BERLUSCONI, NO DI PIERSILVIO, BARBARA IN PISTA
MA SULLA DISCESA IN CAMPO DEI FIGLI GLI AZZURRI SI SPACCANO
Pier Silvio pronuncia il suo “non possumus” di prima mattina. Niente da fare.
Il primogenito sembra abbia fatto sapere a tutti – e lo ha ribadito al padre – di non essere assolutamente disponibile a candidarsi, di stare bene alla vicepresidenza di Mediaset.
Dunque, visto anche il gran rifiuto di Marina, resterebbe in campo al momento solo l’ipotesi Barbara per avere il brand di famiglia sulla scheda elettorale.
Ma in quel brodo anarchico che è diventata Forza Italia, nell’approssimarsi della restrizione del capo (arresti domiciliari o servizi sociali), l’arrivo di un Berlusconi junior è oggetto di uno scontro interno che diventa pubblico, in tv e sulle agenzie. «Dopo tutte le aggressioni giudiziarie subite da Berlusconi — profetizza infatti Giancarlo Galan — per dovere morale uno dei figli prenderà il posto del padre».
Ma quando mai. Renato Brunetta non è d’accordo. «Berlusconi non ha successori, succede a se stesso».
L’altro capogruppo al Senato, Paolo Romani, è ancora più esplicito: «Per il successo di Forza Italia è importante chiamarsi Silvio Berlusconi, non solo Berlusconi. Non è immaginabile un altro membro della famiglia che scende in campo».
Lo stesso leader forzista, nelle conversazioni private a palazzo Grazioli, si mostra incerto riguardo al destino politico dei figli: «Ci sto ancora riflettendo, ma preferirei risparmiarglielo».
Alla dinasty familiare si aggiunge il confronto sulle liste per le Europee, ancora molto lontano dal trovare una soluzione.
Se due giorni fa sembrava infatti scontato il via libera alla candidatura di Raffaele Fitto al Sud, gli avversari interni del pugliese – da Francesca Pascale a Giovanni Toti – hanno cominciato a rimettere in discussione quella che sembrava una decisione già presa.
Oggi a palazzo Grazioli ci sarà una nuova riunione con il Cavaliere e lo stato maggiore forzista. Ma sono giorni pesanti per un partito che sembra sull’orlo di una crisi di nervi, acuite dai rumors che vogliono il cavaliere dimissionario persino dalla presidenza di Forza Italia.
Per smentire il clima di cupo pessimismo dilagante scende in campo una batteria impressionante di “dichiaratori”. «Forza Italia – assicura Daniela Santanchè — non è un partito in declino». «Assicuro gufi e uccelli del malaugurio che Silvio Berlusconi sarà in campo» alle europee, afferma Giovanni Toti.
In attesa di sapere quale sarà la decisione del tribunale di sorveglianza di Milano, si moltiplicano le candidature delle Onlus che vorrebbero ospitare il condannato.
Le ultime due — ironia della sorte per il Cavaliere decaduto dal titolo — lavorano con i cavalli e la riabilitazione dei bambini disabili.
Sono la scuderia Unicorno di Corciano e l’Auriga di Roma. Si parla anche dell’Associazione Vittime di Malagiustizia.
Un tema che Berlusconi riprende in serata quando parla a un club di Monza: «Un partito che si dedicasse unicamente alla riforma della giustizia potrebbe ottenere dal 18 al 21 degli elettori indecisi».
Francesco Bei
(da “La Repubblica”)
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