Dicembre 21st, 2020 Riccardo Fucile
LEGA 23,4%, PD 20,4%, FDI 16,7%, M5S 14,3%, FORZA ITALIA 6,3%, AZIONE 3,7%
Il sondaggio settimanale di Swg per La7 certifica un alteriore calo dei sovranisti: la Lega perde lo 0,5% e scende al 23,4% mentre Fdi perde lo 0,1% e si attesta al 16,7% non riuscendo quindi a usufruire dei voti persi dalla Lega.
Chi ne trae beneficio è Forza Italia che risale dello 0,4% e raggiunge il 6,3%.
Il secondo partito, il Pd, guadagna lo 0,3% e raggiunge quota 20,4%, mentre il M5S ha un calo analogo a quello della Lega, ovvero scende dello 0,5% e chiude con il 14,3%.
Azione, il partito di Calenda, perde lo 0,1% ma è pur sempre al 3,7%. Sopra il 3% anche Leu che guadagna lo 0,3%.
Sotto i partiti minori Italia Viva (in calo), + Europa (in aumento), Verdi (in calo)
(da agenzie)
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Dicembre 21st, 2020 Riccardo Fucile
FA LO SPONSOR ALLO STESSO GIORNALISTA CHE LO OSPITA IN TV: CONCORDIA DI INTERESSI
Quasi quasi avrebbe dovuto inserire l’hashtag #adv, come fanno gli influencer nelle loro stories quando sponsorizzano un prodotto e lo consigliano a migliaia di followers.
Salvini sponsorizza Del Debbio e il suo ultimo libro (Tasse, pago quello che posso) in edicola a partire dalla giornata di domani con La Verità e con Panorama. Il leader della Lega — ovvero quel politico che spesso si fa intervistare nelle trasmissioni in cui è presente Del Debbio in veste di conduttore o di opinionista — ha pensato bene di fare una vera e propria sviolinata via social network al giornalista in occasione della presentazione del suo libro.
«Complimenti all’amico Paolo Del Debbio — ha scritto Salvini su Twitter -, voce libera del giornalismo italiano, che da domani è in edicola con il suo nuovo libro, in vendita con la Verità e con Panorama». Il tutto accompagnato dall’emoticon degli applausi.
Se nei giorni scorsi Matteo Salvini si è recato alla presentazione del libro di Bruno Vespa (che tuttavia, nel corso degli anni, si è trasformata in un vero e proprio format dove il giornalista autore del libro invita i politici più per intervistarli che per veri motivi promozionali), la sponsorizzazione dell’ultima fatica saggistica di Del Debbio appare decisamente più originale.
La domanda che ci si pone è: è possibile, per un politico da 1,3 milioni di followers solo su Twitter, consigliare l’acquisto di un libro che esce in edicola per un gruppo editoriale che, spesso, lo intervista e dal quale Salvini attinge spessissimo per commentare le notizie sui canali social? Lo può fare, soprattutto, senza violare le regole dei social network che, sulle sponsorizzazioni, sembrano essere abbastanza rigidi?
Non mancheremo mai di chiedercelo: in passato sono stati i sughi pronti, la Nutella o alcuni altri marchi dell’agroalimentare. Questa volta si tratta di un libro.
Cambiano gli oggetti, non cambia il metodo. E non cambia nemmeno l’indifferenza di chi gestisce i social network.
(da Giornalettismo)
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Dicembre 21st, 2020 Riccardo Fucile
UN INDECOROSO SPETTACOLO DI INSULTI E MINACCE DI MORTE DA PARTE DI NEONAZISTI
Commentare su Twitter il concorso di bellezza nazionale è all’ordine del giorno non solo in Italia. April Benayoum, la giovanissima Miss Provence che ha partecipato al concorso di bellezza nazionale della Francia, è stata bombardata da una quantità vergognosa di insulti antisemiti. Il tutto solo per aver dichiarato, durante il programma, che suo padre è israeliano: «Vengo da ambienti molto diversi: mia madre è serbo-croata e mio padre israelo-italiano». La rete a quel punto ha dato il peggio di sè — dando tra l’altro per scontato che israeliano significhi automaticamente ebreo -.
Il concorso ha avuto luogo nel corso della serata di sabato scorso ed è stato impossibile non notare cosa, parallelamente, accadeva in rete. Dal minimo — «perderai» — fino a vere e proprie minacce di morte — «rimpiangerai di essere viva» — gli utenti non si sono vergognati nemmeno di chiamare in causa Hitler in più di un’occasione. Immediate le reazioni delle personalità politiche francesi, dal vicepresidente del gruppo LREM in Assemblea al residente LR della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra.”
La fondamentale mediazione dei social
Sono in molti gli utenti di Twitter francesi che hanno denunciato quanto accaduto facendo lo screen delle persone che hanno fatto — nel migliore dei casi — battute sull’origine della reginetta di bellezza. Quanto accaduto spinge, una volta di più, a riflettere sull’importanza della mediazione dei social stessi. Che Twitter abbia permesso la pubblicazione di un’enorme quantità di oscenità antisemite sulla giovane è sbagliato e i social tutti, ,in generale devono prendere coscienza del fatto che essere piattaforme di diffusione senza evitare che fatti gravi come questo avvengano non è più accettabile.
(da Giornalettismo)
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Dicembre 21st, 2020 Riccardo Fucile
DOVEVA MORIRE IN VOLO MA IL CORAGGIO DEL COMANDANTE DI ATTERRARE IN EMERGENZA A OMSK GLI HA SALVATO LA VITA… QUESTI SONO I METODI SOVRANISTI
L’oppositore Aleksej Navalnyj ha chiamato sotto mentite spoglie uno degli uomini implicati nel suo avvelenamento con l’agente nervino Novichok lo scorso 20 agosto ed è riuscito di fatto a estorcergli una confessione oltre che numerosi dettagli sull’operazione attribuita ai servizi segreti russi che lo aveva fatto cadere in coma, alcuni dei quali già anticipati da La Repubblica.
Già la scorsa settimana l’inchiesta congiunta di Bellingcat e Insider.ru insieme al Fondo anti-corruzione (Fbk) di Navalnyj aveva identificato gli uomini dell’Fsb, i servizi di sicurezza federali eredi del Kgb, coinvolti nell’operazione dopo aver ricostruito i loro viaggi per pedinare l’avvocato sin dal 2017. Tra loro, anche Konstantin Kudrjavtsev, membro dell’Istituto 42 di Difesa biologica del ministero della Difesa, anche noto come “fabbrica dei veleni”, prima di unirsi all’Fsb.
Spacciandosi per un funzionario del Consiglio di sicurezza russo, Navalnyj è riuscito a parlare per 49 minuti con Kudrjavtsev. Incalzato sul fallimento del tentato assassinio, l’uomo ha spiegato che l’Fsb contava che il Novichok avrebbe fatto effetto data la lunga durata del volo Tomsk-Mosca su cui Aleksej si trovava quando si è sentito male.
Ad aver salvato l’oppositore sarebbe stata la testardaggine del pilota che quel 20 agosto chiese l’autorizzazione per un atterraggio d’emergenza a Omsk e i primi soccorsi prestati dai medici della città siberiana.
“Se l’aereo non fosse atterrato, l’effetto sarebbe stato diverso e il risultato sarebbe stato diverso. Penso che l’aereo abbia giocato una parte decisiva”, dice Kudrjavtsev. “Non ci aspettavamo che sarebbe successo. Sono sicuro che è andato tutto storto”.
(da agenzie)
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Dicembre 21st, 2020 Riccardo Fucile
ALTRI DUE CASI SOSPETTI A ROMA, UNO A BARI, TRE A PALERMO, UNO A TRIESTE
Un caso accertato di contagio dal virus mutato del Regno Unito, altri sette sotto osservazione. È il bilancio in corso di aggiornamento sui passeggeri sbarcati nelle ultime ore negli aeroporti italiani con voli dal Regno Unito. Sta bene ed è asintomatica la donna risultata positiva alla variante britannica del Covid. Non è ricoverata ma è in isolamento con il compagno nella loro abitazione nella zona di Roma. Quest’ultimo, di origini britanniche, è anche lui positivo e asintomatico ed era rientrato alcuni giorni fa dal Regno Unito ma su di lui non è stata ancora conclamata la variante. La sua compagna invece ha una forte carica virale. Elemento, quest’ultimo, che avrebbe aiutato a sequenziare il genoma del virus SARS-CoV-2 con la variante riscontrata nelle ultime settimane in Gran Bretagna.
A fini precauzionali sono stati rintracciati e messi in isolamento, in queste ore, diversi contatti stretti – familiari compresi – della donna. Per il trattamento della paziente – asintomatica – a quanto si apprende è stato applicato lo stesso protocollo previsto per qualsisi malato Covid.
Sempre a Fiumicino ieri sono stati sottoposti a test 351 passeggeri di rientro dal Regno Unito, di cui uno confermato positivo al tampone molecolare. Si tratta di un giovane medico di nazionalità italiana. È stato immediatamente messo in quarantena ed è stata avviata allo Spallanzani di Roma, la procedura di isolamento della sequenza del virus.
In attesa di conferma anche il tampone della 25enne atterrata a Bari giovedì scorso con il volo da Londra con la febbre e risultata positiva al Covid. Gli accertamenti sono stati affidati alla sede distaccata di Putignano dell’Istituto Zooprofilattico di Puglia e Basilicata.
“Lo metteremo in lavorazione innanzitutto per confermare la diagnosi molecolare e poi per accertare una eventuale presenza della nuova variante britannica del coronavirus. Ad oggi sono già stati sequenziati 190 genomi e nessuno presentava caratteristiche di questa variante inglese”, ha spiegato Antonio Parisi, il dirigente del laboratorio di biologia molecolare.
Accertamenti anche a Palermo dove sono stati riscontrati tre tamponi positivi più due casi dubbi tra i 134 passeggeri e sei componenti dell’equipaggio del volo Ryanair da Londra atterrato ieri sera a Palermo. I tamponi antigenici rapidi effettuati dai medici dell’Asp di Palermo e dell’Usmaf avevano dato esito negativo. I successivi controlli hanno accertato la presenza di tre contagiati tra i passeggeri, che si trovano tutti in quarantena.
Un caso anche in Friuli Venezia Giulia tra i 136 passeggeri del volo Londra-Trieste atterrato ieri pomeriggio. La persona risultata positiva, un cittadino italiano, è asintomatica ed è stata trasferita in un Covid hotel dell’isontino per la quarantena,non è ancora stato accertato se si tratta della variante del virus.
“In relazione agli immediati controlli fatti scattare ieri all’aeroporto di Capodichino – ha reso noto l’Unità di crisi della regione Campania – sono stati sottoposti a tampone molecolare i 245 passeggeri sbarcati dai due voli provenienti da Londra. Di questi sette sono risultati positivi”. Il dato, si osserva nel comunicato, “conferma l’importanza della tempestività dell’intervento di filtro effettuato, e la necessità di mantenere alto il livello di attenzione, di rigore e responsabilità nella nostra regione. Seguirà l’esame per la caratterizzazione della tipologia di coronavirus”.
(da agenzie)
argomento: emergenza | Commenta »
Dicembre 21st, 2020 Riccardo Fucile
LE CAUSE DEL CROLLO IN UN DOCUMENTO DI 500 PAGINE
Oltre alla corrosione, a determinare il crollo sono stati anche “i controlli e le manutenzioni che se fossero stati eseguiti correttamente, con elevata probabilità avrebbero impedito il verificarsi dell’evento”. Lo scrivono i periti del gip nella relazione sulle cause del crollo del ponte Morandi.
“La mancanza – proseguono – e/o l’inadeguatezza dei controlli e delle conseguenti azioni correttive costituiscono gli anelli deboli del sistema; se essi, laddove mancanti, fossero stati eseguiti e, laddove eseguiti, lo fossero stati correttamente, avrebbero interrotto la catena causale e l’evento non si sarebbe verificato”.
La causa scatenante del crollo del ponte, poi ”è il fenomeno di corrosione a cui è stata soggetta la parte superiore del tirante Sud- lato Genova della pila 9″. Il documento, di circa 500 pagine, è stato redatto nell’ambito del secondo incidente probatorio, quello che deve stabilire le cause del crollo. La procura aveva formulato 40 quesiti a cui i super esperti hanno risposto.
“Tale processo di corrosione – proseguono i periti – è cominciato sin dai primi anni di vita del ponte ed è progredito senza arrestarsi fino al momento del crollo determinando una inaccettabile riduzione dell’area della sezione resistente dei trefoli che costituivano l’anima dei tiranti, elementi essenziali per la stabilità dell’opera”.
(da agenzie)
argomento: Giustizia | Commenta »
Dicembre 21st, 2020 Riccardo Fucile
IL CORTEO CON 500 PERSONE A GIOIA TAURO DOPO L’ENNESIMA VITTIMA
Una manifestazione imponente, oltre 500 persone in marcia verso Gioia Tauro, che bloccano la provinciale, paralizzano il traffico.
Trattati da invisibili, hanno deciso di mostrarsi. Dopo l’ennesimo omicidio stradale costato la vita a Gassama Gora, bracciante maliano di 34 anni, travolto e ucciso da un automobilista che non si è neanche fermato a prestargli soccorso, i braccianti hanno deciso di dire basta.
Di fermarsi un giorno e di incrociare le braccia perchè — si legge in una lettera urlata al megafono prima di mettersi in cammino — “non vogliamo privilegi, non vogliamo aiuti, non vogliamo elemosine. Pretendiamo diritti e dignità ”.
Il corteo si muove rapido, è un fiume che dalla zona industriale va giù verso l’abitato. I cartelli rimediati da vecchie scatole gridano che “Anche la vita dei neri conta” e “Schiavi mai”, al megafono si rievocano i morti di emarginazione sociale, di ghetto, di freddo, di fatica, di incidenti degli ultimi anni. In testa, cammina anche il padre del 34enne ucciso. Una foto tra le mani, la disperazione sul viso.
“Noi possiamo andare a lavorare ovunque, ma chi raccoglierà le vostre arance? Chi pianterà i vostri ortaggi? Oggi nessuno di noi andrà al lavoro. Neanche un frutto verrà raccolto – si legge nella lettera – Vogliamo mostrare a chi tanto ci disprezza, a chi ci considera solo degli schiavi cosa sarebbe la Piana senza i lavoratori africani”. E la richiesta che a gran voce arriva dal corteo è di un incontro con il ministro del Lavoro, “perchè se moriamo bruciati nelle nostre tende o sui campi o mentre siamo in bicicletta è solo per le condizioni in cui siamo costretti a lavorare. Ma non siamo animali, non siamo bestie da soma” dice uno dei lavoratori in testa al corteo. E con le istituzioni locali? “No, con loro no. Basta tavoli, basta promesse. Ne abbiamo sentite troppe e non è mai stato fatto niente”.
Da decenni presenza fissa nella Piana di Gioia Tauro e vero motore dell’economia agricola della zona, i braccianti continuano a lavorare per lo più a nero per pochi spicci a cassetta o a giornata, impiccati a permessi di soggiorno provvisori dalla regolarizzazione monca e impossibile per i più prevista dal decreto Rilancio, da anni sono costretti a vivere in alloggi provvisori, tendopoli che avrebbero dovuto essere “soluzioni temporanee” e sono diventati bivacchi permanenti senza elettricità , nè servizi.
Assembramenti obbligati anche in periodo di Covid. Promesse rimaste sulla carta dei comunicati con cui sono stati annunciati anche i servizi di trasporto pubblico che avrebbero dovuto permettere ai lavoratori di spostarsi da e verso i campi.
“Migliaia e migliaia di persone sono costrette a muoversi dopo il tramonto per strade buie e pericolose. Eppure i pali dell’illuminazione ci sono ma sono sempre spenti. Eppure a pochi passi c’è un’area altamente sensibile come il Porto. Eppure la notte è buio pesto. E allora diventa facile domandarsi: è solo una scelta dettata da motivi economici o c’è altro dietro quel perenne black-out?” chiedono dal sindacato Usb.
Quello costato la vita a Gassama Gora è solo l’ultimo di una lunga serie di incidenti che hanno coinvolto i braccianti, più o meno casualmente — in passato è stato persino individuato e fermato un gruppo che intenzionalmente li braccava — travolti mentre su bici scassate si spostano per le strade della Piana.
“L’incidente è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso — dice Ruggero Marra di Usb – Le condizioni in cui i lavoratori sono e sono stati costretti a vivere, anche in piena pandemia, sono inaccettabili. La loro rabbia è comprensibile. Sfruttati nei campi, in mano a caporali che per costringerli a lavorare hanno tentato di convincerli che il Covid19 sia malattia da bianchi, obbligati a rischiare la vita ogni giorno per quattro spicci, costretti a vivere in ghetti, baraccopoli e tendopoli”.
Su alcune tende, blu istituzionale, si mostra orgoglioso il logo del ministero dell’Interno, sbiadito da anni di intemperie. Al pari dell’interesse ad ascoltare la voce di migliaia di lavoratori essenziali per l’economia agricola della zona e affrontare i loro problemi. Da tempo strutturali, ma che continuano ad essere trattati come emergenza.
(da agenzie)
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Dicembre 21st, 2020 Riccardo Fucile
L’INCONTRO IN CARCERE: “SIAMO STRAZIATI DAL NON POTER AIUTARE NOSTRO FIGLIO”
“Patrick non era se stesso, era diverso rispetto a qualsiasi altra visita e ci ha spezzato il cuore”. Sono le parole, riportate dalla pagina facebook “Patrick libero”, della famiglia di Zaky, il ricercatore egiziano, studente dell’Università di Bologna, arrestato nel suo Paese il 7 febbraio e da allora in carcere per propaganda sovversiva.
La madre gli ha potuto fare visita nel carcere di Tora il 19 dicembre. “Le sue esatte parole sono state: ‘Sono fisicamente e mentalmente esausto, non ne posso più di stare qui e mi deprimo ad ogni tappa importante dell’anno accademico mentre sono qui invece che con i miei amici a Bologna’. Parole che ci hanno lasciato in lacrime, dato che siamo incapaci di aiutare nostro figlio in questa situazione straziante”, scrive la famiglia.
“Inoltre, ci ha sconvolto sapere che è diventato talmente depresso da dire: ‘Raramente esco dalla mia cella durante il giorno, perchè non riesco a capire perchè sono qui e non voglio affrontare la realtà per cui posso andare a camminare su e giù nel raggio di pochi metri, per poi essere rinchiuso di nuovo in una cella ancora più piccola’”.
“Nostro figlio – sottolinea la famiglia – è una persona innocente e un brillante ricercatore, dovrebbe essere valorizzato, non rinchiuso in una cella. 10 mesi fa, Patrick stava lavorando al suo master e pensava di terminarlo per poi proseguire con il dottorato di ricerca. Ora come ora, il suo futuro è completamente incerto; non sappiamo quando sarà in grado di continuare gli studi, di lavorare e persino di tornare alla sua vita sociale, un tempo ricca. Chiediamo a ogni persona responsabile e a chi prende le decisioni di rilasciare immediatamente Patrick. Restituiteci nostro figlio e restituiteci tutte le nostre vite”.
(da agenzie)
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Dicembre 21st, 2020 Riccardo Fucile
I GIOVANI SALVATI DA UN MEZZO PUBBLICO, ORA LA CAPITANERIA RICERCA IL TASSISTA ACQUEO CHE SE N’E’ FREGATO DI ADEMPIERE AL SUO DOVERE
Tanta rabbia e indignazione per la scena vista dagli abitanti della Laguna nel pomeriggio di ieri. Un tassista acqueo che non presta soccorso a due giovani caduti in mare. Costretti ad un bagno fuori stagione loro malgrado. E’ infatti questa la sorte toccata ieri pomeriggio a due ragazzi finiti a mollo nelle acque veneziane. Probabilmente un’onda anomala all’origine del capovolgimento della piccola imbarcazione sulla quale si stavano spostando nel bacino San Marco, tra punta della Dogana e San Giorgio.
I due sono stati soccorsi da un’altra imbarcazione che transitava nei pressi e poi anche da un vaporetto dell’Actv della linea 5.1 e di un battello Alilaguna. Sono stati lanciati ai naufraghi due salvagente.
Sul posto, arrivati a breve anche polizia, vigili del fuoco e un’ambulanza. Per i due giovani tutto liscio. Sono salvi e sono stati portati al pronto soccorso per controlli. Niente da fare per il loro barchino che si è invece inabissato a poco a poco.
Adesso però la capitaneria di porto vuole risalire all’identità del «tassista acqueo» che si è avvicinato alla zona del naufragio prima che arrivassero altri mezzi, ha osservato i due naufraghi in acqua e poi ha proseguito la sua navigazione senza prestare soccorso.
(da agenzie)
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