A IVREA SCOCCA LA TERZA FASE A 5 STELLE DOPO I MEETUP E LA “ROMANIZZAZIONE”
IL MOVIMENTO CAMBIA PELLE E FLIRTA CON I POTERI FORTI
A Ivrea, dietro la commemorazione, o meglio dentro la commemorazione, c’è la svolta. Che non sarà annunciata tra le fanfare, ma che è già in atto, sancita dalla nascita del think tank, dalla partecipazione di Davide Casaleggio a Otto e Mezzo, dall’interlocuzione col Corriere, dal panel degli ospiti.
È l’avvio di una terza fase del Movimento, non priva di contraddizioni, che sarebbe riduttivo etichettare come “svolta di governo”, perchè quella, intesa come proposito di entrare nelle stanze dei bottoni, al Campidoglio come a palazzo Chigi, c’è già stata.
Terza, dopo il periodo delle origini, il meet up, lo tsunami tour.
E dopo il periodo della romanizzazione del Movimento, a cavallo – non è solo un dettaglio temporale, ma politico – della morte del Fondatore.
Un anno fa, Luigi Di Mario salì sul palco di piazza del Popolo, col piglio del premier in pectore, dopo che Dario Fo convinse “Beppe” a rimanere a casa, per non oscurare il tentativo dei giovani.
La sua scommessa, per costruire la scalata a palazzo Chigi, si chiamava Virginia Raggi. E, direbbe Totò, ho detto tutto.
Un anno dopo, sempre avendo sullo sfondo l’obiettivo di palazzo Chigi, Milano prende il posto di Roma, come baricentro di potere interno, come “economia di relazioni” per usare un termine caro alla Casaleggio associati, e anche come comunicazione.
Non è un caso che il convegno di sabato a Ivrea è stato curato dalla Viserbi, agenzia di comunicazione molto nota nel mondo della TV, non dal solito staff pentastellato. Detta in modo grezzo, Davide Casaleggio ha tolto la gestione dell’evento, molto politico, dalla giurisdizione romana.
L’agenzia, fondata da Valentina Fontana e Barbara Castorina ha seguito parecchi giornalisti che vengono ospitati in TV, da Scanzi a Cruciani, cura eventi chic come il Festival di Ponza, animato soprattutto da Gianluigi Nuzzi e Paolo Mieli, è insomma un ponte tra alcuni salotti milanesi e qualche aperitivo chic sulle spiagge romane. Insomma, visibilità , relazioni, nessuna etichetta politica.
Una certa Milano e certi poteri, dunque.
Establishment, per utilizzare un termine abusato. Una fonte molto interna, anche se critica, dice: “I Cinque Stelle sono un albero che va verso le nuvole. Le scimmiette, che sono i poteri, usano questo albero per andare su, come hanno sempre fatto”.
E il Movimento usa le scimmiette per fare business, perchè la Casaleggio non è una associazione che fa beneficienza e sfrutta questa “economia di relazioni” e per accreditarsi come forza in grado di governare il paese: “è evidente – dice una fonte vicina a Di Maio – che dobbiamo superare un limite, un punto debole che è diventata la principale accusa degli alti: non siete affidabili, non siete credibili”.
La terza fase che si apre a Ivrea è tutta qui, nel rapporto tra Movimento e poteri, che poi sono gli stessi che, alla prima difficoltà , vengono indicati come gli artefici di un complotto per “farci fuori” (vedi Roma).
Grillo è il corpo, per la folla indistinta. Corpo da esporre, osannare, lapidare, perchè nelle urne uno vale uno.
Casaleggio è il cervello che a Ivrea invita professionisti, anzi il meglio, la selezione verticale, non la democrazia orizzontale.
Se a microfoni accesi chiedi di questa contraddizione a Di Maio, Di Battista, la risposta è che l’evento è solo la commemorazione di Casaleggio e che ci si sta costruendo un castello sopra.
Come sull’argomento squadra di governo, perchè al dunque deciderà la mitica rete. Rete che, nel processo decisionale, ha già fatto la fine della vecchia macchina per scrivere Valentine, i cui tasti si producevano proprio all’Officina H di Ivrea, dove sarà celebrata la nascita della fondazione.
E quanto sia già avanti questa terza fase lo sussurra più di una fonte affidabile: “Ma siete proprio sicuri che siamo dentro lo schema Di Maio premier?”.
Avanzano, nei ragionamenti riservati, altre suggestioni che recano il nome soprattutto dell’ex presidente dell’Anm Pier Camillo Davigo e, in subordine, della giornalista Milena Gabanelli. Davigo premier? Detta così pare fantapolitica. Un po’ meno se si pensa che c’è il proporzionale, è difficile prendere il 40, occorre un nome da offrire al parlamento per due o tre punti su cui far convergere altri perchè è ovvio che Bersani non può votare Di Maio”.
E Davigo, in questi ultimi tempi, è stato molto corteggiato, non solo con l’obiettivo di farlo partecipare a Ivrea ma proprio per stabilire un confronto sulla politica.
Al convegno era stato invitato anche Francesco Greco, il procuratore di Milano. Ci sarà Sebastiano Ardita, procuratore aggiunto di Messina, co-autore con Davigo dell’ultimo libro Giustizialisti, che non aveva rapporti diretti con Casaleggio ma con uno dei più capaci collaboratori di allora, Nicola Biondo, che successivamente ha rotto col Movimento scrivendo un libro sulla sua castizzazione romana.
Sia come sia, tutto racconta di un dialogo aperto con più mondi, per limitarsi solo alla citazione da qualche relatore.
Formalmente non è un evento dei 5Stelle, come ripetono gli organizzatori, ma proprio questa apparente contraddizione rivela il non detto: l’albero, le scimmiette, il reciproco vantaggio, la separazione tra ruolo della fondazione e ruolo del Movimento-Partito, la testa e il corpo, l’alto e il basso.
È tutto più verticale, come la più classica delle scalate al potere.
(da “Huffingtonpost”)
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