CAMUFFATI DA GOVERNANTI
TRA POPULISMO E CLASSE DIRIGENTE C’E’ UNA INCOMPATIBILITA’ OGGETTIVA
A destra pochissime voci riconoscono che esiste, per Giorgia Meloni, un grosso problema di classe dirigente. Lo stesso Veneziani già nel 2020 scriveva così: ‘La Sorella d’Italia è figlia unica… Per un partito così cresciuto, così lanciato, scarsa è la sua classe dirigente, scarsi i canali di accesso e di selezione, scarsa la sua capacità di intercettare e candidare figure venute da altri mondi e dalla mitica società civile”.
Ovvio che questa debolezza congenita sia enormemente più vistosa dal momento in cui Meloni è arrivata al governo.
Meno ovvio che nella vastissima opinione di destra (largamente prevalente in edicola e in tivù) questo argomento sia poco presente, eufemismo per non dire: ignorato. Passi per i tanti pretoriani, non disponibili di opinioni in proprio. Ma gli altri?
Possibile che nessuno, a destra, abbia l’onestà di ammettere che la ristretta cerchia di parenti e amici di Giorgia non poteva camuffarsi di colpo da personale di governo senza farsene accorgere?
Una spiegazione possibile, anzi plausibile, è che non la destra “classica”, ma quella populista ha preso il potere in Italia e galoppa in molti altri Paesi. E per il populismo concetti come “classe dirigente” e “élite” sono impronunciabili.
Nel meccanismo bene oliato della demagogia (Noi veniamo dal popolo! Siamo stati investiti dal popolo! Parliamo come il popolo!) fanno l’effetto di sassi negli ingranaggi.
E dunque ammettere che ministri mediocri e nomine improponibili sono la prova provata della mancanza di una classe dirigente all’altezza, sarebbe come bestemmiare in chiesa: equivarrebbe a dire che tra populismo e classe dirigente c’è una incompatibilità oggettiva.
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