ACCORDO UNANIME MA NON IN GRECIA
MERKEL: “AIUTI PER 82 MILIARDI”…TSIPRAS: “EVITATO TRASFERIMENTO BENI ALL’ESTERO”…MA SYRIZA RIBOLLE: “ACCORDO UMILIANTE”
Dopo 17 ore di negoziati, i leader europei hanno trovato un accordo sulla Grecia. Il terzo intervento finanziario a favore di Atene sarà di 82-86 miliardi, di cui 24 miliardi per il sistema bancario.
L’Eurozona ha chiesto ad Atene di approvare riforme durissime entro mercoledì, tra cui pensioni, Iva, adozione del Codice di Procedura Civile, direttiva sul salvataggio delle banche.
Mercoledì un nuovo Eurogruppo si riunirà per valutare l’impegno del governo ellenico. Nel frattempo, quei Paesi che devono sottoporre l’accordo ai loro Parlamenti convocheranno i deputati, ed entro la fine della settimana si dovrebbe arrivare al via libera definitivo.
Nella notte Tsipras ha accettato tutte le condizioni imposte dai creditori, dall’anticipo delle riforme al rafforzamento di tutte le misure, incluso il reintegro dei licenziamenti collettivi e il ritorno della Troika ad Atene.
Alla fine, ha ceduto anche sul coinvolgimento del Fondo Monetario Internazionale nel nuovo piano. Ma ha resistito sull’idea, tedesca, di creare in Lussemburgo un fondo dove trasferire asset dello Stato a garanzia del debito.
Il fondo resta, ma avrà base in Grecia, avrà una dotazione fino a 50 miliardi, andrà ad abbattere il debito e servirà a ricapitalizzare le banche.
Ma sarà gestito dai greci, in collaborazione con le istituzioni.
Per Alexis Tsipras, inizia una fase interna durissima.
“Abbiamo combattuto una dura battaglia. Ci troviamo di fronte decisioni difficili”, è il primo commento del premier ellenico.
“Abbiamo dovuto fare concessioni difficili per evitare l’applicazione dei piani di alcuni circoli ultraconservatori europei”.
Tsipras rivendica di essere riuscito a “ristrutturare il debito” (anche se ci vorrà tempo) e di aver “assicurato finanziamenti a medi medio termine”.
“La Grecia — promette – continuerà a lottare per essere in grado di tornare a crescere”.
Come dice la stessa Merkel, però, la “strada è lunga e difficile”.
Il premier greco lo sa bene.
L’ala radicale di Syriza ha già bollato l’accordo come “umiliante”.
In una nota a nome di ‘Piattaforma di sinistra’ pubblicata sul sito parapolitika.gr, Panagiotis Lafazaris, ministro dell’Energia ed esponente dell’ala intransigente di Syriza, promette battaglia.
L’accordo — “unanime” per Bruxelles — non lo è affatto per la politica greca.
(da “Huffingtonpost”)
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