AAA LAVORATORI CERCANSI IN LUSSEMBURGO, STIPENDIO MEDIO 6.000 EURO AL MESE
3.000 POSIZIONI SCOPERTE: MANCANO MURATORI, ELETTRICISTI, MECCANICI E IDRAULICI, OLTRE CHE INGEGNERI ED ESPERTI DI FINANZA…. DUE DIFFICOLTA’: ALTO COSTO DELLA VITA E NECESSITA’ DI PARLARE FRANCESE E TEDESCO
AAA lavoratori cercansi in Lussemburgo, stipendio medio 6.000 euro. La mancanza di lavoratori, che in Italia (fino a poco tempo fa) veniva spiegata con l’esistenza del reddito di cittadinanza e con la (presunta) tendenza dei disoccupati nostrani non alzarsi dalla poltrona, in realtà si fa sentire in tutta Europa, soprattutto nei Paesi più ricchi. Questo è vero, in particolare, nel Paese più ricco in assoluto, cioè quel Granducato che si è specializzato in attività finanziarie assortite e ha fatto della concorrenza fiscale una ragione di vita.
Ebbene, anche lì mancano laureati in discipline economiche, ingegneria, specializzazioni scientifiche eccetera, ma in più c’è bisogno di esperti nella manutenzione delle case (elettricisti e idraulici) e delle auto (meccanici e gommisti) oltre che nella cura delle persone (badanti e infermieri) e poi si cercano muratori e molto altro: sul portale Eures dell’Unione europea, che mira a far incontrare domanda e offerta di lavoro, ci sono tremila offerte i lavoro in Lussemburgo e la media delle retribuzioni è quella detta sopra e che resta alta nonostante un costo della vita ben superiore a quello italiano.
TRE LINGUE UFFICIALI, E NELLA FINANZA SERVE ANCHE L’INGLESE
Una possibile difficoltà è data dalla lingua, anzi le lingue: ce ne sono tre ufficiali, cioè francese e tedesco, e in più il dialetto lussemburghese, molto simile al tedesco standard. Del vernacolo si può anche fare a meno, ma di francese e tedesco no, e questo pone senz’altro un filtro. Invece non ci sono grandi difficoltà burocratiche per noi italiani, se desiderosi di trasferirsi: in quanto cittadini dell’Unione europea, in linea di principio possiamo vivere e lavorare ovunque entro i confini dell’Ue, all’atto pratico qualche adempimento c’è, ma roba da poco: nei primi tre mesi di soggiorno non c’è bisogno di nulla, mentre dal quarto in poi si deve presentare al Comune di nuova residenza una déclaration d’arrivée e ottenere una attestation d’enregistrement.
Il fatto che questi documenti siano citati in francese fa intuire che per la sopravvivenza, almeno all’inizio, la lingua francese è sufficiente; certo poi bisogna allargare gli orizzonti al tedesco, mentre in lussemburghese è difficile imbattersi in qualcosa di scritto, e la maggior parte degli stessi nativi non lo sa parlare, quindi gli immigrati non devono farne un dramma. Ma certo se uno pensa di andare lì e occuparsi di finanza non può prescindere dall’inglese. E così le lingue diventano tre e mezza, contando il dialetto.
(da agenzie)
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