Ottobre 2nd, 2018 Riccardo Fucile
LA RAGAZZA ERA RIUSCITA A FUGGIRE UNA PRIMA VOLTA E A CHIAMARE LE FORZE DELL’ORDINE CHE AVEVANO PENSATO BENE DI RICONSEGNARLA ALLA FAMIGLIA
Segregata in casa dai genitori perchè lesbica.
E’ una denuncia shock quella di una diciassettenne italiana di Albano Laziale che la scorsa settimana, grazie all’aiuto del Gay Center e delle forze dell’ordine, è riuscita a liberarsi dopo mesi di prigionia.
A tenerla segregata in casa, in un paesino della provincia di Roma, i suoi stessi genitori, due impiegati di 50 anni, che hanno reagito in questo modo dopo aver scoperto l’omosessualità della figlia leggendo dei messaggini WhatsApp tra lei e la sua compagna, una coetanea.
Sulla vicenda è stata aperta un’indagine affidata alla polizia di Albano e agli agenti del commissariato di Anzio, coordinata dalla procura di Velletri che ha iscritto la mamma della piccola sul registro degli indagati con le accuse di maltrattamenti e sequestro di persona.
A rendere nota la storia il portavoce del Gay Center, Fabrizio Marrazzo. «La ragazza viveva in un clima di continua violenza ed era sequestrata in casa, dove i familiari non la facevano più uscire – ha spiegato Marrazzo – inoltre i genitori, quando rimaneva sola in casa, chiudevano la porta a chiave con lei dentro».
La giovane, dopo essere scappata una prima volta da casa e aver chiesto l’intervento delle forze dell’ordine, è stata riconsegnata alla famiglia.
Solo a quel punto la giovane ha deciso di chiamare il Gay Center che ha a sua volta avvertito il supporto Oscad (Osservatorio di polizia e carabinieri contro le discriminazioni) e insieme sono riusciti a liberare nuovamente la giovane che ora si trova al sicuro in una struttura protetta per minori.
«Quanto accaduto è molto grave – commenta Marrazzo – E’ importante approvare al più presto una legge contro l’omotransfobia, che preveda anche la formazione per il personale pubblico per evitare episodi di discriminazione e pregiudizio anche da parte di funzionari pubblici come accaduto alla giovane ragazza».
«Se non verrà approvata una legge contro l’omotransfobia inviteremo i sindacati e la comunità lesbica, gay, bisex, e trans a fare uno sciopero generale dei lavoratori il 17 maggio, in occasione della Giornata Mondiale contro l’Omofobia a sostegno della richiesta di legge», ha concluso Marrazzo.
(da agenzie)
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Ottobre 2nd, 2018 Riccardo Fucile
PER UN MESE PARENTI, VICINI E CONOSCENTI NON SI SONO PREOCCUPATI DELL’ASSENZA DELL’ARCHITETTO COLTO DA MALORE
Era morto da qualche settimana, quando è stato ritrovato sdraiato sul suo letto dalla
polizia, con indosso solo l’accappatoio.
Il corpo di Francesco Ciotti, 70enne di Brescia architetto in pensione, era in avanzato stato di decomposizione. Sono in corso d’accertamento le cause del decesso, ma si presume sia stata colpa di un malore.
A dare l’allarme sono stati i vicini, che hanno sentito un forte odore provenire dall’appartamento dell’uomo.
Quando i Vigili del Fuoco hanno sfondato la porta, in casa hanno trovato il corpo senza vita di Ciotti e il suo gatto vicino al letto.
Divorziato e senza figli, l’ex architetto è stato descritto come un uomo molto solitario
Si legge su Brescia Today:
Si sarebbe sentito male appena uscito dalla doccia, ancora nella seconda settimana di agosto: un forte dolore al petto, o forse un mancamento, sta di fatto che si sarebbe trascinato a fatica fino in camera, per raggiungere il letto e sdraiarsi, con la testa all’insù. Così avrebbe esalato il suo ultimo respiro. Nessuno si è accorto di nulla, nessuno. Lunedì in zona sono arrivati i parenti, che hanno ammesso di non sentirlo da almeno un mese.
(da agenzie)
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Ottobre 2nd, 2018 Riccardo Fucile
I SEDICENTI GIORNALI DELLA DESTRA PATACCA FINGONO DI IGNORARE CHE IL 50% DEI ROM SONO CITTADINI ITALIANI, QUINDI IL PROBLEMA NON ESISTE
Stamattina Il Giornale e Libero hanno la stessa apertura: i due giornali tradizionalmente affini alla sedicente destra italiana sono ampiamente scandalizzati per il fatto che il reddito di cittadinanza sarà percepito anche dai cittadini di etnia rom. Entrambi citano l’intervento di Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione 21 luglio, a Radio Cusano Campus:
“Circa un settimo dei rom vive nei campi, sono circa 5000 con la cittadinanza italiana —ha affermato Stasolla-. Sicuramente loro potranno usufruire del reddito di cittadinanza, dato che non si possono discriminare persone su base etnica. Se si stanno già informando? C’è un certo interesse, qualcuno chiede, ma ancora non si hanno elementi su come si potrà avere questo reddito”.
La stessa Associazione 21 Luglio nel suo rapporto annuale sulla condizione di rom e sinti aveva fatto presente in passato che non esistono dati certi sulla composizione etnica della popolazione rom e i numeri sulle presenze complessive in Italia corrispondono a stime che si muovono all’interno di una forbice molto ampia compresa tra le 120.000 e le 180.000 unità . Circa il 50% dei rom sono italiani.
Bisogna ricordare che per percepire il reddito di cittadinanza sarà necessario iscriversi ai centri per l’impiego e dimostrare di essersi attivati per la ricerca di un lavoro.
Si tratta però di una procedura e di strutture tutte da costruire e avviare.
(da “NextQuotidiano”)
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Ottobre 2nd, 2018 Riccardo Fucile
IL PRESIDENTE DI TURNO DELL’ECOFIN AUSPICA UN “CHIARIMENTO” DI TRIA
“C’è la necessità di chiarire” da parte dell’Italia quali siano i suoi piani di bilancio, perchè “c’è una discussione tra gli stati membri” in quanto “l’Eurogruppo è un Unione monetaria, siamo insieme in questa famiglia e dobbiamo risolvere insieme la situazione della stabilità “.
Lo ha detto il ministro delle finanze austriaco che ha la presidenza di turno Ue dell’Ecofin H. Loeger. “Se ci sono regole devono essere rispettate, queste sono le aspettative che ho sentito anche da parte degli altri altri stati membri”.
“Visto il dibattito in corso viene la necessità di chiarire che l’Eurogruppo rappresenta un’unione monetaria, siamo tutti insieme in questa famiglia e dobbiamo lavorare tutti insieme per la stabilità “.
Così il ministro delle Finanze austriaco, Hartwig Loeger, che ha la presidenza di turno Ue dell’Ecofin, sulla manovra italiana.
“Da parte nostra, come ministri, sosteniamo il ministro Giovanni Tria nel suo dibattito dei prossimi giorni, affinchè riesca a chiarire la situazione”, continua Loeger. Il punto è che “se abbiamo regole a livello Ue, queste devono anche essere rispettate”, mentre “se sono infrante, ci aspettiamo che la Commissione Ue dia una risposta” conseguente, ha detto il presidente di turno dell’Ecofin. E si tratta, ha sottolineato Hoeger, di “aspettative” comuni “da parte degli altri stati membri” emerse “durante le nostre discussioni in questi due giorni” a Lussemburgo.
“E’ importante quanto menzionato dal vicepresidente Dombrovskis che la data per presentare la bozza di bilancio nella sua forma ufficiale è il 15 ottobre”, ha quindi ricordato il ministro austriaco, e l’aspettativa è che ora le discussioni avute con i colleghi della “famiglia” dell’Eurogruppo “rafforzino il ministro Tria nelle sue discussioni che avrà nei prossimi giorni” in Italia sulla manovra.
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 2nd, 2018 Riccardo Fucile
MARIETJE SCHAAKE DICE LE VERITA’ CHE IN ITALIA VENGONO TACIUTE: “ATTRAVERSO SPUTNIK E RUSSIA TODAY HA DIFFUSO DISINFORMAZIONI”
Il caso Marcello Foa sbarca in Europa. 
L’Europarlamentare olandese Marietje Schaake, che milita nel D66, forza liberale nella coalizione di governo in Olanda e a Strasburgo schierata nell’Alde di Guy Verhofstadt, scrive al presidente dell’Assemblea, Antonio Tajani, chiedendogli di portare la controversa nomina del nuovo presidente della Rai all’attenzione dei capi di Stato e di governo in occasione del summit del 17 ottobre a Bruxelles.
“Mentre rispettiamo la sovranità del Parlamento italiano e delle sue scelte, siamo preoccupati per la nomina del nuovo presidente Rai”, scrive Schaake in una missiva aperta a tutti gli eurodeputati che saranno liberi di sottoscriverla.
“Foa – sottolinea – è stato riportato come un regolare contributore della propaganda russa anche attraverso Russia Today e Sputnik e spesso ha condiviso informazioni oline che possono essere qualificate come “disinformazione” secondo il Codice di Condotta sulla Disinformazione appena adottato, ad esempio sulla partecipazione di Hillary Clinton alle “cene sataniche”.
La parlamentare olandese ricorda l’impegno di Tajani contro le fake news e chiede al presidente di “confermare la sua leadership portando il tema al prossimo Consiglio europeo”, ovvero alla riunione dei leader di metà mese.
“Come può questa nomina essere in linea con gli sforzi del Consiglio europeo di creare una risposta Ue coordinata alla sfida della disinformazione annunciata nelle conclusioni del summit dello scorso 28 giugno?”, la domanda retorica della liberale. “E come assicurarsi che questo piano del Consiglio contro la disinformazione non sia limitato alle piattaforme online ma includa anche i media tradizionali che si sono schierati in favore di chiari standard contro le fake news?”.
Se Tajani darà seguito alla richiesta, al prossimo summit l’Italia non sarà nel mirino solo per la manovra che sta esponendo l’intera eurozona al rischio mercati, ma anche per la nomina di Foa e la lotta alla disinformazione
(da “Huffingtonpost“)
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Ottobre 2nd, 2018 Riccardo Fucile
“E’ UN ARRESTO POLITICO, IL MANDANTE E’ L’INQUILINO DEL VIMINALE”
Il territorio prova a reagire, a stringersi attorno al sindaco di Riace.
La giornata, che si è aperta con la notizia dell’arresto di Mimmo Lucano, il sindaco simbolo dell’accoglienza accusato di favoreggiamento all’immigrazione clandestina, si annuncia lunga, i giorni a venire duri, ma nel paese della Calabria si sta organizzando la resistenza.
“Vede, io ho molto rispetto per l’azione della magistratura, ma questa è una vicenda tutta politica e il mandante di questa azione, gravissima, è l’inquilino del Viminale, che l’ha già rivendicata sui social”.
A parlare è Maurizio Zavaglia, ex vicesindaco di Gioiosa Ionica, Comune a pochi chilometri da Riace, e amico personale di Lucano.
Lavora nel mondo della cooperazione e conosce Mimmo Lucano “da quando ci fu il primo sbarco a Riace, a metà degli anni ’90, e ho sempre sostenuto il suo modello”. Secondo lui, il vero bersaglio dell’arresto del sindaco simbolo.
“D’altra parte – aggiunge Zavaglia, e sembra riferirsi ancora e neanche troppo velatamente al ministro dell’Interno, Matteo Salvini – queste vicende scaturiscono dal clima di odio, di intolleranza alimentato quotidianamente, da un atteggiamento di terrorismo psicologico, dalla narrazione tossica che si sta diffondendo”.
Il timore è che Riace sia solo l’inizio. “La gravità estrema di quanto accaduto a Mimì sta nel messaggio che, attraverso questa operazione, si intende lanciare agli altri, quando a dire: “Fate attenzione perchè domani può toccare a voi”. A questo punto dobbiamo autodenunciarci tutti, tutti quelli che hanno la stessa idea di giustizia sociale”.
Zavaglia non nasconde la propria indignazione, “che – dice – è quella di tanti, tantissimi, a Riace”.
Il paese “già provato economicamente dal blocco delle erogazioni non già per il futuro, ma per il passato, ha ricevuto oggi una mazzata tremenda”.
Zavaglia racconta una comunità scossa, frastornata, ma determinata ad andare avanti sulla strada tracciata da Lucano.
“Hanno colpito Mimì per distruggerlo – conclude – ma il modello Riace non si arresta e sabato prossimo ci ritroveremo qui per affermarlo con forza in una manifestazione che in poche ore ha già ricevuto migliaia di adesioni. Ci sarà l’Italia migliore, quella che non intende piegarsi all’odio e all’intolleranza”.
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 2nd, 2018 Riccardo Fucile
LA LEGGE NON E’ PIU’ LO SCUDO CHE DIFENDE DALL’ARBITRIO, MA IL BASTONE NELLE MANI DEL POTERE
Ciò che più colpisce, nel lungo e grottesco comunicato della Procura della Repubblica di
Locri a proposito dell’arresto del sindaco di Riace, è l’esilarante riferimento all’appalto per la raccolta dei rifiuti nel minuscolo comune calabrese.
Il crimine presunto, per cui scatta la misura cautelare, consisterebbe nelle forzature amministrative con cui si è consentito l’affidamento del servizio di igiene pubblica a cooperative in cui lavorano insieme stranieri e riacesi.
Nessuno ha rubato, nessuno ha inquinato: ma hanno lavorato, hanno prodotto ricchezza, hanno rivitalizzato un borgo in via di estinzione, hanno fatto comunità .
In una regione martoriata dal partito mafioso della “monnezza”, in una terra ferita dai traffici e dallo smaltimento illecito di rifiuti pericolosi, in una Calabria dove per decenni troppi servitori dello Stato e troppi magistrati hanno praticato la politica dello struzzo, non vedendo mai nulla, o fingendo di non vedere, talvolta vendendosi a poteri di tenebra, ora hanno finalmente trovato il nemico della legalità : Mimmo Lucano, il sindaco dell’accoglienza.
Già il capo della Procura della Repubblica di Catania, l’ineffabile dott. Carmelo Zuccaro, aveva aperto il fronte della caccia alle streghe contro i volontari delle Ong, offrendo al Movimento 5 stelle un argomento per allinearsi alle posizioni della Lega.
I volontari, un tempo celebrati come eroi civili, sono improvvisamente diventati “vice-scafisti” e trafficanti di esseri umani: e su questa propaganda becera Di Maio e Salvini hanno costruito lo sfondo culturale del “contratto di governo”.
I grillini hanno messo una maschera legalitaria per nascondere la vergogna della loro subalternità ad un partito razzista e xenofobo.
Ma ora siamo ad un punto ancora più grave. Nella Calabria dei massoni e dei mafiosi che controllano territori ed affari, in una delle patrie elettive dell’ecomafia, la giustizia colpisce coloro che il Vangelo chiamerebbe “operatori di pace”.
Lo Stato di diritto diventa il diritto dello Stato a spaventare, a minacciare, a impedire di salvare le vite e la vita.
E la legge non è più lo scudo che ci difende dall’arbitrio, ma è il bastone nelle mani del potere costituito.
Non credo che si possa più tacere.
(da “Huffingtonpost”)
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Ottobre 2nd, 2018 Riccardo Fucile
LE NORME ANTICORRUZIONI IMPEDISCONO CHE UN COMMISSARIO POSSA DECIDERE SU UNA QUESTIONE CHE RIGUARDA UN FAMILIARE… LA MADRE HA UNA CASA DI PROPRIETA’ IN ZONA ROSSA, SOLO SALVINI POTEVA PENSARE CHE FOSSE UN VALORE AGGIUNTO… MA QUANDO SI DECIDONO GLI INDENNIZZI NON LO E’
Quello che era stato dipinto come un valore aggiunto rischia di costargli la nomina: la designazione di Claudio Andrea Gemme, considerato da giorni in pole per il ruolo di commissario per la ricostruzione, è appesa a un filo per una incompatibilità giuridica. Non solo per il ruolo in Fincantieri, da cui aveva già annunciato di volersi dimettere – un fattore comunque guardato con perplessità in particolare dal Movimento 5 Stelle – quanto per un legame familiare e la presenza di una casa di proprietà della madre in zona rossa.
Elemento questo con solide basi tecniche, che ha impedito che il presidente del consiglio Giuseppe Conte desse seguito in tempi brevi all’annuncio di ieri mattina su Facebook, in un post in cui tracciava un bilancio dei primi quattro mesi di mandato.
Tutto deriva dal codice civile e da un limite in origine fissato per i giudici.
Che, per ragioni piuttosto ovvie, non possono pronunciarsi su liti che riguardano parenti.
Tecnicamente si chiama dovere di astensione e riguarda i familiari fino al quarto grado. Fino a qui nessun problema.
Il punto è che questo limite è stato esteso alla pubblica amministrazione da vari leggi successive, a partire dalla 190 del 2012, fino a norme più specifiche su anticorruzione e trasparenza, e si applica a tutti i possibili conflitti di interessi.
In parole povere, il commissario si troverebbe a decidere su una questione che riguarda un familiare – si pensi alla partita degli indennizzi – e questo rappresenterebbe una incompatibilità , secondo gli uffici di Palazzo Chigi e non solo.
Se l’ostacolo per Gemme si rivelasse insormontabile, si potrebbe tornare a considerare altri nomi: Giuseppe Zampini, ad di Ansaldo, o Roberto Cingolani, direttore dell’IIT. Più distanziato il presidente del Gaslini, Pietro Pongiglione.
Anche se a questo punto non è escluso che si torni al piano originario, individuando un tecnico nell’orbita dei ministeri.
(da “Il Secolo XIX”)
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Ottobre 2nd, 2018 Riccardo Fucile
GLI INVESTITORI NON CREDONO NELLE PROSPETTIVE DI CRESCITA SOSTENUTE DAL GOVERNO E RITENGONO ECCESSIVO E RISCHIOSO PER LA NOSTRA ECONOMIA L’AUMENTO DEL DEFICIT
“L’Europa scatena lo spread per far cedere il governo”, titola stamane “Il Fatto quotidiano”,
mentre “La Verità ” accusa “gli stregoni dello spread”. I giornali vicini al governo e in particolare al Movimento Cinque Stelle stamattina rilanciano le denunce diffuse ieri dai portavoce del partito, secondo i quali la Commissione Europea fa “terrorismo sui mercati”. Le dichiarazioni dei principali esponenti di Bruxelles, dal vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, al commissario agli Affari Economici Pierre Moscovici, secondo il M5S, sono diffuse ad arte per spaventare i mercati, facendo in modo che lo spread salga.
Un’accusa non nuova. Che ci siano “manovratori” dello spread è stato sostenuto anche da Renato Brunetta, deputato e responsabile del dipartimento di politica economia di Forza Italia.
Nell’ambito dei lavori della Commissione Banche presieduta da Pier Ferdinando Casini, che si sono conclusi nel gennaio di quest’anno, Brunetta ha infatti cercato di ricostruire un presunto “complotto” ai danni dell’allora premier Silvio Berlusconi, che nel 2011 fu costretto a dimettersi per via dello spread alle stelle. Lo stesso Berlusconi ha denunciato più volte “l’imbroglio dello spread”, che ha portato alla caduta del suo governo e all’avvento del governo Monti.
L’idea che però nel mercato ci siano dei manovratori occulti dello spread che lo fanno salire e scendere a piacimento è priva di fondamento.
Lo spread è il differenziale tra il rendimento dei titoli del tesoro decennali tedeschi e quelli italiani. Se il rendimento è uguale non c’è alcuno spread, e significa che il mercato, gli investitori, valutano in eguale misura l’economia e l’affidabilità dei due Paesi.
Se, come in questo momento, i rendimenti dei Btp italiani salgono, superando di gran lunga quelli dei Bund tedeschi, è perchè si hanno timori sul futuro del nostro Paese, e si teme che i rischi della nostra economia possano influire sul rimborso dei titoli di Stato alla scadenza.
Se un Paese è percepito come estremamente affidabile, vende con facilità i propri titoli del debito pubblico, e i rendimenti sono bassi. Se un Paese è percepito come a rischio, deve allettare gli investitori con rendimenti alti dei propri titoli di Stato. Le conseguenze sono disastrose per i conti pubblici: gli interessi alti fanno salire ancora di più il debito pubblico, e mettono in difficoltà le nostre banche, che hanno un ampio portafoglio di titoli di Stato.
E’ quello che in questo momento sta succedendo ai titoli di Stato italiani.
La manovra viene percepita come rischiosa, il deficit al 2,4% potrebbe portare a un aumento del debito pubblico e a difficoltà dell’economia, che inevitabilmente si ripercuoterebbero sulle capacità di rimborso dei titoli di Stato, per non parlare delle conseguenze di una procedura di infrazione da parte di Bruxelles, o peggio ancora di un’uscita dall’euro con un ritorno a una valuta inevitabilmente più debole come la lira. E quindi i rendimenti crescono: succede ogni volta che ci sono rischi legati al futuro di un Paese.
E’ vero quindi che le dichiarazioni dei principali esponenti Ue allarmano i mercati, e che questo influisce sullo spread.
Non è vero però che le dichiarazioni siano diffuse allo scopo di far apparire meno affidabili i nostri titoli di Stato, e far salire il differenziale tra Btp e Bund.
La Commissione Ue ha tra i compiti principali quello di fare in modo che i Paesi membri rispettino le regole, a cominciare da quelle di bilancio, che hanno anche l’obiettivo di preservare l’equilibrio di tutta l’Unione Europea, e quindi in questo momento sta facendo il proprio mestiere.
I mercati recepiscono il rischio, gli analisti non sono convinti che misure come il reddito di cittadinanza possano favorire l’aumento del Pil, compensando l’aumento del deficit, e agiscono di conseguenza. E non si tratta solo dello spread: da settimana va avanti una fuga di capitali esteri dai nostri titoli di Stato, ormai la perdita supera i 100 miliardi.
(da agenzie)
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