ARIA NUOVA IN ITALIA: LA CAMPAGNA CONTRO L’ODIO RIUNISCE A MILANO INTORNO ALLA SEGRE 600 SINDACI DI OGNI COLORE
PRESENTI ANCHE DIVERSI SINDACI DEL CENTRODESTRA CHE STANNO FIUTANDO IL VENTO
Avvolta dall’abbraccio di una grande bandiera tricolore. Prima cittadina tra i sindaci d’Italia. Liliana Segre, a Milano, ha ricevuto, la solidarietà e l’affetto di 600 sindaci che, da ogni angolo del Paese, sono arrivati nel capoluogo lombardo per camminare al suo fianco. Per dire no al razzismo e all’intolleranza.
Tra questi, provenienti da metropoli o da piccoli paesi, anche sindaci di centrodestra. Degli stessi partiti – Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia – che si sono astenuti quando è stato chiesto al Senato di votare per l’istituzione della commissione, proposta proprio dalla senatrice sopravvissuta ad Auschwitz, contro l’odio e l’antisemitismo.
Sono passate poche settimana da quel voto controverso e, in questa serata di metà dicembre, quelle divisioni sono lontane. Gli echi di quella polemica si affievoliscono fino quasi a zittirsi.
Al freddo della stagione invernale si sostituisce, per alcune ore, il calore della vicinanza. Al di là del colore politico, tutti sono accanto a Liliana Segre per sottolineare, come esplicitato dal titolo dell’iniziativa di Anci, Ali e Upi, che l’odio non ha futuro
“Vogliamo dire con forza a tutti che non accettiamo nessun tipo di fanatismo, l’unico fanatismo che i sindaci accettano in questo Paese è quello per la libertà la democrazia e il rispetto degli altri. – ha detto Antonio De Caro, presidente di Anci e sindaco di Bari alla partenza del corteo -. Per questo oggi con le nostre fasce tricolori vogliamo fare da scorta civica a Liliana Segre”.
Insieme a lui hanno marciato, tra gli altri, Chiara Appendino, sindaca di Torino, Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, Virginio Merola, sindaco di Bologna, Dario Nardella, sindaco di Firenze – “noi siamo la sua scorta”, ha scritto su Twitter – Giorgio Gori, sindaco di Bergamo, ma anche quelli del centrodestra, tra cui Claudio Scajola e Stefano Locatelli, primo cittadino della bergamasca e responsabile Enti locali della Lega.
Tra i primi cittadini c’erano anche Alan Fabbri, sindaco leghista di Ferrara che poco tempo fa ha deciso di conferire la cittadinanza onoraria a Liliana Segre, Paolo Truzzu, sindaco di Cagliari, di Fratelli d’Italia, Mario Occhiuto, di Forza Italia e sindaco di Cosenza, il leghista Mario Conte, primo cittadino di Treviso.
Ha marciato con e per Liliana Segre anche Roberto Di Stefano, il sindaco di Sesto San Giovanni che ha rifiutato di conferirle la cittadinanza onoraria, assieme all’assessore leghista Stefano Bolognini.
“Ci schieriamo vicino alla senatrice Segre per gli attacchi ricevuti. Esprimiamo la nostra solidarietà – ha spiegato – per questo siamo scesi in piazza contro l’odio, perchè spesso in politica viene utilizzato in modo strumentale”. E ancora: “Alla Segre non bisogna metterci le bandierine di partito. Per questo siamo qua a rimarcare la nostra vicinanza alla senatrice”.
Lontano dalle strade del capoluogo lombardo, in un consiglio comunale, un’altra attestazione di stima e di vicinanza alla senatrice a vita. Ancora una volta da parte del Carroccio: il consiglio comunale di Pisa ha approvato all’unanimità la proposta del sindaco leghista di conferirle la cittadinanza onoraria.
“In un momento come questo – aveva detto il sindaco Conti proponendo la cittadinanza nelle scorse settimane – in cui si registra la tendenza della politica a dividersi su tutto, penso sia importante dare segnali forti soprattutto per i più giovani: la cittadinanza a Liliana Segre non serve solo a onorare la storia personale della senatrice, simbolo delle atroci sofferenze di un popolo intero che anche a Pisa ha ancora oggi una comunità forte e coesa, ma anche perchè le istituzioni devono essere in prima linea su tutto quello che si può fare ancora e che va fatto sul tema della lotta all’antisemitismo”.
Ma torniamo nella piazza di Milano. Per la prima volta una manifestazione ha attraversato la Galleria Vittorio Emanuele II. L’immagine è di quelle che restano impresse, che non si vedono tutti i giorni. La senatrice a vita si è unita alla folla tra gli applausi di chi, a più riprese, ha scandito il suo nome.
Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, ha mandato un messaggio ai “fomentatori dell’odio: siamo pronti a tornare in piazza se questo clima non cambierà ”. Il primo cittadin, promotore della manifestazione, ha sottolineato come in Italia esiste “un rischio razzismo, per questo siamo scesi in piazza”.
Per volontà dei sindaci l’unica a prendere la parola al termine della marcia, dal palco montato in piazza della Scala, è stata proprio la senatrice Liliana Segre. “Siamo qui per parlare di amore e non di odio – ha detto – lasciamo l’odio agli anonimi della tastiera”. Poi il messaggio ai giovani, definiti”future candele della memoria”. A loro, ha sottolineato, guarda “con speranza”.
E quei sindaci che si sono riuniti in piazza per lei, oggi erano un po’ come dei figli. “Figli in fascia tricolore”. A loro ha lasciato questo messaggio: “Avete una missione difficile, il vostro impegno è decisivo per la trasmissione della memoria. Cancelliamo le parole odio e indifferenza e abbracciamoci in una catena umana di amore”.
Da oggi anche lei ha una fascia tricolore, le è stata donata dall’Anci e dal suo presidente Antonio De Caro a nome di tutti i Comuni italiani al termine della manifestazione.
Prima dei saluti hanno cantato l’inno nazionale. Uno accanto all’altro contro l’odio, l’antisemitismo e il razzismo. Tutti insieme, per Liliana.
(da “Huffingtonpost”)
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