Giugno 17th, 2017 Riccardo Fucile
LA DEPUTATA ERA PASSATA AL GRUPPO MISTO DOPO APPENA UN MESE DALL’ELEZIONE… TORNA ANCHE L’EX FITTIANO ROCCO PALESE
Dal Movimento 5 stelle a Forza Italia. Il salto che nessuno dall’inizio della legislatura aveva osato fare, lo firma la deputata Vincenza Labriola.
Ex grillina e fuoriuscita dal gruppo autonomamente già a giugno 2013 (a meno di un mese dall’ingresso in Parlamento), è stata per quattro anni nel Misto.
Fino a qualche giorno fa quando, dopo un incontro addirittura con Silvio Berlusconi e con il capogruppo a Montecitorio Renato Brunetta, ha deciso di aderire a Fi. “Aderisco”, ha annunciato su Facebook la stessa Labriola, “per dare ulteriore impulso alle battaglie di civiltà che dall’inizio della legislatura conduco per la mia Taranto. Ho condiviso con il presidente Berlusconi e con il presidente Brunetta un progetto di rilancio per il capoluogo ionico certa che un impegno concreto e corale a favore di una città che da troppo tempo vive in condizioni di grave emergenza, possa facilitare prospettive di reale cambiamento”.
L’ex Cavaliere, da sempre avversario politico dei 5 stelle, ha applaudito alla scelta della Labriola. “E’ una decisione particolarmente significativa”, ha detto in una nota, non soltanto perchè è “una donna che ama con passione la propria città e il proprio territorio, ma perchè, eletta con il Movimento 5 stelle, si è resa conto nella quotidianità del lavoro parlamentare che il vero cambiamento, la vera capacità di rinnovare la politica, sta invece in Forza Italia”.
E ha quindi detto che con l’aiuto della deputata, Forza Italia si concentrerà sulle battaglie per far rinascere Taranto: “Con Vincenza faremo battaglie importanti per una delle città del mezzogiorno che più hanno sofferto della cattiva politica in questi anni. Le vicende dell’Ilva, sia sul piano dell’occupazione che su quello della tutela della salute, hanno fatto molto parlare di una città che merita ben altro. Il fatto che parlamentari di valore come molte altre persone nel Paese, guardino a Forza Italia con speranza e fiducia conferma che le nostre battaglie di libertà , contro l’oppressione fiscale, l’oppressione burocratica, l’oppressione giudiziaria possano essere condivise dalla maggioranza degli italiani”.
Nei giorni scorsi anche l’ex fittiano Rocco Palese è tornato in Forza Italia e sono attese nuove adesioni.
Ad un passo da Fi sarebbe anche la deputata Nissoli Angela Rosaria Fucsia, eletta nel 2013 nelle liste ‘Con Monti per l’Italia’ nella circoscrizione italiani all’Estero ‘America settentrionale e centrale’.
Tra i corteggiati dal Cav pure i deputati di Scelta Civica, Valentina Vezzali e Angelo Antonio D’Agostino; Mauro Ottobre del gruppo Misto a Montecitorio.
In serata, con l’innesto di Labriola, il gruppo di Fi alla Camera guidato da Renato Brunetta è salito a quota 52.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Giugno 17th, 2017 Riccardo Fucile
RINGRAZI CHE NON E’ IN UN PAESE CIVILE, ALTRIMENTI SAREBBE IN GALERA
L’Ordine dei Giornalisti della Lombardia ha deciso di sospendere per due mesi dal lavoro e dallo stipendio Filippo Facci per un articolo pubblicato su Libero il 28 luglio 2016 e intitolato «Perchè l’Islam mi sta sul gozzo». A darne la notizia è stato lui stesso su Facebook
Ogni provvedimento degli ordini regionali è appellabile presso quello nazionale. Nell’articolo in questione, che Facci ha ri-pubblicato su Facebook dicendosene ancora orgoglioso, tra l’altro scriveva:
Eccone il risultato, ecco alfine le emozioni, le parole: che io odio l’Islam, tutti gli islam, gli islamici e la loro religione più schifosa addirittura di tutte le altre, odio il loro odio che è proibito odiare, le loro moschee squallide, la cultura aniconica e la puzza di piedi, i tappeti pulciosi e l’oro tarocco, il muezzin, i loro veli, i culi sul mio marciapiede, il loro cibo da schifo, i digiuni, il maiale, l’ipocrisia sull’alcol, le vergini, la loro permalosità sconosciuta alla nostra cultura, le teocrazie, il taglione, le loro povere donne, quel manualetto militare che è il Corano, anzi, quella merda di libro con le sue sireh e le sue sure, e le fatwe, queste parole orrende che ci hanno costretto a imparare. Odio l’Islam perchè l’odio è democratico esattamente come l’amare, odio dover precisare che l’anti-islamismo è legittimo mentre l’islamofobia no, perchè è solo paura: e io non ne ho, di paura. Io non odio il diverso: odio l’Islam, perchè la mia (la nostra) storia è giudaica, cattolica, laica, greco-latina, rousseiana, quello che volete: ma la storia di un’opposizione lenta e progressiva e instancabile a tutto ciò che gli islamici dicono e fanno, gente che non voglio a casa mia, perchè non ci voglio parlare, non ne voglio sapere: e un calcio ben assestato contro quel culo che occupa impunemente il mio marciapiede è il mio miglior editoriale.
Facci invece ha pubblicato un articolo su Libero in cui riepiloga alcuni stralci le motivazioni del giudice estensore, l’avvocata Claudia Balzarini: «Facci ha respinto con fermezza l’accusa di razzismo. Questa è la premessa che solitamente accompagna tutte le affermazioni di carattere razzista».
«Le affermazioni contenute nell’articolo hanno un evidente carattere razzista e xenofobo»; «la parte peggiore è proprio quella che riguarda le idee e che consiste in un attacco e in un offesa ad un intero sistema culturale. […] «Facci offende una religione e un intero sistema di valori. Non può non rilevarsi che, per l’islam, il Corano ha un valore diverso di quello (sic) che per le altre religioni rivelate hanno i libri sacri». Si tratta di un «attacco diretto, indiscriminato e generalizzato verso un gruppo di persone che costituisce un quarto del genere umano».
Dopo le ovvie manifestazioni di solidarietà dei suoi pari Feltri, Sallusti e Belpietro, Facci commenta: “Mi avessero detto «hai ecceduto nel linguaggio e allora ti sanzioniamo», forse avrei capito. Ma questa è un’altra cosa. E rischia, sissignori, di essere lo specchio di un’epoca.”
Concordiamo: è lo specchio di un’epoca o meglio di un Paese dove si puo’ istigare all’odio razziale e /o religioso senza mai finire in galera.
(da agenzie)
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Giugno 17th, 2017 Riccardo Fucile
NON SI PUO’ VOTARE PERCHE’ BISOGNA ASPETTARE L’EUROPA? MA NON ERANO LORO I SOVRANISTI?… CI SONO ALTRI PROBLEMI DA RISOLVERE? SIAMO MENOMATI DA NON POTER FARE DUE COSE NELLO STESSO LASSO DI TEMPO?
“Sullo ius soli il MoVimento 5 Stelle si è astenuto alla Camera e come annunciato altrettanto farà , con coerenza, al Senato. Trattasi non di legge, ma di pastrocchio invotabile. E’ vergognoso tenere il Parlamento in stallo per discutere di provvedimenti senza capo nè coda, mentre non si fa nulla per dare una mano alle famiglie italiane che si trovano in grande difficoltà economica: secondo l’Istat sono l’11,9% del totale, ovvero 7 milioni e 209mila persone che nel 2016 si sono trovate nelle condizioni di “grave deprivazione materiale”. Il MoVimento 5 Stelle non si fa le pippe pensando alle alleanze, alle cadreghe, alle lobby o alle cooperative. Pensiamo ai problemi delle persone, se chi governa facesse altrettanto oggi non saremmo qui.”
Beppe Grillo prima scrive che la legge non è una legge ma un “pastrocchio invotabile”, senza però spiegare perchè.
Poi dice che bisognerebbe invece pensare ai poveri — lo stesso argomento dell’intervista di Libero a Di Maio — perchè evidentemente dalle sue parti è inconcepibile riuscire a fare due cose insieme.
Dice che nessuno fa nulla per le persone in stato di grave deprivazione materiale proprio quando il governo ha varato il reddito di inserimento — che NON basta, non copre tutte le fasce di popolazione e sostituisce il SIA — con l’opposizione manco a dirlo del M5S
Il problema, semmai, è che quello che viene presentato come ius soli in realtà non è uno ius soli ma una declinazione all’italiana dello ius culturae ma questi sono dettagli,
Ora, fa ovviamente sorridere che i 5 Stelle, che ogni tanto usano la parola d’ordine “sovranità ”, dicano che per fare una legge ci vuole l’accordo con il resto dell’Unione Europea.
In ogni caso nel resto dell’Unione Europea ci sono varie declinazioni di ius soli e nessuno ha pensato di astenersi.
Ma soprattutto, questa cosa dell’Unione Europea sembra invece un modo per procrastinare un problema e non affrontarlo adesso.
Tre giorni fa il M5S ha pubblicato un post per spiegare la sua astensione — che al Senato vale come voto negativo — sullo ius soli: in realtà per gran parte del post si parla di tutt’altro, partendo dalla Banca Centrale Europea, continuando con il terrorismo e arrivando ai barconi.
Il solito pateracchio a Cinquestelle
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 17th, 2017 Riccardo Fucile
“LA PARTE PIU’ ILLUMINATA DEL CENTRODESTRA NON SEGUA I BOATI. UNA VOLTA IL CENTRODESTRA AVEVA BEN ALTRA POSIZIONE”
“Il nostro paese invece di andare avanti torna indietro ed emerge la barbarie di chi sull’immigrazione vuole fare campagna elettorale”. Pier Ferdinando Casini, ex presidente della Camera, ora alla guida della commissione Esteri del Senato, centrista, invita ad approvare lo Ius soli: “Mi appello prima ancora che all’umanità all’intelligenza. La parte più illuminata del centrodestra non segua i boati”.
Casini, il centrodestra è compatto contro la cittadinanza ai figli di immigrati. Sbagliano?
“Quando ero presidente della Camera, eletto con i voti del centrodestra, mi schierai per lo Ius soli. E allora non ci furono boati da stadio contro. Anzi a più riprese molti si mostrarono disponibili a ragionare su un fatto di civiltà che non può essere spacciato come questione che riguarda l’invasione di migranti che da Lampedusa sta subendo il nostro paese. Qui stiamo parlando di legare a un comune destino e a un sentiment nazionale bambini che giocano coi nostri figli, che hanno la pelle di colore diverso ma che parlano il dialetto bolognese o quello milanese, che frequentano le nostre scuole, che si sono diplomati “.
Alfano, leader di un partito cattolico, ci sta ripensando, nonostante la Chiesa sia per dare diritti ai migranti?
“Io da tempo canto fuori dal coro, perchè non mi sento legato ad alcun partito che non siano le mie idee. Ritengo che tutti i dubbi siano comprensibili, ma si spiegano solo in chiave elettorale. Poichè negli ultimi anni il tema dell’immigrazione è diventato un tema su cui si vincono o si perdono le elezioni, però… “.
Però?
“Non ci rendiamo conto della realtà . La Lega che ha provocato il caos al Senato per anni ha gestito il ministero dell’Interno e il ministro leghista Roberto Maroni, che è persona seria, non ha applicato la ricetta di Salvini semplicemente perchè è inapplicabile, fatta solo per essere venduta nel supermarket della campagna elettorale, ma la stessa di Alfano e di Minniti”.
Dopo la zuffa nell’aula del Senato, il leghista Centinaio dice che il Carroccio si opporrà fino allo scontro fisico.
“Evocare lo scontro fisico ricorda lo squadrismo fascista. Abbiamo fatto tutti una pessima figura. Ma il punto è che dobbiamo rimane fermi alla questione e aprire gli occhi ai nostri concittadini: proprio se si vuole essere inflessibili contro criminalità e clandestinità , e occorre esserlo, tanto più bisogna fare delle differenze. Se fai di tutta l’erba un fascio, porti all’esasperazione una generazione che è integrata. Prima che all’umanità faccio appello all’intelligenza. La legge sullo Ius soli è peraltro una norma di Ius soli temperato dallo Ius culturae, scolastico “.
Va approvata In fretta e con la fiducia?
“Siamo già in ritardo. Però ci vuole ampio dibattito. Ma certo non ci si può fare impastoiare dall’ostruzionismo”.
(da “Huffingtonpost”)
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Giugno 17th, 2017 Riccardo Fucile
PAPA FRANCESCO: “LA CHIESA DEVE SVOLGERE UN RUOLO IN PRIMA LINEA”
Fior di politici nostrani che hanno ottenuto l’impunità in terra potrebbero presto fare i conti con la giustizia divina. Il Vaticano sta infatti pensando di scomunicare corrotti e mafiosi.
La notizia irrompe dalla relazione conclusiva di un incontro internazionale a tema, tenutosi nei giorni scorsi in Vaticano, l”ultimo di cinque promossi in un percorso avviato dal dicastero dello Sviluppo umano integrale per elaborare un documento di proposte relative alle strategie di lotta.
“Il gruppo — si legge nella relazione — sta provvedendo all’elaborazione di un testo condiviso che guiderà i lavori successivi e le future iniziative”. Tra le quali, appunto, la questione della “scomunica per corruzione e associazione mafiosa”.
L’ufficio per lo sviluppo ricorda che alla riunione internazionale, che si è tenuta lo scorso 15 giugno ed è stata organizzata in collaborazione con la Pontificia Accademia per le Scienze Sociali, hanno partecipato circa 50 tra magistrati anti-mafia e anti-corruzione, vescovi, personalità di istituzioni vaticane, degli Stati e delle Nazioni Unite, capi di movimenti, vittime, giornalisti, studiosi, intellettuali, e alcuni ambasciatori.
All’apertura dei lavori proprio Papa Bergoglio aveva indicato la strada, nel solco di un tema che è diventato sempre più centrale nel suo Pontificato.
Giusto tre anni fa nella Messa sulla Piana di Sibari, in Calabria, era arrivato l’anatema contro la ‘ndrangheta davanti a 250mila persone.
Il 22 marzo 2015 a Napoli aveva lanciato l’anatema contro lavoro nero, camorra e tangenti (“spuzzano”). E nei successivi due anni ne sono seguiti altri.
Nella prefazione al libro del cardinale Peter Turkson “Corrosione”, edito da Rizzoli, Bergoglio in persona ha scritto che la Chiesa è chiamata a svolgere un ruolo di prima linea nella ricostruzione “di un nuovo umanesimo forte e costruttivo, un rinascimento, una ri-creazione che possiamo realizzare con audacia profetica” mentre la Chiesa non deve aver paura di “purificare se stessa”.
“Abbiamo pensato questo incontro — ha spiegato il cardinale Turkoson — per far fronte ad un fenomeno che conduce a calpestare la dignità della persona. Noi vogliamo affermare che non si può mai calpestare, negare, ostacolare la dignità delle persone. Quindi spetta a noi, con questo Dicastero, saper proteggere e promuovere il rispetto per la dignità della persona. E per questo cerchiamo di attirare l’attenzione su questo argomento”.
L’arcivescovo Silvano Tomasi ha poi spiegato che l’obiettivo è: “sensibilizzare l’opinione pubblica, identificare passi concreti che possano aiutare ad arrivare a delle politiche e delle leggi eventualmente che prevengano la corruzione, perchè la corruzione è come un tarlo che si infiltra nei processi di sviluppo per i Paesi poveri o nei Paesi ricchi, che rovina le relazioni tra istituzioni e tra persone. Quindi lo sforzo che stiamo facendo è quello di creare una mentalità , una cultura della giustizia che combatta la corruzione per provvedere al bene comune”.
(da “Il Fatto Quotidiano”)
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Giugno 17th, 2017 Riccardo Fucile
“LIGURIA DIGITALE”, SOCIETA’ CHE PROMUOVEVA IL DIGITALE E LA TECNOLOGIA INFORMATICA, HA SOSTITUITO FORSE L’AGENZIA REGIONALE DI PROMOZIONE TURISTICA? … 1,1 MILIONE DI EURO DALLA REGIONE PER PROMUOVERE CHE GENERE DI EVENTI? … SUI 30.000 AL RED CARPET, BUCCI ORA DICE “CONTRIBUTO A MIA INSAPUTA”
Ritorniamo su un argomento che ogni giorno si arricchisce di nuovi dettagli e sta creando non pochi problemi alla Giunta regionale della Liguria.
Occorre una premessa: cos’è esattamente “Liguria digitale” l’azienda dove il centrodestra un anno fa ha piazzato Marco Bucci come amministratore delegato?
Lo stesso Bucci che ora è stato candidato dalla Lega a sindaco di Genova.
Per rispondere lasciamo parlare il sito di Liguria Digitale che recita, alla voce “chi siamo”:
Sviluppiamo la strategia digitale della Regione Liguria. Realizziamo progetti innovativi e tecnologicamente all’avanguardia, per fornire a tutti servizi digitali e informazioni facilmente accessibili. Per garantire un accesso semplice e veloce ai servizi, assieme a Regione Liguria e gli enti soci, siamo impegnati per rafforzare le infrastrutture digitali ed estendere la banda larga e il wi-fi su tutto il territorio ligure.
Assicuriamo sicurezza informatica e continuità operativa di sistema, attraverso il data center al WTC (World Trade Center) e architetture cloud orientate ai servizi.
Siamo lo strumento operativo del SIIR, il Sistema Informativo Regionale Integrato, che consente di operare organicamente sul territorio, con qualità e riduzione dei costi, attraverso un uso condiviso delle tecnologie più avanzate, la razionalizzazione nell’acquisizione delle risorse e il contenimento della spesa pubblica. Svolgiamo funzioni di centrale di committenza, secondo la normativa nazionale e regionale vigente, operiamo senza scopo di lucro e realizziamo soluzioni informatiche di qualità e servizi di interesse generale, per la collettività e la pubblica amministrazione ligure.
Siamo una Società per Azioni e operiamo secondo il modello dell’in house providing.”
Benissimo, compiti chiari nel campo dell’innovazione tecnologica e informatica.
Lasciamo alla valutazione del lettore cosa c’entri quanto sopra con quanto sta emergendo dallle carte come anticipato da un quotidiano locale:
Focaccia, vino, garofani, bufera in Regione sulla mission di Liguria Digitale
C’ è lo spettacolo piro-musicale per i festeggiamenti del 2 giugno in piazza De Ferrari, per 15.000 euro.
La “produzione “a vista e la distribuzione” della focaccia con il formaggio di Recco, sempre in piazza De Ferrari, per 3750 euro.
Ma anche la somministrazione di vino e focaccia per l’evento infiorata di Milano: 1000 euro. Per cui vengono acquistati anche “fiori, garofani e crisantemi” per 7500 euro.
E poi c’è l’acquisto di spazio pubblicitario per la rivista “Noi Vigili del Fuoco”, per 5000 euro. Che è la rivista ufficiale del corpo, ma è pure diretta da Andrea Pamparana, vicedirettore del Tg5 Mediaset e collega del governatore della Liguria, Giovanni Toti.
È lungo l’elenco degli “ordini” fatti da Liguria Digitale, tra il 2016 e il 2017.
Toti sostiene che sono tutte spese che rientrano nei “compiti di marketing territoriale” di Liguria digitale, peccato che non siano indicati nemmeno sul sito dell’azienda.
Ma , se fosse così, perchè Marco Bucci non ha sostenuto la stessa tesi sui 30.000 euro per il Red Carpet di Rapallo, invece che rispondere imbarazzato “è stato concesso a mia insaputa”?
Ora si scopre che la Regione Liguria ha fatto un accordo da 1,1 milione di euro con Liguria Digitale in due anni: forse per pagare la pubblicità a qualche testata “meritevole” o per festeggiare con fuochi artificiali il 2 giugno sotto le finestre di Toti in Regione?
“Marketing turistico” affidato a una società specializzata in sistemi informatici, banda larga e ricetta elettronica?
Perchè Toti ha mentito quando ha detto che l’installazione del tappeto rosso era coperta degli sponsor privati, mentre era stata pagata con 30 mila euro (praticamente l’intera somma necessaria) da Liguria Digitale?
Perchè nel documento strategico di Liguria Digitale non c’è scritto che oltre ai servizi per la comunicazione (che si riferiscono al sito della Regione e ai sistemi informatici dell’Ente, non al marketing turistico), doveva anche organizzare e gestire eventi, che vanno al di là dei suoi compiti statutari in quanto società informatica?
Perchè quest’attività di comunicazione è stata affidata a Liguria Digitale amministrata dal candidato sindaco Bucci e non all’agenzia di promozione turistica In Liguria che ha invece il compito specifico di organizzare questo tipo di eventi?
Che fine ha fatto l’agenzia di promozione turistica della Regione Liguria?
Bucci è stato forse nominato ad di Liguria Digitale per gestire questo nuovo corso?
Bucci non ha nulla da dire su quanto sta emergendo?
Gli sembra normale che un candidato sindaco che dovrebbe rappresentare tutti i cittadini della regione, sponsorizzi eventi di una giunta composta da Lega e Forza Italia che poi, caso strano, lo gratificano con la candidatura a sindaco?
E’ questa la ventata di rinnovamento e di trasparenza che vuole portare a Genova?
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Giugno 17th, 2017 Riccardo Fucile
A UN ANNO DALLA CONQUISTA DEL CAMPIDOGLIO IL CONSENSO AL M5S RISULTA DIMEZZATO… IL PD TORNA IL PRIMO PARTITO, CROLLA FRATELLI D’ITALIA DAL 16,6% AL 6%…SALE LA LEGA ALL’8,1% MA COMPLESSIVAMENTE I SOVRANISTI PERDONO IL 6%… FORZA ITALIA GUADAGNA 3 PUNTI
Sempre più giù. A un anno esatto dallo storico trionfo di Virginia Raggi, avvenuto il 19 giugno 2016, continua inesorabile il calo del gradimento nei confronti della prima donna che è riuscita ad espugnare il Campidoglio e a regalare ai cinquestelle la cloche della capitale d’Italia.
In fondo a dodici mesi di governo piuttosto travagliati – costellati da incidenti, faide interne, assessori sostituiti e inchieste giudiziarie – quasi sette romani su 10 bocciano l’operato della sindaca, 4 su 10 se si considera il solo elettorato grillino, più o meno in linea con i giudizi negativi espressi sull’intera giunta
Una dèbà¢cle che trascina a fondo i consensi tributati al Movimento di Beppe Grillo, che oggi a Roma risulta più che dimezzato.
Chi ci guadagna è il Pd, il quale – anche se di poco – torna a crescere, (ri)diventando il primo partito dopo la batosta subìta alla fine della scorsa primavera.
Se si votasse oggi, al netto di un buon 25 per cento di indecisi, quota fisiologica nelle rilevazioni condotte non a ridosso delle elezioni, i dem prenderebbero infatti 18,2 per cento, i grillini si fermerebbero al 16,7 (contro il 35,3 incassato al primo turno delle ultime amministrative), mentre a sorpresa al terzo posto si piazzerebbe la Lega Nord con l’8,1 per cento e di poco superiore al 7,5 registrato da Forza Italia.
La radiografia sullo stato di salute dell’amministrazione Raggi al giro di boa del primo anniversario è stata realizzata da Izi spa su un campione di 1.036 romani intervistati tra il 13 e il 15 giugno.
Si tratta del quinto sondaggio effettuato per Repubblica nell’arco dei dodici mesi e fotografa l’inarrestabile “sgradimento” che sia l’inquilina del Campidoglio, sia l’amministrazione nel suo complesso riscuotono nella città .
Toccando il punto più basso dal giorno delle elezioni, vinte dalla candidata del M5S come mai nessuno prima: 67 per cento dei voti.
Alla domanda: “A oggi come giudica l’attività della sindaca Raggi?”, il 68,2 per cento dei romani risponde “male” (a settembre erano il 56,6), “bene” solo il 21,1 (dal 32,3 di fine estate), con un crollo di oltre 11 punti negli ultimi nove mesi e una percentuale di incerti rimasta costante tra il 10 e il 12.
Va meglio, ma c’è poco da gioire, tra gli elettori cinquestelle: a promuoverla sono meno della metà dei grillini, il 47,3 per cento, mentre il 41,2 non esita a ritenere il suo operato insufficiente.
“Dati che hanno sorpreso anche noi”, commenta l’ad di Izi Giacomo Spaini: “Dopo la pessima partenza, che a fine settembre si è tradotta nel 56% di giudizi negativi per la Raggi, e il brusco peggioramento rilevato a marzo con oltre il 67% di bocciature, eravamo convinti di rilevare uno stop o addirittura una leggera ripresa, grazie anche al via libera sullo stadio giallorosso. Invece assistiamo a una continua emorragia di consenso, che dimostra come la politica degli annunci – sulla raccolta differenziata, le funivie, il superamento dei campi rom – non abbiano portato alcun beneficio “.
Una disfatta che, come detto, si riverbera sui partiti.
Se si tornasse alle urne oggi, il M5S crollerebbe dal 36,32 al 16,7%; il Pd si piazzerebbe in testa con il 18,2 (aveva il 17,2%).
Crollo di Fratelli d’Italia dal 16.6% al 6%, solo a parziale vantaggio della Lega che sale dal 2,8% all’8,1%. Ma complessivamente i sovranisti passerebbero dal 20% al 14%.
Sale Forza Italia al 7,5% contro il 4,3% ottenuto un anno fa.
L’intero arcipelago di sinistra (Mdp, Campo Progressista e Si) unito varrebbe il 6%. rispetto al 4,4 che aveva ottenuto Fassina.
Secondo il sondaggio, infatti, solo il 55% dei romani che un anno fa hanno sbarrato il simbolo 5S oggi lo rifarebbe; il 7,2% andrebbe invece sulla Lega; il 4,9 a FdI; solo l’1,2 a Fi; mentre il 7,2 si orienterebbe (o forse tornerebbe) sul Pd.
“Grillo ha capito che sta perdendo voti a destra e ora tenta il recupero su parole d’ordine anti-immigrati e anti- rom”. Al prossimo sondaggio sapremo se la strategia salva- Raggi ha pagato.
(da “La Repubblica”)
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Giugno 17th, 2017 Riccardo Fucile
ROUSSEAU E L’ASSEMBLEA M5S CANCELLATA… CALL TO ACTION PER METTERE A TACERE I MEETUP
Dopo il caso Cassimatis un altro piccolo episodio ci spiega come funziona la democrazia diretta da Beppe Grillo.
Da qualche giorno il blog di Beppe Grillo, in un post firmato da Roberto Fico, ha annunciato una nuova funzione sulla piattaforma Rousseau: Call to Action (Meetup in Azione).
La Call to action ha la funzione di lanciare iniziative sui territori con varie “azioni”: da “mobilitazione” a “socializzazione” fino a “formazione”.
E paletti chiari, perchè tutti gli incontri (localizzati tramite una mappa interattiva) “devono rispettare quanto stabilito da Non Statuto e dal regolamento del Movimento”.
Evidente la differenza tra la Call to Action di Rousseau e i meetup che sono stati alla base della costruzione del MoVimento 5 Stelle: MeetUP è «un servizio di social network che ha lo scopo di facilitare l’incontro di gruppi di persone in varie località del mondo» senza alcun controllo centralizzato, mentre Rousseau si trova su una piattaforma di proprietà dell’associazione omonima guidata da Davide Casaleggio, Max Bugani e David Borrelli.
Mentre alcuni cattivoni in evidente malafede la considerano un modo per mettere il guinzaglio ai meetup, la Call to Action è invece tutt’altro. E basta un piccolo episodio per averne la chiara dimostrazione.
È infatti accaduto che quei simpatici buontemponi degli attivisti napoletani cacciati e poi reintegrati grazie a un giudice da tempo si battono per richiedere una convocazione dell’assemblea del M5S.
Luca Capriello è il capofila degli ex espulsi dal M5S a Napoli, reintegrati dopo una sentenza del Tribunale che ha scatenato il Terremoto legale nel MoVimento 5 Stelle e che ha portato a varare le modifiche allo Statuto sul blog e forse a rischio nullità : con altri ha aperto il gruppo facebook Convocazione Assemblea Nazionale M5S.
La richiesta mira a far convocare l’assemblea non in Rete ma con gli attivisti in carne e ossa, pena — a detta degli espulsi che stanno animando la battaglia sui social network — che le nuove regole al voto sul blog di Beppe Grillo risultino nulle.
Questi simpatici idealisti, che fecero anche uno sciopero della fame per invitare al rispetto delle regole e delle leggi, hanno pensato di usare la funzione Call to Action per un evento chiamato “Assemblea Nazionale: prima riunione (i preparativi).
Si trattava di un primo incontro operativo per la proposizione e la successiva organizzazione della prima Assemblea Nazionale degli iscritti e dei simpatizzanti M5S.
Avete già capito com’è andata a finire, vero?
Gli attivisti che avevano aperto la Call to Action hanno scoperto anche l’esistenza della funzione “Annulla evento e ciao”.
«In una mail ci hanno comunicato l’annullamento dell’incontro, senza motivazioni»: L’avvocato Luca Capriello, uno degli attivisti, racconta oggi il Fatto, ha inviato una mail per ottenere spiegazioni.
“Chiediamo — sostiene Capriello — un’assemblea nazionale del M5S per trovare una sintesi su alcuni punti che ci fanno storcere il naso, dal tentativo di aderire al gruppo europeo Alde fino all’astensione sullo ius soli”.
Ovviamente c’era da aspettarselo: sono loro ad essere degli idealisti inguaribili. Andreotti diceva ai suoi tempi che esistevano due tipi di matti: quelli che si credono Napoleone e quelli che vogliono risanare le Ferrovie dello Stato.
Adesso la frase può essere aggiornata: quelli che si credono Napoleone e quelli che credono alla democrazia diretta da Grillo.
(da “NextQuotidiano”)
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Giugno 17th, 2017 Riccardo Fucile
I 600.000 MINORI SONO GIA’ INSERITI NELLA “CONTABILITA’ ITALIANA”: GIA’ REGISTRATI ALL’ANAGRAFE, HANNO GIA’ UN DOTTORE, VANNO A SCUOLA E I LORO GENITORI PAGANO LE TASSE (A DIFFERENZA DI TANTI ITALIANI CHE LE EVADONO)
Quanto costa lo ius soli? Dopo complicatissimi calcoli e il tentativo di scrutare nelle viscere di animali morti in una notte di luna piena oggi Il Messaggero ci dà una risposta netta e precisa alla domanda che un sacco di intellettuali si sono fatti nei giorni scorsi: i circa 6-700.000 stranieri minori che — se la legge fosse approvata- potrebbero diventare “di botto” italiani sono già tutti inseriti nella contabilità italiana sia dal punto di vista demografico che da quello economico.
Insomma,sono già registrati alla nostra anagrafe, hanno un dottore, vanno a scuola, i loro genitori pagano le tasse perchè “regolari” da almeno 5 anni.
Dunque poichè l’Istat registra già chi vive in Italia e il contributo al PIL di chi lavora in Italia indipendentemente dal suo passaporto, per la “contabilità ” nazionale lo ius soli non cambia nulla. Punto.
La prova di tutto questo è fresca.
La scorsa settimana l’Istat ha presentato il Bilancio Demografico Nazionale del 2016 e ha sottolineato che sui 60.6 milioni di persone che risiedono in Italia circa 5 milioni sono stranieri. Fra costoro circa la metà sono cittadini extra-comunitari.
Il Bilancio contiene un’altra notizia: l’anno scorso — sulla base delle norme in vigore e dunque non dello “ius soli” — ben 200.000 stranieri hanno ottenuto la cittadinanza italiana. La legge attuale,infatti, prevede che possa diventare italiano chi lavora regolarmente nel nostro Paese per 10 anni.
(da “NextQuotidiano”)
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