Destra di Popolo.net

A CAUSA DEL COVID, L’ITALIA RISCHIA UN BOOM DEI LAVORATORI IN NERO

Settembre 26th, 2020 Riccardo Fucile

LO RILEVA LA CGIA DI MESTRE. “SONO GIA’ 3,3 MILIONI”

Effetti collaterali della pandemia: a causa del Covid l’Italia rischia un boom dei lavoratori in nero. Lo rileva la Cgia osservando che i lavoratori irregolari sono già  3,3 milioni, per lo più al Sud.
A questo si aggiunge il fatto che la crisi determinata dall’emergenza sanitaria potrebbe far esplodere l’esercito degli abusivi e dei lavoratori in nero presenti in Italia. Stando alle previsioni dell’Istat, infatti, entro la fine di quest’anno circa 3,6 milioni di addetti rischiano di perdere il posto di lavoro, riferisce la Cgia.
Secondo l’Ufficio studi della Cgia una parte di questi esuberi verrebbe assorbita dall’economia sommersa. Gli ultimi dati disponibili dicono che in Italia ci sono oltre 3,3 milioni di occupati in nero e il 38 per cento del totale è presente nelle regioni del Sud, producendo 78,7 miliardi di euro di valore aggiunto sommerso
A livello territoriale la situazione più critica si presenta nel Mezzogiorno. A fronte di poco più di 1.253.000 occupati irregolari (pari al 38 per cento del totale nazionale), nel Sud il valore aggiunto generato dall’economia sommersa è pari a 26,8 miliardi di euro, che corrisponde al 34 per cento del dato nazionale. La realtà  meno investita dal fenomeno è il Nordest: il valore aggiunto prodotto dal sommerso è pari a 14,8 miliardi di euro.
Secondo l’ ultima stima redatta dell’Istat e relativa al 1° gennaio 2018, in Calabria il tasso di irregolarità  2 è pari al 21,6 per cento (136.400 irregolari), in Campania al 19,8 per cento (370.900 lavoratori in nero), in Sicilia al 19,4 per cento (296.300), in Puglia al 16,6 per cento (229.200) e nel Lazio al 15,9 per cento (428.200). La media nazionale è pari al 13,1 per cento.
Le situazioni più virtuose, invece, si registrano nel Nordest. Se in Emilia Romagna il tasso di irregolarità  è al 10,1 per cento (216.200 irregolari), in Valle d’Aosta è al 9,3 per cento (5.700), in Veneto al 9,1 per cento (206.400) e nella Provincia autonoma di Bolzano si attesta al 9 per cento (26.400).

(da agenzie)

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TRA MELONI E SALVINI VOLANO GLI STRACCI: “SE TUTTI AVESSERO FATTO CAMPAGNA ELETTORALE IN PUGLIA COME LA MELONI…”

Settembre 26th, 2020 Riccardo Fucile

RAMPELLI ATTACCA LA LEGA

Ora volano gli stracci e iniziano a sbranarsi per chi è il sovranista più bravo.
“Se tutti avessero fatto la campagna elettorale con la stessa energia e presenza di Giorgia Meloni in Puglia probabilmente l’esito non sarebbe stato questo”.
Lo ha dichiarato Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera dei deputati durante la trasmissione Restart su Cusano Italia Tv, tornando sugli attacchi di Matteo Salvini a Raffaele Fitto, candidato di centrodestra in Puglia
“La scelta di Fratelli d’Italia in Puglia -ha avvertito- è stata quella di mettere in pista una persona che avesse esperienza amministrativa. Contro Emiliano serviva un contrappeso importante», spiega Rampelli e riguardo alla positività  al Covid -19 dell’europarlamentare aggiunge: «A Raffaele Fitto voglio che giungano i miei auguri di pronta guarigione, a lui e alla sua consorte”.

(da agenzie)

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QUANDO L’INPS DI PASQUALE TRIDICO SCRIVEVA NOTE UFFICIALI PER SMENTIRE L’AUMENTO DEL SUO STIPENDIO

Settembre 26th, 2020 Riccardo Fucile

ORA UN DECRETO PER UN AUMENTO DI STIPENDIO ADDIRITTURA RETROATTIVO

La bolla è esplosa quando il quotidiano La Repubblica ha riferito dell’aumento stipendio Tridico, il presidente dell’Inps, esecutore materiale dell’erogazione di misure come il reddito di cittadinanza e quota 100, per non parlare del grande lavoro con i bonus dispensati in periodo di coronavirus.
Le critiche arrivano da destra e da sinistra, mentre il M5S — che ha sempre spinto per il posto di Pasquale Tridico ai vertici dell’Inps — per il momento accetta in silenzio.
Anzi, proprio in silenzio no, dal momento che il ministero di una sua esponente — Nunzia Catalfo, ministro del Lavoro — ha avallato l’aumento degli emolumenti per i vertici di Inps con un decreto interministeriale che risale al mese di agosto.
Dai 62mila euro all’anno percepiti a inizio mandato, il presidente dell’Inps sarebbe passato a 150mila euro, senza contare l’effetto retroattivo del pagamento degli stipendi.
Un elemento, questo, su cui il collegio dei sindaci dell’istituto previdenziale ha deciso di vederci chiaro, chiedendo un chiarimento negli ultimi dieci giorni di settembre, con una richiesta formale.
Non è la prima volta che si parla dello stipendio del presidente dell’Inps Pasquale Tridico: l’ultima volta era stata nel dicembre del 2019, quando il quotidiano La Verità  parlò di un possibile aumento degli emolumenti ottenuto dal numero uno dell’istituto di previdenza. Tuttavia, in quella circostanza non mancarono le smentite ufficiali da parte proprio dell’Inps e dello stesso Tridico.
Quest’ultimo non mancava di sottolineare, con una nota divulgata a mezzo stampa, che il suo stipendio fosse addirittura inferiore del 40% rispetto a quello del suo predecessore, ovvero Tito Boeri.
Quest’ultima circostanza, tuttavia, era dovuta al fatto che nel 2019 la carica di presidente Inps era affiancata da quella di vicepresidente, nella fattispecie Adriano Morrone in quota Lega: i due si dividevano pressochè equamente la quota di stipendio prevista per la massima carica dirigenziale che era di circa 103mila euro l’anno lordi.
Tuttavia, se le cifre riportate da Repubblica — che cita come fonte il decreto interministeriale — dovessero essere corrette, ci troveremmo di fronte a un aumento di circa il 50% rispetto allo stipendio del predecessore di Pasquale Tridico. Come la mettiamo con la nota diffusa alla fine del 2019?

(da agenzie)

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LA CAMPAGNA ELETTORALE DI FITTO SENZA MASCHERINA

Settembre 26th, 2020 Riccardo Fucile

ANCHE ALTRE PERSONE DELLO STAFF SONO POSITIVE

Raffaele Fitto ieri quando ha reso noto di essere positivo al Coronavirus ha invocato una pausa per gli odiatori professionisti. Chissà  se ricordare, come ha fatto Repubblica, che spesso e volentieri durante la campagna elettorale in Puglia non abbia indossato la mascherina rientra nella casistica.
In particolare Fitto dopo la sconfitta, e quindi quando probabilmente era già  stato contagiato, ha incontrato molte persone e parlato con giornalisti e non:
E l’esponente politico, candidato per il centrodestra alla Regione lunedì sera ha commentato la sua sconfitta nella sala di un hotel barese, parlando dinanzi ai giornalisti, senza mascherina e a distanza ravvicinata. Un comitato elettorale affollato, come l’ultimo comizio a Maglie. Fitto ha stretto mani, ha parlato sui palchi dei comizi, spesso affiancato da amministratori e politici locali, che, testimoniano le immagini sul suo profilo Facebook, non sempre indossavano la mascherina. Il timore di una risalita dei contagi, per gli esperti della Regione, appare fondato. Le notizie di altri casi positivi nel suo staff, uno su tutti quello del coordinatore provinciale di Taranto di Fratelli D’Italia Dario Iaia, ricoverato in ospedale, non aiutano
Intanto Peirluigi Lopalco, eletto e prossimo assessore alla Sanità  in Puglia spera di non trovarsi di fronte a un vero e proprio focolaio e spiega quali misure sono state adottate: «Nel caso dei contatti di Fitto siamo già  partiti in tutta la Puglia controllando i contatti stretti e disponendo gli isolamenti fiduciari. I focolai non si controllano con l’isteria ma con un contact tracing serio, che è quello che qui sappiamo fare. Lo abbiamo dimostrato con il focolaio, quello sì enorme, scoppiato in un’azienda di ortofrutta di Polignano e che nel giro di due settimane siamo riusciti a contenere». Guarda caso Fitto era senza mascherina anche alla Sop di Polignano

(da agenzie)

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IL SINDACO APPENA ELETTO E’ GIA INDAGATO

Settembre 26th, 2020 Riccardo Fucile

IL SINDACO DI MONCALIERI E’ INDAGATO PER FALSO IDEOLOGICO: NON AVREBBE SVOLTO IL SERVIZIO DI VOLONTARIATO PER ESTINGUERE UN VECCHIO REATO

Paolo Montagna, sindaco di Moncalieri rieletto appena, è nuovamente indagato dopo l’inchiesta di tre anni fa che lo vedeva accusato di accesso abusivo al sistema informatico della polizia.
La nuova ipotesi di reato è legata alla vecchia. Infatti essendo incensurato Montagna avrebbe dovuto svolgere volontariato presso la Protezione Civile come “messa in prova” per estinguere il reato. Ma sembra che quelle ore come volontario non le abbia mai fatte, spiega la Stampa:
Stavolta Montagna è indagato per falso ideologico. Del reato risponde — in concorso -anche la responsabile della Protezione civile di Moncalieri Anna De Luca. L’ipotesi degli inquirenti è che il sindaco e la responsabile dell’ente abbiano falsificato la “Map”, tecnicamente una “messa alla prova”, istituto giuridico che Montagna aveva chiesto al Tribunale dopo essere stato indagato.
Visto che all’epoca era incensurato, il sindaco era stato ammesso dai giudici per estinguere il reato. Il problema è che Montagna avrebbe certificato di svolgere volontariato presso la Protezione Civile di Moncalieri per dribblare un processo penale ma non avrebbe poi correttamente dato seguito al suo impegno.
Peraltro la sede e l’ente presso cui svolgere questo percorso “riparatore” nei confronti della giustizia rientrava tra le sue deleghe fino a pochi giorni fa essendo anche assessore alla Protezione Civile e avendo elargito — nel tempo — contributi economici alla stessa in rappresentanza della giunta.
Montagna avrebbe dovuto svolgere servizio volontario presso la Protezione civile per una vicenda legata a un accesso abusivo al sistema informatico delle forze di polizia
La cosa divertente è che Montagna, che è stato rieletto, nel suo vecchio mandato ricopriva anche le deleghe di assessore alla Protezione Civile. Avrebbe fatto volontariato presso se stesso insomma.

(da “NextQuotidiano”)

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SALVINI SI INCAZZA PERCHE’ HANNO PRESO IL TELEFONO DELLA EX MOGLIE CON LA FOTO DELLA FIGLIA: SI INFORMI, LA GUARDIA DI FINANZA HA FATTO SOLO IL SUO DOVERE

Settembre 26th, 2020 Riccardo Fucile

SE LA EX MOGLIE NON FOSSE A CAPO DELLA SEGRETERIA DI FONTANA NESSUNO LE AVREBBE CHIESTO NULLA ( E ALLA GDF LA FOTO DELLA FIGLIA NON INTERESSA)

Matteo Salvini, intervistato dal direttore del tg2 Gennaro Sangiuliano, è molto arrabbiato perchè la GdF ha sequestato il telefono della ex moglie Giulia Martinelli, con le foto della figlia e le chat con i nonni. Ma cosa cerca davvero la Guardia di Finanza?
Matteo Salvini non l’ha presa bene: “La mia ex moglie trattata peggio di un mafioso, una cosa indegna di un Paese civile, mi vergogno di vivere in un Paese così, darò un colpo di telefono, se non me lo tolgono anche a me, al Presidente Mattarella che teoricamente sarebbe il capo della magistratura, per chiedergli se è normale che in Italia funzioni così, per me non lo è”.
Di cosa sta parlando Salvini a Formello?   ”Siccome vedo poco mia figlia — racconta Salvini —   ogni mattina alle 8.05, caschi il mondo, io chiamo la mia ex moglie per la sveglia e un saluto. Ieri ho provato a chiamare e la mamma non risponde al telefono. Ho pensato, capita, alle donne che lavorano. Poi l’ho chiamata alle 9, alle 10 e ancora e nulla. Allora ho iniziato un po’ ad arrabbiarmi e un po’ a preoccuparmi. Manco un messaggio. Poi, dopo pranzo, mi ha telefonato una collega della mia ex moglie per dirmi che Giulia non aveva il telefono… E io, ma come? Siccome lei lavora alla Regione Lombardia, non è indagata, è arrivata la Finanza a casa e in ufficio e le ha portato via il telefono. A una cittadina italiana di 41 anni   che non ha mai toccato un euro fuori posto viene portato via il telefono con gli affari suoi e miei, perchè con la mia ex moglie posso parlare di quello che voglio, con le foto di mia figlia, chat con i nonni. Prendetevela con me, io ho le spalle larghe, ma se entrate in casa di mia figlia mi incazzo come un bufalo”.
Il punto però è che la Guardia di Finanza di Pavia, come spesso sottolinea Salvini che difende sempre le forze dell’ordine, ha fatto solo il suo dovere.
E non ha sequestrato il telefono dell’ex moglie del leader della Lega per vedere le foto di Mirta Salvini o le chat con i nonni, ma perchè per ordine del procuratore Mario Venditti hanno effettuato copia forense del telefono.
La stessa misura è stata attuata anche per il presidente della Regione Attilio Fontana, per l’assessore al Welfare Giulio Gallera e per l’appunto per   Giulia Martinelli, responsabile della segreteria del governatore lombardo ed ex compagna di Matteo Salvini.
Anche altri funzionari della regione Lombardia sono stati coinvolti nella stessa procedura. E cosa cerca la GdF?
L’inchiesta è quella Diasorin, spiegava Repubblica:
L’inchiesta dei pm di Pavia nasce dall’affidamento diretto per 500mila test sierologici (2 milioni di euro) alla società  Diasorin, accordato dal Pirellone e preceduto da una sperimentazione nei laboratori del Policlinico di Pavia San Matteo. Il sospetto dei pm – sulla vicenda indagano anche quelli milanesi – è che «legami politici» possano aver influito sulla scelta di Diasorin come partner del San Matteo. Ovvero che la giunta possa aver imposto i test della società  piemontese senza prendere in considerazione altri.
Da qui le accuse di turbata libertà  nel procedimento di scelta del contraente e peculato: «la Diasorin spa ha uffici anche nell’Insubria Biopark a Gerenzano (Varese) – scrivevano i pm nel primo decreto di perquisizione –. Proprio in quel polo scientifico si trova la sede legale della Fondazione Istituto insubrico il cui direttore generale è Andrea Gambini, già  commissario della Lega varesina e presidente della Fondazione Irccs Carlo Besta».
Al centro dell’inchiesta, anche una serie di pagamenti (in epoca pre Covid) a una società  di Gambinida parte della Diasorin. Otto gli indagati dalla procura di Pavia: tra questi il direttore del laboratorio di virologia molecolare del San Matteo Fausto Baldanti e il presidente della Fondazione Policlinico San Matteo Alessandro Venturi. Nel decreto di perquisizione esibito ieri dai militari della Guardia di Finanza, si fa riferimento proprio a delle chat che risulterebbero cancellate dal cellulare di Venturi. Le acquisizioni di ieri servono per ricostruire il contenuto laddove facesse riferimento agli argomenti dell’inchiesta.
Ma nel telefono di Fontana e della moglie, anch’esso sequestrato, sono state trovate anche tracce di conversazioni relative al caso della donazione dei camici alla regione Lombardia da parte della società  del cognato di Attilio Fontana, spiega il Corriere:
Il nucleo speciale di Polizia Valutaria della Gdf nell’ambito dell’indagine della Procura di Milano sul«caso camici», ha acquisito, tra gli altri, il contenuto dei cellulari di Roberta Dini, moglie del governatore Attilio Fontana, degli assessori lombardi Davide Caparini, Raffaele Cattaneo e di Giulia Martinelli, capo della segreteria del presidente della Lombardia nonchè ex compagna del leader della Lega Matteo Salvini. L’acquisizione è presso terzi, il che vuol dire che i quattro non sono indagati. L’acquisizione, per parole chiave, e quindi mirata, del contenuto dei telefoni, che riguarda anche quelli dell’ex dg di Aria Filippo Bongiovanni e della dirigente della centrale di acquisti regionale (entrambi sono indagati), si è resa necessaria alla luce delle testimonianze messe a verbale da testi sentiti nei mesi scorsi. E poi dalle prove documentali raccolte dalle Fiamme Gialle, tra cui i messaggi e le chat scaricati dal telefono di Andrea Dini.

(da “NextQuotidiano“)

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SONDAGGIO IPSOS: LA LEGA IN LEGGERO AUMENTO, CALA FDI

Settembre 26th, 2020 Riccardo Fucile

PD E M5S PERDONO POCHI DECIMALI…GLI EQUILIBRI DEI PARTITI NON SONO STATI INFLUENZATI DALLE AMMINISTRATIVE

Il sondaggio Ipsos di Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera dopo le elezioni regionali mostra che gli equilibri tra i partiti non sono stati influenzati dalle amministrative. La Lega è ancora il primo partito, e Fratelli d’Italia è sempre abbondantemente sopra i 15 punti percentuali:
Il sondaggio odierno mostra, a due mesi di distanza dal precedente, pochi cambiamenti di rilievo a differenza di quanto solitamente si registra all’indomani di importanti appuntamenti elettorali, quando si manifesta il tradizionale salto sul carro del vincitore. In dettaglio: il governo e il premier Conte si mantengono stabilmente su livelli di apprezzamento elevati attestandosi a un indice di gradimento rispettivamente di 62 e 65.
I giudizi sui leader di partito e i capi delegazione fanno registrare una lieve crescita di alcuni degli esponenti della maggioranza, in particolare Zingaretti e Di Maio, e una piccola flessione per quelli dell’opposizione, con l’eccezione di Berlusconi che aumenta di due punti, presumibilmente come attestazione di «vicinanza» per la malattia e il suo ricovero.
E anche le intenzioni di voto sembrerebbero non troppo influenzate dal recente voto: la Lega, in aumento di quasi un punto, si mantiene al primo posto con il 24%.
Seguono Pd (19,3%) e M5S (18,6%), entrambi in calo di 0,3%, quindi Fratelli d’Italia (16,7%), in flessione di 1,5%, che si riporta sui valori degli scorsi mesi di maggio e giugno. Quindi Forza Italia (6,8%), Italia viva (3,1%) e Azione (3%).

(da agenzie)

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INTERVISTA A MIMMO LUCANO: “SONO FUORILEGGE PERCHE’ LO STATO SI E’ COMPORTATO IN MANIERA VILE CON ME, MA NON MI FERMO”

Settembre 26th, 2020 Riccardo Fucile

LA VIA E’ DRITTA, COME SONO STATE LE SUE AZIONI: “SE VEDI UNA PERSONA ANNEGARE LA AIUTI, QUESTA E’ UMANITA'”

È una cosa semplice l’umanità : vedi una persona annegare, la aiuti.
Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace, del modello Riace, non fa giri di parole, la via è dritta, come lo sono state le sue azioni, le stesse che, secondo lo Stato, non hanno rispettato la nostra legge, da cui accuse, inchieste e, persino, un arresto.
Non a caso si intitola Il fuorilegge il libro che ha scritto per Feltrinelli. Due occasioni per ascoltarlo in Puglia, ai Dialoghi di Trani stasera alle 20,30 a Palazzo Beltrami
Ieri è stato, invece, ospite del festival di cultura europea Lectorinfabula, a Conversano Lucano, Il fuorilegge è un titolo molto forte, un pugno nello stomaco: è così che si sente, un fuorilegge?
“È un titolo veritiero e anche la casa editrice lo ha voluto, non so, non voglio fare le cose per intercettare o meno chi deve acquistarlo. Il titolo contiene il senso di una storia, la mia, che è stata anche giudiziaria, anzi lo è tuttora. In tanti pensano che la mia è stata una di quelle circostanze in cui la legge non coincide con il rispetto dei diritti umani e che, certe volte, le norme nazionali si scontrano con i principi costituzionali, con i valori, con la dignità  (senza contare che la norma era direttamente legata alla politica). Uno dei reali contestatimi, ad esempio, riguarda il falso in atto pubblico, riferito a due carte d’identità  che ho fatto a un bimbo e a una donna eritrea senza permesso di soggiorno. Circa un mese fa, la Suprema corte dei diritti dell’uomo ha asserito che si commette reato quando le persone non vengono iscritte nel registro anagrafico dove sono residenti: ecco che il reato cambia a seconda dei tempi, dei luoghi. E dunque cos’è legale? Quello affermato da chi occupa posizioni di potere in quel momento o quello che possiamo definire legge di giustizia”.
Lei che legge ha seguito?
“Non voglio apparire come una persona che ha la presunzione di seguire una legge propria, ma se si ripercorrono i decreti Salvini, essi considerano reato aiutare essere umani, e se guardi con i tuoi occhi una persona che sta per naufragare, tu commetti reato se gli tendi una mano e gli salvi la vita? Inaudito. Parliamo del reato di immigrazione clandestina, che ha dato luogo ai respingimenti, ebbene cosa c’è più vile di rifiutare persone mentre si aggrappano alla vita? Dunque, mi chiede che legge ho seguito. L’impulso all’umanità  è così irrefrenabile che uno non sta a guardare il codice, la norma. Mi assumo la responsabilità , se ho sbagliato devo pagare, non è un problema, ci sono cose più importanti nella vita, c’è la vita stessa. Non andrò mai a cercare favori, scorciatoie, aiuti o altro: è così veloce la vita che solo i valori possiamo lasciare in eredità “.
Quello che ha fatto a Riace, lo si definisce modello, o preferisce, alla luce dei fatti, utopia?
“In questi anni, mi hanno sempre chiesto quali riferimenti avessi avuto, quali normative internazionali; si sono fatte tesi di laurea, studi su questo esperimento, su questa piccola realtà  italiana, ma non c’è niente, è stato un percorso, un viaggio fatto di spontaneità , una cosa veniva dietro l’altra, senza supporti normativi: davamo asilo politico. Il primo veliero è arrivato quando ancora era in vigore la legge Turco-Napolitano, poi è venuta la Bossi-Fini, cosa incompiute che spesso fisiologicamente trasmettevano incertezza. Ho pagato un prezzo penale per degli equivoci che lo stesso Stato ammette, proprio per sopperire a situazioni emergenziali sempre più consistenti. Mi hanno chiesto di ospitare numeri altissimi di persone anche rispetto al paese, ma io non mi sono mai tirato indietro, accettavamo la sfida, convinti che mettendocela tutta saremmo riusciti ad aiutare quante più persone possibile. Solo che poi lo Stato è stato vile con me, mi aveva chiesto di accogliere numeri esagerati, e io ho detto “va bene”, ma se avessi detto di “no” dal principio, come gli altri sindaci, allora non mi sarebbe capitato niente, avrei avuto una vita normale. E, invece, ho sempre detto di “sì””.
A fronte della sua esperienza, c’è quella di un’Europa che piuttosto fa gara per alzare muri. Come lo vede il futuro, c’è da sperare?
“Per forza, se perdessimo la speranza cosa ci darebbe la spinta per andare avanti? La vita non è cosa da ricondurre all’io soltanto, altrimenti non ha senso. Tante volte anch’io ho momenti di tristezza, leggo pessimisticamente la realtà , ma poi basta un attimo e la mente si rimette in moto e così vedo più luce, possibilità “.
Lei non si ferma mai?
“Mai, neanche prima di diventare sindaco: accettando la sfida di un piccolo paese della Calabria jonica ho riconsiderato l’impegno politico partendo dalla realtà  locali. Faccio parte di quella generazione che voleva tentare l’assalto al cielo e che si era, a un certo punto, smarrita, ma poi abbiamo ricominciato, dobbiamo ricominciare, anche se non sarà  facile, perchè occorrerà  discutere, fare considerazioni anche storiche sulla questione meridionale, sulle migrazioni, sul ruolo della politica nazionale rispetto alla dimensione assistenzialista, senza dimenticare il potere che continua a detenere la mafia, la nuova borghesia mafiosa che occupa i territori. Siamo messi così: da una parte c’è il popolo, che si si misura con la difficoltà  di avere uno spazio nella società , e dall’altra chi fa politica per le poltrone, per il privilegio, praticamente la politica che genera se stessa”.

(da “La Repubblica”)

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IL CASO SILVIO BERLUSCONI: UN PO’ MALATO, UN PO’ ATTORE

Settembre 26th, 2020 Riccardo Fucile

QUALI SONO LE SUE VERE CONDIZIONI? RIENTRATE LE VOCI DI UN SUO RITORNO IN OSPEDALE

Come sta Silvio Berlusconi? Quali sono le sue vere condizioni? Anche stamattina infatti si sono rincorse voci su un suo imminente ritorno in ospedale. Subito rientrate. Ma a dare notizie sbagliate sulla sua salute, potrebbe essere proprio il Cavaliere in persona. Come ci racconta chi gli è particolarmente vicino.
Insomma, è probabile che Berlusconi, all’ennesima telefonata, non abbia mancato di usare il suo spettacolare repertorio da attore consumato.
L’equivoco, ci spiegano, nasce dalle numerose chiamate che Berlusconi riceve ogni giorno dal solito codazzo di “questuanti” e politici. Nonostante l’età  e i risultati elettorali, l’uomo è ancora potente e tanti sgomitano per sentire una sua parola, fargli gli auguri, chiedere qualcosa.
Ogni tanto il Cavaliere non ne può più. E il suo entourage racconta che all’ennesimo squillo del telefonino si è trasformato nell’istrione che tutti gli italiani conoscono. E al chiuso della sua stanza di Villa San Martino ad Arcore magari abbia gigioneggiato un po’ troppo, con tutta probabilità  divertendosi un mondo.
Qualche volta forse modulando la voce quasi da apparire spossato, al limite del moribondo. Altre volte invece ingigantendo di parecchio le sue condizioni per tagliare corto. Insomma, sembra quasi di sentire le note del suo amico Aznavour che cantava: “Io sono un istrione, ma la teatralità  scorre dentro di me”.
Se così fosse allora ecco spiegata la marea di chiamate e di messaggi ai telefonini del suo inner circle a tutte le ore del giorno e della notte: “Come sta il Presidente? Siamo sicuri che sia in ripresa?”. Con le solite e stanche smentite di rito, talvolta tardive. Mentre il vecchio Cavaliere magari se la ride sotto i baffi.

(da “Huffingtonpost”)

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