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MELONI IN MISSIONE DA TRUMP, L’AEREO DI PALAZZO CHIGI E’ IN VOLO VERSO PALM BEACH

Gennaio 4th, 2025 Riccardo Fucile

L’INCONTRO ALLE 19.30 (ORA AMERICANA)… ANDRA’ A CHIEDERE IL PERMESSO A TRUMP DI CONCEDERE GLI ARRESTI DOMICILIARI ALL’IRANIANO ABEDINI E POI NEGARE L’ESTRADIZIONE SFRUTTANDO QUALCHE CAVILLO GIURIDICO

L’aereo della presidenza del Consiglio, IAM9002, risulta in volo in questo momento verso l’aeroporto internazionale di Palm Beach. Non uno scalo qualunque, ma la pista di riferimento per chi solitamente si reca a Mar-a-Lago, la residenza in Florida di Donald Trump.
Da quanto risulta a La Stampa a bordo ci sarebbe Giorgia Meloni, che vedrà il presidente eletto alle 19.30 ore americane. Nell’incontro, che era previsto, si discuterà di gas, dazi, Ucraina, e ovviamente del caso che intreccia i destini dell’iraniano Abedini, detenuto in Italia su mandato Usa, e della giornalista italiana Cecilia Sala, arrestata dal regime di Teheran.
Dal monitoraggio delle rotte aeree il velivolo è decollato da Roma Ciampino questa mattina alle 11.13, atterrando due ore e un quarto più tardi in Irlanda, all’aeroporto di Shannon, per una sosta di poco più di un’ora. Quello che sappiamo, dopo diverse verifiche con Palazzo Chigi, la Farnesina, e altre fonti di governo, è che nelle ultime 48 ore ci sarebbero state delle accelerazioni nei contatti Italia-Usa anche con gli uomini dello staff del presidente incaricato che giurerà il 20 gennaio sul caso dell’iraniano Mohammed Abedini-Najafabadi, detenuto dal 17 dicembre nel carcere di Opera su mandato americano.
Il suo arresto si è fatalmente incrociato con quello di Sala, rinchiusa nel carcere di Evin e usata come pedina di scambio dagli ayattolah.
Il governo ha comunicato agli americani che sta pensando seriamente a respingere l’estradizione di Abedini, nel tentativo di arrivare a una rapida liberazione di Sala.
A complicare ancora di più l’intreccio internazionale sono le coincidenze della storia: i prossimi giorni sono quelli che segnano la fase finale del passaggio di consegne tra la presidenza di Joe Biden e il suo successore. Il presidente uscente, inoltre, tra il 9 e il 12 gennaio compirà l’ultima visita del suo mandato proprio in Italia, a Roma, dove sarà per omaggiare il papa e avrà un colloquio con Meloni. Trump giurerà il 20 e il governo italiano non fa mistero di volere trovare una soluzione al caso Abedini-Sala prima di quella data. Si teme che l’approccio più rigido verso l’Iran del tycoon repubblicano possa compromettere definitivamente i negoziati e non permettere così facilmente all’Italia di rifiutare l’estradizione
(da La Stampa)

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IL “GRANDE SUCCESSO” DEL GOVERNO: NEL 2024 ARRIVATI 66.300 MIGRANTI, MA I RIMPATRI SONO STATI SOLO 5.000

Gennaio 4th, 2025 Riccardo Fucile

I MORTI ANNEGATI HANNO RAGGIUNTO QUOTA 2.200, MA NON FREGA NULLA A NESSUNO… SE NON RIESCI A RIMPATRIARE NEANCHE IL 10% DI CHI ARRIVA INUTILE FARE I BULLI DEI GIARDINETTI A USO ELETTORALE

Il 2024 si chiude con un bilancio significativo per il fenomeno migratorio nel Mediterraneo. Secondo i dati dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), oltre 66.300 persone sono arrivate sulle coste italiane nel corso dell’anno.
Tuttavia, il calo degli sbarchi non ha impedito il verificarsi di numerose morti durante le traversate via mare. Il bilancio reso noto ieri, 2 gennaio 2025, dall’Unicef registra infatti più di 2.200 vittime e dispersi nel Mediterraneo nel 2024, di cui quasi 1.700 lungo la rotta centrale.
Tra le vittime si contano centinaia di bambini e adolescenti. L’ultima tragedia si è verificata nella notte del 31 dicembre, quando un’imbarcazione è affondata al largo di Lampedusa, lasciando 20 dispersi, tra cui donne e bambini. Tra i pochi sopravvissuti c’è un bambino di otto anni, rimasto senza la madre.
Nonostante l’impegno di organizzazioni umanitarie, il Mediterraneo centrale continua a rappresentare una delle rotte più pericolose per chi tenta di raggiungere l’Europa.
Dall’inizio dell’anno, il totale degli arrivi via mare si attesta a oltre 66.300, segnando una riduzione del 58% rispetto al 2023. Questo declino, tuttavia, non attenua la complessità del fenomeno migratorio e le sue implicazioni.
La maggior parte delle persone, circa il 71%, è approdata sull’isola di Lampedusa, mentre altri porti coinvolti sono stati Ravenna, Pozzallo, Ortona, Reggio Calabria, Porto Empedocle, Taranto e Ancona.
Le nazionalità prevalenti fra i migranti riflettono la complessità geopolitica delle aree di provenienza: al primo posto i cittadini del Bangladesh (21%), seguiti da siriani (19%), tunisini (12%) ed egiziani (6%). Altri flussi significativi provengono da Guinea, Pakistan, Sudan, Eritrea, Mali e Gambia.
Nella lista dei Paesi sicuri ci sono Paesi non sicuri
Il 23 ottobre 2024, il governo italiano ha approvato il decreto legge 158/2024, che include 19 Paesi nella lista di quelli considerati “sicuri” per i richiedenti asilo. Tra questi figurano Tunisia, Bangladesh, Egitto, Costa d’Avorio e Perù. Tuttavia, queste nazioni presentano situazioni di insicurezza per alcune categorie di persone, come vittime di tratta, violenza di genere o persecuzioni basate sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere. Inoltre, alcuni di questi Paesi non sono inclusi nelle liste di “Paesi sicuri” adottate da altri Stati membri dell’Unione Europea.
Questa inclusione potrebbe comportare per le persone provenienti da tali Paesi e in cerca di protezione un’ulteriore violazione, negando loro l’accesso al diritto di asilo o, nel peggiore dei casi, privandole della libertà personale e trasferendole in un Paese terzo prima ancora di poter rivendicare tale diritto.
Un esempio significativo è la Tunisia, dove numerosi rapporti di organizzazioni internazionali e delle Nazioni Unite hanno documentato gravi violazioni dei diritti umani. Negli ultimi report è stato denunciato che in alcuni casi, le autorità tunisine, dopo aver intercettato imbarcazioni in mare o arrestato persone migranti, tra cui donne e bambini, le hanno abbandonate in zone desertiche o lungo i confini con la Libia e l’Algeria, esponendole a gravi rischi.
Testimonianze di rifugiati e migranti, documentate da organizzazioni come Amnesty International e Human Rights Watch, hanno rivelato poi che centinaia di migranti sono stati consegnati anche alle autorità libiche, esponendoli così a detenzioni arbitrarie, torture e lavori forzati.
Nel Mediterraneo si continua a morire
Anche se gli sbarchi sulle coste italiane sono in calo rispetto al 2023, il Mediterraneo continua a essere teatro di morti e tragedie. Nel mese di dicembre, almeno 70 persone risultano disperse in due naufragi che hanno spezzato altre vite nel tentativo di attraversare il mare. Nel primo incidente, avvenuto tra l’8 e il 9 dicembre, una bambina ivoriana è l’unica sopravvissuta. La barca su cui viaggiava, una struttura di ferro partita da Sfax, in Tunisia, si è capovolta a causa delle onde molto alte. Circa 45 persone, tra cui uomini, donne e bambini, sono state inghiottite dal mare, lasciando la piccola sola, in balia del mare.
Anche l’ultimo giorno dell’anno si è consumata un’altra tragedia. Una barca partita da Zuwara, in Libia, con circa 30 persone a bordo, si è trovata in difficoltà poche ore dopo la partenza. Sette sopravvissuti, tra cui un bambino di otto anni, che ha perso la madre durante il naufragio, sono stati salvati e condotti a Lampedusa. Il mare, ancora una volta, non ha fatto sconti, aggiungendo altre vite alle sue profondità. Nonostante gli sforzi delle organizzazioni internazionali queste storie continuano a emergere, testimoniando il prezzo umano di un viaggio che, per molti, rimane l’unica possibilità di speranza.
(da Fanpage)

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“MI HANNO VIETATO DI CANTARE IN NAPOLETANO”: LO SFOGO SUI SOCIAL DI UN 26ENNE CAMPANO CONTRO UN LOCALE RAZZISTA DI FIRENZE

Gennaio 4th, 2025 Riccardo Fucile

MASTELLA, SINDACO DI BENEVENTO: “UN ATTO STUPIDO , RAZZISTA E COLMO DI INCULTURA MUSICALE”… AL KARAOKE SI POTEVA CANTARE IN TUTTE LE LINGUA, VIETATO IL NAPOLETANO: CURATEVI FINCHE’ SIETE IN TEMPO

Nei locali di Firenze non è gradito il dialetto napoletano? A chiederselo è Pasquale Abbatiello, 26enne originario di Benevento che sta facendo un dottorato in Diritto amministrativo nel capoluogo fiorentino.
Con un video pubblicato sui social, il ragazzo racconta che gli è stato impedito di cantare al karaoke un brano di Angelo Famao, dal titolo Tu si a fine do munno.
«Qui non si canta in napoletano», gli avrebbe detto il titolare di un noto locale del capoluogo toscano. «Io, offeso, sono andato via dal locale insieme ai miei amici chiedendomi: ma Firenze è davvero razzista?», si chiede sui social il giovane. Il 26enne fa notare inoltre come questo episodio si sia verificato «in coincidenza con il decennale della scomparsa di Pino Daniele».
Il racconto sui social
Il racconto di Pasquale Abbatiello sui social comincia così: «La sera del 1° gennaio 2025, dietro suggerimento, mi avventuro, per brindare al nuovo anno, in questo locale situato nel centro storico di Firenze. Una volta entrato, scopro che il posto propone il karaoke a tutti i clienti: infatti, si alternano canzoni di tutti i tipi, dai classici italiani, alle canzoni americane, passando per i nuovi generi musicali».
A quel punto, il 26enne si mette in fila e propone una canzone napoletana piuttosto nota. Ma le cose prendono una piega inaspettata: «Una volta salito sul palco del locale, inserisco il titolo della canzone sul computer per far partire il karaoke; immediatamente, l’addetto all’evento, avendo notato dal titolo che si trattava di una canzone in lingua napoletana, mi impedisce di continuare, avvertendomi che non si può cantare in napoletano», continua il racconto di Abbatiello. Il 26enne chiede spiegazioni e dal locale gli rispondono che si tratta di una scelta del proprietario, «che consente di cantare solo in italiano, francese, inglese e tedesco, ma non anche in napoletano. Quasi come se, in quel locale, proprio il napoletano fosse la lingua “straniera”!». A quel punto, Abbatiello e i suoi amici decidono di andarsene dal locale.
Mastella: «Stupida forma di razzismo»
L’episodio, avvenuto la notte di Capodanno, è diventato virale sui social e ha finito per finire anche sotto i riflettori della politica. «Leggo che a Firenze hanno vietato a un ragazzo beneventano di cantare in dialetto napoletano, in un locale. Depreco questo atto stupido, razzista e colmo di incultura musicale», commenta Clemente Mastella, sindaco di Benevento. «‘O sole mio è la canzone italiana più conosciuta al mondo. Questa forma di strisciante razzismo che si inietta pure nei gusti musicali è stupida, preoccupante e velenosa”
(da agenzie)

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L’ITALIA DEL PAGHERO’: TRA TASSE E MULTE NON PAGATE, IL FISCO ASPETTA DI INCASSARE 33 MILIARDI DAI PIANI DI RATEIZZAZIONE

Gennaio 4th, 2025 Riccardo Fucile

CI SONO 1.267,6 MILIARDI DI EURO DI CARTELLE NON RISCOSSE (MA QUELLE “AGGREDIBILI” PORTEREBBERO “SOLO” 100 MILIARDI)

Per tasse e multe non pagate il Fisco punta sulle rateizzazioni per convincere i contribuenti a versare e allo stesso tempo non perdere troppo gettito con la strategia delle definizioni agevolate (più conosciute come rottamazioni).
Definizioni da cui sono arrivati incassi per 7,2 miliardi nel 2023 e 4,6 nel 2024 ma dovendo comunque rinunciare a sanzioni, interessi e aggio che alla fine dei conti fanno perdere allo Stato oltre un miliardo di euro.
Le rateizzazioni, anche lunghe dunque, come leva per agevolare i contribuenti nel chiudere i debiti con l’Erario e gli altri enti che si affidano all’agente pubblico della riscossione.
Uno strumento che negli anni è sempre più utilizzato: il carico di cartelle a rate a fine novembre, infatti, ammontava a 33,3 miliardi di euro, frutto di piani di rientro concessi nel tempo e su cui l’agente pubblico della riscossione (prima Equitalia e ora agenzia delle Entrate della Riscossione) ha costruito una vera e propria certezza negli anni in un mare magnum di crediti difficilmente recuperabili.
I tassi di riscossione tramite i piani di rateazione sono cresciuti nel 2024 rispetto al calo che si era verificato nel 2023 e nel 2022. I dati contenuti nella relazione con cui Ernesto Maria Ruffini si è congedato dalla guida di Entrate ed Entrate Riscossione testimoniano, infatti, che al 30 novembre scorso sui 9,7 miliardi incassati attraverso ruoli e cartelle ben 4,3 miliardi arrivano attraverso i pagamenti scaglionati nel tempo.
Naturalmente i 33,3 miliardi ancora da incassare potrebbero rappresentare una goccia (tradotto in cifre appena il 2,6%) sui 1.267,6 che affollano il magazzino della riscossione.
(da agenzie)

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VANNACCI REGISTRA MARCHIO “MONDO AL CONTRARIO”: MA E’ UNA ASSOCIAZIONE CULTURALE O UN BUSINESS

Gennaio 4th, 2025 Riccardo Fucile

L’EURODEPUTATO DELLA LEGA POTRÀ USARE LOGO PER “ABBIGLIAMENTO”, “ATTREZZATURE SPORTIVE”, “GESTIONE DI BENI E ASSISTENZA FINANZIARIA” E “MANIFESTAZIONI DI COMUNITÀ”

La scritta ‘IL MONDO AL OIRARTNOC’ con quest’ultima parola ‘contrario’ che si legge da sinistra a destra, il tutto in caratteri maiuscoli su due righe, con accanto un cerchio nero contornato dal colore arancione.
E’ questo il logo depositato a fine dello scorso novembre dal generale Roberto Vannacci, eurodeputato della Lega che ha messo in sicurezza il suo ‘marchio’ di fabbrica, contenente la frase che riporta il titolo del suo best seller, pubblicato nel 2023.
La richiesta di registrazione del marchio, visionata dall’AdnKronos, è stata fatta presso l’Euipo, l’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale. Il generale ha associato al marchio -che dovrebbe vedere l’approvazione entro marzo- una serie di categorie tra cui ‘Abbigliamento’, Attrezzature sportive’, Gestione di beni; Assistenza finanziaria’ e Organizzazione di manifestazioni culturali di comunità’
Il nuovo logo di Vannacci è presente nel volantino, diffuso oggi, che dà appuntamento per l’assemblea regionale della Campania del comitato ‘Mondo al contrario’, convocata per l’8 gennaio a Vietri sul mare, nel Salernitano, dove sarà presente lo stesso generale.
(da Adnkronos)

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ROMA, IDENTIFICATI I GIOVANI AUTORI DELL’AGGRESSIONE OMOFOBA A PIGNETO

Gennaio 4th, 2025 Riccardo Fucile

DI QUESTA FECCIA VOGLIAMO CHE VENGANO DIFFUSI NOMI, COGNOMI E FOTO, COME AVVERREBBE SE FOSSERO MAGGIORENNI STRANIERI

Proseguono le indagini sull’aggressione omofoba che si è verificata la notte di Capodanno nel quartiere del Pigneto, a Roma. Stephano e Matteo, vittime delle botte e degli insulti di un gruppo di circa dieci ragazzi, sono tornati nella serata di ieri – venerdì 3 gennaio – dai carabinieri della stazione di Torpignattara. Ai due sono state mostrate le foto segnaletiche di alcuni pregiudicati della zona, così da poter stabilire se alcuni di loro fossero presenti al pestaggio della notte di Capodanno.
L’aggressione ai danni di Stephano e Matteo si è verificata la notte di Capodanno in via Gabrino Fondulo, a Roma. I due sono stati insultati da un gruppo di giovani che stava festeggiando la notte di San Silvestro in un appartamento al primo piano. A un certo punto, quegli stessi ragazzi sono scesi in strada e hanno picchiato brutalmente Matteo e Stephano. Quest’ultimo è stato dimesso dall’ospedale Vannini con 25 giorni di prognosi. «Con noi c’era anche un amico che è riuscito a mettersi in salvo dietro le auto parcheggiate», racconta al Corriere
Verso l’identikit degli aggressori
Le indagini sono partite e a breve potrebbero esserci anche i primi nomi da scrivere nel registro degli indagati. Nelle scorse ore, infatti, i carabinieri hanno sentito i genitori della giovane che ha organizzato la feste di Capodanno, così da avere un elenco degli invitati alla festa e acquisire i loro telefoni per capire chi abbia effettivamente preso parte all’aggressione.
Pare, inoltre, che ci sia un video del pestaggio, registrato da una delle due vittime ma cancellato dai teppisti prima di andarsene. Il reato ipotizzato nei confronti degli aggressori è di lesioni personali aggravate dalla discriminazione e dall’odio razziale.
(da agenzie)

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COTTARELLI: “DAL GOVERNO SOLO PROMESSE. IL TAGLIO DELLE IMPOSTE? NON C’E’ STATO

Gennaio 4th, 2025 Riccardo Fucile

L’ECONOMISTA: “QUEL CHE HA FATTO IL GOVERNO E’ UN RISPARMIO SUL DISAVANZO”

«Il taglio delle imposte non è altro che la conferma delle misure precedenti. Ora migliorano i conti ma i mercati sono attenti alle fluttuazioni. Sedersi sugli allori con la nostra traiettoria di discesa del debito pubblico sarebbe pericoloso». Queste le parole alla Stampa dell’economista Carlo Cottarelli, in un’intervista a firma di Fabrizio Goria. Sulla pressione fiscale in aumento spiega: «Sebbene si tratti di un dato di un solo trimestre è un aumento coerente con quello che era stato pubblicato con i documenti correlati alla legge di Bilancio. Sia per il 2024 sia per il 2025 si era previsto un incremento oltre il 42% della pressione fiscale. Questo taglio delle tasse da parte del governo non è un vero taglio». «Ma bisogna chiedersi – aggiunge – perché nonostante le aliquote siano più o meno invariate aumenta la pressione: c’è stato un aumento inaspettato nel 2024 per circa mezzo punto percentuale di Pil. Le entrate sono andate meglio del previsto, secondo il governo, perché è aumentata l’occupazione. Ma la spiegazione del governo non è valida. Ci sono due possibilità. La prima è l’effetto di lunga gittata delle misure per combattere l’evasione fiscale, come per esempio la fatturazione elettronica. Secondo, ci può essere un extragettito delle varie rottamazioni». Oppure, per Cottarelli, ci potrebbe esser «un fattore temporaneo legato a ciò che sta succedendo alla distribuzione del reddito. I salari nel 2024 sono aumentati più dei profitti. E siccome i salari sono tassati con la ritenuta alla fonte mentre i profitti sono tassati con un certo ritardo, è possibile che ci sia uno squilibrio»
§«Quello che ha fatto il governo? Un risparmio sul disavanzo»
«Bisogna dare atto al governo che c’è stato un risparmio sul disavanzo. Il piano di rientro del deficit è in linea con le regole europee, che non sono particolarmente rigide», spiega l’economista. Giorgetti «è stato prudente. C’era margine per spendere di più. Si è deciso di non farlo. La domanda è perché l’opposizione non ha attaccato il governo su questo punto. Anzi l’esecutivo a oggi è più rigoroso di quanto richiesto dalla Commissione Ue. Non si può di certo criticare il governo sotto questo punto. Si tratta di un elemento che ha contribuito ad abbassare lo spread. Però deve essere mantenuto nel tempo».
(da agenzie)

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MILLE EURO AL MESE PER 15 METRI QUADRI: LA FOLLE DERIVA DEGLI AFFITTI MILANESI

Gennaio 4th, 2025 Riccardo Fucile

GRAZIE AL DECRETO SALVINI VENGONO PROPOSTI LOCALI SEMPRE PIU’ PICCOLI CON PREZZI ALLE STELLE, UN FAVORE AGLI SPECULATORI

«La casa è completamente nuova, appena ristrutturata. È in una zona residenziale. Quindi capirà che il prezzo è proporzionato ai servizi offerti». 900 euro al mese, spese a parte per 14 metri quadrati. Siamo a Milano. Un anno dopo la protesta degli studenti milanesi contro il caro affitti, ecco i primi effetti delle politiche di governo. «La vita senza casa, dimmi tu che vita è» recitava lo striscione all’ingresso della casa dello studente di viale Romagna.
Le nuove regole su affitti e case volute dal vicepremier Matteo Salvini e condivise dal governo Meloni, sono entrate in vigore il 27 luglio del 2024. Il decreto da subito è stato ribattezzato “Salva Milano”. Chi è di Milano ad essere stato salvato? Chi cerca casa a prezzi adeguati ai guadagni o chi ha loculi da affittare che però prima non potevano avere l’abitabilità e oggi invece l’avranno?
Per trovare una risposta basta una veloce ricerca su internet e il sospetto che una nuova speculazione prende corpo. Monolocale di 18 mq, zona residenziale, ammobiliato, ultimo piano con ascensore: 800 euro al mese più le spese. Monolocale 16 mq, attico, nuovo, a pochi passi dalla metro: 840 euro al mese, spese a parte. Monolocale 15 mq, con balcone, 1000 euro al mese, spese incluse, tranne internet. Chiamo, prendo vari appuntamenti. Inizio il tour.
L’esperienza di visitarli è un po’come rivivere la scena cult di Renato Pozzetto nel film Il ragazzo di campagna. Quasi 1 milione di nuovi poveri vive in affitto e soffre per la scarsa qualità degli immobili e per l’insostenibilità delle tariffe. Il decreto avrà senz’altro tenuto conto di loro. Anche perché gli sfratti per morosità incolpevole sono – numeri alla mano – la maggioranza, cioè famiglie che non riescono di colpo a pagare perché perdono il lavoro o si ammalano. Vado al primo appuntamento carica di aspettative. Siamo effettivamente in una zona residenziale di Milano. Oltre me per lo stesso appuntamento ci sono altre quattro persone.
L’agente immobiliare mi accoglie così: «A poche centinaia di metri da qui c’è stata la protesta degli studenti universitari nelle tende». Come se l’informazione giustificasse il prezzo del micro appartamento. «Lei ha busta paga e contratto a tempo indeterminato, vero?». No, sono una partita Iva, rispondo. «Allora mi dispiace, il proprietario non affitta a liberi professionisti. E se poi non fattura? Come paga?».
La mia famiglia può farmi da garante, mi fa entrare per vederla per favore? «Va bene, ma non garantisco che potremo dargliela comunque nel caso la scegliesse». Una volta aperta la porta è tutto davanti ai miei occhi. A mala pena riesci a girare su te stesso. Il letto è sul soppalco e se dal letto allunghi il braccio, apri il frigorifero.
Posso salire? «Non c’è il materasso, deve portarlo lei se vuole». Non vedo alternativa. Il bagno è una chicca. Scusi, quanto è alto il soffitto della doccia? «Un metro e ottantadue». Il mio fidanzato è 1,85 metri. «Basta piegarsi un po’». Ma è sicuro siano 18 mq? «No, sono 14». Ma l’annuncio diceva 18.
La seconda micro casa che vedo è sulla linea della metro, ma in periferia. L’ascensore porta all’ultimo piano. Poi c’è ancora una rampa di scale da fare. È un sottotetto? Chiedo all’agente immobiliare. «Si, a destra sono rimaste le cantine, a sinistra sono state trasformate in piccole abitazioni». Le porte delle cantine sono chiuse con delle catene. Alcune sono semiaperte, dentro si intravedono resti di mattoni e calcinacci. Ci sono ovunque trappole per topi. Faccio finta di non sapere cosa sono e chiedo: «Penso siano dei diffusori di profumi». Originale come risposta! L’appartamento che devo visitare è l’ultimo del corridoio sulla sinistra. Letto singolo. Nel bagno non c’è il bidet. Per aprire il frigo bisogna inginocchiarsi, in piedi si sbatte la testa sulla trave. Unico spiraglio di luce, una piccola finestra sul tetto spiovente. È sicuro che la casa sia regolare? «Certo, si. Perché?». Affitto con contratto 700 euro al mese più 45 di spese condominiali, utenze a parte».
Quanto per averla subito? «Mille euro all’agenzia, più due caparre e il mese entrante, totale 3.100 euro». Per prendere possesso di 16 mq? «Sono 14». È claustrofobico, ma li affittate veramente? «Si, vanno via velocemente». E chi li prende? «Non gli studenti». Non mi stupisce. «Molti vogliono vivere da soli e preferiscono adeguarsi piuttosto che condividere con altri la casa per avere spazi più grandi». Capisco.
Da luglio 2024 sono divenuti abitabili – e quindi affittabili – monolocali di 20 metri quadrati con soffitto di 2, 40 metri (prima i limiti per una persona erano 28 mq e 2, 70 l’altezza).
Ma tra gli annunci spopolano micro case ben al di sotto di 20 mq. Se chiedi ad un geometra come è possibile che sul mercato le agenzie immobiliari di Milano offrano micro case da 14 mq la risposta è esilarante: «Sono talmente tanti i fattori che vanno considerati per la concessione dell’abitabilità che tutto potenzialmente può trasformarsi in affittabile. Condoni delle leggi precedenti, dimensioni e posizioni delle finestre. Con le nuove regole inoltre i comuni potranno fare meno controlli e meno richieste di certificazioni ai proprietari, la logica è semplificare per i proprietari le regole».
Se per loro dunque il governo si è speso, per chi è in emergenza abitativa meno. La Legge di Bilancio approvata dal Consiglio dei Ministri non prevede fondi sufficienti per affrontare la grave crisi che colpisce migliaia di famiglie italiane. In Commissione Bilancio della Camera è stato approvato un emendamento che stanzia per gli affitti appena 10 milioni di euro per il 2025 e 20 milioni per il 2026.
Secondo Sunia, Cgil, Spi, Unione Inquilini, con i fondi stanziati, sarà possibile affrontare solo il 20% dei casi problematici, lasciando le restanti famiglie senza alternative. Fake news dice il vice premier della Lega, che anzi rivendica il provvedimento perché «20 metri quadrati sono meglio di niente», anzi «beato chi può permettersi di più, ma chi non può si accontenta».
E forse si accontenterebbero anche gli studenti se gli affitti costassero un terzo delle cifre di mercato. Peccato invece che oltre a rendere abitabili loculi più o meno tecnologici non si siano preoccupati di renderli sostenibili e a prezzi ponderati. Per poterti permettere un sottotetto in affitto a Milano devi comunque guadagnare almeno 2.500 euro al mese.
Non è un caso che la protesta contro il caro affitti sia partita proprio daqui: 628 euro di media al mese per una stanza singola, Bologna 467 e Roma 452 euro. Insomma è rimasto tutto com’era. Anzi peggio. L’aumento dei prezzi da record nel capoluogo lombardo può continuare a galoppare indisturbato. Una riforma, quella del decreto casa Salvini, che probabilmente non passerà alla storia per aver migliorato le nostre vite.
(da lastampa.it)

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IL WEB È UNA FOGNA: NEL 2024 SONO STATE ARRESTATE 144 PERSONE CON L’ACCUSA DI PEDOPORNOGRAFIA, LA POLIZIA POSTALE NE HA DENUNCIATE OLTRE 1028. IN TOTALE LE INDAGINI PER REATI SESSUALI ONLINE AI DANNI DI MINORI SONO STATE 2809

Gennaio 4th, 2025 Riccardo Fucile

SONO STATI 11 MILA GLI ATTACCHI DA PARTE DI HACKER A INFRASTRUTTURE INFORMATICHE SENSIBILI, LA MAGGIOR PARTE DEI QUALI SONO STATI REGISTRATI A LUGLIO… LA POLIZIA POSTALE HA AVVIATO 54 MILA INDAGINI

Il Centro Nazionale Anticrimine Informatico per la Protezione delle Infrastrutture Critiche (Cnaipic), ha rilevato nel 2024 in Italia, 11.887 attacchi hacker ad infrastrutture informatiche sensibili, ed ha diramato 59.373 alert. Sono state 178 le persone indagate per hackeraggio mentre le richiesta di cooperazione internazionale di Polizia ‘High Tech Crime G8’ sono state 63.
Il maggior numero di attacchi hacker è stato registrato nel mese di luglio del 2024, con un aumento significativo, rispetto al 2023 del 38% ma con una diminuzione, pari al 46%, dei soggetti denunciati, dovuta all’importante opera di prevenzione effettuate dalla Polizia di Stato.
Nell’anno appena trascorso, la Polizia Postale ha trattato 2.809 casi di pedopornografia online. Sono state invece 1.028 le persone denunciate per reati sessuali online ai danni di minori e 144 le persone arrestate. Oltre 900 le perquisizioni personali ed informatiche effettuate dagli investigatori.
I siti inseriti nella black list sono stati 2.775 con il monitoraggio di 42.031 siti, con un incremento del 43% rispetto al 2023 e un aumento degli arresti del 33%. Inoltre spiegano dalla Postale nel report dei dati diffuso oggi che, la fascia d’età dei minori maggiormente a rischio è quella che va dai 14 ai 16 anni dove è stato registrato un incremento significativo dei casi pari al 22%.
Nel 2024 sono stati oltre 53 milioni gli accessi al sito della Polizia di Stato, Commissariato di Ps online. La maggior parte delle segnalazioni, il 36.3% riguarda problemi legati ai social media. Questo dato riflette l’ubiquità e l’uso quotidiano delle piattaforme sociali, che possono essere sfruttate per varie forme di abuso e crimine digitale, come il cyberbullismo e le molestie online.§
Il 31.2% ha riguardato invece segnalazioni relative all’hacking rappresentano una parte consistente del totale. Questo indica la crescente preoccupazione per la sicurezza dei sistemi informatici e la necessità di proteggere le informazioni sensibili da accessi non autorizzati. Le segnalazioni di phishing continua a essere una delle principali minacce, con un numero significativo di segnalazioni, che hanno riguardato 28.9% del totale. Il 2.2% sono state le segnalazioni per pedopornografia e il 1.5% hanno interessato quelle relative al terrorismo.
Nel 2024 gli investigatori della Polizia Postale, hanno avviato 54.554 indagini, che hanno portato alla denuncia di 7.884 persone, dato in linea con il 2023, dove erano stati segnalati all’autorità giudiziaria, 7.780 soggetti per varie tipologie di reati informatici (truffe online, pedopornografia, cyberterrorismo, attacchi hacker e reati contro la persona). Molte delle notizie di reato sono giunte negli uffici della Polizia di Stato , attraverso il Commissariato di P.S. Online un baluardo di sicurezza in un mondo sempre più interconnesso e più utilizzato.
(daagenzie)

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