ASSEMBLEA PD, RENZI: “NO AD ANTICIPO CONGRESSO, PROPOSTA MATTARELLUM”
“NON SONO PER L’AMARCORD, LA POLITICA NON E’ DENUNCIA, E’ CAMBIAMENTO”
“Rispetteremo le scadenze statutarie”, per questo “niente congresso anticipato”, ha detto il segretario del Pd.
Quanto alla legge elettorale, Renzi ha proposto il ritorno al Mattarellum. “Vogliamo giocare l’ultima possibilità di avere un sistema maggioritario o scivoliamo verso il proporzionale? Io vi propongo di andare a guardare le carte in modo esplicito sull’unica proposta che può essere realizzata in tempi brevi: è la proposta che porta il nome del presidente Sergio Mattarella. Io dico andiamo a vedere. Il Pd c’è. Lo chiedo a questa assemblea. “E’ una proposta fatta di un articolo. Non c’è bisogno di inventarsi altro. E io lo chiedo formalmente: a Forza Italia, ai nostri alleati centristi, alla Lega Nord, alla sinistra e al M5S”, ha aggiunto Renzi.
L’inno di Mameli apre l’assemblea nazionale del Partito democratico.
Sul palco, ci sono i vertici del Pd, i dirigenti della segreteria e i capigruppo. In piedi, alla destra del segretario Matteo Renzi, canta l’inno il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni.
Sullo sfondo compare un enorme tricolore e la scritta “Ripartire dall’Italia”.
“Il congresso sarebbe stata la scelta migliore per ripartire all’interno del Pd. Dal giorno dopo ho pensato al congresso. Ma la prima regola del nuovo corso deve essere quella di ascoltare di più: io per primo – ha affermato Renzi – Ho accettato i suggerimenti di chi ha chiesto di non fare del congresso il luogo dello scontro sulla pelle del paese. Visto che siamo nella fase nuova, la fase zen, ho accettato l’idea di rispettare le regole scritte e le scadenze statutarie. Faremo il congresso nei tempi previsti dallo statuto”.
“Non mi vedrete a fare tour per l’Italia o giri in camper. È’ finito il tempo di riempire i teatri, anche se è una cosa bellissima. Vorrei essere capace di lavorare in modo meno organizzato, di fare più l’allenatore che non il giocatore. Come un talent scout, verrò a cercarvi uno per uno”, ha continuato il segretario.
“L’errore principale non è nemmeno la personalizzazione. Se il 59% è un voto politico, il 41 non è il voto dei giovani costituzionalisti. Il mio errore è stato non aver capito che il valore del referendum era nella politicizzazione, non nella la personalizzazione. Ma allora il 41% è il partito più forte che c’è in Italia e l’unica speranza”, ha affermato Renzi.
“Abbiamo perso, ho perso il referendum. E anche questo ha segnato in modo molto forte il dibattito politico europeo”, ha aggiunto Renzi.
“Faremo un’analisi molto dura, spietata, innanzitutto con noi stessi di quello che è accaduto al referendum. Un’analisi seria e severa, ma anche un sano senso di passione per la cosa pubblica devono segnare questa assemblea”.
“Per me i mille giorni sono il passato remoto”, dice Matteo Renzi in assemblea nazionale. “Io non sono per l’amarcord. La politica non è denuncia: la politica è cambiamento”, aggiunge.
Stoccata alla Raggi: “Qui a Roma voglio dire che la politica non è l’indicazione delle cose che non vanno, l’urlo di chi dice No e non propone un’alternativa. Se si fa così politica, il Paese non va da nessuna parte, si blocca il Paese. Se per bloccare la corruzione si bloccano le Olimpiadi, si blocca la propria città . E forse per bloccare la corruzione bisognerebbe scegliere meglio i collaboratori”.
(da “Huffingtonpost”)
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