AN, L’ASSEMBLEA CONCEDE L’UTILIZZO DEL SIMBOLO A FRATELLI D’ITALIA. GLI ALTRI: “VIOLATO LO STATUTO”
CON 290 VOTI A FAVORE L’ORGANISMO DELLA FONDAZIONE “EREDE” DI AN HA APPROVATO UNA MOZIONE PRESENTATA DA MELONI, LA RUSSA E ALEMANNO… L’IRA DI STORACE: “UNO SCIPPO”… GASPARRI E MATTEOLI ANNUNCIANO RICORSI LEGALI
Il partito dei Fratelli d’Italia ha ottenuto la possibilità di utilizzare il simbolo di An per il 2014 nelle elezioni europee.
L’assemblea della Fondazione di Alleanza Nazionale ha infatti approvato con 290 sì la mozione di Meloni-La Russa-Alemanno per l’utilizzo del simbolo nel logo di Fratelli d’Italia.
La decisione ha scatenato la dura reazione di Francesco Storace e Maurizio Gasparri. “290 voti sono un po’ pochini per scippare un simbolo. E non servono nemmeno per andare in Europa. Dall’assemblea di ‘An’ roba senza vergogna”, afferma l’ex presidente della Regione Lazio.
L’esponente di Forza Italia, in sintonia con Altero Matteoli, minaccia invece azioni legali in quanto il tema della votazione non è considerato legittimo.
“Come previsto l’assemblea della Fondazione An ha registrato una notevole confusione e un’evidente violazione di regole statutarie”, affermano in una nota Gasparri e Matteoli.
“Alla fine – sottolineano – su oltre mille iscritti alla Fondazione, hanno rinnovato l’adesione in 695. La mozione approvata ha ottenuto 290 voti, proponendo l’uso parziale e provvisorio del simbolo An da attribuire ai Fratelli d’Italia. Il numero degli aventi diritto, 695, ma che non hanno partecipato al voto ritenendo inammissibile la mozione sull’uso del simbolo è stato quindi superiore a 400”.
L’ipotesi di rimettere in funzione il simbolo di An era caldeggiata da molti, ma sotto forme diverse: Ignazio La Russa, Gianni Alemanno, il Movimento per An di Poli Bortone, Roberto Menia e altri.
Ma ognuno con un’idea diversa di come attuare questa prospettiva.
Nella visione dell’ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, che con Fdi ha dato vita all’Officina per l’Italia, non sarebbe solo il simbolo a dover rivivere politicamente ma la cosa in sè, il partito come organizzazione, struttura, militanti.
A complicare il quadro, la diaspora degli ex An.
Molti non sono più parlamentari, ma sono rappresentati nella fondazione (come i finiani Lamorte e Digilio), altri che sono tornati in Parlamento militano in formazioni diverse: Gasparri e Matteoli in Fi, ma Andrea Augello ha scelto il Nuovo centrodestra. Sullo sfondo, il rovello sulla possibilità di far leva sulle risorse della Fondazione, cosa ardua perchè i 55 milioni di euro di rimborsi elettorali e il patrimonio di 70 immobili in tutta Italia sono comunque vincolati anche a causa delle vertenze giudiziarie in corso.
(da “Huffingtonpost“)
Leave a Reply