CASAPOUND FA PAURA AL CENTRODESTRA: IN DIVERSI COLLEGI PUO’ ERODERE I VOTI DECISIVI A SALVINI E ALLA MELONI
SE ARRIVA AL 2% POTREBBE DETERMINARE LA SCONFITTA DEL CENTRODESTRA… IL PRECEDENTE DEL 1996 QUANDO IL MOVIMENTO SOCIALE DI RAUTI FECE PERDERE AL CENTRODESTRA 45 DEPUTATI E 25 SENATORI
Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’ Italia, ostenta indifferenza: «Non sono preoccupata, Casa Pound non sta aumentando i consensi, semmai è vero che i mass media hanno interesse a sovradimensionarli».
Sta di fatto che, attraverso i Social, i Fratelli stanno già imbastendo una campagna per il voto utile a favore della destra sedicente «istituzionale».
E anche nella Lega c’è il timore che qualcuno li scavalchi a destra nella corsa a chi è più xenofobo.
Ma a CasaPound, scrive la Stampa, sono pronti a controbattere: «Gli elettori hanno già capito tutto – dice Di Stefano – la legge elettorale è stata scritta per pareggiare, ma chi vuole osteggiare un governo Monti al quadrato e vuole politiche durissime sulla migrazione, sa per chi votare».
Per la prima volta da anni la coalizione di centrodestra ha alla sua destra un concorrente di fatto: CasaPound non è più quello delle origini, qualcuno della vecchia guardia è entrato nei partiti tradizionali, si è scelto (qualcuno dice per opportunismo) di spostare la barra sul terreno dove sguazzano in tanti, quello della lotta alla immigrazione, ma contando su una struttura organizzata sul territorio.
Sono nate strutture economiche che finanziano l’attività e si sono aperte le porte dei media, premesse ottimali per presentarsi a una competizione politica.
Attualmente Casa Pound oscilla, secondo i sondaggisti intorno all’1,5%, qualcuno azzarda un 1,9%, mentre Forza Nuova è ferma a uno 0,3%.
Casa Pound nella versione attuale xenofoba fa chiaramente concorrenza a Lega e Fdi, non a caso i partiti in calo nel centrodestra (che hanno perso almeno un 4% totale negli ultimi mesi).
Ma CasaPound non fa parte della coalizione, quindi se non raggiunge il 3%, la percentuale che potrebbe ottenere non va in dono agli altri partiti della coalizione.
Quindi di fatto li sottrae, ammesso che i voti provengano tutti da quegli ambienti.
E dato che molti collegi uninominali sono contesi sul filo di percentuali irrisorie, è evidente che se CasaPound arriva o supera il 2% un danno al centrodestra lo crea.
Non entriamo nel merito della coerenza di chi si pone come alternativa al sistema e poi annuncia che darebbe un appoggio esterno a un governo presieduto da Salvini (proposta che farebbe inorridire CasaPound delle origini), ci limitiamo a dire che il ricordo di molti va al 1996 quando il Movimento sociale di Pino Rauti raccolse l’ 1,67% alle elezioni politiche e , grazie a questo pur modesto risultato, saltarono al centrodestra di allora ben 45 deputati e 25 senatori (per la cronaca aprendo al governo dell’ Ulivo di Romano Prodi).
Circostanza e incubo ben presente a Salvini e alla Meloni che non avevano calcolato che nella gara a chi starnazza di più contro i poveri del mondo (quelli che poi qualcuno, in evidente contraddizione, gratifica di un pacco alimentare a domicilio per spot elettorale) c’e’ sempre il rischio di trovare qualcuno che urla più forte di te.
Salvo poi ritrovarsi uniti nello spartirsi le poltrone.
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