Destra di Popolo.net

SALVINI GETTA LA MASCHERA: SUI VOUCHER VOTA NO, DEI PRECARI SE NE FOTTE, HA PAURA DI PERDERE I VOTI LEGHISTI DI CHI LI SFRUTTA

Marzo 14th, 2017 Riccardo Fucile

SI SPACCA LA LEGA: I GIOVANI PADANI VOTANO SI’… QUANDO SENTE IL RICHIAMO DEI POTERI FORTI, LA ZECCA GETTA LA FELPA E   SI CALA LE BRAGHE

Et voilà . Matteo Salvini dismette la felpa, un po’ sovranista, un po’ barricadera, proprio sul referendum della Cgil.
Dice all’HuffPost: “Certo che vado a votare. E aggiungo che questa data è una truffa, perchè sarebbe stato più logico e meno costoso l’election day con le amministrative. Ma voto no ai quesiti”.
Altre volte Salvini è stato protagonista di acrobazie tattiche, anche spericolate.
Sentite qui, che cosa diceva due anni fa: “Non mi sembra incredibile il dialogo con la Fiom: sui temi come l’occupazione e la politica industriale, ben venga chiunque sia di sinistra o di destra. Le barriere ideologiche cadono laddove è messo a repentaglio il lavoro”.
Oggi all’HuffPost parla con tutt’altro tono su questi temi: “Non c’è dubbio che dello strumento si è abusato, ne ha abusato il governo Renzi, ne hanno abusato i sindacati (non una parola sui datori di lavoro che ne hanno abusato direttamente…n.d.d.). Lo strumento andrebbe ricondotto a quello che era, per le piccole imprese e per gli stagionali”
I giovani del suo movimento voteranno SI, per l’abrogazione e non lo impedirà  in nome di una disciplina di partito. Ed è consapevole che, per le nuove generazioni, sono simboli di un precariato che dura una vita.
Che cosa c’è, dunque, dietro questa posizione – il NO – che sa di svolta mancata, perchè in piena fase di suggestione trumpiana, lepenista, di una nuova sedicente destra sociale ti aspetteresti l’opposto?
C’è il ritorno della prospettiva di governo: “Avendo ambizioni di andare al governo – prosegue Salvini – ho la concretezza di deve guidare”, provando a trovare una giustificazione .
La verità  e’ un’altra: il voucher è usato nel piccolo Trentino e nel piccolo Friuli (400mila) più che in Sicilia, Sardegna, Puglia, Campania, Lazio tutti assieme.
Toccarlo, significa andare a colpire i padroncini che votano Lega: “Ma scusi – dice Salvini con voce ferma – ma tante nostre imprese, famiglie, lo usano. In attesa di andare al governo e di fare le riforme necessarie, io per questa estate lo salvo”
Ma non era Salvini in Tv a recitare “noi siamo con i giovani precari vittime del Jobs Act e soggetti al ricatto dei voucher” ?
Bene abbiamo appurato che dei precari se ne fotte, qualora qualcuno avesse avuto ancora dei dubbi. La destra asociale difende solo chi i giovani li sfrutta, la zecca ha gettato non solo la felpa, ma anche la maschera.

(da agenzie)

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BEPPE GRILLO HA UN BLOG A SUA INSAPUTA PER PAURA DI SCUCIRE SOLDI IN CASO DI CONDANNA… MA L’ATTO COSTITUTIVO LO SMENTISCE

Marzo 14th, 2017 Riccardo Fucile

PER EVITARE UNA QUERELA DEL PD BONIFAZI LA CLAMOROSA AFFERMAZIONE: “NON SONO RESPONSABILE, AUTORE, GESTORE, DIRETTORE, TITOLARE DEL BLOG BEPPE GRILLO”

Francesco Bonifazi, tesoriere del Partito Democratico, ha pubblicato su Facebook una pagina tratta dalla memoria difensiva dell’avvocato di Beppe Grillo in una delle tante cause per diffamazione intentate finora dal PD nei confronti del leader del MoVimento 5 Stelle.
Nella memoria difensiva dell’avvocato di Grillo — che dovrebbe essere il nipote Enrico — si sostiene che Beppe “non è responsabile, quindi non è autore, nè gestore, nè moderatore, nè direttore nè titolare del dominio, del blog nè degli account twitter, nè dei tweet e Facebook, non ha alcun potere di direzione e controllo sul blog nè sugli account twitter e su ciò che viene postato”.
La causa per diffamazione si riferisce a questo tweet — e al relativo post sul blog di Beppe Grillo — pubblicato nel marzo dell’anno scorso — in cui si parlava dell’indagine sul petrolio in Basilicata e delle dimissioni della ministra Guidi
La Guidi chiese l’avvallo della Boschi che — per blindarlo e assicurarsi che tutto andasse come doveva — inserì l’emendamento incriminato nel testo del maximendamento su cui poi, con il consenso del Bomba, pose la questione di fiducia.
Un meccanismo perfetto ai danni dei cittadini. Tutti collusi. Tutti complici. Con le mani sporche di petrolio e denaro.
Ora si capisce perchè il Pd ed il governo incitano illegalmente all’astensione sul referendum delle trivelle in programma il prossimo 17 aprile: intacca gli interessi delle compagnie petrolifere e tutela i cittadini e l’ambiente. Il Bomba non può permetterlo.

Scrive Bonifazi: «Leggendo la memoria difensiva con cui il comico rispondeva alla denuncia, ho creduto di essere di fronte al copione del suo nuovo spettacolo ma il mio avvocato ha confermato: “è la sua memoria difensiva”.
E lo volete sapere cosa dice il comico? Che il comico “non è responsabile, nè gestore, nè moderatore,nè direttore, nè provider, nè titolare del dominio, del Blog, nè degli account Twitter, nè dei Tweet e non ha alcun potere di direzione nè di controllo sul Blog, nè sugli account Twitter, nè sui tweet e tanto meno su ciò che ivi viene postato.” Cioè scrive insulti e poi finge di non sapere chi è stato?».
Tra l’altro, è vero che il dominio www.beppegrillo.it non è intestato al comico, ma è di proprietà  di Emanuele Bottaro, ex presidente di un’associazione di consumatori, che si definisce amico del comico: «Ho chiesto a Beppe se potevo registrare il suo nome nel 2001 prima che qualcun altro lo facesse» spiegava qualche tempo fa a Panorama «ed è rimasto a me. Ho una delega ma non ho accordi di tipo economico o di tutela legale. Nel mio piccolo, partecipo in questo modo al movimento».
La scelta, così come la questione della titolarità  degli account social (che sono gestiti dalla Casaleggio Associati), sembra più che altro un espediente per evitare problematiche economico-legali.
In ogni caso nell’atto costitutivo dell’associazione Movimento 5 Stelle è scritto chiaro e tondo che Beppe è proprietario del blog (come da foto a corredo dell’articolo)

(da “NextQuotidiano”)

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GRILLO SCONFITTO A GENOVA: A SORPRESA PASSA COME CANDIDATA SINDACO MARIKA CASSIMATIS, VICINA AI DISSIDENTI

Marzo 14th, 2017 Riccardo Fucile

CLAMOROSO FLOP DI PIRONDINI: AVEVANO FATTO DI FATTO PER FARLO VINCERE… L’ESITO DEL VOTO: 362 A 338

Gli iscritti a beppegrillo.it hanno deciso: Marika Cassimatis sarà  la candidata sindaco dei Cinque Stelle. A sorpresa esce sconfitto il super favorito Luca Pirondini, fedelissimo della consigliera regionale Alice Salvatore, a sua volta plenipotenziaria del Movimento a Genova e in Liguria.
“Hanno partecipato alla votazione 700 iscritti certificati – si legge sul sito di Grillo – Cassimatis Marika ha ricevuto 362 voti, Pirondini Luca 338. Grazie a tutti coloro che hanno partecipato”.
Non una riga di più. Cassimatis, 53 anni, due lauree, in Scienze Politiche e Geografia, un dottorato in Scienze geografiche, dal 2001 insegna geografia presso l’Istituto Tecnico Commerciale Statale C.Rosselli di Genova Sestri Ponente.
Parla inglese, francese e greco moderno, secondo quanto ha scritto sul suo curriculum, ed è attivista del M5S dal novembre 2012. Non ha mai reciso i contatti con i transfughi capitanati da Paolo Putti.
Per il gruppo più ortodosso capitanato da Salvatore (con l’appoggio di Grillo) questo voto rappresenta senza ombra di dubbio una sconfitta bruciante.

(da agenzie)

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OLANDA AL VOTO, UN CLAMOROSO ULTIMO SONDAGGIO VEDREBBE IL CANDIDATO XENOFOBO WILDERS ADDIRITTURA CROLLATO AL QUINTO POSTO

Marzo 14th, 2017 Riccardo Fucile

RUTTE 18%, VERDI 13,1%, LIBERALI D66   13%, CRISTIANO DEM 12,1%, WILDERS 10,2%… TUTTI I SONDAGGI DANNO RUTTE AL PRIMO POSTO

Mercoledi gli olandesi si recheranno alle urne per rinnovare il loro Parlamento. Un passaggio di per sè già  molto atteso in Europa, caricato di ulteriori significati dalla concomitante e sempre più dura crisi con la Turchia.
La domanda che gli osservatori si fanno adesso riguarda soprattutto chi trarrà  vantaggio dagli attacchi di Ankara, che per voce del presidente Erdogan ha definito gli olandesi nazisti, razzisti e islamofobi, arrivando a riesumare il massacro dei musulmani di Srebrenica a cui assistette inerme il contingente “orange” dei caschi blu. Come risponderanno gli elettori olandesi a simili argomentazioni?
Premiando l’ultradestra populista di Geert Wilders, facendo così il gioco di Erdogan, o il Partito liberale del premier Mark Rutte, che alle forzature turche ha risposto con una fermezza probabilmente conseguenza del clima pre-elettorale, ma anche con europeista misura?
Dall’ultimo sondaggio, pubblicato dall’istituto I&O Research, prevale la seconda lettura: la linea dura tenuta da Rutte nella crisi diplomatica con la Turchia avrebbe consolidato il VVD di Rutte, accreditato del 18% e di 27 seggi sui 150 della Camera bassa del Parlamento dell’Aia.
Al secondo posto ci sarebbero i Verdi di GroenLinks con il 13,1% (20 seggi), seguiti dai liberali di sinistra dei D66 con il 13% (20 seggi) e dai cristiano-democratici della CDA con il 12,1% (19 seggi).
Il PVV di Wilders, che il 20 dicembre scorso era dato nettamente in testa da I&O Research con il 21,4% e 33 seggi, alla fine arriverebbe solo in quinta posizione con appena il 10,2% e 16 deputati eletti alla Camera.
Altri sondaggi, pur registrando un calo nelle intenzioni di voto a favore del Pvv nelle ultime settimane, continuano a dare il partito di Wilders in seconda posizione.
Di certo, ben prima della crisi con la Turchia, il voto olandese era considerato il primo dei tre passaggi elettorali chiave del 2017 per capire cosa diventerà  l’Europa dei prossimi anni, assieme alle presidenziali in Francia del 23 aprile e 7 maggio e alle politiche in Germania del 22 settembre.
Dopo la Brexit e l’elezione di Trump negli Usa, saranno tre indicatori fondamentali sull’avanzata o la fine delle destre antieuropeiste.
La partita elettorale è molto aperta in un Paese, l’Olanda, che conta su un 5% della popolazione di fede musulmana su 17 milioni di abitanti. Dove il 60% dei 12,9 milioni di potenziali elettori si è detto ancora indeciso: se votare e per chi votare.
E dove il quadro politico   è estremamente frammentato – ventotto partiti e liste sulla scheda -, favorito dal sistema elettorale proporzionale che consente alle formazioni che ottengono lo 0,67% di voti di ottenere un seggio in Parlamento.
Nessuna formazione dovrebbe ottenere più del 20% dei voti.
Il che vuol dire che, se anche Wilders finisse in testa, le sue possibilità  di andare al governo sarebbero praticamente nulle.
Chi vorrà  andare al governo dovrà  contare sul sostegno di 76 deputati, la metà  più uno dei complessivi 150 alla Camera.
Per rimanere premier Rutte ha detto di voler lavorare con i liberali di sinistra dei D66 e i cristiano-democratici della CDA, oltre che con i laburisti della PvdA che sperano di mantenere Jeroen Dijsselbleom al posto di ministro delle Finanze e presidente dell’Eurogruppo.
Rutte ha perfino indicato la possibilità  di una coalizione con i Verdi, malgrado divergenze di opinioni in particolare sul fisco.
In alternativa, potrebbe ricorrere all’Unione Cristiana, piccolo partito ultraconservatore di origine protestante. Alcuni temono tempi lunghi per la formazione del prossimo esecutivo. Nel 2010, ci vollero 127 giorni per formare il primo governo Rutte. Nel 2012 ne bastarono 54, ma solo grazie alla sorpresa del successo nelle urne dei liberali del VVD e dei laburisti del PvdA che negli ultimi giorni di campagna elettorale riuscirono a neutralizzare la minaccia Wilders.
L’Europa attende l’esito del voto. Sapendo che sarà  deciso da considerazioni altre rispetto alle ricette economiche che dominano altrove le corse elettorali.
Perchè in Olanda la libertà  di scegliere non è strangolata dalla crisi e la testa può ancora prevalere sulla pancia.
Il Paese resta un’economia da tripla A, la 17esima del mondo, la decima per reddito pro capite, la quinta della zona euro, con un tasso di disoccupazione di appena il 5,4%.

(da “Huffingtonpost”)

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FILLON INCRIMINATO NELL’ INCHIESTA SUGLI IMPIEGHI FITTIZI

Marzo 14th, 2017 Riccardo Fucile

SMENTITA UN’INCHIESTA SU MACRON: “NON E’ DIRETTAMETE CITATO” NELLA INDAGINE PRELIMINARE DELL’UFFICIO ANTIFRODI PER UNA MISSIONE MINISTERIALE A LAS VEGAS PER PROMUOVERE I MARCHI FRANCESI

Presidenziali francesi nel solco del faro accesso dalla magistratura nei confronti dei candidati all’Eliseo.
Franà§ois Fillon, in corsa per la destra, è stato formalmente incriminato dai giudici istruttori in merito all’inchiesta sugli impieghi fittizi ad alcuni suoi familiari.
E la procura di Parigi ha avviato un’indagine preliminare per “favoritismo” nell’ambito del viaggio di Emmanuel Macron (non coinvolto direttamente, precisa la procura) a Las Vegas, nel gennaio 2016, ai tempi in cui il candidato di En Marche! era ministro dell’Economia di Franà§ois Hollande.
Due vicende che si vanno ad aggiungere a quella che ha coinvolto l’altra candidata, Marie Le Pen, che non si è presentata davanti ai pubblici ministeri per un interrogatorio nel quadro dell’inchiesta sugli incarichi fittizi dei suoi assistenti parlamentari a Strasburgo. La presidente del Front National, infatti, ha risposto con una lettera di rifiuto.
Fillon incriminato, è accusato di appropriazione indebita
L’accusa per Fillon è quella di appropriazione indebita e di uso improprio di beni pubblici, ha fatto sapere il suo avvocato. La decisione era attesa per domani, ha aggiunto Antonin Levy: “L’udienza è stata anticipata affinchè si svolgesse in condizioni di serenità “.
Alla vigilia della sua audizione da parte della magistratura Fillon deve fare i conti con delle nuove rivelazioni sullo scandalo dei lavori fittizi che lo vede indagato insieme alla moglie Penelope.
Il quotidiano francese Le Parisien rivela infatti che fra il 2005 e il 2007 i due figli dell’allora senatore Fillon – impiegati in qualità  di assistenti parlamentari – avrebbero girato al padre una parte dei propri salari; ad esempio la figlia Marie avrebbe depositato sul conto corrente dei genitori circa 33mila euro sui 46mila euro netti percepiti fra l’ottobre del 2005 e il dicembre del 2006.
Secondo il legale di Fillon si tratterebbe in questo caso di un rimborso per le spese sostenute per il matrimonio della ragazza; anche il figlio Charles si è giustificato affermando che le somme restituite costituivano un rimborso per delle spese sostenute dai suoi genitori.
Ma oltre a ciò sono spuntate fuori alcune fatture riguardanti abiti di lusso per 13mila euro, offerti a Fillon da un non meglio identificato “mecenate”, oltre ad altri 35mila euro per acquisti in contante presso lo stesso negozio: “Ho tutto il diritto di farmi regalare un vestito da un amico, tutto ciò non ha nulla a che fare con la politica”, ha ribattuto Fillon.
L’indagine della procura su un viaggio di Macron a Las Vegas
L’indagine preliminare è stata affidata all’Ufficio centrale per l’anti-corruzione, frodi fiscali e finanziarie, dalla procura di Parigi. Per il momento, si sottolinea nella capitale, il nome di Emmanuel Macron “non è direttamente citato” nel dossier.
Già  la scorsa settimana, il settimanale Le Canard Enchainè aveva rivelato che l’Ispettorato Generale delle Finanze (Igf) sospettava una frode riguardo l’organizzazione di un suo viaggio a Las Vegas nel gennaio 2016.
All’epoca in missione ufficiale da ministro dell’Economia, Macron si rivolse a a una platea di imprenditori e dirigenti di start-up francesi in occasione del Consumer Electronics Show (Ces), il megashow tecnologico di Las Vegas.
Secondo il Canard, quell'”operazione seduzione”, venne organizzata “d’urgenza”, su richiesta del gabinetto del ministro alla società  Havas, attraverso Business France, l’organismo di promozione delle start-up transalpine dipendente dall”esecutivo.
Il tutto senza gara d’appalto. L’incarico ad Havas, società  di proprietà  di Vincent Bollorè, potrebbe essere “favoritismo”, ritiene l’Igf, dopo un’inchiesta che accerta il costo della serata: 381.759 euro, di cui 100mila solo per l’albergo.
Ma dal Movimento En Marche!, respingono ogni accusa al mittente. “Emmanuel Macron non è coinvolto”, sottolineano dal suo entourage.
Lui stesso si è difeso nei giorni scorsi: “Il mio ministero ha sempre rispettato le regole degli appalti pubblici”. L’indagine preliminare dovrà  determinare se l’agenzia Business France poteva ovviare alla gara d’appalto per affidare l’organizzazione della serata ad Havas.

(da “Huffingtonpost”)

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LODI, NUOVO INTERROGATORIO DELL’OSTE. L’AUTOPSIA: COLPO ALLA SCHIENA DA DISTANZA RAVVICINATISSIMA

Marzo 14th, 2017 Riccardo Fucile

SI ATTENDONO ALTRI ACCERTAMENTI BALISTICI, MA TROPPE COSE NON TORNANO… A PORTA A PORTA CATTANEO DA’ UN’ALTRA VERSIONE SULL’INTERVENTO DIRETTO DEL FIGLIO

L’autopsia eseguita ieri sul cadavere del romeno ucciso a Casaletto Lodigiano ha accertato che l’uomo è stato ucciso da una rosa di pallini da fucile da caccia esplosa da distanza ravvicinatissima.
La circostanza è stata confermata dal procuratore capo di Lodi, Domenico Chiaro, il quale ha spiegato che nelle indagini saranno coinvolti “al più presto anche il Ris o altri esperti balistici. Vogliamo avere al più presto riscontri balistici” ha detto.
Nel frattempo sono proseguiti i rilievi all’Osteria dei Amis di Casaletto Lodigiano. La volontà  degli investigatori è quella di ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. “Certo che non sarebbe male – ha commentato Chiaro – se i malviventi che stiamo cercando si facessero vivi per raccontarci la loro versione di come sono andate le cose”.
Mario Cattaneo, il titolare dell’osteria, sarà  interrogato di nuovo giovedì. Cattaneo è indagato per l’omicidio volontario di Petre Ungueranu, 33enne romeno sorpreso mentre rubava sigarette nel locale..
Gli investigatori, però, hanno espresso ieri dei dubbi sulla ricostruzione che Cattaneo avrebbe dato del tentativo di furto nel suo locale.
“Contraddizioni”, le ha definite il procuratore Chiaro, sulle quali la procura vuole vederci chiaro, riascoltando il ristoratore che, in collegamento a ‘Porta a Porta’, ha aggiunto un nuovo particolare alla sua versione su quanto accaduto quella notte: nella colluttazione con i malviventi, il figlio lo avrebbe aiutato, staccandolo da uno di ladri che, nel buio quasi totale, voleva rubargli il fucile.
E c’è un altro punto sul quale la procura vuole avere certezze: la testimonianza di una persona che ha raccontato di aver sentito due spari, quella notte, e non soltanto uno, come sostenuto da Cattaneo.

(da “La Repubblica”)

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FACCE COME IL CULO: IN PARLAMENTO FANNO LA BATTAGLIA PER LIMITARE LE SLOT, QUANDO GOVERNANO PROROGANO LE CONCESSIONI

Marzo 14th, 2017 Riccardo Fucile

A GENOVA 9.000 MALATI GIOCO, MIGLIAIA DI FAMIGLIE ROVINATE E LA GIUNTA DI CENTRODESTRA IN REGIONE PENSA A FARE MARCHETTE A FAVORE DEI BISCAZZIERI

Da una parte c’è la Giunta Toti, con il suo obiettivo di rinviare l’applicazione della legge contro il gioco d’azzardo.
Dall’altra ci sono i numeri – in costante crescita – di chi con il gioco d’azzardo si rovina la vita.
Secondo i dati dell’Osservatorio Epidemiologico Regionale delle Dipendenze, un organismo tecnico della Regione Liguria che monitora il fenomeno del gioco d’azzardo patologico, i soggetti in carico ai Sert liguri sono triplicati in sei anni: dai 116 del 2011 ai 368 del 2016.
«Naturalmente il fenomeno è sottostimato», fanno sapere dal Dipartimento Salute e Servizi Sociali della Regione. «I soggetti che si rivolgono ai nostri servizi sono solo una modesta percentuale rispetto al reale bisogno».
Nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (il principale manuale di psichiatria in uso nel mondo) il disturbo da gioco d’azzardo rientra tra le patologie da dipendenza.
E infatti sono i Sert le strutture che si occupano di prevenzione, cura e riabilitazione della ludopatia, proprio come accade con alcol e droga.
Dai dati del 2016 emerge come metà  dei soggetti in carico ai Sert liguri appartengano alle classi di età  dai 50 anni in su, con il 79 percento dei malati di genere maschile.
La Asl 3 genovese nel 2016 ha seguito 116 giocatori patologici.
Giorgio Schiappacasse, direttore del Sert della Asl3, punta il dito contro una piaga sociale che riguarda tutte le fasce di popolazione. «Nel territorio della Asl3 si giocano ogni anno un miliardo e duecento milioni di euro. Le persone che seguiamo sono solo la punta dell’iceberg: a Genova si stima che il problema riguardi 8-9 mila persone, soprattutto anziane».
Nemmeno i più giovani sono esenti dalla ludopatia, tanto che il 6 per cento delle persone seguite dal Sert della Asl 3 ha tra i 20 e i 24 anni.
«E’ difficile che un ragazzo arrivi al Sert a causa del gioco d’azzardo, ma il problema esiste – continua Schiappacasse – L’inquinamento educativo è altissimo: abbiamo pubblicità  del gioco d’azzardo con i calciatori, e nonni che fanno grattare il Gratta e vinci al nipotino dicendo “così mi porti fortuna”».
Nel 2015 il 37,1 percento degli studenti liguri – poco più di 20mila giovani, in particolare i maschi nella fascia di età  più alta – ha giocato somme di denaro almeno una volta durante l’anno. In Italia la percentuale è del 42 percento.
COME LA PENSAVA LA LEGA SULLE SLOT
Appena due anni e mezzo fa, il governo venne battuto in aula al Senato nella votazione di una mozione della Lega Nord che vietava per un anno l’apertura di nuovi centri per i giochi d’azzardo elettronico, on line e nei luoghi aperti al pubblico.
“Bravi senatori leghisti. E adesso governo a casa!!!”, scriveva su Twitter il segretario federale della Lega Nord, Roberto Maroni.
E mentre gli operatori minacciano il blocco della raccolta, il Codacons si diceva soddisfatto: “Ora chiediamo il blocco immediato delle sale vlt (Videolottery)”.
E come dimenticare le iniziative anche locali della Lega contro il proliferare delle slot presso gli esercizi commerciali genovesi ?
Ma allora erano all’opposizione.
Ora che governano pensano a fare marchette a favore di quegli esercizi commerciali che, incapaci di fare quadrare i conti per la merceologia cui dovrebbero dedicarsi per legge, si sono travestiti da biscazzieri per conto dello Stato.
Se sono a rischio posti di lavoro non è certo lucrando sulla debolezza di persone malate che si risanano i bilanci del commercio: lavorate di più, magari anche quando arrivano i turisti e trovano la domenica Genova sigillata.

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OLANDA, RUTTE SCATENATO: “MAI COI RAZZISTI, SAREMO I PRIMI A FERMARLI”

Marzo 14th, 2017 Riccardo Fucile

DOMANI IN OLANDA SI VOTA, IL LEADER LIBERALE INDICA AGLI IGNAVI DI DESTRA COME SI COMBATTE LA BECERODESTRA

Il faccia-a-faccia televisivo tra il primo ministro olandese Mark Rutte e il suo rivale xenofobo Geert Wilders s’è concluso ieri sera con un violento scambio verbale sull’avvenire del paese.
“Voglio che i Paesi bassi siano i primi a mettere termine al cattivo populismo”, ha dichiarato Rutte, evocando la Brexit e le elezioni presidenziali Usa.
“Si può dire che queste elezioni siano i quarti di finale per impedire al cattivo populismo di vincere. Le semifinali sono in Francia ad aprile e, in seguito, la finale in Germania a settembre”, ha continuato.
A chi gli ha chiesto la possibilità  di una coaliziione di governo con il partito di Wilders che vuole chiudere le moschee e persino vietare la vendita del Corano, Rutte ha ribadito “Mai, dico mai, coi razzisti di Wilders, con chi definisce feccia altri esseri umani”.
“Niente negoziati sotto minacce Ankara”
“Non ci saranno negoziati sotto le minacce” per risolvere la crisi diplomatica con la Turchia, ha poi affermato Rutte, il quale ha ricordato che i turchi dei Paesi Bassi sono “cittadini olandesi”. “Fino a che le minacce del governo turco non finiranno non ci saranno negoziati per risolvere questo conflitto”.

(da agenzie)

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SOSPESO L’EURODEPUTATO POLACCO CHE AVEVA DETTO: “GIUSTO PAGARE LE DONNE MENO DEGLI UOMINI, HANNO UN’INTELLIGENZA INFERIORE”

Marzo 14th, 2017 Riccardo Fucile

E CHI POTEVA ESSERE QUESTO CAZZARO, SE NON UN SOVRANISTA RAZZISTA?…CHI E’ KORWIN-MIKKE

Il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani ha aperto le votazioni del a Strasburgo annunciando la decisone di sanzionare l’eurodeputato polacco Korwin-Mikke per le sue dichiarazioni contro la parità  di genere.
Il deputato perderà  30 giorni di indennità  giornaliera, sarà  sospeso da tutte le attività  del Parlamento per 10 giorni e per un anno non potrà  rappresentare il Parlamento.
La severità  delle sanzioni è commisurata alla gravita delle dichiarazioni del deputato. Sono state offese tutte le donne, con un attacco alla parità  di genere, nel corso di un dibattito in plenaria presieduto da una donna, su un tema legato alle donne.
Tajani ha spiegato: «Non intendo tollerare un simile comportamento, ancor più inaccettabile in quanto espresso da chi dovrebbe, con dignità , rappresentare i popoli europei. Offendendo tutte le donne, l’eurodeputato ha mostrato di disprezzare i nostri valori fondamentali. Per questo ho immediatamente avviato un’inchiesta, che ho rapidamente portato a termine con una sanzione proporzionata alla gravità  della violazione».
Tajani ha anche voluto esprimere le proprie scuse a quanti si siano sentiti feriti o offesi dalle dichiarazioni di questo deputato, sottolineando che tali comportamenti non saranno mai ammessi.
IL FATTO
Nel corso di una discussione tenutasi al Parlamento europeo e dedicata al cosiddetto “salary gap”, la differenza di stipendio tra uomini e donne, il deputato polacco Janusz Korwin-Mikke ha sostenuto fosse giusto pagare meno le donne rispetto agli uomini a parità  di mansione svolta perchè le rappresentanti del genere femminile sarebbero fisicamente e intellettivamente inferiori ai colleghi.
“Le donne dovrebbero guadagnare meno degli uomini, perchè sono più deboli, più piccole e meno intelligenti. È tutto”, ha dichiarato il deputato di estrema destra durante il suo intervento.
“Senta signor deputato, secondo le sue teorie, io non avrei alcun diritto di essere qui come parlamentare. So che le fa male e la preoccupa, ma oggi le donne possono rappresentare i cittadini così come voi. Io qui vengo a difendere le donne europee da uomini come lei”, ha replicato l’eurodeputata Garcia Perez.
Indignato dalle affermazioni proferite nell’Europarlamento, il capogruppo dei socialisti europei, il dem Gianni Pittella, ha chiesto una “punizione esemplare contro le vergognose dichiarazioni di Korwin-Mikke che vanno contro i principi di uguaglianza di genere in questo luogo”.
Janusz Korwin-Mikke è eurodeputato dal 2014.
Nel 2015 è stato candidato alla presidenza della Polonia, competizione elettorale in cui riuscì a raggranellare il 4,8% delle preferenze sfiorando per un soffio la soglia minima del 5% necessaria a entare in Parlamento.
L’eurodeputato polacco, forte sostenitore della monarchia e della pena di morte, non è nuovo ad affermazioni del genere.
Già  in passato infatti fu sanzionato per aver espresso posizioni razziste , definendo i rifugiati “spazzatura umana” e per aver fatto il saluto nazista in Aula.

(da agenzie)

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