BLITZ A FONTANA DI TREVI, TUTTI ASSOLTI I NOVE ATTIVISTI DI ULTIMA GENERAZIONE
I MANIFESTANTI GETTARONO NELL’ACQUA DEL CARBONE VEGETALE: L’ACCUSA DI DETURPAMENTO NON SUSSISTE, SI LAVA VIA FACILMENTE
Erano entrati nella Fontana di Trevi, gli striscioni in mano e l’acqua che si tingeva di nero. Per questo nove attivisti di Ultima Generazione sono finiti a processo: a distanza di due anni, oggi sono stati assolti “perché il fatto non sussiste” rispetto alla violazione del foglio di via, e per “tenuità del fatto” riguardo all’imbrattamento.
Il blitz al 21 maggio del 2023. Al grido “Il nostro paese sta morendo” i giovani attivisti sono entrati nella vasca, mostrando ai turisti sbigottiti uno striscione per la campagna “Non paghiamo il fossile”. “Si tratta di carbone vegetale, si lava via facilmente”, viene specificato dagli attivisti mentre colorano l’acqua della fontana di nero. È stata la stessa pm oggi in aula a chiedere l’assoluzione perché “il fatto non sussiste”.
“Abbiamo risposto di un’azione puramente simbolica perché il danneggiamento non esisteva – il commento degli attivisti, difesi dalle avvocate Paola Bevere e Tatiana Montella e dall’avvocato Cesare Antetomaso – Abbiamo solo colorato l’acqua, la fontana era
totalmente illesa. È importante: con il dl sicurezza la repressione sembra aumentare, ma i tribunali confermano che le azioni finora sono legittime”, dicono adesso gli indagati.
La sentenza arriva pochi giorni dopo un’altra assoluzione: in quel caso, tre attivisti – di 27, 31 e 55 anni – erano stati accusati di aver imbrattato la Barcaccia. Il blitz ai piedi della scalinata di Piazza di Spagna era avvenuto il primo aprile 2023, le modalità sempre le stesse: il carbone vegetale diluito nell’acqua, gli attivisti che entrano nelle vasche srotolando striscioni “Non paghiamo il fossile”. Un’azione di pochi minuti, ripresa da un cameraman e finita subito online, interrotta dall’intervento dei vigili urbani. “Conoscevamo le conseguenze della sostanza diluita in acqua – ha spiegato in aula una delle imputate, lo scorso martedì – ci siamo assicurati che non ci fossero danni all’opera”. Contrario il parere del pm, che aveva chiesto una condanna a 4 mesi parlando di “rischio di danneggiamento” e di “danno economico per tutti”, facendo riferimento ai 4mila euro spesi dal Comune per la pulizia della fontana. Ma il giudice ha ritenuto i tre imputati “non punibili” per via della “tenuità del fatto”. Quindi l’assoluzione
(da agenzie)
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