Giugno 18th, 2017 Riccardo Fucile
DOVE ABITANO I POLITICI E’ TRADIZIONE DELL’AMA L’ATTENZIONE AL DECORO… MA L’ILLUSIONE DURA POCO
Oggi La Stampa pubblica un articolo a firma di Alessandro La Barbera che fa un bilancio del primo anno della sindaca Virginia Raggi a Roma. L’incipit dell’articolo è qualcosa di meraviglioso:
Se un anno di Virginia Raggi lo si giudicasse dalle strade attorno casa sua, si potrebbe nutrire il sospetto che la città abbia trovato il sindaco giusto. Piccoli e ordinati contenitori per la differenziata, raccolta porta a porta, un via vai continuo di mezzi. Se non fosse per la piaga delle buche e delle radici, certe vie di Borgata Ottavia sembrano uscire da uno spot di pubblicità progresso.
Purtroppo l’attenzione al decoro in certi angoli dell’Urbe abitati dai politici è una tradizione dell’Ama che non conosce colore. L’illusione di un’altra Roma dura lo spazio di qualche centinaio di metri, ciò che separa la realtà dalla rappresentazione. Basta imboccare Via di Casal del Marmo e Roma riprende le sembianze note ai più. È di questi giorni l’ennesima emergenza rifiuti.
Come sappiamo, il resto della città non corrisponde per niente alla descrizione fatta da La Stampa.
Perchè le scene dei cassonetti circondati dall’immondizia sono una costante del paesaggio urbano della Capitale. A poco infatti sono servite le operazioni di pulizia straordinaria di qualche settimana fa. L’AMA fatica a ripulire la città e da qualche giorno potrebbe avere un problema in più: il Colari.
Il patron di Malagrotta e titolare del Consorzio Lazio Rifiuti Manlio Cerroni infatti ha deciso di tagliare la quantità dei rifiuti lavorati nei suoi impianti.
I Tmb di Malagrotta non lavoreranno più le attuali 1.250 tonnellate di rifiuti al giorno ma solo 700. Un taglio di 500 tonnellate che si tradurrà in altrettante tonnellate di rifiuti che AMA dovrà lasciare nelle strade perchè non saprà dove smaltirle.
Perchè gli impianti di trattamento dei rifiuti di Latina e Frosinone, dove AMA conferisce 180 e 160 tonnellate al giorno, non sono in grado di accettarne di più.
Questo è solo l’ultimo atto della battaglia di Cerroni per il controllo della monnezza della Capitale.
Già a marzo il Colari aveva minacciato di ridurre da 1200 a 800 le tonnellate di rifiuti che AMA avrebbe potuto conferire negli impianti di proprietà di Cerroni. Ora ci riprova, ben sapendo di farlo in uno dei periodi dove a Roma più si fa sentire il flusso di turisti.
Giusto per ricordare ai politici chi ha le chiavi degli impianti Cerroni il 9 giugno ha comprato un’inserzione sull’edizione locale del Corriere della Sera.
Nella lettera Cerroni si propone come la soluzione alle pessime condizioni ambientali della Capitale con i suoi impianti di trattamento rifiuti tra i quali spiccano quello di Guidonia e quello di Rocca Cencia.
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 18th, 2017 Riccardo Fucile
RARI ESEMPI NEL MONDO DI COMICITA’ INVOLONTARIA
Oggi Libero ci regala una bella prova della sua comicità involontaria. Pubblica infatti questo specchietto intitolato “i nodi dello ius soli”:
La prima parte della tabella ricalca quella della Fondazione Moressa.
La seconda parte invece ci fornisce una dimensione perfetta delle capacità di calcolo di Libero: con lo ius soli, gli stranieri diventati italiani sarebbero “molti di più”.
In realtà visto che la cittadinanza si può richiedere anche oggi e la nuova legge fa sì che ad alcune condizioni si possa richiedere anche prima, non ha nessun senso dire che sarebbero “molti di più” o “molti di meno” visto che la possibilità di chiedere la cittadinanza prima o dopo non fornisce alcun vantaggio.
Poi Libero dice che “c’è il rischio che nasca un partito islamico”, copiando senza citare un articolo di Gian Micalessin uscito sul giornale oggi.
Anche questo è falso per lo stesso motivo spiegato prima: il minore che beneficia della legge non vota fino ai 18 anni; dopo i 18, può chiedere lo stesso la cittadinanza. Non cambia nulla.
Poi Libero sostiene che sarebbe impossibile espellere gli estremisti islamici. In realtà , oggi puoi espellere tutti gli estremisti islamici che non hanno la cittadinanza. Se si approvasse lo ius soli, invece, si potrebbero espellere tutti gli estremisti islamici che non hanno la cittadinanza. Notate differenze?
Invece, con lo ius soli sarà possibile mettere in galera tutti gli estremisti islamici con la cittadinanza. Esattamente come oggi.
Interessante anche la prima pagina del Giornale, che apre con un articolo a firma di Paolo Bracalini che è giustamente scandalizzato:
Pensate: Repubblica per illustrare una legge rivolta ai minori usa i minori. Ma è davvero clamoroso!
Invece per illustrare una legge che è rivolta ai minorenni, secondo la logica di Bracalini e del Giornale, bisognerebbe usare gli anziani. Non fa una grinza.
In altri casi (e per altri giornali) si agiterebbe la Carta di Treviso, il codice deontologico che impone ai giornalisti di trattare con la massima attenzione tutte le notizie che riguardano i minori, evitando di coinvolgerli direttamente con il loro volto e il loro nome («Il bambino non va intervistato o impegnato in trasmissioni televisive e radiofoniche che possano turbare il suo equilibrio psico-fisico» prescrive tra l’altro il codice).Pignolerie che non turbano l’Ordine dei giornalisti.
Infatti Bracalini ha ragione. Se i bambini fossero impegnati in filmati che turbano il loro equilibrio psico-fisico, l’Ordine dovrebbe intervenire.
Siccome in quel video non sono impegnati in filmati che turbano il loro equilibrio psico-fisico (se Bracalini ha invece le prove del contrario, le esibisca) l’Ordine non interverrà .
Bracalini ha inventato l’argomentazione perfetta: quella che ali suo interno smentisce sè stessa.
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 18th, 2017 Riccardo Fucile
MONSIGNOR DI TORA: “IL M5S SULLO IUS SOLI HA GETTATO LA MASCHERA, LASCINO STARE SAN FRANCESCO”
Monsignor Guerino Di Tora, vescovo ausiliare di Roma, è presidente della Fondazione Migrantes e della Commissione Cei sulle migrazioni, in un’intervista a Gianguido Vecchi pubblicata sul Corriere della Sera nota che con la posizione di astensione (che al Senato vale come voto negativo) sullo ius soli all’italiana Beppe Grillo e il MoVimento 5 Stelle gettano la maschera del francescanesimo:
I Cinquestelle si definivano i nuovi francescani…
«Quando si presentarono come tali, fu il cardinale Parolin a spiegare che era meglio lasciar stare San Francesco. Sarebbe arduo, in effetti. Avere questa posizione perlomeno ambigua, in una situazione nella quale si tratta di umanità e di diritti fondamentali, non mi pare molto coerente con lo spirito di San Francesco…».
Grillo e non solo lui parla di «buonismo». Sostenere lo ius soli, eccellenza, è buonismo?
«Il buonismo non c’entra proprio nulla. Qui si tratta di un diritto fondamentale della persona che l’Europa ha già riconosciuto nella stragrande maggioranza delle nazioni. Del resto, come cristiani, andare incontro alle persone in una realtà umana che ci unisce mi pare doveroso. Secondo gli insegnamenti di Papa Francesco, dobbiamo includere, non escludere».
Che direbbe a chi teme invasioni?
«Qui non si tratta di aprire a realtà nuove ma riconoscere una situazione che già esiste. Si tratta di riconoscere la cittadinanza a coloro che di fatto sono già italiani: figli di genitori da tempo in regola nel nostro Paese o giovani che studiano qui e, anche se non nati in Italia, sono integrati».
(da agenzie)
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Giugno 18th, 2017 Riccardo Fucile
LA SENATRICE NUGNES, CON ALTRI PARLAMENTARI, CHIEDE UN’ASSEMBLEA CONGIUNTA PER DISCUTERE LA LINEA; LA DIREZIONE AZIENDALE RIFIUTA, I PARLAMENTARI NON CONTANO UN CAZZO
La ribellione è silenziosa, censurata, nascosta. Vive dentro le chat comuni, negli sfoghi con il team della comunicazione riferibile alla Casaleggio.
Non sfugge la strategia dei vertici ai grillini rimasti spiazzati in Parlamento dalle prese di posizione su migranti e ius soli di Beppe Grillo e Luigi Di Maio.
Si cercano spiegazioni e risposte che non arrivano e se arrivano sono tranchant: decidono Beppe e Casaleggio.
Dopo la decisione di Grillo di far astenere il gruppo al Senato sullo ius soli, la senatrice Paola Nugnes ha chiesto con altri parlamentari un’assemblea congiunta per discutere di migranti e diritti: richiesta rifiutata. Le è stato risposto: «Se n’è parlato anche troppo».
I parlamentari sono costretti a inghiottire. Il M5S che decide in assemblea non c’è più. Sempre Nugnes ha provato a proporre: «Perchè invece dire di no, votiamo la legge sullo ius soli e diciamo che quando andremo al governo la miglioreremo?».
Risultato? Grillo torna a parlare di ius soli e lo definisce «un pastrocchio invotabile». Lo stesso giorno Di Maio rilascia un’intervista a Libero, quotidiano non scelto a caso che sembra dar ragione a chi dopo la sconfitta alle amministrative sostiene che il M5S strizzi l’occhio a destra e stia scivolando su posizioni leghistizzanti.
«È mai possibile – si chiede Di Maio – che prima di pensare al lavoro, il Pd pensi a far approvare lo ius soli?».
Sono parole che buttano nello sconforto diversi parlamentari. Primi tra tutti, i colleghi che avevano proposto alla Camera una legge sullo ius soli firmata M5S ben più aperta verso i diritti dei migranti.
Come Giorgio Sorial che alla Camera venerdì cercava di nascondere dietro il sorriso il suo imbarazzo. «Ma come, i tuoi fratelli africani immigrati non avranno la cittadinanza?».
Alla battuta Sorial ha risposto ironico: «Mio fratello e mia sorella in realtà ce l’hanno». Intendeva quelli di sangue.
Ma sono tanti altri a volere spiegazioni su migranti e alleanza con la Lega. Come Giuseppe Brescia. Anche Roberto Fico ha provato a tenere il punto, facendo un elogio dei diritti umani che stona con i toni di Di Maio e Grillo.
Ma nessuno, alla vigilia delle ricandidature per la prossima legislatura, critica apertamente. Lo ha fatto Mimmo Pisano, scagliandosi contro l’ipotesi di un’asse con la Lega. Lui ha già deciso che non si ricandiderà e ha raccolto il plauso di alcuni colleghi: «Mimmo hai avuto le palle, noi non ce l’abbiamo». E lui: «Io sono un uomo libero e ho sempre detto quello che pensavo».
Intanto il premier Paolo Gentiloni, alla festa di Repubblica, ribadisce l’impegno a portare a casa «molto presto» la legge: «È arrivato il tempo di poter considerare questi bambini come dei cittadini italiani».
(da “La Stampa”)
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