ROMA TUTTA SPORCA? NO, IL QUARTIERE DELLA RAGGI E’ PULITO
DOVE ABITANO I POLITICI E’ TRADIZIONE DELL’AMA L’ATTENZIONE AL DECORO… MA L’ILLUSIONE DURA POCO
Oggi La Stampa pubblica un articolo a firma di Alessandro La Barbera che fa un bilancio del primo anno della sindaca Virginia Raggi a Roma. L’incipit dell’articolo è qualcosa di meraviglioso:
Se un anno di Virginia Raggi lo si giudicasse dalle strade attorno casa sua, si potrebbe nutrire il sospetto che la città abbia trovato il sindaco giusto. Piccoli e ordinati contenitori per la differenziata, raccolta porta a porta, un via vai continuo di mezzi. Se non fosse per la piaga delle buche e delle radici, certe vie di Borgata Ottavia sembrano uscire da uno spot di pubblicità progresso.
Purtroppo l’attenzione al decoro in certi angoli dell’Urbe abitati dai politici è una tradizione dell’Ama che non conosce colore. L’illusione di un’altra Roma dura lo spazio di qualche centinaio di metri, ciò che separa la realtà dalla rappresentazione. Basta imboccare Via di Casal del Marmo e Roma riprende le sembianze note ai più. È di questi giorni l’ennesima emergenza rifiuti.
Come sappiamo, il resto della città non corrisponde per niente alla descrizione fatta da La Stampa.
Perchè le scene dei cassonetti circondati dall’immondizia sono una costante del paesaggio urbano della Capitale. A poco infatti sono servite le operazioni di pulizia straordinaria di qualche settimana fa. L’AMA fatica a ripulire la città e da qualche giorno potrebbe avere un problema in più: il Colari.
Il patron di Malagrotta e titolare del Consorzio Lazio Rifiuti Manlio Cerroni infatti ha deciso di tagliare la quantità dei rifiuti lavorati nei suoi impianti.
I Tmb di Malagrotta non lavoreranno più le attuali 1.250 tonnellate di rifiuti al giorno ma solo 700. Un taglio di 500 tonnellate che si tradurrà in altrettante tonnellate di rifiuti che AMA dovrà lasciare nelle strade perchè non saprà dove smaltirle.
Perchè gli impianti di trattamento dei rifiuti di Latina e Frosinone, dove AMA conferisce 180 e 160 tonnellate al giorno, non sono in grado di accettarne di più.
Questo è solo l’ultimo atto della battaglia di Cerroni per il controllo della monnezza della Capitale.
Già a marzo il Colari aveva minacciato di ridurre da 1200 a 800 le tonnellate di rifiuti che AMA avrebbe potuto conferire negli impianti di proprietà di Cerroni. Ora ci riprova, ben sapendo di farlo in uno dei periodi dove a Roma più si fa sentire il flusso di turisti.
Giusto per ricordare ai politici chi ha le chiavi degli impianti Cerroni il 9 giugno ha comprato un’inserzione sull’edizione locale del Corriere della Sera.
Nella lettera Cerroni si propone come la soluzione alle pessime condizioni ambientali della Capitale con i suoi impianti di trattamento rifiuti tra i quali spiccano quello di Guidonia e quello di Rocca Cencia.
(da “NextQuotidiano”)
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