Destra di Popolo.net

“CHI NON VOTA LA RIFORMA DEL MES SARA’ ESPULSO”

Dicembre 6th, 2020 Riccardo Fucile

NEL M5S SI PREANNUNCIA ANCHE LA RESA DEI CONTI CON CASALEGGIO

I vertici del Movimento Cinque Stelle stanno valutando di espellere i parlamentari che mercoledì voteranno contro la riforma del Mes, il Fondo salva Stati europeo che sta mettendo alla prova la tenuta del governo Conte.
“Chi voterà  contro la risoluzione scritta dai gruppi di maggioranza rischia quel che rischia chi va contro le decisioni del suo gruppo”, ha commentato il reggente Vito Crimi secondo il retroscena pubblicato oggi su Repubblica.
Dopo l’assemblea di ieri, il confronto interno tra ribelli o i governisti M5S prosegue oggi con la riunione dei capigruppo al Senato e alla Camera, per discutere della risoluzione che riguarda il Fondo salva Stati.
A rivolgere un appello alla “responsabilità ” di deputati e senatori grillini ieri è stato il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. “Non solo auspico massima unità  e compattezza ma considero irresponsabile votare contro il presidente del Consiglio”, ha dichiarato l’ex capo politico M5S.
Il voto riguarda la riforma europea e non la richiesta del prestito del Mes, che è ormai rifiutata da tutto il Movimento. Ma contro la riforma si è schierata nei giorni scorsi una fronda dei Cinque Stelle composta da oltre 50 parlamentari, che hanno inviato una lettera ai vertici M5s in vista del voto del 9 dicembre in Parlamento, quando il premier Giuseppe Conte farà  le sue comunicazioni alla vigilia del Consiglio Ue.
La speranza, dopo l’assemblea, è che molti scelgano di non essere in aula evitando di votare contro.
Ma il Mes non è l’unica questione aperta nel Movimento: l’altro dossier — in parte collegato — è quello della “resa dei conti” con Casaleggio.
“Davide vuole far cadere Conte”, è il commento di uno dei massimi dirigenti pentastellati, che propone lo stop ai finanziamenti diretti all’associazione Rousseau.
I 300 euro che ciascun eletto è costretto a versare, da ora in poi, dovrebbero finire su un conto corrente intestato ai 5 Stelle, dopo il voto della prossima settimana sul documento uscito dagli Stati generali, con la nomina di Claudio Cominardi come nuovo tesoriere.
È il preludio di quel contratto di servizio cui i big M5S vogliono costringere il figlio del cofondatore, tenendolo fuori dallo Statuto che verrà .
È l’inizio di una rivoluzione e anche — a guardar bene — il prosieguo di uno scontro sanguinoso.

(da TPI)

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IL GOVERNO APPESO AL FILO DEL MES, OTTO SENATORI M5S IN BILICO

Dicembre 6th, 2020 Riccardo Fucile

DELRIO: “SE VOTANO NO, NON HA SENSO ANDARE AVANTI”

I numeri perchè il governo non inciampi mercoledì 9 dicembre al Senato ci sarebbero, o almeno così assicurano i vertici del M5s, ma lo spazio per mettere altra polvere sotto il tappeto è ormai finito.
Lo scontro sul voto per la riforma del Mes resta un crocevia per la tenuta del governo, nel quale sono i grillini a giocare la partita più complicata.
Il capo politico Vito Crimi e Luigi Di Maio da ieri garantiscono che i gruppi M5s voteranno la risoluzione unitaria di maggioranza e che il governo non cadrà .
Prima però ci sono ancora almeno otto senatori grillini da convincere, abbastanza per mantenere alta la tensione nella maggioranza.
La posta in gioco non è solo la tenuta del governo, ma la credibilità  dell’Italia in Europa, avverte il capogruppo Pd alla Camera Graziano Delrio a Repubblica. Votare no al Mes significherebbe dire no all’Europa, un ritorno al Conte uno: «Allora è evidente che non avrebbe più senso portare avanti questa esperienza».
La spaccatura riemersa nella maggioranza sul Mes, tanto sulla sua riforma quanto sulla possibilità  di usarlo, è solo l’ultimo nervo scoperto a essere toccato.
Ci pensa Delrio a rifare la mappatura delle promesse rimaste in sospeso, quegli accordi presi all’ordine del governo Conte due che ne ha permesso la nascita con l’alleanza tra M5s e Pd.
Ai grillini come il ministro Vincenzo Spadafora, che ancora ieri al Foglio minacciava i dem di smetterla con le provocazioni spingendo i grillini su posizioni che non condividono, Delrio ricorda che ci sono ancora patti da rispettare: «Noi del Pd ci siamo fatti concavi e convessi», per esempio quando c’è stato da approvare il taglio dei parlamentari: «Abbiamo detto sì, ma a patto che venissero portate avanti le riforme collegate. Ora però — aggiunge — quei nodi vanno risolti definitivamente, nei tempi e nei modi giusti. Altrimenti la fatica dell’alleanza si farà  sentire».
La fronda grillina
Una fatica che usura la pazienza su entrambi i fronti. Perchè non fa eccezione quello grillino, dove secondo la Stampa ci sarebbero tra i sei e gli otto senatori che minacciano ancora di votare No mercoledì, con la maggioranza aggrappata ai voti dei senatori a vita Mario Monti ed Elena Cattaneo e alle possibili assenze strategiche dei senatori di Forza Italia dissidenti, pur di mantenere il margine risicato a palazzo Madama che è proprio dei sei voti.
Tra i ribelli ci sono Elio Lannutti, Barbara Lezzi e Orietta Vanin, seguiti da Bianca Granato e Mattia Crucioli. E poi c’è il presidente della commissione antimafia Nicola Morra, oltre ai voti in forse di Rosa Amato, Fabio Di Micco e Cataldo Mininno.
Se qualcuno di questi potrebbe restare convinto del proprio No, altri potrebbero uscire dall’aula ed evitare imbarazzi ai vertici del Movimento. Ma il segnale è ormai partito, al quale sempre mercoledì potrebbe seguirne un altro.
Alla Camera si voterà  sul pacchetto Sicurezza, per il quale una trentina di grillini sarebbero pronti a votare contro la maggioranza e il governo. Altro nodo che viene al pettine eredità  del primo governo Conte e che rilancia l’avvertimento di Delrio e di Nicola Zingaretti, per i quali non è più tempo di «tirare a campare».

(da “La Repubblica”)

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L’ARMA DI DISTRAZIONE DI MASSA DI SALVINI: INVECE DI SPARARE CAZZATE SUI MIGRANTI, PARLACI DEI SOLDI DEI COMMERCIALISTI GIRATI ALLA LEGA E DEI 49 MILIONI SPARITI

Dicembre 6th, 2020 Riccardo Fucile

E MAGARI ANCHE DEI VACCINI CHE IN LOMBARDIA NON SI TROVANO

Matteo Salvini è arrivato anche a questo: a fare un meme come un ragazzino qualunque, o una pagina di Facebook che fa satira.
Il meme in questione come sempre semplifica e banalizza la questione delle restrizioni anti Covid per il Natale e quella dei decreti sicurezza. Un frullatore super concentrato, come direbbe Augias:
Per non farselo rubare ha anche messo il logo di Lega Salvini premier, non sia mai che qualcuno potesse pensare che una genialata del genere non sia autentica. Ma davvero strillare sugli immigrati in questo momento è una buona idea? Anche chi non è d’accordo con il governo pensa che sia solo un modo di chiacchierare, e glielo scrive nei commenti: “Sig. Matteo Salvini   sarebbe ora di fare vera opposizione…Il 9 dicembre avete l’opportunità  di mandare a casa questo governo di incompetenti…Fateci un bel regalo per Natale, non deluda gli italiani. Meno TV e post, e più lavoro in parlamento”.
Ma soprattutto viene il dubbio che il meme sia una sorta di enorme tappeto sotto il quale nascondere un bel po’ di cose difficili da spiegare.
Come le dichiarazioni di Michele Scillieri, uno dei commercialisti arrestati nell’inchiesta milanese sul caso Lfc e su presunti fondi neri alla Lega, che ha raccontato che avrebbe girato una parte dei soldi che riceveva come consulente dalla Lombardia Film Commission ai revisori contabili del Carroccio Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni e che poi parte di questo denaro, stando a ciò che gli confidava uno dei due professionisti, sarebbe andata anche al partito:
Oppure il problemone dei vaccini antinfluenzali in Lombardia: ormai per trovarli da Como e Varese si spostano in Svizzera. Perchè Salvini non fa un meme anche su queste due piccolissime inezie?

(da agenzie)

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“SERVE LA DENUNCIA PENALE PER CHI AGGIRA I DIVIETI”

Dicembre 6th, 2020 Riccardo Fucile

IL COORDINATORE DEL CTS MIOTTO: “CHI VIOLA LA LEGGE SIA DENUNCIATO”

Il coordinatore del Cts Agostino Miozzo in un’intervista al Messaggero critica chi aggira i vuoti del DPCM mettendo a rischio la maggioranza degli italiani che rispetta le regole. E propone che chi viola le regole sia denunciato:
Dottor Miozzo, siamo in attesa che le Faq del governo chiariscano ogni aspetto del Dpcm. Non c’è però il rischio che tra precisazioni e casi specifici si arrivi ad un eccesso di lassismo?
«Il rischio che un’eccezione diventi una sorta di via libera esiste sempre, soprattutto in Italia dove tendiamo a non avere lo stesso rispetto delle indicazioni del governo che hanno in Nord Europa o nei Paesi orientali. I popoli mediterranei sono più indisciplinati, non lo scopriamo ora, anche se nel periodo del primo lockdown abbiamo stupito tutti».
Anche il Cts ha proposto delle deroghe però.
«Vero, abbiamo chiesto che le regole per gli spostamenti nei piccoli comuni fossero diverse. Imporre l’impossibilità  di uscire dal territorio comunale in un paesino di mille o 4mila abitanti, ed in Italia ce ne sono tanti, è completamente diverso rispetto a farlo a Roma. Chi vive nella grande città , in questo periodo così assurdo, vive dei benefici che chi abita in un piccolo comune invece non ha. Detto questo ci rendiamo anche conto che le deroghe una volta che le fai diventano difficili da governare e da gestire».
Meglio evitarle quindi.
«Non credo sia solo quello. Gran parte della popolazione italiana le raccomandazioni le sta rispettando. Poi ci sono i soliti furbetti che alterano l’equilibrio tra ordine e raccomandazione, sono quelli che navigano negli spazi lasciati dalle migliori intenzioni del governo. Per questo a preoccupare è il meccanismo emulativo. Servono controlli rigidi e segnali importanti».
Di che tipo?
«Se si ferma un soggetto e questo produce un’autocertificazione che ad una verifica risulta falsa, non puoi dargli solo la multa di 300 euro. Devi perseguirlo effettivamente con una denuncia per falso in atto pubblico. Per estremizzare bisogna portarlo di fronte ad un giudice penale, così non c’è il rischio si prendano sotto gamba le misure. Non può passare il messaggio che si tratta di una sorta multa per divieto di sosta, va a finire che qualcuno che dica “chi se ne frega” lo trovi sempre».

(da agenzie)

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FONDAZIONE GIMBE: “RIGORE DURANTE LE FESTE O A GENNAIO CI SARA’ UNA STRAGE”

Dicembre 6th, 2020 Riccardo Fucile

“IN INVERNO GIA’ CI SONO LE INFLUENZE CHE AFFOLLANO GLI OSPEDALI, A GENNAIO SI RISCHIA IL DRAMMA”

Ora basta: la gente muore e si parla di cenoni e veglioni. E soprattutto ci si è dimenticati del ‘perchè’ la gente sta morendo a centinaia, visto che si tratta dei frutti avvelenati di mesi di ‘libera tutti’ e ricorsa scomposta ai fatturati.
“Tutti gli inverni l’influenza affolla gli ospedali e a gennaio c’è il rischio di una strage se, invece di chiudere la seconda ondata di Covid, facciamo partire la terza. Per questo serve il massimo rigore durante le feste”.
Ad affermarlo, in un’intervista a ‘La Stampa’, è Nino Cartabellotta, medico e presidente della Fondazione Gimbe
Da cosa dipendono tanti decessi? “Purtroppo mancano dei dati per rispondere. Non sappiamo per esempio dove sono morti: reparti ordinari, terapia intensiva, Rsa o casa? Solo alcune Regioni lo comunicano e non esiste un aggregatore di queste informazioni. L’età  media dei deceduti è 80 anni e si può ricavare che la gran parte arrivi dai reparti ordinari, perchè l’età  media dei morti in terapia intensiva è tra 50 e 70 anni”.
Il lockdown parziale basta per fermare i contagi? “Le misure attuali sono più leggere della prima ondata, ma tutto dipende dal tipo di verifica. L’Rt scende, ma i contagi pur rallentando continuano a aumentare e i dati ospedalieri pure. Non conosciamo ancora l’effetto reale dei provvedimenti e l’Italia tutta gialla è un grande rischio dovuto più al desiderio politico che alla realtà  epidemiologica”.

(da agenzie)

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PRIMA GLI SVIZZERI: L’ESODO DALLA LOMBARDIA VERSO IL PAESE ELVETICO PER PROCURARSI IL VACCINO ANTINFLUENZALE

Dicembre 6th, 2020 Riccardo Fucile

IN LOMBARDIA GRAZIE ALLA GIUNTA LEGHISTA IL VACCINO SI TROVA SOLO DAI PRIVATI AL COSTO DI 65 EURO, IN SVIZZERA COSTA MOLTO MENO

In Lombardia il vaccino antinfluenzale non si trova e anche quando si trova, nelle strutture private, costa 65 euro. In Svizzera il prezzo è molto minore. Ed è anche facile da trovare.
Ecco perchè, racconta la Stampa, molti lombardi si fanno una gita oltre confine per procurarselo. Soprattutto ora che la campagna vaccinale nel paese elvetico è giunta alla fine e anche chi non è svizzero può comprarlo senza divieti:
Ma i vaccini antinfluenzali, in Lombardia più rari del panda, si trovano senza problemi appena al di là  della frontiera, nel Canton Ticino.
Basta fare «la gita a Chiasso», come la chiamava Arbasino, per tornare vaccinati, se non dal Covid, almeno dall’influenza di stagione. E anche spendendo meno che nel favoloso mondo della sanità  lombarda.
Così, le farmacie elvetiche sono prese d’assalto dagli italiani delle provincie vicine, soprattutto Como e Varese, ma anche Milano.
Per la verità , non è che i lombardi senza vaccino abbiano aspettato adesso per provare a rifornirsi in Svizzera. Racconta «La Provincia di Como» che nelle farmacie di Chiasso arrivavano telefonate fin da ottobre e novembre, con una media di richieste salita in certi momenti fino a duecento al giorno.
Quel che era impossibile era soddisfarle, perchè le autorità  ticinesi avevano stabilito che si dovesse prima concludere la campagna di vaccinazione del Cantone (iniziata a settembre a terminata a fine novembre) e che per ottenere la dose fosse necessaria la ricetta di un medico della Confederazione: prima gli svizzeri.

(da agenzie)

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LA RISSA AL PINCIO, LE “DU PISCHELLE”, LA BUFALA DEI MORTI: IL RUOLO DEI SOCIAL IN UNA VERGOGNOSA PAGINA DI CRONACA

Dicembre 6th, 2020 Riccardo Fucile

A LEGGERE IL DIBATTITO INTORNO A QUELLO CHE E’ SUCCESSO C’E’ DA FARSI PRENDERE DALLO SCONFORTO

Partiamo da quello che sappiamo: nel pomeriggio del 5 dicembre — lo documentano decine di video che stanno circolando sui social network — si è scatenata una maxi rissa a Roma, prima sulla terrazza del Pincio, poi all’interno della stazione della metro Flaminio. C’è stato un momento di concentramento anche nella vicina Piazza del Popolo, con il relativo intervento delle forze dell’ordine. Le immagini della rissa al Pincio sono ormai di pubblico dominio.
Ragazzi — molti minorenni — che si picchiano in un clima da fight club, gente che assiste alla rissa come se fosse uno spettacolo, tanti filmati ripresi con il cellulare e pubblicati sui social network (poi parleremo del ruolo fondamentale che hanno avuto in questo assurdo fatto di cronaca).
In altre immagini si vede gente che cammina in gruppo, spostandosi da una parte all’altra del parco del Pincio. Molti di questi ragazzi sono senza mascherine, in un momento in cui la diffusione del contagio è altissima e sono state prese delle misure fortemente restrittive per il periodo natalizio.
Chi vede queste immagini, però, non può fare a meno di chiedersi perchè. Perchè è successo?
Com’è stato possibile che centinaia di ragazzi si siano radunati nello stesso posto e allo stesso momento per assistere a una rissa? C’è stato una sorta di appuntamento? E come sono andate poi le cose?
Per cercare di dare una risposta a queste domande c’è bisogno di chiarire il ruolo dei social network nella vicenda.
Rissa al Pincio, la storia delle «due pischelle»
Gruppi privati (su Telegram, ad esempio, ma anche attraverso altre piattaforme di chat) si erano popolati dai giorni precedenti di utenti a cui era stato dato appuntamento per le 17 in zona Flaminio. Sul perchè di questo appuntamento circolano diverse versioni: la più diffusa è che «due pischelle» (identificate addirittura con i nomi di battesimo: Jasmine e Vittoria) avrebbero organizzato una sorta di regolamento di conti tra loro. Nelle immagini della rissa, tuttavia, non si vedono ragazze coinvolte, ma solo ragazzi.
Rissa al Pincio, la bufala delle vittime
E qui parte una sequela di voci incontrollate, diversificate a seconda dei social network. Le discussioni sotto ai video postati su TikTok, ad esempio, parlano di una defezione all’ultimo minuto di una delle due ragazze («per motivi di famiglia») e della rissa che è andata avanti lo stesso tra i ragazzi presenti.
Ovviamente, si tratta semplicemente di giustificazioni che sono estrapolate da conversazioni sulle chat dell’appuntamento al Pincio.
Sempre su TikTok si è diffusa anche un’altra versione (che può essere bollata al 100% come fake news), ovvero quella della morte di due ragazzi. Uno dei due si sarebbe «buttato dalla terrazza del Pincio» e, per la disperazione, il fratello di quest’ultimo si sarebbe successivamente suicidato.
Una ricostruzione che corre velocissima nei commenti (in certi casi si amplifica, con un bilancio di vittime ancora maggiore, ma del tutto inventato) e che non corrisponde assolutamente alla verità  dei fatti (nessuna vittima è stata segnalata in città , collegata a questo episodio). Addirittura, nei dm, si sarebbe diffusa la foto di una delle due presunte vittime, anche questa una fake news.
Il ruolo dei social network nella rissa al Pincio
Telegram, Instagram, TikTok, probabilmente anche Tellonym — una piattaforma che sta prendendo piede tra i giovanissimi, sulla quale si risponde a delle domande in forma anonima e irrintracciabile, e che sta avendo un successo incredibile a partire dalla primavera del 2020 — hanno avuto ruoli diversi in questa vicenda: luogo di appuntamento, piattaforma per postare video in diretta e per commentare «dicendo la propria» su quanto accaduto.
Una sorta di chiacchiericcio virtuale incessante che ha contribuito non solo alla diffusione delle immagini — la questione più superficiale -, ma anche una serie incalcolabile di fake news sull’argomento, basate sul ‘sentito dire’.
La cosa più sorprendente, però, è che gli adolescenti che frequentano questi luoghi — a distanza di circa 16 ore dall’accaduto — sembrano ancora convinti che ci siano state delle vittime, che doveva esserci una rissa tra «due pischelle», che quanto accaduto (nonostante la pandemia, gli assembramenti e le mascherine abbassate) abbia comunque una qualche giustificazione.

(da agenzie)

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IL “BUON SENSO” DEGLI ITALIANI: GLI ASSEMBRAMENTI A RICCIONE E LA RISSA AL PINCIO SENZA MASCHERINA

Dicembre 6th, 2020 Riccardo Fucile

MENTRE L’80% DEGLI ITALIANI RECLAMA MISURE ANCORA PIU’ SEVERE, IMBECILLI E TEPPAGLIA NON PERDONO OCCASIONE PER DIMOSTRARE IL LORO QUOZIENTE DI INTELLIGENZA

Gli italiani che rispettano le regole anti COVID e si fanno scrupolo di evitare comportamenti a rischio per sè e per gli altri sono la maggioranza.
Poi però succede che basta un fine settimana di Natale in cui si accendono le luminarie, come a Riccione ma anche a Roma, per creare assembramenti. Per non parlare della maxi rissa tra ragazzi al Pincio
L’accensione delle luci di Natale a Riccione ha provocato un assembramento in cui si vede molta gente raggruppata nella principale via pedonale della città .
Nei giorni scorsi l’amministrazione comunale aveva promosso l’inaugurazione del Riccione Christmas Star prevista oggi con lo show di una nevicata finta (di schiuma) a partire dalle 17 a cadenza oraria fino alle 20.
L’evento ha attratto parecchia gente nell’ultimo giorno di zona arancione dell’Emilia-Romagna prima del passaggio alla zona gialla, e c’è chi denuncia gli assembramenti.
Le immagini della folla in viale Ceccarini per l’accensione delle luci di Natale sono molto gravi e dimostrano la totale irresponsabilità  di chi, sindaco in testa, ha permesso un simile evento nel bel mezzo di una pandemia
“Se si crea l’evento di richiamo come a Riccione, poi non possiamo accusare la gente di imprudenza”, ha commentato il presidente della provincia di Rimini, Riziero Santi. Non è l’unico episodio che ha fatto discutere.
A Roma centinaia di giovani ieri sera si sono dati appuntamento sulla terrazza del Pincio a Roma, quasi tutti senza mascherina. Ne è sfociata una maxi rissa, della quale non si conoscono i motivi, che ha richiesto l’intervento delle forze dell’ordine. L’accaduto è rimbalzato sui social dove decine di video postati dagli utenti testimoniano la rissa e l’intervento delle forze dell’ordine in tenuta antisommossa che hanno disperso l’assembramento.
Ma, racconta Repubblica Roma, non sono solo i ragazzi della rissa del Pincio il problema. Come a Riccione l’accensione di luminarie e iniziative natalizie ha creato un pubblico assiepato e pericoloso:
E infatti ieri i romani, con i centri commerciali chiusi per disposizione dell’ordinanza regionale prima e del Dpcm dopo, si sono riversati in centro. Via del Corso ha fatto da calamita, con i volontari della protezione civile, i carabinieri e la polizia pronti a intervenire in caso di assembramenti o di cittadini sprovvisti di mascherina.
Ad affollare le strade soprattutto ragazzi, molti dei quali intenti in gare a bordo dei monopattino. Intorno alle 17, tra la terrazza del Pincio e piazza del Popolo si sono dati appuntamento decine di ragazzi, molti senza mascherine, creando un maxi assembramento segnalato anche dalla polizia. Di fronte ad alcuni store dei marchi più in voga, come Disney e Pandora, gli ingressi sono stati contingentati. Nella parallela via del Babuino, l’associazione internazionale di via Margutta e la nuova associazione del Babuino hanno acceso in contemporanea le luminarie natalizie e dato il via a balli ottocenteschi che hanno attirato l’attenzione di turisti e romani.
La situazione è uguale ovunque. A Palermo per esempio:
Ma nell’arrembaggio che è stato ieri il primo giorno di shopping delle feste – un fiume di gente dal Politeama ai Quattro Canti, bar e ristoranti con i camerieri alle 18 costretti a insistere per invitare la gente ad alzarsi – si respirava tutto fuorchè aria di festa. È una ressa nervosa e rivendicativa quella delle code senza distanziamento davanti ai negozi, con i ragazzini che aspettando il turno per lo store dei videogiochi fumano sigarette e bevono dalla bottiglia abbassando la mascherina. C’è tensione in questo shopping con la malattia che incombe e le forze dell’ordine che tentano la missione impossibile di ridurre gli assembramenti.

(da agenzie)

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IN ARGENTINA SCATTA LA PATRIMONIALE PER FAR FRONTE ALL’EMERGENZA COVID-19

Dicembre 6th, 2020 Riccardo Fucile

TASSA STRAORDINARIA SUI RICCHI PER FORNITURE MEDICHE E SUSSIDI ALLE IMPRESE

L’obiettivo è raccogliere l’equivalente di 3 miliardi di euro per affrontare l’emergenza sanitaria ed economica in un Paese già  in ginocchio tra record di infezioni, povertà  ed enorme debito pubblico. A pagare saranno i patrimoni superiori ai 2 milioni di euro
Anche in Argentina. dopo la Spagna, è stato approvato un provvedimento che prevede un contributo di solidarietà  con una tassa sui patrimoni più ricchi per fronteggiare i costi dell’emergenza Coronavirus.
Il via libera è arrivato dal Senato, dopo il voto favorevole dalla Camera a larga maggioranza della coalizione Frente de todos, che dal 2019 sostiene il presidente Alberto Fernandez.
Il denaro raccolto — un «contributo solidale e straordinario» — secondo l’agenzia Afp, servirà  a finanziare le spese straordinarie legate all’emergenza sanitaria, dalle forniture mediche ai sussidi per piccole e medie imprese e alle borse di studio per studenti. L’obiettivo del governo Fernà¡ndez è raccogliere 300 miliardi di pesos, ovvero 3 miliardi di euro, ma si teme che un provvedimento del genere, almeno secondo l’opposizione di centro-destra di “Juntos por el Cambio”, possa scoraggiare gli investitori stranieri.
Chi verrà  tassato
Un tema molto dibattuto, quello sulla patrimoniale, anche in Italia e in Spagna dove è arrivata la tassa sui ricchi per finanziare la sanità , che in Argentina, di fatto, colpirà  le persone con un patrimonio ultramilionario per l’economia argentina, ovvero lo 0,8 per cento dei contribuenti che anno ricchezze per almeno 200 milioni di pesos, dunque a 2 milioni di euro. Per loro è prevista un’aliquota progressiva fino al 3,5% e fino al 5,25% sui patrimoni all’estero.
L’Argentina in ginocchio con 1,5 milioni di contagi
L’Argentina sta fronteggiando un’emergenza sanitaria senza precedenti: 1,5 milioni di infezioni (1.459.832, per l’esattezza) e quasi 40mila morti (39.632 decessi) per Covid. Si tratta del nono Paese al mondo. Le misure di contenimento del virus, tra l’altro, hanno intaccato l’economia del Paese, già  provata da disoccupazione, alti livelli di povertà  ed enorme debito pubblico, come scrive la Bbc.

(da agenzie)

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