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ELLY STRIZZA L’OCCHIO A CARLO CALENDA PER CREARE UN “CAMPO ALLARGATO” CHE VADA DA CONTE AL CHURCHILL DEI PARIOLI. DELL’INTESA NON FA PARTE RENZI

Giugno 21st, 2023 Riccardo Fucile

SE CALENDA SI TIRASSE INDIETRO RISPETTO ALL’ALLEANZA CON ITALIA VIVA ALLE EUROPEE, L’OPERAZIONE SAREBBE FATTIBILE

Elly Schlein prova a mandare in porto l’operazione che non è riuscita a Enrico Letta. Ossia quella di allargare il campo del centrosinistra a Giuseppe Conte e Carlo Calenda, tenendo fuori Matteo Renzi.
È questo l’obiettivo della segretaria del Partito democratico in vista delle prossime elezioni politiche. L’idea è quella di un campo semi largo con dentro, oltre ovviamente il Pd, Movimento 5 Stelle, rossoverdi di Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli e Azione. Ma prima di raggiungere questo traguardo Schlein punta a un passaggio intermedio, testando questa alleanza alle prossime elezioni locali.
La leader dem sa che il suo progetto è ambizioso e che gli alleati non si amano. Ma non parte da zero. Letta, prima delle politiche dello scorso anno che hanno portato alla clamorosa sconfitta del Pd, aveva istruito la pratica con Calenda ed era convinto di riuscire nell’intento, poi, all’ultimo, il leader di Azione aveva scartato e non se ne era fatto niente.
Interessante, da questo punto di vista, vedere cosa accadrà alle Europee. Il Nazareno, che segue con attenzione i movimenti dei futuribili partner di un’alleanza alternativa al centrodestra, ha concentrato tutta la sua attenzione sui lavori in corso nel Terzo polo
Perché, e questo è il non detto su cui fanno però affidamento i dirigenti dem, se alla fine Calenda si tirasse indietro rispetto all’alleanza con Italia viva alle Europee, l’operazione a cui sta lavorando Schlein sarebbe oltremodo agevolata.
Questi sono però i progetti a lungo termine della nuova dirigenza del Partito democratico. Per quanto riguarda l’immediato l’idea è quella di non «perdere di vista» il Movimento 5 Stelle. Per questa ragione Schlein è scesa in piazza con Conte sabato scorso a Roma. E sempre per questa ragione al Nazareno in queste ore si sta lavorando febbrilmente per arrivare a un’iniziativa comune (presumibilmente domani) della segretaria dem e dell’ex premier in Molise, dove si vota domenica ed entrambi sostengono alla presidenza della Regione il sindaco di Campobasso Roberto Gravina.
(da Il Corriere della Sera)

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“QUESTO È SOLO L’ANTIPASTO”: NELLA FORZA ITALIA POST-BERLUSCONIANA SI INIZIA A BALLARE

Giugno 21st, 2023 Riccardo Fucile

IL SENATORE AZZURRO LOTITO MANDA SOTTO LA MAGGIORANZA SUL DL LAVORO E RIVENDICA LA RAPPRESAGLIA… UN AVVISO ALLA MELONI SULLA LEGGE CONTRO LA PIRATERIA ONLINE (LOTITO AVREBBE CHIESTO UNA ULTERIORE STRETTA PER TUTELARE IL VALORE DEI DIRITTI TELEVISIVI)

Altroché dissimulare. Lui la rivendica, la rappresaglia. “È questo è solo l’antipasto”, dice Claudio Lotito. Lo dice entrando nell’aula della commissione Bilancio, al Senato, insieme al collega azzurro Dario Damiani. Il fattaccio si è appena consumato. La maggioranza è andata sotto. Dieci a dieci: il centrodestra non ha i numeri per far passare il pacchetto di emendamenti promossi da FdI, proprio per l’assenza della coppia di FI.
Il presidente di commissione, il meloniano Calandrini, ha fatto quel che ha potuto per prendere tempo. Qualcuno lo ha anche cercato, Lotito. Il cellulare ha squillato a vuoto. Al dunque, quindi, la conta. Maggioranza sotto. I senatori di FdI allibiti: “A questo decreto lavoriamo da un mese e mezzo, e ora rischiamo di mandare tutto al macero?”. Ed ecco che, fuori tempo massimo, Lotito e Damiani si presentano. Inutile, ormai, il loro arrivo. “Nessun caso politico, avevamo solo chiesto un rinvio dei lavori per un impegno di partito”, dice Damiani. Pare ci fosse da festeggiare il compleanno di un collega di FI. E però Lotito nasconde a stento il ghigno di chi la sa lunga. “Non è che l’antipasto”, sussurra
La rappresaglia, se davvero la battuta di Lotito va intesa come pare si debba intenderla, riguarda in verità un altro provvedimento. Quello, cioè, sul contrasto alla pirateria, in discussione sempre a Palazzo Madama. Lotito avrebbe chiesto ai massimi vertici di FdI una ulteriore stretta per combattere la proliferazione di app e software abusivi per tutelare maggiormente il valore dei diritti televisivi.
(da il Foglio)

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GIA’ È FINITA LA CUCCAGNA PER MARTA FASCINA? FUORI DA ARCORE E DA FORZA ITALIA

Giugno 21st, 2023 Riccardo Fucile

SI VOCIFERA CHE LA “MOGLIE MORGANATICA” DI SILVIO BERLUSCONI DOVRA’ LASCIARE VILLA SAN MARTINO AD ARCORE… SENZA PIU’ LA MANO DEL CAV, FALLITA L’OPA SU FORZA ITALIA, ORA LA “MUTA” DI PORTICI DOVRÀ ACCONTENTARSI DI FARE LA DEPUTATA ASSENTEISTA

Si vocifera che a Milano gli agenti immobiliari siano in subbuglio. Alcuni di loro hanno orecchiato che dal 27 giugno, giorno successivo all’apertura del testamento di Silvio Berlusconi, la “morganatica” Marta Fascina potrebbe aver bisogno di una nuova sistemazione.
Pare, infatti, che, espletate le formalità testamentarie, alla bionda parlamentare calabro-napoletana verrà indicata l’uscita di Villa San Martino, la storica residenza di Arcore in cui il Cav ha trascorso i migliori anni della sua ruggente vita.
Nessuno sa, fino in fondo, quali volontà contenga il testamento di Nonno Silvio, eppure i suoi cinque figli non temono “sorprese”. Alcune indiscrezioni, infatti, hanno ipotizzato il lascito della villa di Arcore alla bella Marta, insieme a una congrua buonuscita in denaro, ma le beghine milanese tendono a ritenere queste voci infondate.
Il destino della finta moglie del fu Cavalier Pompetta è quanto mai appeso a fili sottilissimi. Il suo ruolo all’interno della Dinasty Berlusconi sembra essere sul viale del tramonto, e anche la parabola politica di Lady Marta, in Forza Italia, ha imboccato la fase declinante.
Lo conferma l’immediato botta e risposta tra il suo braccio destro, Tullio Ferrante, che ha invocato un ruolo di primo piano nel partito per la “vedova”, e il coordinatore nazionale, Antonio Tajani, che l’ha subito rintuzzato: “Farà quello che vorrà, è una nostra parlamentare. Non ha bisogno di nessun ruolo formale”.
Come a dire: ora che Silvio non c’è più, la sua presa sul partito è un lontano ricordo. Il Ministro degli Esteri non ha dimenticato il blitz con cui Lady Marta ha tentato l’opa su Forza Italia, piazzando i suoi tre fedelissimi Fascina-boys in ruoli chiave. Forse stordita dalla vicinanza alla manina di Silvio e all’affetto di Marina, di cui ha tenuto la manina al funerale di Berlusconi, ha pensato di poter essere l’amministratore delegato del partito, per conto della famiglia.
La ritrosia del duplex Letta-Tajani, cui Marina e Piersilvio hanno delegato la gestione del partito, però, non è solo frutto di astio personale.
Tenere a bada le ambizioni della finta bionda Marta è l’unica strada per tenere unito il partito e evitare quindi fibrillazioni alla maggioranza che sostiene il governo Meloni. L’opposizione interna, guidata da Licia Ronzulli e i suoi dioscuri, Giorgio Mulè e Alessandro Cattaneo, non accetterebbe mai un ruolo di primo piano per la Fascina.
Le due signore, un tempo molto vicine (Marta “sfruttò” Licia per introdursi nelle stanze di Villa San Martino e nei gangli di Forza Italia) si detestano poco cordialmente da quando la “moglie immaginaria” del Cav è stata sguinzagliata dall’asse Marina Berlusconi-Tajani-Letta- Meloni per segare lo strapotere di “Kiss me Licia” tra gli azzurri.
Il punto di rottura si raggiunse quando Forza Italia non partecipò alla votazione per eleggere Ignazio La Russa a presidente del Senato. Scelta che costrinse il povero ‘Gnazio a cercarsi i voti tra i renziani.
Quel corto circuito (non si è mai visto un partito di maggioranza non votare un suo alleato allo scranno più alto di Palazzo Madama) rese evidente la deriva politica di Forza Italia sballottolata tra le ubbie da Marchesa del Grillo della Ronzulli e la confusione del Cav, sempre più malconcio.
Per quell’episodio, a lungo hanno masticato amaro Tajani e Gianni Letta, motivo per cui gioirono quando Marta Fascina portò a compimento il regime change nel partito.
Oggi, però, Nonno Silvio non c’è più, Licia Ronzulli è ancora capogruppo al Senato, dove il governo ha numeri traballanti, e c’è la necessità di tenere unita Forza Italia almeno fino alle elezioni europee del 2024.
In più, l’ascesa di Pier Silvio a nuovo capofamiglia mette all’angolo Marta Fascina: il secondogenito non l’ha mai accettata, tanto da disertare, a differenza della sorella Marina, il finto matrimonio celebrato a Villa Gernetto il 19 marzo 2022.
Ps. A proposito di Pier Silvio. In quanto nuovo “maschio alpha” della famiglia, ha deciso di imprimere un cambio di passo anche a Mediaset: il Biscione non sarà venduto ai francesi di Vivendi né ad altri, almeno fino alle europee.
La stessa strategia del gruppo sarà più orientata a una visione “industriale” che alla gestione personal-familiare del padre. Silvio, infatti, ha spesso anteposto le simpatie e i rapporti personali con gli artisti per la composizione dei palinsesti Mediaset: in tanti hanno ricevuto opportunità grazie ai buoni uffici e all’affetto del Cav.
Ora si cambia musica e saranno i numeri dello share a orientare le scelte.
Anche da un punto di vista politico il gruppo avrà una trasformazione: il 70% dei programmi di approfondimento avrà un orientamento filo governativo. Da qui il “demansionamento” della sinistrella “Fattoide”, Veronica Gentili, che è stata silurata dalla trasmissione politica “Controcorrente” per i bassi ascolti, e spedita alle “Iene”. Il 30% dello spazio sarà invece concesso alle opposizioni (ecco spiegato anche l’arrivo di Myrta Merlino a Rete 4).
(da Dagoreport)

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LA DIFESA DELLE COPPIE OMOGENITORIALI: LA NUOVA BATTAGLIA DELL’AVVOCATO MAURIZIO PANIZ

Giugno 21st, 2023 Riccardo Fucile

GIA’ NOTO PER ALTRI PROCESSI STORICI, E’ STATO PARLAMENTARE DI FORZA ITALIA

Cinzia e Monica sono una coppia bellunese. Sei anni fa, hanno avuto un bambino all’estero con la procreazione assistita, ma il parto è avvenuto a Feltre (frazione di Belluno).
Il lieto evento ha fatto nascere però anche una serie di controversie legali: il primo ricorso risale al 2018, contro la cancellazione del nome «intenzionale» dall’atto di nascita del piccolo registrato nel Comune di residenza. Il 30 dicembre 2020, il Tribunale di Belluno ha confermato tale procedimento. Anche la Corte d’Appello di Venezia, nell’aprile del 2021, si è espressa in modo analogo alla Procura. Adesso si attende la Cassazione: il ricorso è stato presentato lo scorso 31 maggio.
In questa lunga battaglia sono affiancate da un legale tanto determinato quanto noto alle cronache nazionali: si tratta infatti di Maurizio Paniz. Tra i suoi processi più rilevanti, spicca quello in cui ha preso le parti di Elvo Zornitta, uno degli indagati nell’inchiesta bis di Unabomber. All’attività legale ha inoltre affiancato la passione politica e calcistica: oltre a essere stato eletto deputato alla Camera la prima volta alle elezioni politiche del 2001 nel collegio di Belluno con Forza Italia (per poi fare il bis nel 2006), è infatti presidente dello Juventus Club Montecitorio.
Adesso, alla rosa dei suoi molteplici interessi sembrano essersi aggiunti i diritti civili. Sebbene rispetto alla vicenda di Cinzia e Monica non si mostri in prima battuta particolarmente ottimista: «So già che anche questa sentenza non sarà favorevole alle mie assistite», confessa in un’intervista al Corriere della Sera. «Ne sono sicuro», prosegue, citando il vuoto normativo già denunciato a Open dal legale Alexander Schuster, esperto di diritti civili e difensore dei diritti della comunità Lgtbtqia+.
E allora perché proseguire con il ricorso in tutti i gradi di giudizio? «Perché i giudici italiani avrebbero potuto rispettare le direttive comunitarie, fonti del diritto superiori alle leggi nazionali dei Paesi membri», spiega ancora Paniz.
Direzione Europa
E aggiunge: «Altrimenti, quando arriverà la sentenza della Cassazione, porterò il caso davanti alla Corte europea dei diritti dell’uomo, dove l’orientamento è completamente diverso. Il nodo centrale diventa trovare la soluzione più protettiva per il bambino». In questo caso, invece, Paniz si dice «sicuro» dell’appoggio dei giudici: «la Corte si è infatti già espressa nel senso di non compromettere i diritti dei minori, quindi il ricorso sarà accolto».
A questo punto, «l’unico problema sono i tempi lunghi di pronunciamento». Alla fine, comunque, in caso di pronunciamento favorevole alle sue assistite, «gli atti di nascita dei figli di coppie omogenitoriali registrati dai Comuni italiani resteranno in vita così come sono. Quelli in cui il genitore 2 dovesse essere cancellato saranno ripristinati, se gli interessati presenteranno ricorso».
Sarà possibile anche chiedere un risarcimento, che dovrà corrispondere lo Stato italiano «perché inadempiente rispetto alle normative europee». «Si tratterà di un ristoro più di principio che di sostanza – puntualizza il legale -, ma tutto ciò potrebbe servire ad altre coppie». In sostanza: la vicenda spianerebbe la strada ad altre coppie intenzionate a intraprendere lo stesso percorso.
(da Open)

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CESENA, L’EDUCATORE CONDIVIDE SUI SOCIAL UN BACIO GAY E LA DIOCESI CANCELLA IL CENTRO ESTIVO

Giugno 21st, 2023 Riccardo Fucile

L’IRA DEL SINDACO: “ROBA DA MEDIOEVO”… INDIGNAZIONE DELLE FAMIGLIE

Salta un centro estivo parrocchiale di Cesena perché l’educatore è omosessuale. Il caso è scoppiato dopo che il ragazzo in questione ha pubblicato sui social uno scatto che lo ritrae dare un bacio a un altro ragazzo.
«Essendo gay il giovane non è proponibile come educatore delle giovani generazioni»: questa la posizione della Diocesi, che a pochi giorni dall’apertura del Grest ha deciso di chiudere i battenti.
Un episodio che ha creato indignazione ed è stato una doccia fredda per le famiglie, che si erano organizzate in virtù del fatto che i propri figli sarebbero stati impegnati per gran parte delle giornate estive.
«Per qualsiasi cosa restiamo disponibili ma purtroppo il centro estivo non ci sarà»: così il parrocco ha liquidato le richieste di spiegazioni delle famiglie. Lo stesso prete che al giovane ha dichiarato: «Puoi sicuramente continuare a organizzare il centro estivo. Ma se così stanno le cose non potrai fare l’educatore».
Una collaboratrice del prete ha spiegato al Corriere la dinamica della decisione: «Il parroco non è qui con noi da tanto. Ciò che ha potuto fare è stato rivolgersi ai suoi superiori. Che, rispettosi delle regole, hanno detto “no” a che l’organizzatore potesse continuare a fare anche l’educatore». E ha aggiunto: «Le regole attuali sono chiare e non si può dare ai bimbi di un centro estivo l’input che avere un educatore omosessuale sia la normalità. Decisamente il parroco non poteva far altro».
Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco di Cesena, Enzo Lattuca: «Pensavo che il Medioevo fosse ormai alle nostre spalle e che episodi di discriminazione come questo, inaccettabili, fossero estranei alla nostra città. Evidentemente mi sbagliavo».
(da agenzie)

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MAMME “ILLEGITTIME” A PADOVA, LA COMMISSIONE UE AVVERTE L’ITALIA: “CHI E’ GENITORE IN UNO STATO DEVE ESSERLO ANCHE NEGLI ALTRI PAESI UE”

Giugno 21st, 2023 Riccardo Fucile

IL PORTAVOCE WIGAND RICORDA LA PROPOSTA SUI DIRITTI GENITORIALI

«Chi è genitore in uno Stato deve esserlo anche negli altri Paesi Ue».
Così il portavoce della Commissione europea Christian Wigand ha risposto stamattina a una domanda in merito all’impugnazione della procura di Padova degli atti di nascita di 33 bambini di genitori dello stesso sesso. Wigland ha richiamato la proposta della Commissione sui diritti genitoriali transfrontalieri, presentata a dicembre dello scorso anno.
La proposta prevede che il diritto delle coppie omosessuali ad avere una famiglia, se riconosciuto all’interno di una nazione europea, sia riconosciuto in tutti gli Stati membri dell’Unione.
L’obiettivo è dunque proprio quello di armonizzare le norme di diritto internazionale privato sulla genitorialità per garantire l’interesse dei bambini. Inoltre, la proposta della Commissione prevede che il riconoscimento della genitorialità sia concesso «indipendentemente dal modo in cui il minore è stato concepito o nato e indipendentemente dal tipo di famiglia del bambino».
(da agenzie)

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ABBIAMO IL NUOVO BIBITARO: FRANCESCO LOLLOBRIGIDA

Giugno 21st, 2023 Riccardo Fucile

L’ULTIMA USCITA DEL MINISTRO DELLA SOVRANITÀ ALIMENTARE: “L’ITALIA È RINOMATA PER LA SUA VARIETÀ DI PRODOTTI ALIMENTARI E BEVANDE DI ALTA QUALITÀ”. INSOMMA, VIVA IL CHINOTTO, ABBASSO LA COCA-COLA

“Saluto tutti i presenti e ringrazio il presidente Pierini per l’invito a questo evento che mi dà l’opportunità di esprimere il sostegno del Governo di Giorgia Meloni al vostro settore. Il comparto delle bevande analcoliche, con imprese di ogni dimensione, contribuisce all’economia locale e nazionale”.
Comincia così l’intervento del Ministro MASAF Francesco Lollobrigida, durante l’assemblea pubblica di Assobibe, andata in scena a Milano nella mattinata di mercoledì 21 giugno. “L’Italia – prosegue il Ministro – è rinomata per la sua varietà di prodotti alimentari e bevande di alta qualità.
Quelle analcoliche hanno pieno titolo per essere parte integrante di questo ricco patrimonio di eccellenza: sono una parte della nostra tradizione e quotidianità, perché associate ad alcuni momenti conviviali e gioiosi della nostra vita”. “L’analcolico ha e avrà un ruolo nel panorama delle scelte dei cittadini e dei ragazzi e le sue caratteristiche vanno apprezzate e non demonizzate. Anche per questo voglio ribadire l’importanza di investire nell’educazione dei giovani che vanno formati a un consumo adeguato e moderato di qualsiasi cosa. Oggi sempre più imprese del settore si dedicano alla ricerca e allo sviluppo di prodotti nuovi e di qualità, utilizzando ingredienti locali e sostenibili. Una strada che può far bene in un’ottica di promozione delle nostre eccellenze in tutto il mondo” conclude Lollobrigida.
(da Adnkronos)

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CLOCHARD UCCISO A POMIGLIANO D’ARCO, ARRESTATI DUE SEDICENNI: “AGGRESSIONE IMMOTIVATA E CRUDELE”

Giugno 21st, 2023 Riccardo Fucile

NEI VIDEO PUGNI E CALCI IN TESTA ALLA VITTIMA INERME A TERRA… IL SENZATETTO ERA BENVOLUTO DA TUTTI NEL QUARTIERE E NON DAVA FASTIDIO A NESSUNO… SUI SOCIAL DEI DUE GIOVANI CRIMINALI IMMAGINI CHE ESALTANO LA VIOLENZA

Due sedicenni sono stati fermati dai carabinieri per l’uccisione del 40enne ghanese Friederick Akwasi Adofo, il clochard massacrato di botte a Pomigliano d’Arco domenica sera. I due sono accusati dalla procura dei Minorenni di Napoli, che ha emesso il fermo, del reato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dalla crudeltà. Il pestaggio, come emerso negli scorsi giorni, era stato immortalato da alcune telecamere di videosorveglianza installate in via Principe di Piemonte. I monitor hanno ripreso due giovani avvicinarsi al 40enne per poi prenderlo a calci e pugni. Quando – lunedì mattina – l’uomo è stato rinvenuto agonizzante era ormai troppo tardi per salvargli la vita: è morto, poche ore dopo, all’ospedale di Nola.
I due sono stati identificati grazie all’incrocio con un monitoraggio sui social. I primi indizi sono stati raccolti attraverso un video acquisito nell’immediatezza del fatto, ma a dare indicazioni più precise ai militari sono stati altre immagini in cui è stato possibile vedere gli indumenti e i volti dei due aggressori: uno dei carabinieri è riuscito a individuarli e, avuto a questo punto nomi e cognomi, i carabinieri li hanno bloccati e fermati. Adesso sono entrambi a disposizione del pm Raffaella Tedesco della procura dei Minorenni.
Nel primo video, raccapricciante, si vedono due giovani avvicinarsi e prendere a pugni Akwasi Adofo: l’uomo cade a terra e i due cominciano a sferrare una serie di calci alla testa. La vittima riesce anche ad alzarsi e a fare qualche passo per poi stramazzare al suolo, lì poi dove verrà trovato moribondo dal 118. Sui loro profili social – dove sono stati pubblicati altri video di violenza, con foto di coltelli e pistole – i giovani vestono indumenti simili a quelli che avevano addosso i due aggressori del ghanese.
Adofo aveva preso la licenza media alla scuola Catullo di Pomigliano d’Arco nel 2012, quando era ospitato, insieme ad un’altra cinquantina di migranti, in un hotel in attesa di asilo politico.
Negli ultimi tempi dormiva in un sacco a pelo in via Principe di Piemonte e spesso era supportato dall’aiuto della Caritas parrocchiale, come ha ricordato il parroco della chiesa San Francesco, don Pasquale Giannino
(da agenzie)

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“NON CI SONO RISCHI NELLA RATIFICA DEL MES”: GIORGETTI SCONFESSA MELONI E SALVINI

Giugno 21st, 2023 Riccardo Fucile

IL MINISTERO DELL’ECONOMIA HA INVIATO ALLA COMMISSIONE ESTERI DELLA CAMERA UN PARERE TECNICO ESTREMAMENTE FAVOREVOLE ALLA FIRMA DELLA RIFORMA DEL FONDO SALVA STATI: “L’ATTIVAZIONE PORTEREBBE A UN MIGLIORAMENTO DEL RATING E DELLE CONDIZIONI DI FINANZIAMENTO”

“Non si rinvengono nell’accordo modifiche tali da far presumere un peggioramento del rischio legato a suddetta istituzione”. Lo si legge in una lettera del Mef, firmata dal capo di Gabinetto del ministro, inviata alla Commissione Esteri della Camera a proposito della ratifica del Trattato sul Mes, che l’ANSA ha potuto visionare.
“Inoltre, – si legge nel parere tecnico – non si ha notizia che un peggioramento del rischio del Mes sia stato evidenziato da altri soggetti quali le agenzie di rating che hanno invero confermato la più alta valutazione attribuitagli anche dopo la firma degli accordi sulla riforma”.
Ecco il testo del parere tecnico fornito dal ministero dell’Economia, rispondendo ad una lettera del presidente della commissione Esteri della Camera che aveva chiesto elementi informativi sulle due proposte di legge di ratifica del Mes (di Piero De Luca del Pd e di Luigi Marattin di Iv), “con particolare riguardo agli effetti diretti e indiretti sulle grandezze di finanza pubblica derivanti dalla ratifica dell’accordo”.
“Per quanto riguarda gli effetti diretti sulle grandezze di finanza pubblica dalla ratifica di suddetto accordo non discendono nuovi o maggiori oneri rispetto a quelli autorizzati in occasione della ratifica del trattato istitutivo del Mes del 2012. Con riferimento a eventuali effetti indiretti, in linea generale, questi appaiono di difficile valutazione.
Essi potrebbero astrattamente presentarsi qualora le modifiche apportate con l’accordo rendessero il Mes più rischioso e quindi maggiormente probabile la riduzione del capitale versato o la richiesta di pagamento delle quote non versate del capitale autorizzato. Ciò premesso non si rinvengono nell’accordo modifiche tali da far presumere un peggioramento del rischio legato a suddetta istituzione”
“Inoltre non si ha notizia che un peggioramento del rischio del Mes sia stato evidenziato da altri soggetti quali le agenzie di rating che hanno invero confermato la più alta valutazione attribuitagli anche dopo la firma degli accordi sulla riforma. In particolare l’agenzia Moody’s nel giugno 2022 ha alzato il proprio rating sul Mes portandolo al massimo (ad Aaa da Aa1), citando la riforma del Trattato fra i fattori che hanno determinato il miglioramento del rating. Inoltre le maggiori agenzie di rating che stimano la rischiosità di un emittente (S&P, Fitch e appunto Moody,s), al momento conferiscono al Mes la tripla A o valutazione equivalente”.
“Inoltre relativamente agli effetti indiretti sulle grandezze di finanza pubblica derivanti dalla sola ratifica dell’accordo, sulla base di riscontri avuti da analisti e operatori di mercato, è possibile che la riforma del Mes, nella misura in cui venga percepita come un segnale di rafforzamento della coesione europea, porti ad una migliore valutazione del merito di credito degli Stati membri aderenti, con un effetto più pronunciato per quelli a più elevato debito come l’Italia.
Quanto questo comporti in termini di possibile riduzione del costo dell’indebitamento del nostro Paese è, tuttavia molto difficile da prevedere ex ante”.
“Per quanto riguarda gli effetti sulle grandezze di finanza pubblica derivanti dall’attivazione del supporto finanziario fornito dal Mes, occorre precisare che il costo per lo Stato membro beneficiario dell’attivazione dipende da una serie di variabili tra cui: il costo che il Mes sosterrebbe sui mercati per finanziarsi (cost of funding), il tipo di strumento cui lo Stato membro accederebbe, l’entità della raccolta operata dal Mes, un insieme di elementi previsti dalle linee guida per la fissazione del costo (pricing) dovuto per l’assistenza finanziaria, che sono decise dal Consiglio dei Governatori del Mes, che ha anche la facoltà di modificarla in qualsiasi momento all’unanimità.
Unico requisito posto dal Trattato è che il Mes sia in grado di coprire interamente i costi operativi e di finanziamento sostenuti per ciascuna operazione di sostegno, più un margine adeguato. Inoltre, l’impatto sulle finanze pubbliche dello Stato membro beneficiario andrebbe valutato anche in relazione alla specifica situazione pre-assistenza, in particolare relativamente al proprio costo di finanziamento sul mercato. Rispetto alle prospettive degli altri Stati membri azionisti del Mes, l’attivazione del supporto rappresenterebbe, direttamente, una fonte di remunerazione del capitale versato e, indirettamente, un probabile miglioramento delle condizioni di finanziamento sui mercati”.
(da agenzie)

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