Giugno 16th, 2016 Riccardo Fucile
IL FENOMENO PIPPI MELLONE, AVVOCATO 31ENNE, DAL 5% AL BALLOTTAGGIO, CINQUE ANNI DI OPPOSIZIONE VERA, CONTESTANDO SPRECHI E COSTI… HA DENUNCIATO GLI INTERESSI DI UNA CLASSE POLITICA TRASVERSALE IN NOME DI UNA DESTRA SOCIALE E POPOLARE… ORA L’ULTIMA SFIDA PER DIVENTARE SINDACO: TUTTI UNITI CONTRO DI LUI, COMPRESA LA VERGOGNA DEI COGNATI D’ITALIA… ATTESA PER IL COMIZIO FINALE: LUI SCEGLIE LA PIAZZA PIU’ GRANDE, IL PD QUELLA PICCOLA
Il possibile tsunami è localizzato a Nardò, 32.000 abitanti in provincia di Lecce, secondo comune del Salento, dove domenica si vota per il ballottaggio: gli elettori dovranno scegliere tra il sindaco uscente Marcello Risi (Pd e liste di centrosinistra collegate) che al primo turno ha ottenuto il 40,29% e la sorpresa Pippi Melloni (candidato di più liste civiche, in primis “Andare Oltre”, di chiara origine di destra sociale) che parte dal 30,09%.
Un primo uragano in verità c’è già stato: Pippi è arrivato al ballottaggio travolgendo il candidato Antonio Vaglio (portato dai fittiani e da Fratelli d’Italia) fermo al 22,33% e Massimo De Marco (M5S) che ha raccolto il 7,27%.
Una prima annotazione rivelatrice: Risi (Pd) ha raccolto il 2% in meno della sua coalizione, Vaglio (fittiano e Fdi) il 4% in meno dei partiti che lo sostenevano, Mellone il 4% in più.
Giusto per la cronaca Fdi ha preso solo il 2,12%, contribuendo ben poco al 22,33% del fittiano Vaglio.
Ma al ballottaggio che sta accadendo?
La logica vorrebbe che i fittiani e Fdi appoggiassero il candidato di destra contro quello di sinistra… E invece no.
Per salvare la faccia ufficialmente “lasciano liberi gli elettori” di votare per chi gli pare.
Ma come? Per un candidato del Pd?
Forse Cameron direbbe di votare per i laburisti?
O la Meloni per Giachetti e Fassina?
Eppure a Nardò anche questo accade, perchè qua vige la regola del consociativismo, della torta da spartirsi, degli interessi da tutelare.
E allora ecco il passaparola: “non votate Pippi, questo vuole ripristinare regole e legalità , è un pericolo”.
Ma chi è Pippi Mellone? Potrebbe essere l’emblema della “destra che non c’è” in Italia.
Avvocato, 31 anni, si forma in “Azione Giovani”, cinque anni fa raccoglie da solo con la sua lista civica il 5%, entra in Comune e li manda in tilt: attiva la regola di accesso agli atti, spulcia pratica per pratica, spesa per spesa, persino il costo dei lumini del cimitero e mette tutti in mora.
Battaglia dopo battaglia, diventa il difensore dei cittadini defraudati e tartassati ( qua tutte le tasse comunali sono al massimo consentito e i servizi un disastro) e attorno a lui si forma un gruppo di decine di giovani.
Movimentista, attento ai diritti dei più deboli e alla tutela ambientale, raccoglie simpatie anche a sinistra, ingaggia lotte a tutela dei lavoratori e contro il degrado delle periferie, consuma scarpe sui marciapiedi per ascoltare e avanzare proposte.
Un giovane coraggioso contro la casta, la malavita e la rassegnazione del Sud.
A furor di popolo si presenta candidato sindaco con otto liste civiche di appoggio, alla fine anche Forza Italia locale converge su di lui.
E arriva a sfondare al primo turno il 30%.
Ora la Casta e i poteri forti locali tremano, decenni di “affari” sono in pericolo: ed ecco che destra e sinistra si alleano sottobanco per evitare lo tsunami che spazzerebbe via la vecchia e compromessa classe dirigente.
I ragazzi di Mellone stamane hanno presidiato poste e banche di Nardò per la “Giornata di mobilitazione contro il Vampiro di Palazzo. Con lui Imu, Tasi, Irpef e tassa sulla spazzatura al massimo consentito dalla Legge”.
E ora Pippi lancia l’ultima sfida: stasera chiude la campagna elettorale in Piazza Salandra, la più grande di Nardò, il suo avversario Risi sceglie la piccola Piazza delle Erbe, la paura serpeggia tra i compagni di merenda.
Se sommassimo le percentuali dei due schieramenti si parte con un 62% di Pd-fittiani-Fdi contro il 30% di Mellone, 32 punti di distacco, ma l’aria che si respira è diversa.
Lo slogan di Pippi è “la rivoluzione sta arrivando”: spingiamolo tutti verso l’impossibile.
La “destra che non c’è” in ogni caso per una volta ha dimostrato di esserci.
Forza Pippi.
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Giugno 16th, 2016 Riccardo Fucile
INDENNITA’ NASCOSTE, MASSAGGI E VIAGGI GRATIS, INFERMIERI A DISPOSIZIONE ANCHE PER I GENITORI, ABUSI DI PORTABORSE… E AL LAVORO SOLO TRE GIORNI LA SETTIMANA… POCO O NULLA E’ CAMBIATO
I senatori e i loro familiari non hanno mai paura di sedersi sulla sedia del dentista. Non perchè più coraggiosi degli altri mortali, ma perchè il conto, loro, non lo pagano mai.
Ci pensano gli italiani: grazie all’assistenza sanitaria integrativa ogni parlamentare può avere rimborsi fino a 25 mila euro nell’arco di un quinquennio.
Un plafond che comprende anche «lo sbiancamento di denti non vitali (250 euro per dente)» e «corone in oro e porcellana» a 1.150 euro l’una.
Se il Censis segnala che 11 milioni di concittadini rinunciano alle cure a causa della crisi economica, e l’Ufficio di bilancio del Parlamento ha spiegato che il 7,1 per cento evita di farsi visitare perchè i costi delle prestazioni sono troppo alti, lo stesso Parlamento regala a ogni senatore della Repubblica un plafond supplementare da 1.500 euro l’anno per farsi «una depressoterapia intermittente».
Una somma che può essere spesa anche per «un’idrochinesiterapia» (si fa in piscine termali) e pure – se si tiene alla linea, l’estate ormai è alle porte – per «drenaggio linfatico manuale».
Nessuno sapeva che il tariffario di Palazzo Madama prevede anche «sedute individuali di training per dislessici», e che prevede risarcimenti di quasi mille euro al mese per pagare un infermiere in caso di bisogno (il servizio si può estendere anche ai genitori del senatore).
Il senatore può presentare anche fattura per un paio di scarpe ortopediche da 600 euro (qualcuno giura che ce ne sono di molto eleganti in pelle), e se colto da attacchi d’ansia può spendere 5 mila euro l’anno per sedute dallo strizza-cervelli.
Il tariffario dedicato ai senatori, datato maggio 2015, è solo una delle evidenze che dimostrano come, nonostante gli scandali infiniti, le proteste dell’opinione pubblica, il ludibrio internazionale e le batoste elettorali, i privilegi della “casta” sono stati appena scalfiti.
È vero: le province e i costi per gli stipendi dei presidenti e dei consiglieri sono stati cancellati, i vitalizi per gli attuali parlamentari finalmente aboliti, ma per il resto prebende e vantaggi assortiti non sono stati toccati.
Indennità . Trattamento dei portaborse. I privilegi mai intaccati come la tessera che permette ai parlamentari di viaggiare gratis.
Mentre l’approvazione delle leggi, principale attività per la quale vengono eletti deputati e senatori, sono ormai appannaggio quasi esclusivo dell’esecutivo: dal 2013 Camera e Senato hanno approvato in tutto solo 36 leggi di iniziativa parlamentare, mentre ne hanno approvate 176 di iniziativa del governo.
In media meno di un provvedimento al mese.
Emiliano Fittipaldi
(da “L’Espresso”)
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Giugno 16th, 2016 Riccardo Fucile
IL GICO DELLA GDF NEI COMITATI ELETTORALI DI FRANCESCO AJELLO (CENTROSINISTRA) E GIOVANNI MOSCATI (CENTRODESTRA)
Nove persone indagate per voto di scambio, compresi i due candidati che domenica si contenderanno la poltrona di primo cittadino.
È un vero e proprio terremoto politico giudiziario quello andato in onda a Vittoria, la città in provincia di Ragusa che domenica sarà chiamata ad eleggere il nuovo sindaco nel turno di ballottaggio.
A tre giorni dalle elezioni gli uomini del Gico della Guardia di Finanza di Catania sono piombati nei comitati elettorali di Giovanni Moscato e Francesco Aiello, i due candidati che al primo turno hanno conquistato un posto al ballottaggio.
Secondo il quotidiano locale Sudpress.it ci sarebbero anche i nomi di Moscato e Aiello nell’elenco delle nove persone indagate dalla dda di Catania per voto di scambio.
Aiello, 70 anni, ex deputato regionale e assessore all’Agricoltura, è stato più volte sindaco di Vittoria in passato: storico esponente del Pci, è candidato con Sicilia Futura, la lista fai da te creata dall’ex ministro Salvatore Cardinale, e al primo turno ha ottenuto il 26 percento dei voti. Nove punti percentuali in meno rispetto a quelli conquistati da Moscato, avvocato di 39 anni, candidato del centrodestra, che ha smentito di essere indagato: “Mi è stato notificato solo un decreto di perquisizione del mio comitato elettorale — ha dichiarato — non mi risulta che sia indagato”.
L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto di Catania Amedeo Bertone (che proprio oggi è stato nominato dal Csm procuratore capo di Caltanissetta) e dal sostituto Valentina Sincero, è nata dalle dichiarazioni di due collaboratori di giustizia, Biagio Gravina e Rosario Avila, e riguarda non solo le elezioni di questi giorni, ma anche quelle del 2011.
Nel registro degli indagati è finito anche l’attuale sindaco di Vittoria, Giuseppe Nicosia, il fratello Fabio, e Lisa Pisani, la candidata del Pd alla poltrona di primo cittadino sconfitta al primo turno.
“Comunico di avere ricevuto questa mattina un’informazione di garanzia, assieme ad altri soggetti, per voto di scambio, e ritengo doveroso che l’opinione pubblica sappia immediatamente, dal momento che rivesto ancora, anche se per pochi giorni, un ruolo pubblico, tutto ciò che riguarda il sindaco della città ”, ha detto Nicosia, mentre l’inchiesta della procura di Catania ha coinvolto anche Maurizio Di Stefano e Raffaele Di Pietro, indicati come vicini all’attuale sindaco, più due candidati al consiglio comunale: Cesare Campailla e Raffaele Giunta. La presenza di quest’ultimo in una lista civica vicina al Pd (dove era candidato anche Francesco Cannizzo, segretario cittadino dei dem) era stata tra l’altro denunciata durante la campagna elettorale dal sito laspia.it, dato che Giunta ha all’attivo alcuni precedenti penali: alla fine aveva deciso di ritirare la propria candidatura.
Giuseppe Pipitone
(da “il Fatto Quotidiano“)
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Giugno 16th, 2016 Riccardo Fucile
INCENDI IN ZONA DI PREGIO TURISTICO COME CEFALU’ E MONREALE, SOTTOPOSTE A VINCOLO AMBIENTALE
“Qualcuno ha mai sentito parlare di un incendio che scoppia di sera quando ci sono 24 gradi di temperatura? Io personalmente no”.
Rosario Crocetta, presidente della Regione Sicilia, contattato dall’HuffPost, non ha dubbi sull’origine dei roghi, divampati tra Palermo e Messina, e che hanno comportato la chiusura di scuole, uffici e autostrade: “Dietro ci vedo interessi speculativi edilizi. C’è la criminalità organizzata. Questa può essere una delle cause. Il primo incendio si è registrato ieri sera e a causa del forte vento di scirocco le fiamme si sono diffuse interessando zone sempre più ampie. E poi avete visto di quali zone stiamo parlando?”.
Quali?
“Cefalù e Monreale, per dirne solo alcune. È molto sospetto il fatto che questi incendi avvengano proprio in aree particolarmente belle, di intesse storico e con vincoli ambientali, dove quindi non si può costruire. Sono patrimonio dell’Unesco. Come è successo a Pantelleria la settimana scorsa”.
La situazione è sotto controllo?
“La campagna antincendio è iniziata ieri, il 15 giugno, e da giugno a ottobre abbiamo 5500 uomini mobilitati sul territorio. In queste condizioni però stiamo avendo difficoltà che non dipendono da noi”.
Cioè?
“Adesso abbiamo temperature molto alte e vento forte che impedisce l’utilizzo dei mezzi aerei. Non possiamo intervenire con gli elicotteri ma solo con i mezzi di terra. Quindi le operazioni vanno a rilento. Ma vorrei ribadire che il primo incendio è scoppiato di sera quando c’erano 24 gradi. È tutto molto sospetto. Possiamo parlare di una casualità ? Non credo. Ci sono interessi. Interessi che riguardano quei territori”.
Si spieghi meglio.
“Io chiedo: c’è un’ipotesi criminale dietro questi incendi? Ci potrebbe essere, non ho la certezza ma l’analisi logica mi porta a dire questo. Non può esserci un incendio così devastante che scoppia di sera quando ci sono 24 gradi in una zona di interesse storico e con vincoli ambientali. C’è qualcuno che in quei terreni vuole costruire”.
(da “Huffingtonpost”)
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Giugno 16th, 2016 Riccardo Fucile
BIMBI INTOSSICATI DAL FUMO IN ASILO… “GLI INCENDI NON SI CREANO DA SOLI”
Mattina di passione per la provincia di Palermo sul fronte degli incendi. I numerosi roghi divampati nelle scorse ore, alimentati dal forte vento di scirocco e le temperature superiori ai 40 gradi, hanno costretto stamattina alla chiusura dell’autostrada A20 Palermo-Messina, all’altezza degli svincoli di Buonfornello a Castelbuono, in entrambe le carreggiate.
La decisione è stata presa dopo che gli incendi hanno avvicinato pericolosamente alcune abitazioni e alberghi della zona.
La protezione civile regionale intanto ha emesso un avviso per rischio incendi e ondate di calore per “temperature elevate e condizioni meteorologiche che possono avere effetti negativi sulla salute della popolazione”.
A Cefalù gli investigatori seguono la pista dell’origine dolosa nelle indagini sulla causa degli incendi divampati tra ieri sera e oggi.
Il commissariato della polizia di Stato, diretto da Manfredi Borsellino, ha chiesto anche l’intervento della scientifica. L’ipotesi che dietro i roghi ci sia un piano criminale nasce dal fatto che i focolai sono scoppiati contemporaneamente in diversi posti anche lontani. I piromani avrebbero scelto le condizioni più favorevoli per provocare danni maggiori.
“All’autocombustione credono solo i bambini. E’ una favoletta. Soprattutto se si considera che ci sono state decine di incendi contemporaneamente. Non è possibile che tutta l’Isola prenda fuoco per caso nello stesso momento”, ha dichiarato il presidente dell’ente Parco dei Nebrodi Giuseppe Antoci, vittima nei mesi scorsi di un attentato.
“Noi, qui al parco – spiega – faremo la guerra ai piromani. Metteremo telecamere, controlleremo ogni centimetro e se se ne prenderà qualcuno, ci costituiremo parte civile”.
“Il territorio – prosegue – è stato massacrato. Io sono certo che ci sia dolo e so anche che sarà difficilissimo provarlo, perchè usano mille tecniche diverse, alcune impossibili da smascherare come dare fuoco agli animali che, scappando, poi diffondono le fiamme”.
Antoci convocherà per i prossimi giorni una conferenza di servizi con la Protezione Civile. “Dobbiamo dare – dice – un segnale inequivocabile”.
Le fiamme assediano i centri abitati
“Non sono in grado di dire se si tratti di incendi dolosi o meno, ma di per sè gli incendi non si creano da soli e soprattutto se nascono in più luoghi diversi”, ha detto il Capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio.
“Sono interessate le province di Palermo, Agrigento, Trapani, Messina. L’attività di spegnimento è coordinata dalla Regione. La parte nazionale sta agendo coerentemente con le normative e quindi sta supportando la Regione con l’invio di mezzi aerei, cioè i Canadair, che però non sempre possono lavorare per le condizioni avverse del tempo. Si deve fare un lavoro straordinario a terra, ma sono mobilitate le forze del volontariato e i vigili del fuoco stanno mettendo in atto un dispositivo”.
“Siamo di fronte a una situazione drammatica”, ha detto il sindaco di Cefalù Rosario Lapunzina.In questo momento la cittadina turistica è raggiungibile solo dalla Statale 113, dove si cammina a passo d’uomo.
“Le fiamme – spiega il sindaco – si sono dapprima sviluppate nella zona di Lascari e da lì, alimentate dal forte vento di scirocco, si sono via via estese fino alle spalle dell’Hotel Costa Verde (che è stato evacuato, ndr), e Mazzaforno, Capo Playa e rischiano adesso di raggiungere l’Hotel Santa Lucia, all’ingresso di Cefalù”.
Sono oltre una sessantina, fino ad ora, le persone rimaste intossicate a causa degli incendi che si sono sviluppati da questa mattina nel palermitano, in particolare nella zona delle Madonie, e che hanno portato alla chiusura dell’autostrada Palermo-Messina.
Dieci sono stati trasportati all’ospedale di Cefalù, due carabinieri all’ospedale Civico di Palermo mentre sono una cinquantina i bambini dell’asilo “il Girasole” di Monreale che sono stati portati via dai genitori direttamente al vicino ospedale Ingrassia di Palermo.
Circa venti bambini sono rimasti intossicati dal fumo e sono stati trasportati all’ospedale Ingrassia. Le loro condizioni non sarebbero gravi.
A Poggio Maria i forestali e i pompieri insieme ai volontari della protezione civile hanno salvato una ragazza che era rimasta intrappolata nella propria villa avvolta dalle fiamme. Diverse abitazione sono state danneggiate dal fuoco.
Chiusa A20. Prima dello svincolo di Buonfornello, dove l’autostrada A20 Palermo – Messina si biforca con la A19 Palermo-Catania, si è formata una coda lunga alcuni chilometri. Le auto dirottate sulla statale 113 in direzione di Cefalù, nei pressi di Lascari, camminano a passo d’uomo.
I vigili del fuoco hanno fatto evacuare per precauzione l’Hotel Costa Verde di Buonfornello, che si trova ai margini dell’autostrada, e un residence in località Mazzaforno. Le squadre di soccorritori sono intervenute anche all’interno della galleria “Battaglia” dell’autostrada, per aiutare alcuni automobilisti che erano rimasti bloccati a causa del fumo che aveva invaso il tunnel.
A causa di un incendio tra Carini a Cinisi è chiusa in entrambe le direzioni l’autostrada A29 Palermo Mazara del Vallo. Il rogo è tra i chilometri 7,600 e 17,600. Stanno intervenendo personale della Forestale e Vigili del Fuoco. Fiamme sono segnalate anche sulla Palermo Catania negli svincoli tra Villabate e Bagheria.
Una densa nube nera causata dagli incendi che stanno interessando la zona delle Madonie si nota anche a distanza di alcuni chilometri. In questo momento stanno operando nella zona 83 vigili del fuoco, 18 mezzi antincendio e quattro Canadair la cui azione viene ostacolata dal forte vento di scirocco.
(da “Huffingtonpost”)
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Giugno 16th, 2016 Riccardo Fucile
NEL CONFRONTO TV TUTTI I LIMITI DELLA CINQUESTELLE… GIACHETTI E’ PREPARATO E COLTO, SI ARRABBIA SOLO SULLA DOMANDA CIRCA LE SUE PROPRIETA’
Molto tesi entrambi, Raggi osa un tono viola sotto la giacchetta, Giachetti ribadisce la camicia bianca senza cravatta e si dimostra facilmente il candidato più competente. Invece Raggi evita molte domande: rimanda sulle Olimpiadi, non ha ancora la giunta, persino a chi dedicare una strada vuole farlo scegliere agli elettori — mentre il suo avversario naturalmente ha in testa Pannella.
La grillina rovescia sul candidato del Pd la condizione pesante in cui si trova la Capitale: «Perchè non avete fatto negli ultimi venti anni quello che promettete adesso?»
Sul Campidoglio trasformato in studio televisivo la sfida è uno spettacolo.
Gianluca Semprini di Sky Tg 24 chiede ai due contendenti persino di rivolgersi direttamente al «cecato», Carminati.
Poi butta una carta in terra («mi fate la multa?») e va sul personale: «Siete credenti?» Raggi non lo dice, Giachetti si dichiara «agnostico».
Domande anche sui redditi e le proprietà , e qui Giachetti si mette un po’ sulla difensiva a proposito dei due casali, o «casaletti», che possiede a Subiaco. Recupera sul mega debito della città .
Se Raggi propone «un audit» e la rinegoziazione, il vice presidente della camera dice che «è un bene scoprire che non vuole più protestare una parte del debito, aprendo la via al default».
Lei piuttosto calca la mano sulla dimensione del debito: «Adesso è a 13 miliardi, ma prima della gestione commissariale era 22 grazie al Pd».
«Segnalo alla Raggi — la replica di Giachetti — che questi mutui risalgono a trent’anni fa quando il Pd non esisteva ancora».
L’applauso è il primo convinto per il candidato Pd. Che subito dopo ammette: «Adesso non si possono pagare meno tasse». «L’aveva promesso, ora è lui ad aver cambiato idea», risponde Raggi.
A proposito di Olimpiadi, il candidato Pd si mette a parlare di sè in terza persona, «Giachetti è favorevole», e la candidata grillina lo sferza: «È agghiacciante che voglia puntare tutto su un evento futuro e incerto, un buon cuoco deve cucinare con gli ingredienti che ha in frigo» — si vede che la battuta è preparata.
Preparati i due lo erano certamente sulle buche, Giachetti scivola sull’«asfaltamento della città » ma annuncia che punterà sui maxi appalti «e mi affiderò alla consulenza di Alfonso Sabella».
Raggi invece, e qui si vede la prima differenza nelle proposte, dice che «dobbiamo evitare di dare appalti solo a grandi ditte».
Sul tema asili nido, per Raggi è «meschino promettere di abbassare le rette in campagna elettorale». Giachetti le fa notare che «ogni tanto bisognerebbe anche dire quello che si ha in testa, io metterei sul sociale tutti i soldi recuperati».
E il candidato Pd se la cava con la domanda sui municipi.
Se la candidata a 5 stelle confonde l’undicesimo con il sedicesimo, Giachetti, che al comune (con Rutelli) ha lavorato, riconosce il quattordicesimo e può anche proporre il recupero di un forte, in zona.
Finale su Atac, i pullman. «Bisogna proseguire sull’opera di risanamento», dice Giachetti. Ma lo scontro si accende sui nuovi autobus.
Giachetti dice che ne vuole comprare 170, Raggi tira fuori un documento che prova che sono già stati comprati. Giachetti dice che allora è merito del Pd, Raggi lo gela: «Questa gara l’ha fatta Tronca, non il Pd».
Ma nell’appello finale la candidata grillina finisce per citare il tormentone renziano: «Noi vogliamo cambiare verso».
Andrea Fabozzi
(da “il Fatto Quotidiano“)
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Giugno 16th, 2016 Riccardo Fucile
COLPI DI ARMA DA FUOCO DA PARTE DI UN 52ENNE… JOANNE COX E’ UNA PARLAMENTARE IMPEGNATA SUI TEMI MIGRANTI E CONTRARIA ALL’USCITA DELLA GRAN BRETAGNA DALLA UE… SOSPESA LA CAMPAGNA ELETTORALE
Una deputata britannica laburista, Helen Joanne Cox, è stata aggredita oggi a Birstall, vicino a Leeds, in circostanze non ancora chiare.
La parlamentare, 42 anni, è stata ferita con un coltello e anche con colpi d’arma da fuoco, e le sue condizioni sarebbero critiche.
La donna è stata colpita nelle vicinanze della biblioteca di Birstall, nel West Yorkshire, nel suo collegio elettorale.
L’aggressore sarebbe un uomo. Dopo l’attacco è stata trasportata in eliambulanza all’ospedale di Leeds. In passato la deputata si era occupata di temi legati al conflitto siriano e della questione migranti.
Si era anche schierata a favore dell’intervento militare britannico in Siria, in aperto dissenso con il leader del suo partito, Jeremy Corbyn, che oggi si dice “scioccato da quanto accaduto”.
La Cox, cheaveva anche lavorato per Oxfam e Save the Children, si trovava nella sua circoscrizione per il consueto incontro con gli elettori.
Nel tweet bloccato al primo posto del suo profilo così scrive contro Brexit: “L’immigrazione è una preoccupazione legittima ma non è una buona ragione per lasciare l’Europa”
Madre di due figli, è stata eletta deputata per la circoscrizione elettorale di Batley e Spen alle elezioni del 2015.
Secondo un testimone citato dal Telegraph, sarebbe rimasta colpita dopo essersi intromessa in una lite tra due uomini.
Un altro testimone, Hithem Ben Abdallah, ha raccontato ai media britannici di aver visto persone correre in strada, in direzione della biblioteca, e di aver sentito due spari. Ha notato un uomo che indossava “un berretto da baseball bianco sporco”, che ha iniziato a “spintonarsi con qualcuno” e le ha sparato tra due auto.
“Sembrava avesse una pistola vecchia, come se fosse della prima guerra mondiale o ‘artigianale’. Non il genere di pistola che si vede normalmente”, ha aggiunto Abdallah. La donna è rimasta per alcuni minuti sanguinante a terra in attesa dell’ambulanza che l’ha poi trasportata in ospedale.
Secondo l’Indipendent, una terza persona presente ha raccontato che l’aggressore prima di colpirla avrebbe gridato: “Britain first”.
L’aggressore, secondo un’altra testimonianza, sarebbe un uomo tra i 60 e i 70 anni, mentre i media britannici riportano che la polizia ha nel frattempo arrestato un uomo di 52 anni legato all’aggressione. Un altro uomo, tra i 40 e i 50 anni di età , risulta lievemente ferito.
Il primo ministro David Cameron, informato dell’accaduto e ha espresso profonda “preoccupazione”. Anche il sindaco laburista di Londra, Sadiq Khan si è detto “scioccato dalla notizia del ferimento di Jo Cox”, definita una deputata “brillante” e “un’amica”.
Dopo l’agguato, entrambi gli due schieramenti opposti nel Referendum del prossimi 23 giugno sulla permanenza della Gran Bretagna nella Ue hanno annunciato la sospensione per la giornata di oggi delle rispettive campagne.
L’annuncio dello stop è arrivato via twitter dal movimento Stronger in Europe, mentre ad annunciare lo stop alle attività elettorali per il campo del “Leave” è stato l’ex sindaco di Londra Boris Johnson.
(da “La Repubblica”)
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Giugno 16th, 2016 Riccardo Fucile
CABLARE CON LA FIBRA OTTICA LA CITTA’ FU UN AFFARE PER L’AZIENDA, NON CERTO PER IL COMUNE…E POI PARISI DIVENNE AMMINISTRATORE DELEGATO DI FASTWEB
L’attuale presidente del consiglio comunale di Milano Basilio Rizzo lo chiamò “quel pasticciaccio brutto di via della Signora”, dalla via della sede di Fastweb.
Perchè a cavallo degli anni duemila, sotto la giunta Albertini, la compagnia telefonica fece affari col comune quando direttore generale era l’oggi candidato sindaco del centrodestra Stefano Parisi.
Al centro degli accordi il progetto per cablare la città con la fibra ottica, con la creazione di due società con un azionariato misto tra pubblico e privato: Metroweb (67% della società elettrica Aem, oggi A2a, e 33% di e.Biscom) per la posa dei cavi e, appunto, Fastweb (60% e.Biscom, 40% Aem) per la gestione dei servizi.
Fu un affare soprattutto per i privati, mentre alle casse del comune rimasero guadagni trascurabili.
Parisi lasciò Palazzo Marino nel luglio del 2000 per diventare direttore generale di Confindustria.
Tornò di nuovo a Milano nell’ottobre del 2004 per ricoprire il ruolo di amministratore delegato di Fastweb.
Fu una scelta opportuna andare a lavorare nell’azienda che aveva fatto affari col comune?
“Questo è successo esattamente 12 anni fa, come mai ve ne ricordate a tre giorni dalle elezioni?”, si limita a dire Parisi concentrandosi piuttosto su un accento sbagliato da chi pone la domanda nel pronunciare il nome di Giuliano Zuccoli, allora presidente di Aem, che in rappresentanza della società del comune divenne presidente di Fastweb, dove nel 2001 entrò anche l’assessore della giunta Albertini, Sergio Scalpelli, oggi sostenitore del candidato di centrosinistra Giuseppe Sala.
Al capo di gabinetto di Albertini, Aldo Scarselli, fu affidato invece il ruolo di presidente nell’altra società , Metroweb.
Circostanze su cui Parisi, a margine di un incontro nella sede della Cisl, non vuole soffermarsi: “Adesso devo andare via. Venga da me dopo e le spiego bene”.
E prima di salire in auto: “Ho fatto bene ad andare in Fastweb, mi hanno chiamato. Abbiamo fatto un miracolo italiano”.
(da “il Fatto Quotidiano“)
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Giugno 16th, 2016 Riccardo Fucile
“SPAZZATURA DI UN GIORNALE CHE PERDE LETTORI”…”SE AVESSI VOLUTO FARE UNA DICHIARAZIONE POLITICA SAREI STATO IN GRADO DI FARLA DA SOLO”
“Una palese manovra da parte di quello che è in realtà un house organ del Partito del Nazareno”, “si tratta di pura spazzatura da parte di un giornale che perde lettori, così come noi del Pd stiamo perdendo elettori”.
L’ex presidente del Consiglio, Massimo D’Alema, in un colloquio con la Stampa via telefono da Bruxelles, replica al retroscena messo in pagina mercoledì da Repubblica secondo cui intenderebbe votare Raggi a Roma pur di mandare via Renzi.
“Si tratta di una vera e propria montatura contro di me frutto del fatto che stanno cercando un capro espiatorio perchè temono, domenica, risultati molto deludenti rispetto alle attese”.
E smentisce anche di aver detto che voterebbe anche Lucifero: “Non ho mai detto la parola Lucifero, perchè è un termine che non appartiene al mio vocabolario: casomai, avrei detto Belzebù. Ma il punto è che le battute non sono dichiarazioni politiche: se avessi voluto fare una dichiarazione politica avrei saputo farla”.
E sostiene che la vicenda “dimostra e conferma il livello di degrado del giornalismo italiano. De Marchis, l’autore dell’articolo su Repubblica, non mi ha mai chiamato: ha telefonato a Massimo Bray, che gli ha detto in maniera inequivocabile che le frasi attribuitemi non erano vere. Scriverle lo stesso – conclude D’Alema – è stata dunque una menzogna, che ha come mandanti chi mi vuole adoperare come capro espiatorio”.
D’Alema, smentisce anche il passaggio di essere pronto a fare una scissione se dovesse vincere il sì al referendum e di riprendersi il Pd se dovesse vincere il no:
“L’episodio in questione è avvenuto al termine di un seminario sul ventennio della democrazia dell’alternanza, dunque alla fine dei lavori condotti tra noi e l’associazione Magna Carta. Quando il convegno è finito – continua l’ex presidente del Consiglio – ci siamo soffermati per i saluti sul pianerottolo e Gaetano Quagliariello ha chiesto a Giovanni Orsina come avrebbe votato sul referendum costituzionale di ottobre. Orsina ha detto che avrebbe votato sì e Quagliariello, allora, ha ribattuto che lui – invece – avrebbe votato no” e “io ho affermato che in caso di vittoria del sì, Renzi ci avrebbe cacciato dal partito. Ma si trattava chiaramente di una battuta, non di una dichiarazione politica. In più, non ho mai parlato della Raggi. Per questo dico che è una montatura”.
(da “Huffingtonpost“)
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