Giugno 1st, 2023 Riccardo Fucile
“NOI NON POTEVAMO SCAPPARE, PUTIN E’ UN CRIMINALE, HA DISTRUTTO LE NOSTRE VITE”
Borodianka è un piccolo paese di 13mila anime e poche stradine a 60 km dalla capitale ucraina. È in una posizione strategica perché si trova sull’arteria principale percorsa dall’esercito russo che dalla Bielorussa tentò di raggiungere Kyiv alla fine del febbraio del 2022. In quest’area passò la fila lunga 64 chilometri di carrarmati russi che occupò l’area del distretto di Bucha con l’intento di accerchiare la capitale in tre giorni e sostiuire il governo ucraino. Ma proprio in quest’area l’esercito russo rimase bloccato e fu costretto a ritirarsi per motivi su cui gli analisti stanno ancora dibattendo.
Bucha, Irpin, Hostomel, sono i paesi che hanno sofferto un vero e proprio massacro di civili. Secondo le autorità locali, nella sola Bucha furono ritrovati 458 corpi uccisi. Come documentato da numerose investigazioni giornalistiche e da organizzazioni umanitarie, nella ritirata i militari russi commisero atrocità di tutti i tipi sui civili. Anche per questo motivo la città di Bucha è diventata un simbolo di questa guerra ed è meta di molti capi di Stato che visitano il paese, ma anche la destinataria di molti fondi per la ricostruzione, provenienti dall’Europa e anche dall’Italia. Oggi a più di un anno dall’invasione su larga scala dell’Ucraina, la città di Bucha appare quasi interamente ricostruita, ma basta spingersi pochi chilometri più a nord per vedere uno scenario completamente diverso.
Il paese di Borodianka, infatti, è stato colpito duramente dai bombardamenti. La polizia locale riferì di aver trovato 300 corpi nelle macerie. Durante la ritirata dell’esercito russo, secondo le autorità locali, circa il 90 per cento della popolazione fuggì dalle proprie case e solo poche centinaia di persone rimasero nel paese. Tra queste alcune babushke, signore troppo anziane per scappare, che rappresentano la memoria storica di questi luoghi.
“I giovani possono scappare, ma io no – ci racconta un’anziana signora che vive tra i palazzi ridotti in macerie di Borodianka – ho 60 anni, tutti se ne sono adati, ma noi non facevamo in tempo a fuggire e ci siamo nascosti nelle cantine, è molto difficile ricordare quello che è successo, sto piangendo perché ho paura, che razza di gente è questa?”.
Pochi isolati più avanti un’altra signora è seduta su una panchina sotto la sua casa bombardata. “Ero nel mio appartamento al secondo piano e sento il rombo di questo aereo e vedo una bomba cadere sulla nostra casa, la finestra della cucina va in frantumi, mi sono piegata e per questo le schegge della finestra mi passano sopra senza colpirmi. Il frigorifero, il tavolo, e tutto il resto vola via in un’onda esplosiva”. Il palazzo dove vive questa signora è stato sventrato a metà lasciando intravedere l’interno delle case ancora intatto. “È impossibile spiegare a parole l’orrore che abbiamo vissuto, gli aerei volavano bassi e sganciavano bombe sopra le nostre case, abbiamo messo la nonna di 95 anni nella vasca da bagno e io e mio figlio abbiamo vissuto come si poteva, non c’era acqua, elettricità, niente”. Mentre la signora parla le sue nipotine giocano in mezzo ai palazzi sventrati, tra le macerie ancora pericolanti dei palazzi. “È molto spaventoso per i bambini, è stata la mia nipotina a dirmi durante i bombardamenti ‘Nonna apri la bocca, chiudi le orecchie e respira’, è spaventoso vedere come un bambino alla sua età sa già cosa fare e come nascondersi quando volano le bombe. Odio questa Russia, Putin è un vero fascista”.
Pochi chilometri più a Nord, nelle campagne tra Volytsya e Zahal’tsi, in mezzo a scheletri di casette basse distrutte e bruciate di cui adesso rimangono soltanto macerie di mattoni, un’altra anziana signora è intenta a zappare il suo piccolo orto. “Molte case sono bruciate – ci racconta – quando vengo qui io mi siedo e piango, avevamo tutto e adesso non abbiamo niente. Dicono che ci hanno liberati, ecco, questo è il modo in cui ci hanno liberati”.
(da Fanpage)
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Giugno 1st, 2023 Riccardo Fucile
SI INDAGA PURE SU JULIA R., UNA 46ENNE RUSSA CON CITTADINANZA ITALIANA, CHE HA CURATO PER I CONIUGI USS L’ACQUISTO DEL VILLINO DI BASIGLIO PAGATO 1,4 MILIONI DI EURO,,, NEL MIRINO ANCHE UN’ALTRA CITTADINA RUSSA CHE FUNGEREBBE DA PRESTANOME DI USS, TALE EVGENEVNA ORLOVA LYUBOV
Per l’indagine della Procura di Milano sulla fuga dagli arresti domiciliari del quarantenne cittadino russo Artem Uss ieri è stata una giornata cruciale. Infatti, in vista di una riunione di coordinamento, è sbarcato in Lombardia un team di investigatori del Federal bureau of investigation (Fbi) con al seguito sedicenti uomini del corpo consolare (non è escluso che fossero agenti della Cia). In tutto sei persone che sono state accompagnate da investigatori dei carabinieri e della Guardia di finanza negli uffici giudiziari del capoluogo meneghino.
La giornata è trascorsa tra riunioni in cui, però, non sembrano essere stati fatti passi definitivi per chiarire i misteri legati all’allontanamento dall’Italia di Uss. Per la rocambolesca evasione, avvenuta la sera del 22 marzo, sono state utilizzate diverse auto e, sembra, anche un jet privato.
Come avevamo svelato ad aprile, a «esfiltrare» Uss dalla Lombardia attraverso la Slovenia è stato un commando di malavitosi di origine balcanica, tre serbi e un serbo-bosniaco. Due di loro sono padre e figlio e sono tutti segnalati per reati contro il patrimonio. Il quartetto è da anni residente in Italia. Uss, invece, era entrato nel nostro Paese, con un permesso d’ingresso rilasciato il 18 marzo 2022, la moglie, Maria Yagodina, classe 1990, con uno datato 28 giugno 2019 (e con scadenza nel 2024).
Il faccendiere, sospettato di essere una spia russa, negli Usa è accusato di riciclaggio, frode finanziaria e di contrabbando di petrolio (dal Venezuela a Cina e Russia) e di tecnologie militari (dagli Usa alla Russia) e a ottobre era stato arrestato su richiesta di Washington. Poi era stato trasferito agli arresti domiciliari in una villetta a Basiglio nel Milanese e sottoposto al braccialetto elettronico. A marzo la fuga che tanto ha infastidito le autorità americane, che a ottobre avevano già rimarcato con il nostro ministero della Giustizia come negli ultimi tre anni fossero sfuggiti ai controlli sei detenuti in attesa di estradizione.
L’attenzione degli inquirenti è concentrata non solo sui quattro serbi, ma anche su altri personaggi che hanno ruotato intorno alla figura di Uss. Per esempio non è passato inosservato il ruolo di Julia R., quarantaseienne cittadina russa, su cui sono in corso approfondimenti.
La donna ha partecipato in qualità di procuratrice speciale al rogito con cui i coniugi Uss, il 24 giugno del 2022, pochi mesi prima dell’arresto di Artem, hanno acquistato dalla società Residenze Vione il villino di Basiglio (11 vani e 242 metri quadrati, porzione di un prestigioso complesso edilizio ricavato in una storica cascina), al prezzo di 1,4 milioni. Circa 1,3 milioni sono stati saldati con tre bonifici provenienti dalla Bank of Cyprus e i restanti 82.000 euro sono arrivati da un’agenzia del Liechtenstein della Bendura bank.
Nel rogito è precisato che Julia R. «nella sua predetta qualità dichiara che il pagamento dell’intero prezzo è stato effettuato dal signor Artem Uss a titolo di liberalità indiretta a favore del coniuge Maria Yagodina e pertanto esente da imposta di donazione».
Marito e moglie avevano fatto mettere per iscritto di voler stabilire la propria residenza a Basiglio entro 18 mesi dalla data del rogito. Una scelta che consentiva di pagare meno tasse sull’acquisto.
Julia R. risulta residente a Mosca, ma anche cittadina italiana iscritta all’Aire. La donna è stata più volte controllata in partenza per la Russia in vari aeroporti italiani (soprattutto lombardi) ed è stata citata come testimone nell’inchiesta. Dal 2011 è rappresentante legale di una Srl con domicilio fiscale a Milano che si occupa di «attività di organizzazioni e organismi extraterritoriali».
Gli investigatori hanno messo nel mirino anche un’altra cittadina russa che fungerebbe da prestanome di Uss, tale Evgenevna Orlova Lyubov. Ad aprile il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti ha firmato un decreto di congelamento di beni e fondi in territorio italiano riconducibili al quarantenne russo. Sono stati così bloccati oltre all’abitazione a un garage a Basiglio, il 40,11% della Luxury Sardinia Srl, quota detenuta dalla Orlova e da una società cipriota, la Dunegenes trading limited, e più di 160.000 euro di fondi detenuti presso il Banco di Sardegna, su un conto intestato sempre alla Orlova, la quale, però, dichiarerebbe redditi annuali non superiori ai 25.000 euro.
La Luxury Sardinia possiede un hotel quattro stelle a Porto San Paolo, una struttura affacciata sul mare della Costa dorata, in provincia di Sassari. La Dugenes risulterebbe nella disponibilità di un trust i cui beneficiari effettivi sarebbero i fratelli Artem e Aleksandra Uss. La Orlova, come detto, non avrebbe una capacità reddituale tale da giustificare gli investimenti a lei riferiti.
La Luxury sardinia Srl sarebbe stata utilizzata da Uss per effettuare operazioni finanziarie sospette, che, secondo gli investigatori, svelerebbero il tentativo di trasferire in Svizzera, attraverso una triangolazione con l’Italia, fondi russi. Movimentazioni particolarmente sensibili se si considera che Uss è accusato di evasione delle sanzioni e riciclaggio. Artem è figlio di Aleksandr, membro del Consiglio di amministrazione di Rosneft ed ex governatore della ricca regione di Krasnoyarsk. Pure lui è sottoposto a sanzioni da parte di Stati uniti, Canada, Regno unito, Australia, Nuova Zelanda ed Ucraina.
(da La Verità)
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Giugno 1st, 2023 Riccardo Fucile
QUESTO PROVOCA ANCHE UNA “MIGRAZIONE” VERSO QUARTIERI PERIFERICI O CITTA’ DELL’HINTERLAND PER NON PAGARE CIFRE FOLLI
Gli studenti fuorisede che cercano casa vengono regolarmente spennati. Già dagli anni ’70 gli affittacamere di città universitarie come Milano, Bologna, Roma, facevano affari d’oro. Da almeno un decennio nei centri storici delle città d’arte anche per i residenti è diventato quasi impossibile trovare un appartamento in affitto, e vengono espulsi verso le periferie.
Il motivo è soprattutto uno: i proprietari preferiscono affittare a breve ai turisti. Un fenomeno inizialmente marginale, ma che nel giro di pochi anni ha stravolto le nostre città. Il mercato degli affitti brevi è tra i settori del turismo più in crescita: ogni turista/inquilino può prendere la casa in locazione al massimo per 30 giorni.
Il vantaggio per i proprietari è evidente: un maggiore incasso su base mensile e senza i vincoli di un contratto tradizionale (per esempio l’affittuario moroso o che alla scadenza non vuole lasciare l’appartamento), pur restando a loro carico i costi delle utenze e la tassa sui rifiuti. Se nel 2011 gli annunci extra-alberghieri non superavano le 20 mila unità, nel 2023 sono saliti a 700 mila, per un fatturato che si aggira sui 10-11 miliardi di euro. In questo mercato l’Italia è la terza piazza, dopo Stati Uniti e Francia.
Nelle città turistiche il gestore di appartamenti è tenuto a far pagare la tassa di soggiorno agli ospiti e deve comunicare alla questura competente i dati degli affittuari. I privati che amministrano fino a quattro appartamenti (dal quinto in poi l’attività diventa imprenditoriale e segue il regime d’impresa) possono usufruire del regime della cedolare secca e tutti, piattaforme e gestori professionali, devono applicare una ritenuta d’acconto del 21%.
Fino ad oggi Airbnb, la principale piattaforma online con oltre 400 mila annunci per l’Italia, si è sempre rifiutata di trattenere l’imposta perché la società ha la residenza fiscale all’estero. Ora la questione è sul tavolo del Consiglio di Stato. Per quel che riguarda i privati a marzo scorso, durante un’audizione in Senato, Federalberghi, che da anni accusa le piattaforme digitali di concorrenza sleale, ha denunciato come lo Stato nel 2022 abbia recuperato dalla cedolare secca sugli affitti brevi appena 80 milioni di euro.
Secondo Marco Celani, presidente del Centro Studi Aigab che raccoglie i principali gestori professionali del settore, già oggi le finanze pubbliche dovrebbero essere in grado di raccogliere circa 1 miliardo di euro dalla cedolare secca.
Il caso più eclatante è quello di Roma che dal 2014 al 2019 ha visto la popolazione residente crollare nelle zone del centro storico (-35,8%) e di Trastevere (-43,1%), dove si concentra la maggioranza delle abitazioni in affitto breve, e crescere in periferia (Mezzocammino +19,6%, Ponte Galeria +16% e Castelluccia +10,1%).
Secondo i dati di AirDNA, sito che monitora questo tipo di mercato, nel mese di aprile 2023 le abitazioni disponibili a Milano erano 17.319, il 63% affittate ad un prezzo medio di 180 euro a notte. A Roma erano 19.777, di cui l’88% a un prezzo medio di 190 euro.
A Firenze l’87% degli appartamenti viaggia a 192 euro a notte; a Napoli il 77% a 120 euro; a Torino il 65% a 98 euro; a Bologna il 75% a 128 euro: a Verona il 67% a 163 euro. Venezia resta la città più costosa: con 7.203 abitazioni disponibili, occupate l’83%, mediamente 212 euro a notte. In tutte le città i prezzi sono aumentati almeno del 30% rispetto al 2019 con punte del 50% a Venezia e Roma e del 60% a Firenze e a Napoli.
La responsabile del Turismo Daniela Santanché ha annunciato che nei prossimi giorni presenterà al Consiglio dei ministri un disegno di legge per regolamentare questo settore. La bozza del Ddl va incontro alle principali richieste di Federalberghi e prevede un minimo di 2 notti di permanenza nei Comuni turistici.
Non è previsto né un tetto massimo di giorni di affitto all’anno né una limitazione di posti letto in rapporto al numero dei residenti nei vari quartieri come chiedono i sindaci. Verrà introdotto però un codice identificativo nazionale per ogni abitazione (esisteva già, ma era su base regionale e non c’erano controlli). Questo per evitare il nero. In caso di non applicazione che multe rischiano i proprietari? Da 500 a 5 mila euro.
(da Il Corriere della Sera)
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Giugno 1st, 2023 Riccardo Fucile
I SANTORO SONO LA CUCCAGNA DEI REAZIONARI
Ha ragione Aldo Grasso: il Michele Santoro che a «Di martedì» sprizzava livore da tutti i pori contro Fazio e Annunziata mette una certa tristezza. E spiega una delle ragioni per cui in Italia la destra è più solida della sinistra. Immagino che nemmeno Vittorio Feltri, Belpietro e Sallusti si amino alla follia, però non li sentirete mai parlare male l’uno dell’altro in tv. E Matteo Salvini sopporta la Meloni ancor meno della Littizzetto, ma si guarda bene dallo spernacchiarla in uno dei suoi tweet adolescenziali.
La sinistra, politica e giornalistica, si divide invece tra massimalisti e riformisti, con i primi che considerano i secondi i veri nemici da abbattere. Conte e i suoi suggeritori mediatici detestano molto più il Pd di Fratelli d’Italia. E neppure il particolare che Fazio e Annunziata siano nel mirino polemico della stampa di destra induce quelli come Santoro a sospendere per un attimo le ostilità ed esprimere un minimo di solidarietà nei loro confronti. Anzi, sembrano quasi seccati, i massimalisti, che qualcuno osi scippare loro la palma di unici martiri autorizzati di qualunque regime filoamericano e capitalista.
I Santoro sono la cuccagna della destra, che li usa per dividere lo schieramento avversario e batterlo separatamente. È una storia che si ripete immutabile nei secoli: chi si sente in missione per conto della Rivoluzione finisce sempre per aiutare la conservazione e talvolta per propiziare la reazione.
(da il Corriere della Sera)
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Giugno 1st, 2023 Riccardo Fucile
LA REVISIONE DEL REDDITO DI CITTADINANZA HA ANNULLATO GLI EFFETTI POSITIVI DEL TAGLIO DEL CUNEO E DEGLI AIUTI IN BOLLETTA.. VANTAGGI SOLO AD AUTONOMI E CETI BENESTANTI
Non è un governo per poveri. Lo dice ora anche Bankitalia e lo rende visibile in un grafico spiazzante. Le misure di sostegno alle famiglie con i redditi più bassi, quelle più impattate dall’alta inflazione e dal lavoro precario, varate dalla prima manovra di bilancio dell’esecutivo Meloni, sono state vanificate dalla stretta sul Reddito di cittadinanza. Da una parte il governo ha erogato aiuti per 4,8 miliardi per il 2023, con un vantaggio medio annuo di 193 euro a nucleo: taglio del cuneo, bonus bollette, assegno unico maggiorato per figli. Dall’altra però ha fermato il Reddito dopo sette mesi per una parte dei percettori, annullando l’effetto degli altri benefici.
Nuovo Reddito bocciato
Un’analisi impietosa, destinata solo a peggiorare. Perché non tiene conto della riforma del Reddito in vigore dal 2024 che taglierà ancora la platea – calcola Bankitalia – del 40% tra le famiglie italiane e del 66% tra quelle straniere. Ottenendo un risparmio da 1,8 miliardi all’anno per il prossimo biennio, con la spesa che scende da 8,8 a 7 miliardi. Ma senza realmente distinguere tra chi è occupabile o meno. Anzi, “entrambi i gruppi presentano livelli di istruzione mediamente bassi”, scrive Bankitalia. E non si prefigura “una probabilità di reinserimento occupazionale significativamente migliore” del gruppo destinato all’indennità da 350 euro al mese, non ripetibile, per i soli mesi in cui seguirà un corso di formazione
Il primo scaglione dell’Irpef
La doccia fredda di Via Nazionale arriva all’indomani di un’altra vaga promessa ad effetto sciorinata dalla premier Meloni ai sindacati, nell’incontro a Palazzo Chigi di martedì: l’ampliamento del primo scaglione dell’Irpef, quello tassato al 23% fino a 15 mila euro di reddito, per “includere quanti più lavoratori possibili”. Ipotesi nuova, non prevista nella delega fiscale in discussione in Parlamento.
Non è analizzata dagli economisti di Palazzo Koch, ma anche qui, calcoli alla mano, si tratta di un piccolo beneficio per un grande esborso, visto l’alto numero dei beneficiari. Se la soglia del primo scaglione salisse, ad esempio, da 15 a 20 mila euro, il guadagno annuo per 5,4 milioni di contribuenti dal taglio dell’aliquota (dal 25 al 23%) sarebbe di appena 37 euro in media all’anno, 3 euro al mese. Di 100 euro annui per quelli sopra i 20 mila euro di reddito, altri 19 milioni di contribuenti. Costo per lo Stato: oltre 2 miliardi.
Il governo non sembra avere un disegno chiaro di politica fiscale e dei suoi impatti redistributivi su quelli che stanno peggio. Non si capisce poi come questa nuova idea possa conciliarsi con la riduzione da quattro a tre delle aliquote Irpef. E con il costoso taglio del cuneo contributivo da rendere strutturale nel 2024.
Il cortocircuito degli aiuti
Il grafico di Bankitalia sugli aiuti vanificati dalle strette conferma anche un altro paradosso delle misure del governo. Mentre le prime due fasce di reddito – le famiglie più povere – subiscono l’effetto boomerang della doppia mano (una dà e l’altra prende), le ultime due più ricche registrano un altro cortocircuito. I pensionati sono molto penalizzati dal taglio della rivalutazione degli assegni all’inflazione. Mentre le partite Iva, la cui flat tax è stata allargata da 65 mila a 85 mila euro, godono di super benefici.
Bankitalia la definisce “disparità di trattamento” tra contribuenti. Il reddito delle famiglie dei lavoratori autonomi quest’anno “cresce in media il doppio di quello delle famiglie dei dipendenti: +1,5 contro +0,8%”. Mentre “si riduce quello dei nuclei che vivono per lo più di assistenza (-0,8%) e delle famiglie dei pensionati (-0,2%). Ne risente “l’equità orizzontale“.
Contrattini e precarietà
Bankitalia smonta poi anche un’altra narrazione governativa. I beneficiari del Reddito di cittadinanza non stanno diminuendo per la stretta normativa introdotta da Palazzo Chigi. Ma per via della “fase ciclica positiva”, ovvero per l’economia che va bene e offre più posti di lavoro. Il fenomeno è iniziato l’anno scorso, quando le famiglie col Reddito sono scese del 4,6% a 1,7 milioni. E “il calo prosegue nei primi mesi del 2023”.
Anzi Bankitalia fa notare che il reddito delle famiglie italiane l’anno scorso è aumentato – in termini nominali, perché l’inflazione l’ha falcidiato, portandolo sotto al livello 2019 – proprio grazie alle famiglie più povere che hanno incrementato il numero dei componenti che si sono trovati un lavoro, vero ammortizzatore sociale. In realtà un lavoretto, soprattutto nei servizi “a basso valore aggiunto” e nelle costruzioni.
La precarietà in Italia non è sana flessibilità. Lo ripete ancora una volta il governatore Ignazio Visco: “In molti casi il lavoro a termine si associa a condizioni di precarietà molto prolungate. La quota di giovani che dopo 5 anni ancora si trova in condizioni di impiego a tempo determinato resta prossima al 20%“. Eppure il governo Meloni estende l’uso dei voucher, rende più facile l’uso dei contratti a tempo senza causale. E chiude, senza se e senza ma, al salario minimo. Non è un governo per poveri. E neppure per lavoratori stabili.
(da La Repubblica)
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Giugno 1st, 2023 Riccardo Fucile
“GLI ELETTORI DI SINISTRA SONO SCOGLIONATI, VUOI FARTI VEDERE UNITO SU DUE-TRE TEMI?”
Insiste Pierluigi Bersani sulla necessità urgente di costruire un’alternativa al centrodestra prima che gli elettori di sinistra si allontanino più di quanto non abbiano dimostrato alle ultime Comunali, da cui il Pd e il M5s sono usciti sonoramente sconfitti. Ospite a Otto e mezzo su La7, l’ex segretario del Pd spiega: «La destra ha un governo e una coalizione, due cose che attraggono gli elettori. Il Pd e gli altri partiti hanno un’opposizione da fare e mostrare che è in costruzione una possibile alternativa, perché sennò gli elettori di centrosinistra sono demotivati, che siano elettori dem, dei Cinquestelle o altri».
Sul termine «campo largo» Bersani dice secco che «non significa niente», perché quel che serve è innanzitutto dimostrarsi uniti almeno su alcuni principi fondamentali: «Vuoi fare vedere che la gente di sinistra non è scomparsa? – dice Bersani parlando idealmente ai dirigenti dem e Cinque stelle – È solo scoglionata per ora, scusate il termine». Bersani aggiunge: «Vuoi far vedere che su due o tre temi come giustizia, sanità e fisco sei presente? Vogliamo farci vedere insieme su un palco non a parlare di alleanze ma di problemi che interessano alle persone?».
«Fuori dal mondo prendersela con Schlein»
Anche Bersani difende Elly Schlein sotto accusa dopo i risultati delle Comunali e le solite discussioni interne tra le correnti dem: «Dopo 10 anni di disaventure del Pd prendersela con una che è lì da due mesi con giudizi sprezzanti e ingenerosi è secondo me fuori dal mondo. Schlein rischia come si rischia quando non si prende abbastanza iniziativa. Bisogna che faccia una discussione politica a fondo sia nel partito che con le altre opposizioni per portarli al corpo grosso dei problemi che ha la gente oggi, dall’inflazione al fisco. Tre o quattro cose e su queste organizzare il partito, far campagna e cercare di costruirci attorno qualcosa di visibile con le opposizioni».
(da agenzie)
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Giugno 1st, 2023 Riccardo Fucile
A QUANDO UNA MEDAGLIA ALLA FECCIA CHE TRADISCE L’ITALIA, FACENDO PAGARE LE TASSE SOLO AGLI ONESTI?
Meno sanzioni per le imprese che saranno escluse dal nuovo concordato preventivo biennale perché colpevoli di aver frodato l’erario. Azzeramento degli interessi per chi evade il Fisco e – scoperto – aderisce all’accertamento o firma una conciliazione.
E pure un allargamento del condono penale previsto nel decreto Bollette anche ai casi di dichiarazioni fraudolente tramite uso di fatture.
Oltre al già annunciato addio al superbollo e all’abolizione della tassa sulle transazioni finanziarie, sono questi i principali obiettivi degli emendamenti al disegno di legge delega per la riforma fiscale presentati dai deputati di maggioranza nelle stesse ore in cui la premier Giorgia Meloni, da Catania, sosteneva che la lotta all’evasione nei confronti dei piccoli commercianti è “pizzo di Stato”. Il segnale politico è il solito: si rende più conveniente l’infedeltà fiscale e si depenalizzano i reati.
Gli interventi più muscolari riguardano gli articoli su accertamenti, riscossione e sanzioni. Noi moderati, con un emendamento a prima firma del leader Maurizio Lupi, va a modificare la norma della delega sul “riordino del sistema sanzionatorio in materia di accisa e di altre imposte indirette”. A questo vuole aggiungere una modifica che riguarda un caso specifico: si chiede di applicare la revisione delle sanzioni anche a due casi previsti dal Testo Unico dei Reati Tributari (74/2000). Il primo è l’articolo 8 – che riguarda l’emissione di fatture per operazioni inesistenti – su cui il testo di Lupi non specifica come vuole intervenire. Il secondo è il 2, la dichiarazione fraudolenta tramite uso di fatture per evadere l’Iva. In questo caso si chiede di prevedere “una esimente nel caso in cui l’erario non abbia patito danni e sia stata versata, da parte del contribuente, l’imposta”. Insomma, viene esteso il condono già previsto per l’omesso versamento. Due esperti di diritto penale e tributario contattati dal Fatto confermano la ratio della norma che però va incontro a due problemi: non si può inserire una disposizione che riguarda un reato così specifico nelle premesse dei criteri della delega e non si capisce il raccordo tra l’articolo 8 (il reato di fatture inesistenti) e l’articolo 2 (le dichiarazioni fraudolente). “Al netto degli errori di scrittura del testo, il principio che vogliamo stabilire è che per gli errori formali di fatturazione non si procede penalmente – spiega Lupi al Fatto – l’importante è che non ci sia danno per l’erario. Ma questa è la nostra idea di patto fiscale col contribuente”. Il problema è che non esistono gli errori formali nella falsa fatturazione.
Lo stesso Lupi chiede poi che i condannati in primo grado per violazioni tributarie possano continuare a partecipare alle gare d’appalto: se la proposta passerà, il governo dovrà prevedere che per essere esclusi dalla contrattazione con la P.A. sia necessaria una sentenza d’appello. Un passo in più rispetto al nuovo Codice appalti, in base al quale basta una condanna non definitiva.
Un emendamento a prima firma Congedo (FdI) vorrebbe invece tagliare a un diciottesimo del minimo le sanzioni a carico di chi è già a giudizio per una controversia fiscale e fa un accordo conciliativo. In pratica si renderebbe permanente uno dei condoni infilati nella legge di Bilancio, concedendo per di più l’azzeramento degli interessi.
Tra le richieste più provocatorie si segnala quella dei leghisti Giulio Centemero, Laura Cavandoli e Alberto Bagnai a favore dei contribuenti che, dopo essersi accordati con le Entrate su una base imponibile valida per due anni, commettono violazioni fiscali non lievi e dunque decadono dal concordato preventivo. Secondo il Carroccio, se le violazioni non riguardano l’Iva dovrebbero godere di sanzioni ridotte. Un’ipotesi in contrasto con le dichiarazioni del viceministro con Maurizio Leo, secondo cui il nuovo istituto del concordato biennale favorirà l’emersione di imponibile e non si tradurrà mai in un condono preventivo.
Centemero&C. propongono anche la soppressione della Tobin tax, l’imposta sulle transazioni finanziarie, o almeno l’esenzione per le compravendite di azioni di società con capitalizzazione sotto il miliardo. E aggiungono la richiesta di escludere dall’Iva le operazioni su derivati. I meloniani capeggiati da De Bertoldi si accodano poi alle promesse di Matteo Salvini e chiedono, come la Lega, di eliminare l’addizionale sulla tassa che si applica a Suv e auto di lusso o sportive. “Sono proposte che esasperano ulteriormente le iniquità del testo governativo”, commenta Mikhail Maslennikov, policy advisor di Oxfam. “Nel caso del superbollo o della tassa sulle transazioni finanziarie, si tratta di vere e proprie regalie ai cittadini più facoltosi”.
Le opposizioni cercano di far muro con proposte che vanno dall’aliquota continua nel segno della massima progressività alla limitazione dell’accesso alle rateizzazioni ai contribuenti in oggettiva difficoltà economica. Passando per l’istituzione (proposta M5S) di un “6 per mille Irpef per la pace”. Difficilmente passeranno.
(da Il Fatto Quotidiano)
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Giugno 1st, 2023 Riccardo Fucile
LO SKIPPER, CLAUDIO CARMINATI, È UN CONTATTO FIDATO DEGLI 007, COSÌ COME LA MOGLIE, LA RUSSA ANNA BOZHKOVA, CHE PROBABILMENTE SERVIVA COME TRADUTTRICE. IN QUELLA ZONA CONTINUANO AD ARRIVARE OLIGARCHI RUSSI, ANCHE VICINI A PUTIN
Nella mattinata di domenica, i 21 agenti segreti, donne e uomini sia italiani dell’Aise sia israeliani del Mossad scesi da una barca, una «casa galleggiante» immatricolata in Slovenia, e approdati sull’isola dei Pescatori, nel lago Maggiore, avevano abbigliamento casual: sneakers, jeans, magliette oppure polo.
Vestiti compatibili con un pranzo, consumato nel ristorante stellato «Il Verbano», nell’ambito di una gita di fine missione, oppure indossati per simulare d’essere turisti e quindi una tattica parte integrante della missione stessa. Quale? Un numero così alto di operativi forse si sposa a fatica con attività di intelligence. A meno che il ristorante non fosse una base di partenza per esplorazioni da infiltrati.
Nel gruppo c’era lo skipper, Claudio Carminati, indagato per la successiva strage: il 60enne è un prezioso e fidato contatto dei Servizi per la logistica, sicché la sua presenza non era affatto anomala. Alla pari della moglie Anna Bozhkova, 50 anni, una delle vittime insieme agli agenti Tiziana Barnobi e Claudio Alonzi, 53 e 62 anni, e all’ex Mossad Shimoni Erez, anch’egli di 53 anni (ieri i suoi funerali con l’ordine dei vertici di enfatizzare mediaticamente la cerimonia).
Anna, la quale godeva di un permesso di soggiorno a tempo illimitato e non sapeva nuotare, era russa. Pertanto funzionale a ipotetiche traduzioni. Qui, sul litorale piemontese del lago, nell’area di Verbania, da inizio anno sono aumentati in misura esponenziale gli arrivi di «pesanti» personaggi russi.
Miliardari, anche della cerchia putiniana, focalizzati sulla riqualificazione e l’apertura di hotel. Strutture a 7 stelle (a Pallanza), non lontano dalla magnifica villa acquistata e rifatta con massicce spese da un altro russo d’improvviso sparito. Da un giorno all’altro. Dove sia, lo si ignora. Il divieto dallo scoppio della guerra in Ucraina di esportare capitali dalla Russia viene aggirato con facilità grazie ai depositi in Svizzera, con società straniere di amici oppure grazie a mogli e amanti che atterrano a Malpensa e girano sulle macchine con conducente. Specie verso le banche di Lugano.
Questo stesso litorale, inoltre, è per antonomasia quello degli ebrei ortodossi, che dispongono di ville storiche dove inscenano elitarie feste con ospiti americani. Un incrocio di gente, interessi, denaro. Forse i Servizi seguivano una persona in particolare e i flussi dei suoi soldi?
Una squadra di 21 agenti segreti nasce dall’esigenza di sviluppare molteplici azioni: sopralluoghi, pedinamenti, installazione di cimici, incursioni. E manovre di spionaggio industriale: gli israeliani avrebbero interessi nel monitorare i contatti tra le ditte italiane e iraniane impegnate a trattare i componenti civili dei droni usati proprio nella guerra.
Una volta avvenuta la disgrazia in acqua, l’intelligence ha attivato un’«esfiltrazione», il recupero del personale impedendo le identificazioni. Ma nulla ormai può contro il fisiologico innesco del contro-spionaggio che cercherà di scoprire cosa i Servizi stessero inseguendo e magari han trovato.
(da Il Corriere della Sera)
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Giugno 1st, 2023 Riccardo Fucile
LA TESI DI UN VERTICE TRA ITALIA E ISRAELE
Dietro il naufragio degli 007 sul Lago Maggiore potrebbe esserci lo spionaggio sui magnati russi. Mentre anche lo skipper Claudio Carminati, indagato per la strage, sarebbe legato ai servizi segreti.
Intanto l’agenzia di stampa Agi scrive che sui quattro cadaveri non verranno svolte le autopsie. Perché il medico legale ha già accertato la morte per annegamento. E nessuno dei corpi presenterebbe lesioni non compatibili con la ricostruzione. Quindi la procura ha deciso di soprassedere. L’ipotesi di un vertice tra 007 italiani e israeliani prima della gita quindi ora è più sfumata. Nel naufragio sono morti la moglie dello skipper Anna Bozhkova, 50 anni, una delle vittime insieme agli agenti Tiziana Barnobi e Claudio Alonzi, 53 e 62 anni, e all’ex Mossad Shimoni Erez, anch’egli di 53 anni.
La cittadina russa
Il Corriere della Sera ipotizza che proprio la russa Bozhkova poteva essere utile come traduttrice. La donna aveva un permesso di soggiorno illimitato e non sapeva nuotare. A lei era però intestata la società “Love Boat srl” che gestiva la nave, chiamata anche “Good…uria”. L’azienda aveva sede nella villetta ai margini di Sesto Calende (Varese) dove la donna aveva lavorato fino al 2016 come badante e dove aveva stabilito la sua residenza. Il capitale sociale è di 500 euro: 25 euro sono stati messi da Carminati e il resto da Bozhkova, che era anche amministratrice. La società è iscritta al Registro delle Imprese dallo scorso aprile. L’attività è «boat and breakfast, organizzazione di escursioni, somministrazione al pubblico di alimenti e bevande». Il sito internet è inattivo da lunedì. Secondo la ricostruzione del quotidiano nell’area di Verbania da inizio anno sono aumentati gli arrivi dei russi.
Gli oligarchi da controllare
Il divieto di esportare capitali dalla Russia viene aggirato attraverso la Svizzera. E così in zona c’è chi ha comprato ville, chi ha riqualificato aree e acquistato hotel. I servizi segreti italiani si sarebbero mossi proprio per questo. In questo litorale poi per anni sono stati avvistati ebrei ortodossi. Che vivono in ville storiche dove fanno feste con ospiti americani. La domanda è: gli 007 si stavano interessando a qualcuno in particolare? Il quotidiano ipotizza anche lo spionaggio industriale: gli israeliani potrebbero avere interesse a monitorare i contatti tra ditte italiane e iraniane. Per trattare i componenti dei droni usati nella guerra.
(da Open)
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