Settembre 29th, 2020 Riccardo Fucile
CAMPIONATO FALSATO, MA IL DENARO CONTA PIU’ DELLA VITA UMANA
La Figc le aveva richieste, il Comitato Tecnico Scientifico le ha approvate e il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, le ha anticipato.
Le modifiche al protocollo sulla profilassi da seguire per le squadre di calcio adesso sono ufficiali, una nota della Federazione ha in buona sostanza confermato la nuova linea di tendenza auspicata dalle società , considerati i costi elevati di gestione: riduzione del numero dei tamponi, test da effettuare solo entro 48 ore dalle partite e non più ogni 3/4 giorni.
Ciò che sorprende è il tempismo di una comunicazione del genere, considerato il caso Genoa scoppiato nelle ultime ore (14 tesserati, di cui ben 10 calciatori, trovati positivi al coronavirus dopo la gara giocata a Napoli domenica pomeriggio).
Le novità , invece, erano note da tempo. Ecco quali sono, come elencato dalla stessa Figc alla voce “Aspetti medico sanitari e requisiti igienici”.
Test Medici per il Gruppo Squadra. Con riferimento alla periodicità dei test a cui sottoporre il Gruppo Squadra nelle competizioni professionistiche, a seguito delle valutazioni del Comitato Tecnico Scientifico di cui alla riunione del 18 settembre 2020, la negatività del test molecolare per la ricerca del virus SARS-CoV-2, attraverso tampone rino-faringeo, può essere acquisita “soltanto” a ridosso della competizione sportiva. Il test molecolare deve, comunque, essere effettuato entro e non oltre le 48 ore antecedenti la disputa della gara. Allo stato attuale non sono previste modifiche alla periodicità dell’effettuazione dei test sierologici, rispetto a quanto previsto nei precedenti Protocolli.
Le presenti previsioni si applicano anche agli Arbitri. Procedura in caso di accertamento di calciatore Covid positivo. Con riferimento alla procedura da osservare in caso sia accertata la positività al COVID-19 di un calciatore, si rimanda alla Circolare del Ministero della Salute del 18 giugno 2020 (0021463-18/06/2020-DGPREDGPRE-P), avente ad oggetto “Modalità attuative della quarantena per i contatti stretti dei casi COVID-19, in particolari contesti di riferimento, quali l’attività agonistica di squadra professionista”. Resta altresì inteso che l’approvvigionamento dei test molecolari per il Gruppo Squadra e gli altri soggetti eventualmente interessati non dovrà “minimamente impattare sulla disponibilità del reagentario da dedicarsi in maniera assoluta ai bisogni sanitari del Paese”.
Perchè si è optato per questo cambio di direzione rispetto alla rigidità delle norme adottate fino ad agosto scorso?
La prima motivazione è stata di tipo economico: 8 milioni di euro è la spesa sostenuta nei 3 mesi duranti i quali i club hanno portato a termine la scorsa stagione.
La seconda è vincolata alla frequenza temporale del calendario: la tesi posta è stata che, non essendoci più la necessità di andare in campo ogni 3 giorni e con impegni così ravvicinati come accaduto in estate (tra campionato e coppe), contestualmente non è più necessaria una forma di controllo così serrata.
Cosa accadrà adesso con la diminuzione della frequenza dei controlli? Il focolaio scoppiato al Genoa aveva alimentato perplessità anche in relazione al ‘vecchio’ protocollo e, per adesso, al netto del buon senso, l’unico indirizzo a da seguire è la posizione della Uefa: una squadra va in campo fino a quando ha a disposizione un numero di 13 calciatori (compresa la Primavera)
In pratica il campionato è falsato in maniera vergognosa.
(da agenzie)
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Settembre 29th, 2020 Riccardo Fucile
NEI BIGLIETTINI PIANIFICATE LE TORTURE… IL MOVENTE UNA INFATUAZIONE NON CORRISPOSTA
Voleva legarli, torturarli e poi ucciderli. Era questo, secondo la ricostruzione degli
inquirenti, il piano di Antonio De Marco, il 21enne, di Casarano studente di Scienze infermieristiche che nella notte ha confessato di aver ucciso Daniele De Santis ed Eleonora Manta. Dalle indagini che hanno portato alla svolta sull’omicidio emergono nuovi particolari.
Il presunto killer che sino ad agosto aveva vissuto nell’abitazione di via Montello che Daniele affittava agli studenti aveva con se’ cinque biglietti. In uno aveva annotato le torture che avrebbe voluto infliggere ai due fidanzati. Qualcosa nel suo piano, però, non ha funzionato. E dopo aver infierito sui due ragazzi con più di 60 coltellate è scappato, perdendo una parte delle annotazioni che aveva con sè.
De Marco dopo aver torturato i ragazzi voleva lasciare una scritta sul muro e nello zaino aveva portato anche solventi con cui avrebbe dovuto cancellare ogni traccia del suo passaggio e del delitto. Quando ieri lo studente è stato arrestato nel reparto dell’ospedale Vito Fazzi dove era impegnato in uno stage si è messo a ridere, raccontano i suoi compagni di studio che lo descrivono come un ragazzo perbene, che non aveva mai destato sospetti.
Sul movente ancora è buio, anche se non si esclude che alla base del duplice omicidio ci possa essere un’infatuazione non corrisposta.
(da agenzie)
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Settembre 29th, 2020 Riccardo Fucile
“KILLER INSENSIBILE A OGNI RICHIAMO DI UMANITA’, VOLEVA SEVIZIARLI E POI UCCIDERLI”
È Antonio De Marco, studente di Scienze infermieristiche di 21 anni di Casarano, l’assassino dell’arbitro Daniele De Santis e della fidanzata Eleonora Manta, morti lo scorso 21 settembre nel loro appartamento di via Montello a Lecce.
Il killer conosceva bene le sue vittime, era stato un loro inquilino per quasi un anno, fino allo scorso agosto. In un post pubblicato sulla sua pagina Facebook aveva scritto: “Desiderio di vendetta”, che potrebbe fare chiarezza sul movente del delitto. Nel decreto di fermo si legge: “Il killer è insensibile a ogni richiamo di umanità ”.
Ha solo 21 anni il killer che ha confessato il duplice omicidio di Daniele De Santis e della fidanzata Eleonora Manta a Lecce. Antonio De Marco, studente di Scienze infermieristiche originario di Casarano, voleva non solo uccidere la coppia, ma anche seviziarla e torturarla, mettendo a punto un piano che si potrebbe definire diabolico. Aveva premeditato tutto prima di quella sera del 21 settembre scorso, quando ha colpito a coltellate i due ragazzi all’interno dell’appartamento di via Montello dove Daniele ed Eleonora vivano e dove fino a qualche mese fa lo stesso killer aveva occupato una delle stanze come inquilino.
Dopo una settimana di indagini, è arrivata la svolta: il giovane è stato fermato, individuato attraverso le immagini delle telecamere di videosorveglianza, intercettazioni e una perizia grafica sui bigliettini sporchi di sangue che erano stati persi durante la fuga subito dopo il delitto, e poi ha confessato: “Sono stato io ad ammazzarli”. Nel decreto di fermo si legge: “Ha un’indole violenta, non ha avuto nessuna pietà . Il delitto è stato realizzato con spietatezza e in assenza di compassione per mero compiacimento sadico, il killer è insensibile a ogni richiamo di umanità “.
Chi è Antonio De Marco
Antonio De Marco, 21 anni, di Casarano, è uno studente di Scienze infermieristiche all’ospedale Vito Fazzi di Lecce. Nei mesi scorsi è stato un coinquilino dell’arbitro Daniele De Santis e di Eleonora Manta nell’appartamento di via Montello, dove si è consumato il delitto. Hanno vissuto insieme fino ad agosto scorso per circa un anno. “Il ragazzo che è stato fermato ha abitato qui per un po’. Lo conoscevo solo di vista, non sapevo nemmeno come si chiamasse, non ci ho mai parlato, solo buongiorno e buonasera quando ci incrociavamo. Non so per quanto tempo abbia vissuto qui, sicuramente questa estate si è visto più volte”, ha raccontato all’Adnkronos uno dei residenti della palazzina. Quando è stato fermato dalle forze dell’ordine come sospettato per la morte violenta della giovane coppia, Antonio era impegnato in uno stage sempre all’ospedale di Lecce e si è messo a ridere, raccontano i suoi compagni di studio che lo hanno descritto all’edizione di Bari del quotidiano La Repubblica come un ragazzo perbene, che non aveva mai destato sospetti.
Il movente del delitto, che al momento ancora non è noto, potrebbe trovarsi proprio nei mesi della convivenza, non proprio facile, soprattutto con Eleonora. Alla scadenza del contratto di affitto, inoltre, De Marco avrebbe chiesto di rimanere nella casa ma Daniele De Santis ha detto di no proprio per il disagio mostrato dalla fidanzata. Il 3 luglio sempre De Marco ha pubblicato sul suo profilo Facebook un post dal titolo “desiderio di vendetta”. Che fosse riferito alle liti con la coppia?
L’assassino di Eleonora e Daniele aveva premeditato tutto
Antonio De Marco aveva premeditato tutto. Quando la sera del 21 settembre si è recato nell’appartamento di via Montello, nei pressi della stazione ferroviaria di Lecce, aveva con sè striscette stringitubo e un cappuccio ricavato da un paio di calze di nylon da donna, che forse dovevano servirgli a torturare le vittime prima di finirle, come ha sottolineato la Procura.
La premeditazione è stata confermata anche dal procuratore di Lecce Leonardo Leone De Castris: “La fortissima premeditazione è confermata sia dalle attività di ispezione che il soggetto ha fatto nei giorni precedenti — ha specificato — e anche durante la giornata dell’episodio, sia dall’esame e dalla interpretazione del bigliettino perso dal soggetto, laddove non soltanto vi è uno studio dell’itinerario da seguire per evitare le telecamere e, quindi, per agire in sicurezza, ma purtroppo anche la programmazione dell’azione omicida che doveva essere preceduta da una attività preliminare prodromica all’omicidio”.
Secondo quanto ricostruito nell’ordinanza, il ragazzo voleva immobilizzare, torturare e uccidere, per poi ripulire tutto con “acqua bollente, candeggina, soda” e lasciare una scritta sul muro con un messaggio per la città . Tutto era stato pianificato su cinque foglietti poi rinvenuti al centro del piazzale condominiale. Dopo aver ucciso la coppia, è fuggito via e da quel momento le forze dell’ordine si sono messe sulle sue tracce. La svolta è arrivata nella serata di ieri, quando il ragazzo è stato fermato e ha confessato l’omicidio. “Da oggi la città di Lecce esce da un incubo — ha concluso De Castris — l’accaduto è una rarità nella criminologia penale”
(da agenzie)
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