ANM, ELETTO IL NUOVO PRESIDENTE: E’ GIUSEPPE SANTALUCIA, MAGISTRATO DI CASSAZIONE, ESPONENTE DI AREA
L’USCENTE PONIZ SI E’ FATTO DA PARTE DOPO L’AUT AUT DI MAGISTRATURA INDIPENDENTE
L’Anm, dopo 50 giorni, esce dal tunnel e riesce ad eleggere un nuovo presidente. Si chiama Giuseppe Santalucia. La sua prima considerazione è questa: “I magistrati sono gli interpreti della Costituzione”. E la seconda riguarda il caso Palamara: “Non dobbiamo coprire ciò che è stato, ma ricostruire il tessuto etico”.
Chi è Santalucia
Ha 56 anni. È siciliano di Messina. Ha ottenuto 30 voti su 36 votanti. È una toga della sinistra di Area, da sempre iscritto a Magistratura democratica, ma convinto sostenitore della fusione in Area di tutte le toghe comunque “rosse”. Per molti anni, in via Arenula, ha diretto l’ufficio legislativo con il Guardasigilli Andrea Orlando.
Ma, sul campo, è stato pm a Patti e a Messina, e gip a Reggio Calabria. Ha lavorato al Csm come magistrato segretario. E in Cassazione, nell’ufficio del Massimario, ha diretto la sezione penale. Ma di lui si ricordano soprattutto studi sul diritto processuale penale e sull’ordinamento giudiziario. Insomma, è di quelle toghe che lavorano alle leggi e agli inghippi che possono nascondere.
Appena eletto ha ricevuto la telefonata del Guardasigilli Alfonso Bonafede che gli ha fatto gli auguri di buon lavoro e gli ha manifestato piena disponibilità al confronto. Appena possibile Santalucia tornerà in via Arenula per incontrarlo. E, vista la sua esperienza, sarà un osso duro nel confronto sulle leggi.
Le prime dichiarazioni del neo presidente
Appena eletto ha detto: “Sento fortemente il peso della responsabilità di assumere questa presidenza per le recenti vicende che hanno sconvolto l’ordine giudiziario e per la pandemia che incombe su tutti noi. Il programma che seguirò non è a ribasso, ma di mediazione. Per me la mediazione non ha un’eccezione negativa, ma mediazione e compromesso sono i mezzi che ci consentono di raggiungere risultati. L’Anm è un attore importante della vita politica e della vita pubblica”.
E ancora: “Non siamo un soggetto politico a tutto campo, nè siamo un soggetto partitico, siamo però interpreti attenti dei valori che la Costituzione assegna all’ordine giudiziario. Saremmo miopi se volessimo privare del nostro contributo il dibattito pubblico sui temi della giustizia e della giurisdizione”. Ineccepibile il riferimento alla questione morale dopo il caso Palamara: “Bisogna guardare in avanti e recuperare la credibilità . Non dobbiamo coprire ciò che è stato, ma ricostruire il tessuto etico”.
La futura maggioranza dell’Anm
Santalucia sarà sostenuto da una giunta in cui ci sono tutti i gruppi – Area, Magistratura indipendente, Unicost, Autonomia e indipendenza – tranne Articolo Centouno, i quattro contestatori – Andrea Reale, Giuliano Castiglia, Maria Angioni e Ida Moretti – che in queste settimane hanno inondato di mail i colleghi e sono intervenuti decine di volte durante le riunioni del “parlamentino” contestando le correnti tradizionali.
Hanno chiesto di bandire la presenza dei segretari di corrente e hanno subito attaccato la presidenza di Santalucia, un collega che, ha detto Castiglia, sarebbe stato troppo tempo fuori ruolo, mentre il loro plauso era per Poniz. Tant’è che lo hanno votato. Due invece le schede bianche.
Il veto di Magistratura indipendente
La presidenza di Santalucia comincia in modo decisamente sofferto. Intanto è frutto del “sacrificio” del presidente uscente Luca Poniz, pm a Milano, che come candidato più votato con 739 consensi era l’aspirante naturale, sostenuto dai vertici di Area.
La stessa Area ha spinto per lui fino all’ultimo, escludendo l’ipotesi di una donna come Silvia Albano per la presidenza. Ma Poniz ha deciso di fare un passo indietro perchè di fatto la sua candidatura bloccava una nuova giunta.
Il no, netto e irrevocabile, era quello di Magistratura indipendente, la corrente di destra delle toghe, che vedeva in lui il presidente che aveva determinato la loro uscita dalla precedente giunta dopo i noti fatti del caso Palamara. Accusandoli di remare contro il rinnovamento e di non prendere le distanze, con la necessaria forza, dalle pratiche correntizie.
Una Magistratura indipendente coinvolta nello scandalo con tre consiglieri del Csm presenti all’hotel Champagne per pilotare la scelta del procuratore di Roma, poi costretti alle dimissioni sia dal Csm che dal’Anm.
La rinuncia di Luca Poniz
Fino all’ultimo i vertici di Magistratura indipendente si sono opposti a Poniz e a una giunta guidata da lui. Un aut aut che avrebbe alla fine costretto l’Anm ad andare a nuove elezioni. Il segretario di Area Eugenio Albamonte sarebbe anche stato disposto ad andare avanti nel braccio di ferro e a insistere a ogni costo su Poniz presidente, fino al punto di passare all’opposizione. Ma è stato Poniz, a questo punto, a farsi da parte.
L’ex presidente ha avuto parole molto dure contro Magistratura indipendente: “Io sono innocente, spero che lo siano tutti, come disse Enzo Tortora. Ma non tollero di essere un problema per l’Anm. Gli elettori capiranno. Mi faccio da parte, ma resterò nel Comitato direttivo centrale perchè questo mi hanno chiesto gli elettori. La magistratura è stanca di vedere che chi viene eletto nell’Anm ci va in vista di un’ulteriore carriera, per andare al Csm, o verso altre mete. Io invece non ho alcun bisogno di norme di incompatibilità ”.
Con Poniz – come lui stesso annuncia – si fanno da parte anche i colleghi di Area Silvia Albano e Giovanni Tedesco che hanno fatto parte del precedente “parlamentino”.
Ma Poniz chiede, al contempo, in aperta polemica con Mi, che non facciano parte di una futura giunta anche i colleghi Antonio Sangermano e Pasquale Infante, ex Unicost, oggi eletti nelle liste di Mi come Movimento per la Costituzione, e Ugo Scavuzzo, anche loro della precedente Anm.
Una donna vice presidente
Nel nuovo vertice del sindacato dei giudici entra una donna come vice presidente. È Alessandra Maddalena, giudice al tribunale di Napoli, la più votata di Unicost. Ha ottenuto 32 voti. Mentre il segretario dell’Anm sarà Salvatore Casciaro, consigliere della corte di appello di Roma, il più votato del suo gruppo e che ha avuto 28 voti. Segno evidente che questa giunta nasce sotto il cattivo auspicio delle preclusioni di Mi verso Poniz.
(da agenzie)
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