Dicembre 24th, 2020 Riccardo Fucile
DOPO IL NO DELLA MAGONI IL MANUFATTO E’ STATO OFFERTO AL COMUNE DI BERGAMO CHE HA ACCETTATO… ORA L’ASSESSORE SI ARRAMPICA SUGLI SPECCHI MA LA SUA VERSIONE NON TORNA
Se Maurizio Crozza non fosse andato in meritata vacanza, non avrebbe mancato di travestirsi da governatore della Lombardia e, in una delle sue più riuscite imitazioni, gli avrebbe fatto gridare ” vade retro” di fronte al presepe napoletano che il collega di Fontana, Vincenzo De Luca voleva graziosamente donare ai lombardi. Il presepe Milano non l’ha voluto, anche se era regalato, e a dire no non è stato Fontana, ma l’assessora da lui nominata al Turismo e anche al Marketing e alla Moda: la maestra di sci alpino Lara Magoni, esponente di Fratelli d’Italia.
Il gran rifiuto è avvenuto senza niente di scritto, ma tra segreterie che si sono limitate a trasmettersi l’imbarazzo.
Tutto ha avuto inizio quando il governatore De Luca d’intesa con l’assessore al Turismo Felice Casucci ha deciso di offrire per questo Natale ” diviso” e ” ristretto” causa Covid un dono di valore a tutte le altre regioni dello stivale. La Campania ha prodotto un bando cofinanziato con lo Stato, nell’ambito del Poc 2014-2020, ed è partita l’operazione “Viaggio in Italia del Presepe napoletano”. Non sfuggirà la citazione di Goethe. Un’operazione che doveva sancire l’unità e, ove non ci fosse stata, la pace tra governatori, di qualsiasi colore politico essi fossero. Quarantotto ore fa, nel rispetto delle zone rosse, sono stati spediti i primi 9 presepi artigianali “alla maniera del Settecento”, ma solo 8 sono stati bene accolti: Milano ha declinato l’invito a esporre il manufatto made in Naples. Non era un leasing, non si pagava, era un regalo. Eppure la città del Duomo ha detto no.
Tanto che da Santa Lucia ci hanno riprovato con Bergamo, la città più colpita dal Covid, e stavolta è arrivato un sì con un largo sorriso del sindaco Giorgio Gori, che ha scritto una lettera per Napoli: “Il gesto, molto significativo, offre la possibilità di apprezzare la bellezza di un’opera artigianale ricca di storia che valorizza il patrimonio culturale napoletano e le antiche tradizioni. Un gesto che unisce i territori ed esprime un messaggio di speranza in un momento di grande difficoltà collettiva”.
Le creazioni artistiche, quest’anno penalizzate dalla pandemia, dei maestri Michele Buonincontro, Lucio Ferrigno, D’Auria, Giovanni Giudice, Carmela Manzavino, Fratelli Capuano, Salvatore Gambardella e Genny Di Virgilio e un ottavo proveniente da Torre del Greco, hanno raggiunto in queste ore le sedi municipali di Zagarolo per il Lazio, di Firenze, San Francesco di Paola per la Calabria, al Museo Castromediano di Lecce, la chiesa dei Martiri di Torino, la sede della Regione a Bologna a Palazzo Malvezzi, il Salone nobile di Palazzo Sceriman di Venezia, sede della Regione Veneto, e un salone dell’assessorato regionale al Turismo della Sicilia.
La versione della Magoni non torna
Cazziata evidentemente dalla Meloni, l’assessore Magoni replica tardivamente sulla vicenda sostenendo in pratica che è stata lei a suggerire alla Regione Campania di destinare il presepe a Bergamo, sua terra di origine quindi non ci sarebbe stato alcun rifiuto da parte sua (e aggiunge il suo amore per i presepi e la tradizione cattolica).
Se fosse vero basta poco per confermare la sua versione:
1) pubblichi la lettera protocollata di risposta a quella della Regione Campania dove emergeranno sicuramente i ringraziamenti per il dono ricevuto e la preghiera di recapitare il presepe al Comune di Bergamo.
2) pubblichi la lettera protocollata al Comune di Bergamo che in questi casi deve ricevere copia per conoscenza.
Se non lo fa, perchè non esistono, è indegna di rimanere al suo posto, non solo perchè ha rifiutato il dono istituzionale, ma perchè ha mentito ai cittadini.
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Dicembre 24th, 2020 Riccardo Fucile
IL LEGALE DI SALVINI HA PROPOSTO OPPOSIZIONE ALLA RICHIESTA.. IL PM: “HA DEFINITO SEMPLICEMENTE CHI APPROFITTA CINICAMENTE DELLE DISGRAZIE ALTRUI”… ILARIA: “SALVINI MI AVEVA CHIESTO DI RETTIFICARE, MI SONO RIFIUTATA, IO CAMMINO A TESTA ALTA”
Si terrà il prossimo 23 febbraio davanti al gip di Milano l’udienza in cui si discuterà l’opposizione del leader della Lega Matteo Salvini alla richiesta di archiviazione depositata dal pm per Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, che aveva definito l’ex ministro dell’Interno ‘sciacallo’ per alcune sue dichiarazioni sulla morte del fratello, morte per la quale sono stati condannati alcuni carabinieri.
La fissazione dell’udienza è stata resa nota sui social dalla stessa Ilaria Cucchi la quale riporta parte della richiesta di archiviazione in cui si afferma che “le dichiarazioni rese da Ilaria Cucchi devono essere valutate nel loro complesso, alla luce del clima di continui e pregressi attacchi alla figura del defunto fratello. Ne consegue che la frase pronunciata dal senatore Salvini in concomitanza della emissione della sentenza di condanna – momento di forte dolore per la famiglia Cucchi allorquando sarebbe stato auspicabile il silenzio generale – abbia solo esacerbato gli animi dei parenti della vittima, inducendo l’indagata a proferire l’espressione ‘sciacallò per mera reazione, con il palese intento di utilizzare tale termine nella reale accezione di ‘chi approfitta cinicamente delle disgrazie altrui’.
Scive nel post Ilaria Cucchi: “Io e Matteo Salvini siamo stati citati davanti al tribunale di Milano il 23 febbraio alle ore 14. Io come indagata e lui come ‘persona offesa’. Mi ha querelata perchè, dopo le sue dichiarazioni rese al momento della sentenza della Corte d’Assise di Appello che condannava, dopo 10 anni, i carabinieri ritenuti colpevoli dell’uccisione di mio fratello io replicai duramente dicendogli, tra le altre cose, che era uno sciacallo. Mesi dopo mi è stato chiesto se per caso intendessi rettificare quelle dichiarazioni. Non l’ho fatto”.
(da agenzie)
argomento: Giustizia | Commenta »
Dicembre 24th, 2020 Riccardo Fucile
L’EDITORIALISTA DI LIBERO: “UNA VOLGARE INIZIATIVA DELLA LEGA”
Il tweet di Vittorio Feltri, che ha definito l’azione della Lega di levare la cittadinanza onoraria di Verona a Saviano «volgare», non è stato apprezzato dai suoi follower. In molti lo hanno criticato fino ad arrivare ad offenderlo.
L’editorialista di Libero ha commentato la decisione del consiglio comunale di Verona di revocare la cittadinanza onoraria a Roberto Saviano. Grazie ai voti di Fratelli d’Italia e Lega, infatti, la mozione di revoca è passata con venti voti a favore, sette voti contrari e un astenuto.
Sarà la vigilia di Natale, sarà che oggi è uno di quei giorni in cui sembra che qualcun altro abbia preso possesso dell’account Twitter di Feltri — un po’ come quando ha difeso Conte a spada tratta -, fatto sta che oggi Vittorio Feltri difende Saviano. «Il comune di Verona dopo aver conferito anni fa la cittadinanza onoraria a Saviano, ora gliela revoca, perchè lo scrittore ha criticato la Lega», scrive l’editorialista di Libero, dando la sua breve opinione in merito alla faccenda: «Una iniziativa volgare. Ciascuno ha il diritto di dire male di chi vuole».
Viene spontaneo pensare che Vittorio Feltri, difendendo Saviano, parli in realtà del proprio diritto a «dire male di chi vuole». Del resto si sa che Vittorio Feltri, viste le sue continue uscite, non la manda certo a dire e tra i meridionali inferiori e le illazioni sul caso Genovese, non si contano le volte in cui l’editorialista di Libero ha utilizzato termini al limite — spesso anche superandolo — dichiarando di aver solo espresso la propria opinione.
(da Giornalettismo)
argomento: denuncia | Commenta »
Dicembre 24th, 2020 Riccardo Fucile
IL MINISTRO D’INCA’: “BRUTTO SEGNALE”… I SINDACATI: “DECISIONE CHE FERISCE”
“Una città – Verona – che “è molto meglio dei guitti che la rappresentano”. Perchè la scelta di revocargli la cittadinanza onoraria significa “zittire ogni spinta contraria al pensiero unico”. Roberto Saviano replica su Instagram al voto assunto in consiglio comunale a Verona, dove ieri con 20 favorevoli, 7 astenuti e un contrario, è passata la proposta lanciata dal consigliere leghista Alberto Zelger e sottoscritta, tra gli altri, dal presidente dell’aula Ciro Maschio, in quota a Fratelli d’Italia.
A stretto giro, anche i sindacati confederali stigmatizzano il provvedimento: “È una decisione che ferisce”. E dal governo il ministro D’Incà parla di “brutto segnale”. Reazioni e polemiche sulla vicenda.
“Cari amici veronesi, da oggi non sono più un vostro concittadino. Nella giornata di ieri il consiglio comunale della città di Verona, con i voti di Lega e Fratelli d’Italia, ha deciso di revocare la cittadinanza onoraria che mi era stata conferita nel 2008”.
Lo rende noto Roberto Saviano sul suo profilo Instagram. “Questo provvedimento non riguarda solo me – spiega – ma vuole zittire ogni spinta contraria al pensiero unico dei consiglieri di maggioranza e del loro partito. Un’ideologia che vuole ottundere il pensiero critico e mettere al bando ogni ragionamento e proposta su temi controversi. ‘Non è nostro concittadino chi non la pensa come noi’, ecco cosa vuole dire”.
“Ma Verona è molto meglio dei guitti che la rappresentano ora in consiglio comunale – sottolinea Saviano – esiste una città che so essere aperta e plurale, contrariamente a come certe amministrazioni si sforzino di rappresentarla. Ed è drammatico che questa delibera arrivi mentre le altre attività del Consiglio, forse prioritarie, sembrano essere bloccate da giorni, e mentre Verona è l’ottavo comune italiano per numero di contagi”.
“Anche se ufficialmente non sono più un vostro concittadino, continueremo comunque a scambiarci opinioni anche quando non saremo d’accordo, a proporre soluzioni anche quando saranno scomode e a vigilare sull’operato dei nostri amministratori anche quando saremo controcorrente: perchè è questo che fanno i cittadini”, conclude lo scrittore.
Le reazioni
Sul voto del consiglio comunale di Verona intervengono i sindacati confederali, secondo i quali si tratta di una decisione che “ferisce profondamente tutti quei cittadini, non solo veronesi, impegnati personalmente o nell’associazionismo democratico a sostegno delle istituzioni democratiche nella lotta alla criminalità organizzata. A questa maggioranza, a questa giunta, poco importano i segnali che vedono anche la nostra città essere oggetto non solo di attenzioni, ma anche di conclamate presenze facenti riferimento a cosche impegnate in affari illeciti e criminali – si rileva – che minacciano la normale vita civile ed economica”.
Si ritiene irresponsabile “aver colpito con questa scelta una delle figure simbolo di questa lotta, punto di riferimento di molti giovani, figura certo spigolosa ma altrettanto franca e schietta, forse troppo scomoda per quella parte della politica che tende ancora a sottovalutare, addirittura negare la presenza mafiosa e criminale nella nostra città , a nulla valgono i proclami, gli impegni scritti solo sulla carta, quando poi le scelte concrete indicano l’esatto contrario”.
“Brutto segnale quello che arriva dal consiglio comunale di Verona che ha revocato la cittadinanza onoraria a Roberto Saviano. Le motivazioni aggravano ancora di più il gesto inutilmente provocatorio e dal sapore punitivo. La mia solidarietà a Saviano”. Lo scrive su Twitter il ministro dei Rapporti con il Parlamento e le Riforme, Federico D’Incà .
In una nota, Legambiente Verona commenta così la revoca: “Roberto Saviano è un simbolo di lotta contro mafie ed ecomafie, premiato da Legambiente nel 2018 con un riconoscimento speciale del Premio Ambiente e Legalità , conferitogli per l’impegno nel denunciare le mafie, la loro pericolosità per l’ambiente e la vita civile delle comunità e per la difesa dei diritti dei più deboli quale antidoto alle mafie, alla corruzione e alle dinamiche distruttive della democrazia. In Veneto le infiltrazioni mafiose sono ben presenti e radicate, secondo l’ultimo rapporto della Direzione Investigativa Antimafia ‘esistono da tempo forti segnali che indicano come il territorio del Veneto stia diventando di particolare interesse per le consorterie mafiose, attraverso presenze qualificate o vere e proprie proiezioni nel territorio regionale’. Un sistema, quello Veneto, in cui ‘professionisti e imprenditori si rivolgono ai mafiosi per fare anche da tramite con la pubblica amministrazione'”.
“A Verona hanno tolto la cittadinanza onoraria a Roberto Saviano. Non condivido sempre quello che dice o scrive, ma è un uomo che a testa alta si è sempre battuto per la legalità e contro le mafie – lo scrive su Facebook Ettore Rosato, Presidente di Italia Viva. – Questi sono valori che dovrebbero contare più del resto per evitare di trascinarli nella polemica politica con un gesto incomprensibile come quello che ha fatto il comune di Verona”.
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Dicembre 24th, 2020 Riccardo Fucile
E’ UN ONORE NON AVERE LA CITTADINANZA DI UNA CITTA’ CHE HA ELETTO PERSONAGGI DEL GENERE
Il consiglio comunale di Verona ha revocato la cittadinanza onoraria concessa nel 2008 allo scrittore Roberto Saviano. La richiesta era stata presentata un anno fa dal consigliere della Lega Alberto Zegler e sottoscritta dai consiglieri Vito Comencini, Anna Grassi, Roberto Simeoni, Andrea Bacciga, Daniela Drudi, Laura Bocchi, Rosario Russo, Ciro Maschio e Gianmarco Padovani, come riportato dal quotidiano L’Arena.
La mozione di revoca è passata con 20 sì, un no e sette astenuti. Tra le motivazioni addotte, una più delle altre è destinata a far discutere: da Saviano, infatti, sarebbero arrivate troppe critiche ai leader della destra “sovranista”, nelle persone di Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
Si sostiene inoltre che la cittadinanza onoraria debba essere revocata perchè Saviano non avrebbe «mai sentito la necessità di ringraziare il Comune di Verona», nè avrebbe mai espresso la volontà di andare a ritirare il riconoscimento. E poi l’aver difeso Mimmo Lucano, il sindaco di Riace arrestato e successivamente riabilitato dalla magistratura, o l’aver elogiato Carola Rackete, capitana della Sea Watch 3, dopo lo scontro con la motovedetta della Guardia di Finanza. Infine le già citate critiche — ritenute eccessive — nei confronti di Salvini e Meloni.
Prima del voto il consigliere comunale di Verona e Sinistra in comune, Michele Bertucco, aveva detto: “La logica è sempre quella punitiva: i meriti dello scrittore vengono annullati perchè il suo pensiero non è in linea con l’ideologia leghista. Nella Verona bigotta immaginata da Zelger e altri consiglieri di maggioranza, ogni ragionamento o proposta su temi controversi devono essere messe al bando”.
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Dicembre 24th, 2020 Riccardo Fucile
“TUTELARE LA SALUTE NON E’ UN’INDICAZIONE MORALE, E’ CIO’ CHE PREVEDE LA LEGGE”
Il magistrato Raffaele Guariniello cerca di seguire la strada della giustizia e afferma la sua volontà di sottoporre a vaccino quanti più colleghi possibili: “Tutelare la salute significa vaccinare il maggior numero possibile di persone. Non è una indicazione ‘morale’, è ciò che prevede la legge”.
La base del ragionamento, spiega, parte dal “principio per cui nessuno può essere obbligato a un trattamento sanitario se non per disposizione di legge, previsto dalla Costituzione”.
Tale legge, secondo il giurista, c’è, e sarebbe il Testo unico della Sicurezza sul Lavoro, che “impone al datore di lavoro di mettere a disposizione vaccini efficaci per quei lavoratori che non sono già immuni all’agente biologico, da somministrare a cura del medico competente”.
Inoltre “la stessa norma impone al datore di lavoro ‘l’allontanamento temporaneo del lavoratore in caso di inidoneità alla mansione ‘su indicazione del medico competente’”.
La legge, dice ancora, prevede anche però “l’obbligo di allontanare il lavoratore e di adibirlo ad altra mansione, ma solo ‘ove possibile’.
La Cassazione ritiene che tale obbligo di ripescaggio non può ritenersi violato quando la ricollocazione del lavoratore in azienda non è compatibile con l’assetto organizzativo stabilito dall’azienda stessa. Insomma – tira le somme il magistrato – il datore di lavoro è obbligato a predisporre misure organizzative per tutelare il lavoro, ma se questo non è possibile si rischia la rescissione del rapporto di lavoro”.
Ora, prosegue Guariniello, “lo stato di emergenza non consente i licenziamenti, il lavoratore fragile ha diritto allo smart working. Ma in futuro il problema potrebbe presentarsi. La normativa è chiara nel prevedere la messa a disposizione del vaccino, l’allontanamento e la destinazione ad altra mansione ‘ove possibile’ del lavoratore che si rifiuti inidoneo”.
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Dicembre 24th, 2020 Riccardo Fucile
AVEVA PARTECIPATO A UNA FESTA INSIEME A DUE AMICHE… I SOVRANISTI NON SI INDIGNANO? SE IL VIOLENTATORE NON E’ UN IMMIGRATO MA UN SOLDATO DI TRUMP MEGLIO CHIUDERE UN OCCHIO?
Sarebbe stata violentata durante una festa nella base americana. È la denuncia di una ragazza di 19 anni di Vicenza, che accusa un militare della 173esima Airborne Brigade, una delle più potenti unità di paracadutisti dell’esercito americano.
I fatti, come ricostruisce il Giornale di Vicenza, risalgono al 7 novembre scorso. La giovane, insieme ad alcune amiche, aveva conosciuto i soldati statunitensi qualche settimana prima in città .
Era stata quindi invitata, insieme a due coetanee, a una festa organizzata all’interno della base Del Din: una festa con musica, balli e tanto alcol. Proprio nel mezzo della serata il paracadutista ventiquattrenne, approfittando dell’euforia alcolica, si sarebbe appartato con la ragazza in una camerata. Lì però, immobilizzandola, l’avrebbe costretta a un rapporto sessuale.
La denuncia è stata presentata qualche giorno dopo ai carabinieri della Setaf, il presidio dell’Arma di stanza alla caserma Ederle di Vicenza. A loro la ragazza ha raccontato nei dettagli i particolari della violenza, ribadendo più volte di essersi rifiutata in tutti i modi. Un rapporto affatto consenziente secondo il suo racconto. Ma il militare avrebbe fatto valere la sua forza fisica.
Il procuratore Orietta Canova ha attivato le procedure previste in caso di stupro, con la visita in ospedale e il supporto psicologico. Contestualmente è scattata anche la perquisizione nella camerata del soldato, con il sequestro del telefonino e degli effetti personali.
La Procura di Vicenza ha disposto anche l’esame genetico per comparare il dna del militare con quello isolato nei vestiti che la ragazza indossava alla festa. Il parà , difeso dall’avvocato Alessandro Bontà del foro di Vicenza, è quindi formalmente indagato per violenza sessuale.
Sono stati sentiti anche alcuni commilitoni, per incrociare i loro racconti con le testimonianze rese dalla ragazza e dalle sue amiche.
(da agenzie)
argomento: denuncia | Commenta »
Dicembre 24th, 2020 Riccardo Fucile
LA DONNA INVORIANA RITROVA IL FIGLIO DI 5 ANNI… UNA RAGAZZA SI E’ PRESA CURA DI LUI FINO AL RICONGIUNGIMENTO
Una splendida storia che si conclude con un abbraccio, dopo otto mesi di lontananza e le peripezie legata a una traversata del Mediterraneo con il sogno di un futuro diverso.
Protagonisti della vicenda una madre e il figlio di cinque anni, divisi nei momenti del viaggio e infine ricongiunti a Reggio Emilia, dopo mesi, grazie anche alla tenacia di una ragazza che aveva promesso alla donna di prendersi cura di lui finchè i due non si fossero ricongiunti.
La vicenda è stata raccontata dal Comune di Reggio Emilia.
A giugno, presso il Pronto soccorso dell’Arcispedale “Santa Maria” si presentano una ragazza e un bimbo di cinque anni, che dichiarano di provenire dalla Costa d’Avorio: si erano recati in ospedale perchè il piccolo non si sente bene.
Il bellissimo gesto di una ragazza
La ragazza dice prima di essere la madre, poi la zia del piccolo e, infine, racconta un’altra storia: il bambino non è suo parente, ma è il figlio di una donna che ha conosciuto durante il viaggio dalla Costa d’Avorio alla Tunisia, dove si sarebbero imbarcate per l’Italia. Durante la salita su un mezzo di fortuna, la madre sarebbe rimasta bloccata dalla folla non riuscendo a salire sullo stesso barcone su cui era invece salito il figlio affidato alla giovane con la promessa di non abbandonarlo fino al suo arrivo. Compiuta la traversata del Mediterraneo, dalla Sicilia la ragazza arriva a Reggio Emilia senza documenti, senza un luogo in cui essere ospitata e con un bambino non suo.
L’arrivo in Italia
I due, compiuti gli accertamenti sulla veridicità della vicenda, vengono affidati a una struttura utilizzata per l’accoglienza di mamme e bambini. Sbarcata in Italia ad agosto, la madre del piccolo viene ospitata presso un centro di accoglienza ad Agrigento, dove riesce a mettersi in contatto con la giovane amica.
Il lieto fine
Da questo momento inizia una serie di videochiamate in cui il piccolo e la madre mostrano chiaramente il loro affetto reciproco. Le istituzioni italiane si convincono della veridicità del loro rapporto familiare e permettono alla donna, dopo numerosi e complessi passaggi burocratici, di riabbracciare mercoledì il piccolo.
Cosa accadrà
Ora si dovrà attendere che il Tribunale si esprima sulla possibilità che mamma e figlio possano vivere insieme nel centro di accoglienza che ospita la donna. La giovane amica è stata accolta in un centro per richiedenti asilo, nel quale inizierà il proprio percorso personale.
(da Globalist)
argomento: radici e valori | Commenta »
Dicembre 24th, 2020 Riccardo Fucile
CINQUE REGIONI A RISCHIO ALTO, PREOCCUPA IL VENETO
Il peggioramento è “lieve”, ma c’è. Come “la preoccupazione per l’indice Rt che non scende”, dice una fonte di primo livello dalla Cabina di regia. L’Italia, dunque, si appresta ad affrontare le festività natalizie con nuove restrizioni (tra zone rosse e arancioni che scatteranno a partire dalla mezzanotte e saranno attive a seconda dei giorni) in uno scenario meno tranquillo di quello che ci si aspettava.
Impensierisce la situazione del Veneto, che con gli altri 3357 positivi registrati oggi, continua a fare da traino nell’incremento dei nuovi casi. E il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, si dice pronto a irrigidire le restrizioni.
“Se gli esperti ci dicono che la probabilità di una terza ondata è concreta, ora si presenta anche la possibilità di una variante inglese che corre molto più veloce e dal Veneto arrivano strani dati da approfondire, io non ci penso due volte a rafforzare la cintura di protezione per il periodo natalizio – ha detto oggi – perchè lasciando correre rischieremmo una nuova ondata”.
Nella settimana successiva a quella compresa tra il 7 e il 13 dicembre, l’indice di trasmissione nazionale non si è ridotto: stando a quel che risulta ad HuffPost è salito a 0,9. È quanto emerso dall’analisi, svolta in serata dalla Cabina di regia, dei dati che domani mattina, giovedì 24 dicembre, passeranno sul tavolo del Comitato tecnico scientifico e poi saranno presentati nel report di Istituto Superiore di Sanità e Ministero della Salute.
Il virus, quindi, continua a correre, l’impatto dell’epidemia è sostenuto in tanta parte del Paese e “l’incidenza è ancora elevata”, aggiunge la fonte dalla Cabina di regia, ribadendo “la necessità che le misure assunte e le regole fissate per le prossime festività siano rispettate al massimo”.
Vanno evitati quanto più possibile “cali di attenzione”.
Cinque le Regioni classificate a rischio alto: sono Liguria, Marche, Puglia, Umbria e Veneto. Sono 12 le Regioni a rischio moderato, di cui 4 (Emilia Romagna, Molise, Provincia autonoma di Trento e Valle d’Aosta) hanno probabilità elevata di passare a rischio alto nel prossimo mese, nel caso l’attuale trasmissibilità si mantenga invariata.
“Veneto”, la preoccupazione più grande. Nel quadro di preoccupazione complessiva impensierisce in particolare, si è detto, la situazione del Veneto, con incidenza settimanale di 496 per 100.000 contro 157 in Italia e un Rt di 1.11”, riferiscono le fonti dalla Cabina di regia.
Nella regione governata da Luca Zaia è stata avviata, come il presidente leghista ha confermato ieri, la campagna per fare i tamponi a tutte le persone che sono arrivate dal Regno Unito nelle ultime due settimane. C’è il sospetto che la variante inglese del virus possa essere già entrata in Veneto, ipotesi basata sul fatto che l’andamento della curva dei contagi veneta sarebbe simile a quella inglese. Riscontri, per ora, non ce ne sono, “ma serve il tempo necessario per sequenziare il virus”, ha detto Zaia, confidando “che tra quindici giorni siano disponibili i risultati”.
La variante inglese diffusa già da settembre in molti Paesi è arrivata anche in Italia, come ha sottolineato stamattina, in conferenza stampa col governatore per presentare il bollettino quotidiano, il virologo Giorgio Palù, presidente dell’Aifa. “Bastava sequenziare di più per trovare il virus in questa variante”, ha detto Palù, ricordando che “ci sono dati che danno indicazioni che il vaccino vale anche per la variante inglese”.
Il Veneto, però, nonostante i numeri dei contagi, è sempre stato in zona gialla. Rispondendo alle domande dei giornalisti su quello che alcuni osservatori considerano un “caso”, Francesca Russo, responsabile del dipartimento di Prevenzione della Regione Veneto, ha spiegato – riporta il gazzettino.it: “Per il sistema dei 21 indicatori per l’assegnazione delle fasce, noi come Regioni dobbiamo fornire al ministero della Salute e all’Istituto superiore di Sanità tutti i conteggi. Quindi dobbiamo monitorare i 21 indicatori, inizialmente non abbiamo caricato parte di questi dati per un problema di identificazione dello stato clinico dei pazienti. Poi abbiamo provveduto ad identificare lo stato clinico di questi soggetti e li abbiamo inviati all’Iss, c’è stato un problema informatico che ha creato questo caso in un momento di aumento forte di contagi. Quindi abbiamo provveduto a riparare a questo momentaneo calo di numeri e abbiamo recuperato”.
Ma da cosa dipende il “caso Veneto”? Com’è possibile che si sia creata questa situazione? “Noi avevamo segnalato più volte delle criticità su quella regione – è la risposta dalla Cabina di regia – ma non sono mai scattati alert per esempio sull’occupazione dei posti letto negli ospedali o nei reparti di terapia intensiva, per cui non ci sono mai stati cambi nelle fasce di rischio. E questo probabilmente ha peggiorato la condizione del virus nella regione, oggi decisamente preoccupante”.
(da “Huffingtonpost”)
argomento: denuncia | Commenta »