Aprile 27th, 2020 Riccardo Fucile
“I VESCOVI SBAGLIANO, BISOGNA TUTELARE LA VITA DELLE PERSONE”
Giovanni Ferretti, filosofo e storico della filosofia italiano, professore ordinario di filosofia teoretica dal 1976, e direttore del Dipartimento di filosofia e scienze umane dell’Università degli studi di Macerata dal 1999, puntualizza il suo punto di vista a fronte delle polemiche sulla riapertura delle chiese.
Sono in molti, anche dal mondo clericale, a lamentare che non sia stata prevista l’apertura delle chiese per le celebrazioni dopo più di un mese di quarantena, prese di posizione che hanno diviso il mondo cattolico, tanto da far vacillare anche la ferrea posizione della CEI che impone la sospensione delle celebrazioni pubbliche.
In questo panorama don Giovanni Ferretti, che dal 1979 al 1985 è stato Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia presso l’Università degli Studi di Macerata; dal 1985 al 1991 ne è stato Rettore e che dal 1995 al 1998 ne è stato Presidente del Nucleo di valutazione, dice la sua.
“La Chiesa non ha uno statuto privilegiato nello stato democratico, che le dia il diritto di sottrarsi alle norme del vivere civile. Soprattutto, come oggi in mezzo alla pandemia, quando ne va della vita delle persone”.
La netta presa di posizione, affidata ai colleghi de “La Stampa”, fa parte di un lungo ed articolato pensiero sulle attuali situazioni della chiesa in tempo di Covid dove il Prof. Ferretti commenta anche il comportamento dei Vescovi : “Il disaccordo dei vescovi è uno sbaglio politico. Siamo in mezzo a una pandemia, bisogna tutelare la vita delle persone”.
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Aprile 27th, 2020 Riccardo Fucile
CASI PIU’ DEL DOPPIO DELLA MEDIA ITALIANA
Il Piemonte supera i contagi della Lombardia. La Regione, come ha rimarcato il parlamentare
Federico Fornaro, basandosi sulla graduatoria della Protezione civile aggiornata al 25 aprile, ormai è prima in Italia per positivi rispetto al numero di abitanti: 355,9 casi ogni 100 mila abitanti, più del doppio della media italiana di 175,4.
Seguono Lombardia, Emilia, Liguria Veneto. Spiega oggi La Stampa:
Un numero che secondo la Regione è legato all’aumento dei test, soprattutto nelle Rsa, e quindi alla scoperta di nuovi casi. Ieri sono stati 56 i decessi di persone positive al test comunicati dall’Unità di Crisi regionale, 7 dei quali registrati in giornata: ora il totale è salito a 2.859 vittime. Quanto ai contagiati, sono 24.910: 361 in più rispetto a sabato. Meno 20 i ricoverati in terapia intensiva, ora a quota 217.
Ma c’è di più: dal primo di febbraio al 18 aprile, a Torino, l’incremento di decessi rispetto allo stesso arco temporale del 2019 è stato del 57%: vale a dire 2.595 persone a fronte delle 1.479 morti registrate nello stesso periodo dell’anno passato:
Il dato è contenuto nell’ultimo rapporto che il Dipartimento di epidemiologia del Lazio (Dep) conduce per conto del ministero della Salute e che gestisce il Sistema rapido di sorveglianza della mortalità giornaliera (SiSMG) nell’ambito del progetto Azione centrale del ministero della Salute.
I valori contenuti nel bollettino sono stati utilizzati anche da Riccardo Zecchina, docente di Fisica Teorica presso l’Università Bocconi ed esperto di data analysis, in un lavoro condotto assieme a Benedetta Cerruti. I due studiosi affermano che «i dati forniti dalla Protezione Civile sono di difficile interpretazione: i contagi dipendono dalle strategie di tamponamento, i dati sulle terapie intensive non distinguono i nuovi ingressi, un buon indicatore dei nuovi contagi, e i dati sui decessi “giornalieri” includono casi vecchi anche di una/due settimane, facendo apparire un “effetto plateau” incomprensibile».
Partendo dai dati contenuti nel bollettino SiSMG, il lavoro dei due studiosi sottolinea come nelle città del Nord Italia si stia verificando una fase di riduzione della mortalità in tutte le classi di età . Zecchina e Cerruti hanno poi avuto modo di accedere ai dati dei decessi registrati all’anagrafe del Comune di Torino e di confrontarli con i dati del 2019.”
(da “NextQuotidiano”)
argomento: emergenza | Commenta »
Aprile 27th, 2020 Riccardo Fucile
LA TEORIA “MASCHERINE, GUANTI E SPERIAMO BENE” NON E’ SUFFICIENTE
“La teoria mascherine, guanti e speriamo bene non è sufficiente”, così l’infettivologo Massimo Galli riassume a “Mattino Cinque” la sua idea sulla Fase 2 sulle riaperture annunciata dal premier Conte.
“Capisco che la gente non ne possa più, è comprensibile – dice Galli – purtroppo il virus non fa sconti e potrebbero esserci nuove ondate, anche perchè è bastata una singola botta per conciarci come ci ha conciato”.
Il direttore del reparto malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano si dice ancora una volta timoroso per il futuro: “La mia preoccupazione è che il problema si consideri superato – ha aggiunto nel corso dell’intervista – soprattutto se non vengono adottate tutte le misure per la prevenzione e l’arginamento di nuovi singoli focolai. Dover richiudere dopo aver riaperto potrebbe essere un disastro”.
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Aprile 27th, 2020 Riccardo Fucile
IN CALO NEI SONDAGGI, I VERTICI DEL PARTITO PROVANO A RENDERSI PIU’ “PRESENTABILI”
Un “nazista”. Si è definito così, con orgoglio, più di una volta. E “ariano”, parlando, sempre con molto
orgoglio, del nonno Wolfgang, un ufficiale nazista che aveva guidato sottomarini durante la Seconda guerra mondiale.
Un po’ troppo, per un partito che affonda ogni cinque minuti in uno scandalo per gli scivoloni di neonazisti, antisemiti, negazionisti e xenofobi ma che sta cercando disperatamente di scrollarsi di dosso l’immagine di una forza politica ormai dominata dalle correnti più radicali.
Ma visto che a definirsi “ariano” è stato stavolta lo storico portavoce del partito, Christian Lueth, i vertici dell’ultradestra Afd non hanno potuto far finta di niente. Secondo un’indiscrezione del settimanale Zeit, Lueth è stato cacciato su due piedi, “con effetto immediato”.
Tra i giornalisti, Lueth era noto per la sua vicinanza al ‘grande vecchio’ del partito, come viene definito il capogruppo Alexander Gauland. Ma in generale era difficile non passare attraverso questo 43enne dai capelli impomatati per parlare con i vertici dell’ultradestra.
E Lueth era famoso anche per la sua disastrosa comunicazione: rispondeva raramente ai messaggi, ancora più raramente alle mail. Fu immortalato in una leggendaria foto il giorno dopo le elezioni del 2017, quando Frauke Petry annunciò le sue dimissioni dall’Afd, fu fotografato un secondo dopo, con gli occhi letteralmente fuori dalle orbite.
Da mesi l’Afd è in crisi: nei sondaggi è ormai scivolata al 9%. E c’è una parte del partito che diventa sempre più irrequieta per la linea scelta dalla capogruppo, Alice Weidel, di ridurre responsabilmente al minimo l’opposizione al governo, durante la più grave pandemia del secolo. L’Afd continua a essere dilaniata dalle eterne faide interne tra estremisti e ala liberale, aggravate da una novità clamorosa.
A fine marzo il Verfassungsschutz, i servizi segreti interni tedeschi, ha messo sotto osservazione la sua corrente più radicale, il “Fluegel” (“l’Ala”). Secondo il presidente dei difensori della costituzione, Thomas Haldenwang, quella fetta dell’Afd guidata da Bjorn Hoecke avrebbe “aspirazioni estremiste”. Un problema, per qualsiasi dipendente statale che sia anche membro dell’Afd: in Germania le regole per i tutelatissimi statali sono severe, rischiano il licenziamento se hanno attititudini antidemocratiche.
(da “Huffingtonpost”)
argomento: Razzismo | Commenta »
Aprile 27th, 2020 Riccardo Fucile
GLI ESPERTI SONO CONTRARI: RISCHIO ALTO, FA AUMENTARE GLI SPOSTAMENTI E I CONTATTI
Il primo ripensamento del governo sul Dpcm per la Fase 2 dell’emergenza Coronavirus riguarderà lo svolgimento delle messe, dopo la protesta dei vescovi italiani sul prolungamento dello stop alle funzioni religiose, fatta eccezione per i funerali che potranno svolgersi con la partecipazione di massimo 15 partenti.
Per la Cei la decisione di palazzo Chigi compromette «l’esercizio della libertà di culto». E incalza l’attacco anche il quotidiano dei vescovi, Avvenire, con un editoriale del direttore Marco Tarquinio che parla di «ferita incomprensibile e ingiustificabile» con il mondo cattolico, al quale sarà «difficile far capire perchè, ovviamente in modo saggio e appropriato, si potrà tornare in fabbriche e in un uffici, entrare in negozi piccoli e grandi di ogni tipo, andare nei parchi e giardini invece non si potrà partecipare alla Messa domenicale. Una scelta miope e ingiusta».
Così palazzo Chigi nella tarda serata di ieri prova a recuperare, aprendo a una ulteriore valutazione per provare a sviluppare un protocollo di sicurezza anche per le messe, così come già previsto oggi per i posti di lavoro.
Un documento che potrebbe arrivare nei prossimi giorni, sempre che si riesca a superare la contrarietà del Comitato tecnico scientifico, che sin da subito ha ribadito i rischi di concedere lo svolgimento delle messe, per le quali aumenterebbero inevitabilmente gli spostamenti.
E c’è poi l’ostacolo che più colpisce i cattolici, con il rito dell’Eucarestia che provocherebbe innumerevoli contatti ravvicinati.
(da Open)
argomento: emergenza | Commenta »
Aprile 27th, 2020 Riccardo Fucile
POTETE RIVEDERE GENITORI, SORELLE, FRATELLI, MOGLI, MARITI, FIGLI, ZII, NONNI E NIPOTI… MA NON I VOSTRI PARTNER IN MANCANZA DI UN LEGAME DI SANGUE E/O DI RAPPORTI CIVILI
Gli italiani non vedono l’ora di riabbracciare i propri cari: genitori, sorelle e fratelli, coniugi, nonni, zii
ma anche fidanzate e fidanzati.
Il lockdown, imposto per contenere la pandemia del Coronavirus, ha messo a dura prova le nostre relazioni sociali (e non ci sono videochiamate che tengano). Per questo motivo l’apertura di ieri sera del presidente del Consiglio Giuseppe Conte alla possibilità di «far visita ai congiunti» ha aperto un dibattito sul “chi sono i congiunti?”.
L’ultimo Dpcm, infatti, autorizza lo spostamento all’interno della stessa Regione solo per comprovati motivi, ovvero lavoro, salute e casi di necessità ma dal 4 maggio viene introdotta anche «la possibilità di spostamenti (sempre all’interno della stessa Regione, ndr) mirati per far visita a congiunti».
«Siamo consapevoli che le famiglie sono state separate, genitori con figli, nipoti con nonni. E vogliamo consentire loro delle visite ma saranno visite mirate nel rispetto delle distanze, con mascherine. Non stiamo dicendo quindi che saranno consentiti party privati in famiglia» ha precisato il premier Conte, ieri sera in conferenza stampa.
Chi sono i “congiunti”
I “prossimi congiunti” sono per legge «gli ascendenti, i discendenti, il coniuge, la parte di un’unione civile tra le persone dello stesso sesso, i fratelli, le sorelle, gli affini nello stesso grado, gli zii e i nipoti» mentre non si comprendono «gli affini allorchè sia morto il coniuge o non vi sia prole».
Lo dice chiaramente l’articolo 307 del codice penale, parlando di «assistenza ai partecipi di cospirazione o di banda armata» che, prevedendo «la reclusione fino a due anni per chiunque dà rifugio o fornisce vitto, ospitalità o mezzi di trasportano a chi partecipa all’associazione o alla banda non è punibile se commette il fatto in favore di un prossimo congiunto».
I partner non sono “congiunti”
In altre parole, mamme, papà , sorelle, fratelli, mogli, mariti, figli, nonni, zii e nipoti sono “congiunti” mentre fidanzate e fidanzati no, in mancanza di legami di sangue e/o di rapporti civili. L’ultimo dpcm piega che l’apertura ai “congiunti” è comunque consentita solo all’interno della stessa Regione (e comunque fino al 18 maggio), anche se è stata introdotta la possibilità di rientrare al proprio domicilio, abitazione o residenza, anche in una Regione diversa. In altre parole, la parola “congiunti” è ben spiegata in ambito penale ma non in quello civile dove si rischia di generare dubbi e confusione
Le ricerche su Google
Da ieri, esattamente dalle 21, ovvero al termine del discorso di Conte, su Google sono schizzate le ricerche della parola “congiunto” e “congiunti”, come mostrano questi grafici. In tanti, dunque, si stanno chiedendo “chi sono i congiunti”? E il partner può ritenersi un “congiunto”? Purtroppo su quest’ultimo dubbio la risposta è chiara: no, non c’è nè legame di sangue nè legale. Non è facile ma bisognerà attendere ancora un po’.
(da Open)
argomento: emergenza | Commenta »
Aprile 27th, 2020 Riccardo Fucile
CONFCOMMERCIO: “SERVONO SOLDI A FONDO PERDUTO”
Rabbia e timore tra i commercianti dopo l’annuncio delle misure che saranno introdotte a partire dal 4 maggio.
E i timori sono dettati dall’allontanarsi della riapertura per molti di loro. Molto critico nei confronti delle decisioni annunciate da Conte Carlo Sangalli, vertice di Confcommercio: “La fase 2 rinvia la riapertura degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi e di tante attivita’ del turismo e dei servizi. Ogni giorno di chiusura in più produce danni gravissimi e mette a rischio imprese e lavoro – ha detto – in queste condizioni diventa vitale il sostegno finanziario alle aziende con indennizzi a fondo perduto che per adesso non sono ancora stati decisi. Bisogna invece agire subito e in sicurezza per evitare il collasso economico di migliaia di imprese”.
Poi si rivolge a Conte: “Chiediamo al presidente conte un incontro urgente, anzi urgentissimo per discutere di due punti: riaprire prima e in sicurezza; mettere in campo indennizzi e contributi a fondo perduto a favore delle imprese”.
Sulla stessa linea i rappresentanti del settore della moda: “Questa sembra la cronaca di una morte annunciata . Abbiamo bisogno di ripartire il prima possibile per far fronte alle necessità di cassa di un settore che vive sulla stagionalità . Questo ulteriore slittamento creerà un danno irreparabile: un prevedibile calo di consumi per il 2020 di oltre 15 miliardi di euro che porterà almeno 17mila punti vendita ad arrendersi, con una perdita di occupazione di oltre 35mila persone”.
Così in una nota il presidente di Federazione Moda Italia-Confcommercio, Renato Borghi. E ancora: “Si prefigura un pericolo per la tenuta della filiera e, da questo punto di vista, sollecitiamo Confindustria Moda ad un’assunzione di responsabilità per condividere con il retail il rischio derivante dalla perdita di un’intera stagione, attraverso il diritto di reso”. La scelta del governo, per Borghi, non è comprensibile dal momento che “l’Inail ha classificato il nostro settore a basso rischio e che è già operativo il protocollo del 24 aprile per la riapertura in sicurezza”.
Per la Fipe, che rappresenta barisi e ristoratori, la misura è colma: “I nostri dipendenti stanno ancora spettando la cassa integrazione, il decreto liquidità stenta a decollare, oggi apprendiamo che potremo riaprire dal primo di giugno.
Significano altri 9 miliardi di danni che portano le perdite stimate a 34 miliardi in totale dall’inizio della crisi. Forse non è chiaro che si sta condannando il settore della ristorazione e dell’intrattenimento alla chiusura. Moriranno oltre 50.000 imprese e 350.000 persone perderanno il loro posto di lavoro”.
Secondo Fipe “Bar, ristoranti, pizzerie, catering, intrattenimento, per il quale non esiste neanche una data ipotizzata, stabilimenti balneari sono allo stremo e non saranno in grado di non lavorare per più di un mese. Questo nonostante la categoria abbia messo a punto protocolli specifici per riaprire in sicurezza”.
(da Open)
argomento: emergenza | Commenta »
Aprile 27th, 2020 Riccardo Fucile
LE STATISTICHE DIMOSTRANO 122.000 MORTI IN PIU’
IL bilancio delle vittime per coronavirus in vari Paesi Europei, tra cui Austria, Belgio, Danimarca,
Francia, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Svezia e Svizzera, potrebbe essere quasi il 60% più alto di quanto riportato dai conteggi ufficiali.
Secondo un’analisi del Financial Times, le statistiche sulla mortalità mostrano 122 mila decessi in più rispetto alle medie degli anni precedenti. Molto di più rispetto alle 77 mila morti ufficiali registrate per Covid 19 nei Paesi presi in esame. Se la stessa sottostima fosse applicata a tutto il mondo, il bilancio globale delle vittime passerebbe dalle oltre 205 mila a 318 mila.
Un calcolo complesso. Il Ft ha confrontato il numero delle morti totali nei Paesi presi in esame tra marzo e aprile 2020 con le media di mortalità dello stesso periodo dal 2015 al 2019 e ha rilevato 122 mila morti in più, ossia un aumento in media del 50 percento.
Si oscilla da un aumento delle morti del 60 percento in Belgio a un incremento del 5 per cento in Danimarca, mentre in Spagna, Paesi Bassi e Francia viene registrato rispettivamente un balzo del 51 percento, 41 percento e 34 percento.
Le morti in eccesso sono più pronunciate nelle aeree urbane più toccate dalla diffusione del coronavirus il che, specialmente nelle economie emergenti, ha travolto il sistema di rilevazione.
In Lombardia, ad esempio, il quotidiano britannico rileva oltre 13mila morti in eccesso nei 1.700 municipi dove sono disponibili i dati. Si tratta di un aumento del 155 per cento rispetto alla media storica. Di gran lunga superiore ai 4.348 decessi attribuiti al Covid 19 nella regione italiana.
Con un aumento del 464 percento delle morti rispetto alle medie degli anni precedenti, la provincia di Bergamo è la regione che ha registrato il più alto incremento al mondo, seguita da New York con il 200 percento e Madrid con il 161 percento.
Nella capitale indonesiana Jakarta, i dati sulle sepolture mostrano un aumento di 1.400 rispetto alla media storica nello stesso periodo, 15 volte la cifra ufficiale dei 90 morti per Covid dichiarati.
L’incremento non è tutto da attribuire al nuovo coronavirus, ma allo stesso tempo è necessario considerare una diminuzione della mortalità per altre cause, come incidenti stradali o infortuni sul lavoro, per via delle restrizioni messe in atto in diversi Paesi.
L’accuratezza delle statistiche, specifica il Financial Times, dipende da quanto efficacemente ogni Paese sta cercando di tenere i conti. La Cina per esempio ha dovuto rivedere il bilancio delle vittime della malattia in maniera retroattiva.
Il rischio di sottostime è più elevato nelle case di riposo per anziani, particolarmente vulnerabili al virus. Le loro morti non sono state correttamente attribuite al coronavirus negli Stati Uniti, in Canada e nel Regno Unito.
Secondo il professor David Spiegelhalter, che studia la comprensione pubblica del rischio all’Università di Cambridge, i conteggi giornalieri riportati dal Regno Unito ad esempio sono “troppo bassi” perchè tengono conto solo dei decessi avvenuti in ospedale: “L’unico paragone imparziale che si può fare tra Paesi diversi è basato sull’osservazione della mortalità globale”.
Molti non sono morti per Covid, sul certificato di morte la causa resta spesso polmonite. E non questi non vengono contati. “Eppure sono inevitabilmente collegati a questa epidemia”.
Solo oggi il San Francisco Chronicle riporta il caso di Patricia Dowd, 57 anni, morta a causa di un infarto causato dall’infezione da coronavirus. Secondo il rapporto dell’autopsia, eseguita dalla dottoressa Susan Parson, “l’infezione virale di Covid 19 ha intaccato cuore, trachea, polmoni e intestino”. La patologa forense Judy Melinek, alla quale è stato chiesto di rivedere il rapporto dell’autopsia, ha commentato: “Non è stato un infarto. C’è qualcosa di anormale”.
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Aprile 27th, 2020 Riccardo Fucile
UNA TRENTINA DI CASI DENUNCIATI
Dopo la proposta di usare iniezioni di disinfettante per curare il Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19 da parte di Donald Trump il New York City’s Poison Control Center sostiene di aver ricevuto 30 chiamate nelle 18 ore successive alle osservazioni del Presidente USA.
Secondo quanto raccontano i media americani il Dipartimento della salute e dell’igiene mentale della città di New York ha dichiarato che in un periodo di 18 ore il centro antiveleni ha registrato 30 casi.
Tra questi, nove “specificamente sull’esposizione a Lysol, 10 casi specifici su candeggina e 11 casi sull’esposizione ad altri detergenti per la casa”, ha detto il portavoce del dipartimento Pedro F. Frisneda a NPR.
Nello stesso periodo un anno fa i casi registrati erano solo 13. Intanto si scopre che dietro alla proposta di Donald Trump di combattere il Coronavirus con iniezioni di disinfettante potrebbe esserci — secondo diversi media americani — la lettera di un noto predicatore della Florida e produttore di una “cura miracolosa” a base di candeggina.
Lettera che sarebbe stata spedita al presidente americano giorni fa. Mark Grenon, conosciuto come arcivescovo della chiesa ‘Genesis II’, da anni vende il prodotto col marchio MMS (“miracle mineral solution”) sostenendo in maniera fraudolenta che può curare il 99% di tutte le malattie, compreso il cancro, la malaria, l’Aids e persino l’autismo.
Basta mischiare da tre a sei gocce di candeggina con l’acqua e bere la soluzione. Grenon avrebbe quindi assicurato Trump che il prodotto è in grado di liberare il corpo dei pazienti dal virus del COVID-19: “Caro signor presidente, legga questa lettera ed intervenga”, avrebbe scritto. Pochi giorni dopo la proposta shock del tycoon di iniettare disinfettante nei pazienti
Intanto il presidente qualche ora dopo ha minimizzato le sue dichiarazioni relative alle iniezioni di disinfettate per combattere il coronavirus, dicendo che si trattava di una “proposta sarcastica”. “Stavo facendo una domanda in modo sarcastico a giornalisti come te, per vedere cosa succedeva”, ha detto Trump parlando alla stampa alla Casa Bianca. “Come leader globali di prodotti per l’igiene e la salute ci corre l’obbligo di chiarire che in nessuna circostanza i nostri prodotti devono essere somministrati all’interno del corpo umano: attraverso iniezioni, ingestione o qualunque altra via”, è stata la secca e inevitabile precisazione del produttore britannico RB, titolare del marchio di prodotti disinfettanti più diffuso negli Usa, Lysol.
Per Trump poi lo stesso effetto miracoloso potrebbe verificarsi con l’uso dei raggi ultravioletti all’interno del corpo umano, visto che — si è affrettato ad aggiungere il presidente — il calore uccide i virus. E pazienza se dietro di lui l’immunologa Deborah Birx strabuzzava gli occhi.
Il presidente intanto ha intenzione di diradare la sua presenza ai briefing con la stampa che la task force anticoronavirus della Casa Bianca tiene quotidianamente, e che quasi sempre si trasformano in maratone di un paio d’ore con sessioni interminabili di domande e risposte al tycoon.
Lo riporta il sito Axios, citando quattro fonti vicine al presidente americano, che già dalla prossima settimana potrebbe non partecipare sistematicamente all’appuntamento, come accaduto finora, decidendo solo di volta in volta se fare delle brevi apparizioni.
Questo sarebbe il risultato delle polemiche scatenate dalle tante discutibili affermazioni di Trump, come la proposta di ricorrere a iniezioni di disinfettante nei pazienti per combattere il virus.
Affermazioni che quasi sempre mettono in difficoltà le autorità sanitarie federali e gli stessi super esperti ingaggiati dalla Casa Bianca. Gli stretti collaboratori del presidente, dunque, gli avrebbero fatto capire che le quotidiane apparizioni oramai rischiano di alimentare una sovraesposizione e di diventare un boomerang piuttosto che un aiuto alla campagna elettorale per la rielezione. Per questo ultimamente i sondaggi sarebbero sempre più a favore di Joe Biden.
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »