Dicembre 20th, 2020 Riccardo Fucile
RENZI MINACCIA CONTE CON GLI STESSI ARGOMENTI CHE AVREBBE SFODERATO L’UDEUR DI MASTELLA O IL PSDI DI LONGO
Esistono partiti piccoli che pensano in grande; e poi ci sono piccoli partiti, nel senso di piccini in tutto e per tutto.
I primi rappresentano visioni politiche, in qualche caso utopie rispettabili, per nulla sminuite dallo scarso seguito elettorale. Aristocratici del pensiero, si diceva una volta. Pochi ma buoni. Magari avanguardie che corrono a presidiare un crocevia della storia dove con molto ritardo transiteranno i partiti di massa col loro carico di vettovaglie. Sconfitte oggi ma vittoriose domani.
Ne abbiamo avute di queste minoranze elettriche, intense, spregiudicate, orgogliose del loro zero virgola, che sono il sale della democrazia.
Spesso guidate da personaggi intrattabili come potevano essere ad esempio Ugo La Malfa o Marco Pannella, o i liberali alla Mario Pannunzio, o gli eretici del «Manifesto», capaci di puntare i piedi sulle scelte di fondo, disposti a pagare qualunque prezzo pur di testimoniare un principio, a incassare ogni affronto e proprio per questo rispettati dagli avversari, addirittura rimpianti (dopo morti)
I piccoli partiti invece rappresentano idee trascurabili; sfruttano mediocri rendite di posizione; sgomitano per raccogliere qualche briciola, scroccare là dove possono.
Più infime sono le percentuali elettorali, più insopportabili risultano le loro pretese. Quando esagerano vengono bollati come parassiti.
Da Palmiro Togliatti fino a Silvio Berlusconi, i leader di massa li hanno sempre vissuti come una calamità , salvo tenerseli buoni con qualche tozzo di pane finchè possibile.
E qui sorge attualissima la domanda: in quale categoria rientra Italia Viva, che in piena pandemia minaccia di far cadere il governo? Tra i partiti piccoli da trattare con rispetto o tra i piccoli partiti di cui si farebbe volentieri a meno? L’aut-aut di Renzi al premier, «se non mi dai retta ti rimando a casa», merita di essere catalogato tra le battaglie nobili o tra i volgari ricatti?
Nelle sue pubbliche dichiarazioni (ultima l’intervista a Maria Teresa Meli sul «Corriere» di venerdì), il senatore di Rignano pone problemi reali. Contesta Conte sul Recovery Fund; ha ragione da vendere che non se n’è mai discusso davanti al paese e sarebbe grave che il premier considerasse quei 209 miliardi come roba sua da spendere come gli pare.
Renzi abolirebbe il semaforo delle zone rosse gialle e arancione, riaprirebbe da domani le scuole, spenderebbe senza esitazione i denari del Mes per rimpolpare la Sanità allo stremo: tutte questioni, comunque le si voglia giudicare, degne di un partito intenzionato a svolgere un grande ruolo nonostante i sondaggi gli riconoscano il 3 per cento e alle ultime Regionali abbia raggranellato il 3,5 in Toscana, dove pure giocava in casa.
Tuttavia Renzi si è macchiato di un peccato d’origine: prima ancora di obiettare sul Recovery, sul Mes e sul resto, è andato da Conte a sollecitare un rimpasto. Lui stesso se n’è vantato in giro. Ha avuto cioè la sfrontatezza o l’ingenuità di porre una questione che facilmente poteva essere equivocata.
Difatti Conte l’ha subito intesa come richiesta di posti. Come se Italia Viva non si sentisse abbastanza rappresentata a tavola, nel «magna magna» dei 209 miliardi europei da destinare a ministeri aziende lobby categorie enti locali e amici degli amici. Col risultato inevitabile di svilire il senso di una battaglia forse sacrosanta, ma da condurre invertendo i fattori: prima i contenuti e dopo, semmai, le poltrone, non viceversa. Così invece sembra che Renzi si sia ricordato del Mes e del resto soltanto dopo essere stato snobbato dal premier sul rimpasto.
Poi se c’è uno che, da capo del governo, accentrava peggio di Conte, quel qualcuno è proprio l’ex premier. Sospettoso come nessun altro. Supportato a Palazzo Chigi da un «Giglio magico» di pochi sodali. Insofferente dei vincoli di partito compreso quello con il Pd, di cui era peraltro segretario e dove comandava a bacchetta.
Abbagliato dal 40 per cento che ottenne alle Europee, dunque portato a liquidare i critici come fastidiosissimi gufi.
Colmo dell’ironia, adesso è Renzi a guidare la riscossa del partitismo contro un presidente del Consiglio a sua volta inebriato dal consenso, che vorrebbe fare e disfare di testa sua.
Ed è proprio Matteo a minacciarlo con gli stessi argomenti che avrebbe sfoderato l’Udeur di Clemente Mastella o il Psdi di Pietro Longo. L’eterno ritorno del sempre uguale.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 20th, 2020 Riccardo Fucile
CON UNA RACCHETTA IN MANO E UNA TESSERA IN TASCA SI PUO’ FARE TUTTO: GIOCARE, ALLENARSI, SPOSTARSI LIBERAMENTE AGGIRANDO I DIVIETI
Milanesi popolo di tennisti. Agonisti, per di più. Nelle ultime settimane, nelle Regioni italiane in zona rossa e in particolare in Lombardia, si è assistito a una vera e propria corsa sotto rete. Giovani prestanti ma anche adulti più attempati, a migliaia, si sono dati al tennis.
Con una racchetta in mano e una tessera in tasca, del resto, si può fare tutto: giocare, allenarsi, persino spostarsi liberamente, aggirando i divieti.
Da novembre, da quando sono state reintrodotte le restrizioni anti-Covid, fare sport è diventato complicato, in certi casi vietato. Le palestre e le piscine sono chiuse. Si può fare attività all’aperto e nelle discipline individuali allenamenti e gare sono consentiti solo per le competizioni di interesse nazionale.
Quindi gli amatori, ma anche gli atleti dilettanti, avrebbero dovuto fermarsi. In teoria. Con la stagione della neve alle porte, ilfattoquotidiano.it ha dato conto di come alcuni sci club stessero offrendo la tessera Fisi, con cui godersi le piste bianche dei pochi comprensori sciistici ancora aperti. La Federazione ha smentito, spiegando che le direttive federali sono molto più stringenti.
Qualcosa di simile però è già avvenuto nelle scorse settimane in Lombardia col tennis. Nessuna violazione delle regole, solo le maglie larghe di una normativa che non fa chiarezza. Come detto, il governo a novembre aveva autorizzato gli eventi di “interesse nazionale”, qualifica però molto vaga. Specie in una disciplina come il tennis, a carattere individuale, dove tanti tornei sono “open” e possono ricevere potenzialmente iscrizioni da ogni parte del Paese.
E così, da quando è scattato il Dpcm del 3 novembre, a Milano e dintorni si sono scoperti tutti tennisti agonisti. Con la tessera agonistica (costo di circa 30 euro) e una visita di idoneità (altri 70-80 euro) era possibile diventare eleggibili per uno dei tanti tornei “nazionali” ancora aperti (ce n’erano oltre 300 in tutta Italia).
Insomma, bastava sborsare un centinaio di euro per poter giocare e allenarsi liberamente, privilegio che non ha prezzo in tempi di pandemia. A quanto risulta a ilfattoquotidiano.it, nelle ultime settimane solo in Lombardia ci sarebbe stato un boom di circa 3mila nuovi iscritti (per un afflusso di quasi 100mila euro di ricavi extra).
Sono cifre non ufficiali, ma anche dalla FederTennis confermano che il 2020, tra mille difficoltà , è stato un anno positivo per i tesseramenti: del resto, come certificato anche dal Coni il tennis è uno degli sport più sicuri per il Covid, a cui tanti sportivi si sono sinceramente appassionati.
Qualche volta, specie in zona rossa, lo hanno fatto in maniera un po’ più interessata. Ora a dicembre il quadro è parzialmente mutato. Il nuovo Dpcm ha introdotto la qualifica di evento di “preminente interesse nazionale”, interpretata come una restrizione dalla maggior parte delle Federazioni.
Infatti i calendari sono stati drasticamente tagliati, anche nel tennis si è passati da oltre 350 tornei a meno di un centinaio. L’attenzione si è spostata sugli enti di promozione sportiva, che stanno autorizzando tanti, forse troppi eventi, non tutti davvero di rilievo.
Da qualche giorno poi la Lombardia è tornata in zona gialla. Ma con le nuove restrizioni di Natale alle porte e l’inverno ancora lungo, quella tessera potrà tornare comoda.
(da “il Fatto Quotidiano”)
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Dicembre 20th, 2020 Riccardo Fucile
UN ESERCITO DI MEDICI, INFERMIERI, TECNICI DI LABORATORIO E OPERATORI SOCIOSANITARI HANNO DETTO NO
C’è chi paragona la pandemia a una guerra, dove gli ospedali sono le nuove trincee, con medici e infermieri a combattere la battaglia più cruenta. Ma in questo contesto c’è anche chi decide di fare un passo indietro.
Da febbraio a oggi sono 4.213 i medici, gli infermieri, i tecnici di laboratorio e gli operatori sociosanitari che hanno rifiutato l’assunzione per non lavorare in reparti Covid.
E’ Patrizia Simonato, direttore generale di Azienda Zero, l’ente di raccordo del sistema sanitario regionale del Veneto, a fare luce su uno spaccato con cui sta facendo i conti il sistema-ospedali tra Padova, Verona, Vicenza, Treviso, Rovigo e Belluno.
“Non manca la volontà di assumere” ha chiarito la manager, durante il punto stampa del presidente della Regione Luca Zaia. “Ciò che manca è la disponibilità di medici e personale sanitario in genere, soprattutto nelle specialità che più servono contro il Covid, ossia personale di pronto soccorso e di anestesia e rianimazione. Quando li troviamo spesso rifiutano di firmare il contratto quando scoprono di essere destinati a reparti di trincea contro il virus”
Questo si ripercuote poi in quello che è diventato il risiko della gestione del personale. Un caso che ha fatto scalpore è quello dell’ospedale Borgo Roma di Verona, dove l’attività delle sale operatorie è stata ridotta del 30 per cento per dirottare il personale dei reparti Covid. Dall’inizio della pandemia fino a oggi la Regione Veneto ha assunto 2.954 professionisti della sanità , tra cui 1.182 medici e il resto infermieri, assistenti, operatori socio sanitari. Di questi, 2.954 sono contratti di libera professione o co.co.co, 1.233 assunzioni a tempo indeterminato, 392 a tempo determinato.
“Nell’area della libera professione abbiamo avuto questa amara sorpresa, con 4.213 domante pervenute, accolte e poi cestinate per non gradimento della destinazione” continua Simonato.
Sono sempre i numeri a dare la misura di quanto sia grave il fenomeno. A luglio, spiegano alla Regione Veneto, sono stati messi a bando 128 posti in pronto soccorso ma, alla fine, sono stati assunti 14 medici specializzati e 25 specializzandi.
A dicembre altro bando per 107 posti: assunti 14 specializzati e 39 specializzandi. Non aiutano le regole che normano il sistema sanitario nazionale. La legge vieta infatti alle Usl di assumere laureati e abilitati che non siano specializzati o specializzandi.
Queste figure possono quindi lavorare, al massimo, come co.co.co o con partita Iva ma, in questo modo, non rientrano nelle quote concorsuali riservate ai dipendenti del sistema sanitario nazionale. E così rimangono ingabbiati nel precariato.
(da agenzie)
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Dicembre 20th, 2020 Riccardo Fucile
NON E’ UN CASO ISOLATO, ERA GIA’ SUCCESSO AD OTTOBRE… ALLO SQUALLORE UMANO NON C’E’ RIMEDIO
Gli sciacalli del Covid non si fermano. Non quelli per le mascherine a prezzi gonfiati o altro ma quelli che una volta morto, nel passaggio dal lettino alla camera mortuaria, ti tolgono di dosso perfino i vestiti.
Era successo a ottobre, con le prime due vittime in Ciociaria spogliate delle fedi all’ospedale Spaziani di Frosinone.
Stavolta è toccato a un 68enne di Fondi, ricoverato in rianimazione all’ospedale San Camillo di Roma e deceduto, dopo aver lottato invano contro il virus, il 14 dicembre scorso.
Quando la figlia ha chiesto alla struttura ospedaliera di poter riavere la fede nuziale e i pochi beni che il padre aveva con sè si è sentita rispondere che di quegli oggetti non c’era traccia. Tutto sparito. Vestiti e occhiali compresi.
La storia è ricostruita da Repubblica. “Faccia una denuncia contro ignoti per appropriazione indebita”, hanno detto alla donna dal San Camillo, specificandole anche che quella sparizione potrebbe appunto essere opera di sciacalli, entrati in azione durante il trasporto della salma dal reparto di rianimazione alla camera mortuaria.
La signora si è quindi rivolta ai carabinieri denunciando l’accaduto. Una vicenda analoga a quella avvenuta a Frosinone, dove è stata denunciata la scomparsa delle fedi di un’anziana di 79 anni, che poco tempo prima, sempre a causa del Covid, aveva perso il marito.
Ma del resto — ricorda il quotidiano — ad approfittare del virus sono anche i cosiddetti topi d’appartamento. Sempre in provincia di Frosinone infatti, a Ferentino, durante il funerale di una delle vittime del virus, i ladri hanno svaligiato l’abitazione dell’uomo. “Non ci posso credere — scrisse uno dei figli sui social — No, non pensavo proprio che potessero esistere persone così, senza un cuore, senza un’anima”.
(da agenzie)
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Dicembre 20th, 2020 Riccardo Fucile
BOOM DI PASSEGGERI ALLA MALPENSA… CIRCA 200.000 PERSONE HANNO LASCIATO MILANO
Il caos per l’esodo da Milano per le vacanze natalizie tocca anche le reti autostradali. Ieri già prima delle 10 si era creata una coda di 9 chilometri per traffico intenso all’ingresso dell’autostrada del Sole a Melegnano. La situazione è poi migliorata nel corso della giornata.
Le stazioni ferroviarie di Milano non sono state invece prese d’assalto. In stazione Centrale nessun affollamento, ma numerosi passeggeri con le valigie, quasi tutti diretti a sud. Studenti universitari, lavoratori soprattutto. Poche le famiglie.
“Non vedo l’ora di riabbracciare la famiglia”, ha spiegato ai microfoni di Fanpage.it una ragazza in partenza. “La situazione è decisamente tranquilla, vedo la gente molto responsabilizzata”, spiega un altro viaggiatore, diretto in Puglia.
Questo era l’ultimo weekend per spostarsi tra le regioni prima dell’entrata in vigore dei nuovi divieti previsti dal Dpcm del 3 dicembre. Dal 21 dicembre non sarà più possibile lasciare la Lombardia se non per motivi di salute, lavoro, necessità e urgenza.
Questa mattina all’aeroporto di Malpensa sono state registrate le prime code agli imbarchi e soprattutto ai controllo di sicurezza. Dallo scalo sono infatti previsti numerosi voli in partenza che porteranno i cosiddetti milanesi d’adozione verso le regioni del sud Italia. Tutte le compagnie aeree invitano i passeggeri a presentarsi in aeroporto con ore di anticipo proprio a causa dei tempi più lunghi per le procedure di imbarco.
Secondo i dati resi noti da Sea questo weekend transiteranno da Malpensa 56mila passeggeri mentre saranno 24mila a Linate), mentre saranno duecentomila le persone che lasceranno Milano per tornare a casa.
(da Fanpage)
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Dicembre 20th, 2020 Riccardo Fucile
ITALIA, FRANCIA E SPAGNA BLOCCANO I VOLI DA E PER LA GRAN BRETAGNA
A una settimana esatta dall’inizio della distribuzione ufficiale del vaccino in tutta l’Unione europea, dall’Inghilterra arriva una pessima notizia.
Ovvero l’esistenza di una nuova variante del Covid che si diffonde in maniera molto più veloce.
Tanto da far imporre al governo guidato da Boris Johnson il lockdown totale per Londra e per il sud est dell’Inghilterra. Di fronte all’emergenza è stata subito avvertita l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che ha fatto sapere che la nuova forma del virus è stata individuata anche in Danimarca e Australia, oltre che in Olanda. *
La variante sarebbe stata isolata in Italia, nei laboratori dell’Ospedale militare del Celio di Roma, secondo una esclusiva del Tg1.
Per far capire l’incisività della nuova variante, l’Independent sottolinea che nel Regno Unito i casi di Covid-19 sono aumentati di oltre il 50% in una settimana.
Con quasi 36mila nuove infezioni registrate nelle ultime 24 ore. Davanti a questa impennata di casi molto stati europei, come l’Italia, hanno sospeso i collegamenti con l’Inghilterra.
Inoltre la presidenza tedesca dell’Unione Europea ha invitato per domani i rappresentanti dei Paesi membri a una riunione d’emergenza del meccanismo di risposta alla crisi (Ipcr). In agenda: coordinamento della risposta alla nuova variante del coronavirus nel Regno Unito.
Cosa cambia rispetto al vaccino.
Benchè non sia provato che la variante sia più letale, sebbene sia più facilmente trasmissibile, non esiste ancora alcun elemento che induca a pensare che possa essere resistente ai vaccini di cui si comincia in questi giorni la distribuzione. “Credo che questa situazione peggiori le cose – ha detto il prof. Whitty in conferenza stampa, -, ma ci sono cose che inducono all’ottimismo, come il vaccino in arrivo, sempre che il vaccino funzioni contro questa variante, che per il momento è solo una supposizione”.
Un portavoce dell’Oms Europa ha fatto poi sapere che le “informazioni preliminari” sulla variante del Covid suggeriscono che “potrebbe anche incidere sull’efficacia di alcuni metodi diagnostici”, oltre al fatto che “potrebbe essere più contagiosa”. Anche se al momento non c’è “alcuna prova di un cambiamento nella gravità della malattia”.
Stop ai collegamenti da e per l’Inghilterra.
L’Italia è stato uno dei primi paesi ad annunciare lo stop ai voli in entrata e in uscita dall’Inghilterra. Nella stessa direzione è andato anche il governo tedesco che ha fatto sapere che intende limitare la possibilità di viaggiare fra la Germania e la Gran Bretagna e fra la Germania e il Sudafrica, a causa della mutazione del Coronavirus. Uguale decisione è stata presa dall’Austria, dall’Irlanda e dal Lussemburgo. Anche il Belgio sospenderà per precauzione i voli e i treni provenienti dalla Gran Bretagna almeno per 24 ore a partire dalla mezzanotte di stasera. C’è poi da segnalare la Francia che bloccherà i voli e gli altri collegamenti da e per il Regno Unito a partire dalla mezzanotte di oggi per almeno 48 ore.
(da “Huffingtonpost”)
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Dicembre 20th, 2020 Riccardo Fucile
“E’ NORMALE CHE UN VIRUS MUTI, L’IMPORTANTE E’ CHE NON LO FACCIA TROPPO SPESSO”
L’immunologo all’università di Modena e Reggio Emilia Andrea Cossarizza rassicura sulla variante del Coronavirus, dichiarando normale una sua mutazione: “Più persone si infettano, più copie del virus vengono generate, più è alta la probabilità di mutazione. È un virus e per quanto sia preciso il suo sistema di controllo della replicazione, non può essere perfetto. Le mutazioni, per quanto relativamente rare, sono inevitabili”.
È normale che un virus muti. L’importante è che non lo faccia troppo spesso, come Hiv. E che a variare non siano le regioni contro cui un vaccino induce anticorpi. – continua Cossarizza – Immaginiamo di avere una mano aperta ornata da molti anelli, che rappresenta il virus. Gli anticorpi potrebbero legare la base delle dita. In questo caso, se un anello cambia, l’anticorpo non riesce a legare più. Ma se l’anticorpo lega la punta delle dita e uno degli anelli cambia alla base, non abbiamo problemi. Gli anelli possono cambiare finchè si vuole. Per capire esattamente cosa accade nella nostra mano, però, servirebbero più dati scientifici. Al momento siamo fermi alle ipotesi. Il rischio che i vaccini non funzionino c’è, per quanto minimo, e bisogna tenere alta l’attenzione anche dopo la vaccinazione”.
“Ci sono vari vaccini allo studio. Molti faranno produrre anticorpi verso diverse parti del virus. Tornando all’esempio della mano, si possono formare anticorpi che riconoscono la base delle dita, la parte intermedia con o senza anelli, la parte superiore, la punta. Mi sembra improbabile che una sola mutazione impedisca a tutti gli anticorpi indotti da un vaccino di funzionare”, conclude Cossarizza.
(da agenzie)
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Dicembre 20th, 2020 Riccardo Fucile
LO HA RESO NOTO IL MINISTERO DELLA SALUTE: “E’ IN QUARANTENA AL CELIO”
“Il Dipartimento Scientifico del Policlinico Militare del Celio, che in questa emergenza sta collaborando con l’Istituto Superiore della Sanità , ha sequenziato il genoma del virus SARS-CoV-2 proveniente da un soggetto risultato positivo con la variante riscontrata nelle ultime settimane in Gran Bretagna. Il paziente, e il suo convivente rientrato negli ultimi giorni dal Regno Unito con un volo atterrato presso l’aeroporto di Fiumicino, sono in isolamento e hanno seguito, insieme agli altri familiari e ai contatti stretti, tutte le procedure stabilite dal ministero della Salute”.
La notizia è stata data dallo stesso ministero della Salute
La nuova variante è stata identificata in Gran Bretagna: per la sua rapidità di trasmissione, che sarebbe fino al 70 per cento più elevata del virus finora dominante, il governo britannico ha deciso nella giornata di sabato 19 dicembre una serie di nuove misure di contenimento. Il Covid 2 è già stato identificato in Danimarca, Olanda, Belgio.
Oggi l’Italia ha annunciato il blocco dei voli, fino a mercoledì 6 gennaio, dal Regno Unito. Partirà dalla mezzanotte. E indicazioni simili sono state date in Germania, Francia, Belgio, Olanda, Austria e Olanda. Gli Stati Uniti, per ora, non intendono fermare le tratte con la Gran Bretagna.
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio, ospite di Che tempo che fa, ha detto: “Questa variante accelera la capacità di contagio ed è in grado di aumentare l’indice di trasmissione dello 0,5 per cento”.
(da agenzie)
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Dicembre 20th, 2020 Riccardo Fucile
LA NUOVA ORDINANZA DEL MINISTERO… DAL 10 DICEMBRE CHI ARRIVAVA DALLA GRAN BRETAGNA NON AVEVA PIU’ L’OBBLIGO DI FARE IL TAMPONE ALL’ARRIVO
“Chiunque si trovi già in Italia in provenienza dalla Gran Bretagna è tenuto a sottoporsi a tampone antigenico o molecolare contattando i dipartimenti di prevenzione”, questo ha dichiarato il ministro della Salute Roberto Speranza annunciando i contenuti dell’ordinanza appena firmata.
L’ordinanza di blocco dei voli dalla Gran Bretagna produce effetti dalla data di adozione, cioè oggi, fino al 6 gennaio 2021.
Le persone che ora si trovano in Italia e che si trovano nei quattordici giorni antecedenti ad oggi in soggiorno o hanno transitato nel Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, anche se asintomatiche, sono obbligate a comunicare immediatamente l’avvenuto ingresso nel territorio nazionale al Dipartimento di prevenzione dell’azienda sanitaria competente per territorio e a sottoporsi a test tampone molecolare o antigenico.
I tamponi erano stati sospesi qualche tempo fa: fino al 9 dicembre era obbligatorio fare il tampone in arrivo in Italia dalla Gran Bretagna (e da altri Paesi europei); dal 10 dicembre, invece, in base al Dpcm del 3 dicembre (valido fino al 15 gennaio), chi entrava nel nostro Paese doveva esibire il risultato negativo di un tampone molecolare o antigenico effettuato nelle 48 ore precedenti. Non era perciò più possibile fare il test all’arrivo. La mancata presentazione del tampone negativo faceva scattare automaticamente la quarantena.
Da oggi è scattato invece il divieto di volare da e per il Regno Unito a causa della variante britannica del virus. Per i passeggeri in arrivo da Gb in queste ore è stato ripristinato il tampone in aeroporto.
Attivata anche la procedura di sorveglianza sanitaria e controllo per i voli in arrivo negli scali romani dal Regno Unito. Eventuali passeggeri positivi al tampone saranno trasferiti allo Spallanzani per il monitoraggio e lo studio dell’eventuale variante del Covid.
“La chiusura dei voli dalla Gran Bretagna vieta l’ingresso in Italia e prevede lo stesso divieto anche per chi è transitato dall’Inghilterra negli ultimi 14 giorni”: questo ha affermato la sottosegretaria Sandra Zampa, sottolineando che “chi si trova già in Italia proveniente dalla Gran Bretagna, dovrà sottoporsi a tampone molecolare”.
(da agenzie)
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