordenone, Ravenna, Rimini, Salerno, Savona, Varese, Villacridro. Subito dopo lo spoglio delle schede. L’eventuale turno di ballottaggio si svolgerà domenica 19 giugno, sempre dalle 7.00 alle 23.00.
Nei 25 comuni capoluoghi di provincia e Regione attualmente sono 21 quelli governati da giunte di centrosinistra (Benevento, Bologna, Brindisi, Cagliari, Carbonia, Crotone, Grosseto, Isernia, Milano, Napoli, Novara, Olbia, Pordenone, Ravenna, Rimini, Roma, Salerno, Savona, Torino, Trieste, Villacidro) e 4 quelli guidati dal centrodestra (Caserta cosenza, Latina, Varese).
I candidati sindaci, sempre in questi comuni (escludendo Trieste e Pordenone, regioni a Statuto speciale i cui dati non sono gestiti dal Viminale) sono complessivamente 186, di cui 153 maschi (82,26%), 33 donne.
Meno accentuato lo squilibrio tra i candidati consigliere: sono 16.388 i candidati di cui 9.240 maschi (56,38%); 7.148 candidate le candidate di sesso femminile (43,62%).
Dei candidati a sindaco, 19 hanno tra i 18 e i 35 anni; 49 tra i 36 e i 45 anni; 64 tra i 46 e i 55 anni; 32 tra i 56 e i 64 anni; infine 22 oltre i 64 anni.
Dei 25 sindaci uscenti, nessuno ha meno di 36 anni e solo uno ha un’età compresa tra i 36 e i 45 anni; 11 hanno tra i 46 e i 55 anni; 8 tra i 56 e i 64 anni; 5 hanno oltre i 64 anni. Sono 7 i candidati sindaco a Benevento; 9 a Bologna; 6 a Brindisi; 7 a Cagliari; 6 a Carbonia; 8 a Caserta; 5 a Cosenza; 9 a Crotone; 8 a Grosseto; 9 a Isernia; 11 a Latina; 9 a Milano; 10 a Napoli; 7 a Novara; 5 a Olbia; 5 a Ravenna; 8 a Rimini; 13 a Roma; 10 a Salerno; 7 a Savona; 17 a Torino; 6 a Varese; 4 a Villacridro. Nei 23 comuni capoluogo di provincia al voto (escludendo Trieste e Pordenone) si sono presentate 284 liste civiche.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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